Dalla danza contemporanea alla cella di una certosa
Con questo articolo odierno vi propongo la storia di una conversione contemporanea, apparentemente inspiegabile. Lo stupore è ragguardevole, in quanto la vicenda che vi narro è accaduta pochi anni fa in piena epoca di globalizzazione e di consumismo ipertecnologico.
Il giovane protagonista di questa vicenda è portoghese e si chiama Emilio Cervellò, fin da adolescente si è dedicato alla sua grande passione la danza. In questo ambito la sua dedizione, fatta di allenamenti e sacrifici, lo ha portato ad essere un promettente ballerino di danza contemporanea. Emilio è stato ingaggiato da una importante compagnia di ballo, “Companhia Portuguesa de Bailado Contemporâneo” che lo ha portato ad esibirsi anche al Teatro Camões di Lisbona. Cervellò sembra giunto dunque all’apice della realizzazione del suo sogno, coronato da successo, notorietà, ricchezza e benessere, i falsi valori della società contemporanea.
Ma all’improvviso tutto muta, perché?
Cosa accade nell’animo di questo giovane del XXI secolo?
Egli infatti decide di abbandonare la sua vita, per abbracciare la vita eremitica nella clausura certosina della certosa di Valencia, passando dal clamore del palcoscenico all’isolamento di una cella monastica. Sembra inverosimile, eppure è accaduto realmente, infatti dall’ 8 aprile del 2009 Emilio Cervellò ha fatto il suo ingresso nella certosa spagnola rinunciando per sempre alla sua passione che aveva caratterizzato la sua giovane esistenza. Una scelta che si basa sulla rinuncia degli affetti, dei beni materiali per andare ad incontrare nella solitudine Dio ed unirsi intimamente con Lui.
Nel documento filmato che seguirà, potremo assistere ad una intervista effettuata nella cella di Emilio Cervellò all’indomani del suo ingresso in clausura. Egli risponde a diverse domande davanti ad un quadro della Vergine di Guadlupe unico arredo della spoglia cella monastica. L’intervista è in lingua portoghese, ma per voi ho ritenuto utile estrarre il testo e tradurlo in italiano. Emozionante risulta essere la serenità che contraddistingue il linguaggio ed il tono della voce di questo giovane a cui la Divina provvidenza ha riservato un futuro nettamente diverso da quello che sembrava essere.
Il messaggio che traggo da questa storia è che Dio chiama sempre…sta a noi ascoltare!!!
Testo Intervista (tradotto in italiano)
(I) Ma chi è Emilio Cervellò ?
Io sono un ballerino professionista, ora sono in procinto di cessare di esserlo .
(I) Come hai scopertola passione per la danza ?
Ho sentito una vocazione per la danza a soli 7 anni ed a 12 anni ho iniziato a studiare in modo regolare, disciplinata, per formalizzare alcuni studi fino a completare la carriera e iniziare una professione come ballerino .
(I) E in tutto questo come Dio è entrato nella tua vita ?
Sin da piccolo, quando ero un ragazzino, ho vissuto con la presenza di Dio, una cognizione di Dio molto oprecisa . Poi, con l’emergere di questa mia passione per la danza e la vocazione di diventare un ballerino, cominciai ad allontanarmi, poiché il mio cuore iniziò a farsi troppo pieno di danza .
In seguito, cominciai la pratica dello yoga che nell’ambito del mio lavoro mi spinse ad una esperienza di meditazione, di rilassamento, di apertura al trascendente. Ed è allora, che, in un modo apparentemente casuale, scoprii la contemplazione.
(I) Per te il danzare ed il pregare hanno alcuna relazione ?
Hanno immensa relazione. La danza sesiste da quando l’uomo esiste. E l’uomo ha bisogno di trascendere la sua esistenza . E ‘ insito in noi la ricerca di Dio. E poi anche l’associazione di apparenti coincidenze, l’Ordine della Certosa esplode nella mia vita ed io me ne innamoro velocemente. Ho iniziato a leggere gli Statuti dell’Ordine, ne ho trovato un grande senso e decido di cominciare un nuovo cammino di discernimento, di riconciliazione con la Chiesa, con Cristo .
(I) Come sarà la tua vita da adesso si certosino ?
Sarà una vita molto tranquilla, senza molto stress . La vita del certosino è molto semplice , una vita estremamente semplice, ma non per questo una vita facile .
(I) Quali sono le prospettive della tua vita nei prossimi 50 anni?
O 60 o 100 anni … chi lo sa ? Nessuno sa con certezza cosa ci aspetta un secondo dopo . Credo che il segreto è quello di vivere un giorno alla volta . La prospettiva è la felicità in Dio. Credo che questo sia ciò che Dio si aspetta da me e spero di avere la forza di corrispondere . In caso contrario, la forza di tornare anche per discernere e sapere cosa Egli si aspetta. La vocazione di solitudine e di silenzio, vocazione cristiana, perché è proprio ciò che il Signore vuole da noi. Nel contesto , al servizio della Chiesa e del mondo. Quindi penso che non c’è nulla da temere .
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