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Certose storiche: Le Liget

Prosegue l’approfondimento sulle certose storiche, che hanno avuto un glorioso passato e delle quali oggi restano poche tracce. Oggi vi presento la certosa francese di Le Liget.

La certosa di Liget fu fondata nella seconda metà del XII secolo da Enrico II d’Inghilterra. Si narra che la costruzione di questo convento, sia stato un atto di penitenza imposto al re inglese per aver ucciso San Thomas Beckett nel 1170. Difatti per espiare la colpa, Enrico dovette costruire tre case religiose: Waltham e le certose di Witham in Inghilterra e Liget nei suoi possedimenti in Francia. I certosini vissero dignitosamente, anche grazie alle continue donazioni effettuate negli anni da notabili autorità, tra cui: Luigi IX, Luigi X, ma soprattutto re Carlo V ed i suoi due fratelli. Costoro con le loro elargizioni, consentirono la costruzione di nuove celle e l’ampliamento del complesso monastico. Le guerre di religione misero a dura prova Liget, difatti, il 18 maggio del 1562, gli ugonotti devastarono la certosa ed ammazzarono il priore Dom Guillaume Bretonneau, in seguito nel 1588 furono i calvinisti responsabili del saccheggio del monastero e della morte del priore Dom Fiacre Billard a seguito delle torture inflittegli. Alcuni anni dopo fu eletto Priore Dom Jean Michel de Vesly assurto all’incarico di priore Generale dell’Ordine nel 1594. Tra il 1605 ed il 1607, in questa certosa vi dimorò il giovane monaco Dom Alphonse Louis de Plessis (divenuto in seguito arcivescovo e poi cardinale), meglio noto come il fratello maggiore dell’illustre cardinale Richelieu. Nel XVIII secolo la struttura beneficiò di una ristrutturazione, che prevedeva l’aumento del numero delle celle che divennero diciotto, ma purtroppo nel 1791 a causa delle leggi rivoluzionarie la comunità certosina, composta da undici padri e fratelli, fu dispersa, mentre la biblioteca, contenente 6.900 tomi, insieme alle circa centocinquanta opere d’arte andarono disperse, l’intero complesso architettonico fu venduto. Oggi si possono ammirare, i ruderi della chiesa medievale e visitare, i sontuosi ambienti monastici appartenuti un tempo ai monaci. Una sequenza di foto ed un breve video ci farnno comprendere l’antico fasto.

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Certose storiche: Gaming

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La certosa di Gaming, che prese il nome di Marienthron (Thronus Sancte Marie), fu fondata nel 1330 dal duca Alberto II d’Austria, che pose la prima pietra per la costruzione del complesso monastico il 13 agosto del 1332. Egli lo volle come luogo di sepoltura dinastica, difatti egli stesso vi fu sepolto dopo la sua morte nel 1358, così come sua moglie Giovanna di Pfirt e sua nuora Elisabetta di Boemia. Nel 1340 fu consacrata la sala capitolare, mentre il 13 ottobre 1342, con una cerimonia solenne, si svolse la consacrazione celebrativa della chiesa del monastero. In pochi anni la costruzione fu completata ed ingrandita, risultando essere la certosa più ricca e bella della provincia certosina di Germania Inferiore. La prima comunità, proveniente dalla Certosa di Mauerbach, comprendeva un numero doppio di monaci vi si insediarono infatti 24 certosini con a capo un Priore poichè le dimensioni della certosa erano davvero enormi. Gaming non era solo la più grande delle tre certose della Bassa Austria di Mauerbach, Aggsbach e Gaming, ma anche la più grande certosa dell’Europa centrale. I certosini, possedevano alcune parrocchie e numerosi feudi, i quali svolgevano notevoli attività economiche, che consentirono lo sviluppo dell’intera regione. La fama di Gaming, era legata soprattutto alla austera attività monastica dedita alla contemplazione divina. Dal 1670 i priori, acquisirono il titolo di prelati imperiali. Nel 1683 il monastero fu attaccato dai Turchi, che arrecarono disagi ai religiosi, i quali riuscirono a non essere torturati dagli aggressori. Nel 1782 Giuseppe II decretò la soppressione del convento certosino. Nel 1797 le salme del fondatore, della moglie e della nuora furono trasferite alla chiesa parrocchiale di Gaming e nel 1825 il monastero e la tenuta, comprese estese aree boschive, passarono alla proprietà privata. Nel 1915 fu acquistato dall’abate dell’abbazia di Melk. Nel 1983 i locali del monastero, ma non le restanti proprietà, furono acquistati da un architetto austriaco, Walter Hildebrand, che da allora si è occupato del restauro. I locali rinnovati sono in parte occupati da un hotel e in parte dall’Università francescana di Steubenville (campus principale in Ohio, USA). Dal 2004 è presente anche un museo, con reperti e notizie sulla storia dei certosini e della Certosa di Gaming. Ogni anno nel mese di agosto è sede del Festival di Chopin.

Le immagini che seguono ci mostreranno ciò che resta della sontuosa certosa.

Certose storiche: Pomier

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Continua l’approfondimento sulle certose storiche, che hanno avuto un glorioso passato e delle quali oggi restano poche tracce. Oggi vi propongo la certosa di Pomier, situata in un crocevia tra la Svizzera e l’Alta Savoia, che domina la valle di Ginevra. Essa fu fondata nel 1170 dal conte di Ginevra Amedeo I°, che assieme ai vescovi di Losanna si mostrarono grandi benefattori dei certosini. L’etimologia del nome pomier deriva dal latino pro murus che significa fuori le mura.

Il complesso monastico comprendeva la Chiesa di Nostra Signora di Pomier, tre cappelle, dodici celle monastiche che circondavano il Chiostro Grande e con annesso il cimitero, luogo di sepoltura monastica e di diversi Conti di Ginevra e di Vaud.

Va ricordato che l’imperatore Sigismondo e Carlo IV, posero il monastero sotto la protezione del Sacro Romano Impero Germanico con decreto religioso nel 1366.

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Nel corso della sua storia si sono succeduti novantuno priori che hanno retto brillantemente la certosa, la quale ha visto preservata la vita claustrale fino al 1535, data in cui i beni dei monaci furono confiscati. Nel 1588 i ginevrini incendiarono la certosa ed i monaci furono costretti ad abbandonarla per quattro anni. Nel nuovo insediamento del 1592 rimasero fino al 1792, quando i francesi occuparono militarmente il convento e costrinsero i religiosi il 17 marzo del 1793 a sgomberare la struttura. Per questo motivo i certosini di Pomier furono costretti ad unirsi alla certosa di Aillon. Durante la Rivoluzione, la certosa di Pomier fu saccheggiata, nei chiostri furono bruciati libri e manoscritti della ricchissima biblioteca. Per oltre cento anni la certosa è stata praticamente abbandonata ed i suoi numerosi edifici sono stati demoliti. Le campane della chiesa di Nostra Signora di Pomier furono portate a Carouge, dove una di esse suona ancora oggi ogni ora nella chiesa di Sainte-Croix, sulla piazza del mercato.

Ma cosa ne fu dei resti della certosa? Nel 1894 Pomier, un privato acquistò l’intero complesso, salvando l’edificio principale dalle rovine e fondò lun’albero con ristorante con una quarantina di camere da letto, l’ “Hotel Pension de l’Abbaye de Pomier”, questa struttura ha poi cessato l’attività nel 1991. Nel 2001, un pronipote dell’antico proprietario trasformò il complesso riadattando le antiche cantine trasformandole in saloni per riunioni e convegni. Anche il nome è stato cambiato, tornando da Abbaye de Pomier, al nome originale dell’edificio, ovvero “Chartreuse Notre-Dame de Pomier”. Una carrellata di immagini ci mostrerà la trasformazione avvenuta nel tempo di questo luogo per seicento anni culla di preghiera e meditazione a prestigioso luogo per convegni e seminari.

Ricognizione delle Reliquie del Busto di San Bruno.

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Carissimi amici lettori di Cartusialover e devoti di San Bruno, ecco per voi un documento video davvero eccezionale, oserei dire la testimonianza di un momento storico. E’ con grande emozione che, condivido con voi tutti il video ed alcune foto realizzate dall’amico Bruno Tripodi, il quale ci aveva già regalato immagini del primo atto del restauro del busto reliquiario, del quale vi avevo relazionato in un articolo dello scorso otto ottobre.

In occasione del restauro del busto reliquiario di San Bruno eseguito dal Dottor Antonio Adducci, opera del 1516, realizzata a Napoli, lo scorso 18 ottobre 2021, alla presenza del Priore Dom Ignazio Iannizzotto ed alla comunità certosina, visibilmente emozionata, si è proceduto all’apertura del busto argenteo, alla ricognizione ed al prelievo della reliquia del Santo Patriarca San Bruno.

Assisteremo alle varie fasi del sistema di accesso alla reliquia, che ha inizio con l’apertura dello sportello sottostante mediante apposita chiave, dal quale si accede per poter raggiungere tre perni che tengono unita la testa al tronco. Una volta svitate queste tenute si può separare il volto dal cappuccio ed accedere così alla reliquia.

Per gentile concessione della Certosa pubblichiamo questo video di Bruno Tripodi, al fine di rendere fruibile un documento di rara importanza per la comunità tutta.

Buona visione

Grazie Bruno Tripodi, che ci hai regalato queste immagini molto emozionanti!

E soprattutto GRAZIE alla espressa volontà del padre Priore Priore della Certosa calabrese Dom Ignazio Iannizzotto, per cui è stato possibile documentare l’apertura del busto argenteo che custodisce i resti del fondatore dell’Ordine. Ecco per voi il video e le foto, mentre per l’approfondimento storico sulle reliquie vi rimando all’articolo degli amici de “Il Vizzaro”.

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Foto dal passato della certosa di Pleterije

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Nell’articolo odierno, vi propongo una serie di fotografie provenienti da un vecchio libro e riguardanti la certosa slovena di Pleterije. Immagini scolorite, che ci testimoniano la vita claustrale dei certosini in Slovenia. Quest foto risalgono al 1938.

Vi auguro buona visione.

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Monaci riuniti sull’altare maggiore

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Cappella Giovanna d’Arco

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Cappella delle reliquie

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Sala capitolare

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Corridoio coperto

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Monaco che lavora nell’orto della cella

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Fratelli conversi ai lavori agricoli

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Monaco speziale in spezieria

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Leggio monumentale

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Pregando nella cella

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Monaco, novizio, postulante

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Novizi al lavoro

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Sedia priorale

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Lavoro in legnaia

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Lavoro in cella

Certosini al voto

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Per l’articolo di oggi ho scelto una curiosità. Come sappiamo una delle certose attive è quella di Pleterije, situata nel comune di Šentjernej nella Slovenia sud-orientale. Ebbene undici membri della comunità monastica certosina hanno partecipato alle recenti elezioni amministrative svoltesi lo scorso 18 novembre. Nelle foto possiamo scorgere alcuni certosini intenti a votare, che hanno destato la curiosità degli scrutatori presenti. Da notare che sono anziani ed uno ha anche un bastone, apprezziamo quindi la buona volontà.

Uno di loro ha detto: “la nostra comunità è composta interamente da stranieri, ma ciononostante intendiamo partecipare alle elezioni esprimendoci con il voto per dare il nostro contributo”.

Vi lascio alle immagini….

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Non è la prima volta che vengono scorti monaci certosini ad espletare la funzione del voto politico. Nel 2007, a Valencia il 27 mayo, come ci mostrano le immagini di un video della EFE TV, I monaci certosini si recarono al voto, tra la curiosità degli astanti!

Giorni felici in certosa

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L’articolo odierno, è un testo redatto da un amico di nome Andrea, il quale avendo trascorso alcuni giorni nella certosa di Serra San Bruno ha voluto donarci le sue emozioni. Grazie a lui per questa preziosa testimonianza.

Cari amici lettori di Cartusialover,

vi scrivo per parlarvi della mia esperienza di quattro giorni passati nella Certosa di Serra San Bruno, nell’estate del 2016 e che tutt’ora ricordo con piacere.
Tutto è iniziato guardando dei video su Youtube informandomi su tutti gli ordini della vita contemplativa, Benedettini, Trappisti, ma dopo poco mi rendevo conto che quello dei Certosini era l’ordine che più di tutti mi attirava per la sua radicalità, e con una forza misteriosa trovai il coraggio di scrivere al Padre Maestro della Certosa.
La prima cosa che mi sorprese fu la velocità con cui ricevetti una risposta via mail, la seconda fu quella che mi si chiedeva di inviare il mio Curriculum Vitae per poter capire se fosse il caso di ospitarmi. La richiesta del mio CV l’ho molto apprezzata perché mi è sembrato un modo per constatare che in Certosa “si fa sul serio”.

Il giorno prestabilito con il Padre Maestro della Certosa, arrivo col treno alla stazione di Lamezia Terme dove un laico incaricato di venirmi a prendere con la macchina mi porta dalla Stazione alla Certosa in quasi 1 ora di viaggio, poiché il luogo è molto impervio da raggiungere senza conoscere bene la zona. La prima consolazione che ho avuto è stato il colloquio con questo signore che guidava la macchina, con il quale ci siamo scambiati dei punti di vista sulla spiritualità certosina, sulla storia della Certosa ed è stato davvero una piccola palestra, quasi necessaria per arrivare preparato all’incontro col Padre Maestro.
Arrivato in Certosa, mi viene subito incontro il Padre Maestro che subito si scusa con me perché stava parlando con un operaio e pensava che mi avesse fatto subito una cattiva impressione, non avendolo trovato in silenzio. Io stupito dalla sua umiltà invece gli faccio capire che ero contento di essere lì e di iniziare questa avventura seppur breve con i monaci certosini.
Vengo accompagnato subito verso la mia camera, e il padre maestro mi spiega che prima di entrare nella camera di qualcun altro qualsiasi monaco deve rendere conto a Maria, c’è infatti un’inginocchiatoio fuori ogni camera con l’immagine della Madonna, e lì il monaco è tenuto a prostrarsi e recitare un Ave Maria prima di entrare nella stanza.

Entrati in camera mi spiega gli orari della Certosa, e io gli chiedo se posso recitare insieme a lui le diverse orazioni liturgiche che avrei dovuto recitare da solo, per imparare subito il loro modo di pregare. Il Padre Maestro inoltre mi ha dedicato in questi quattro giorni tantissimo tempo per parlare e confrontarci, ed ogni volta che gli aprivo la porta la prima cosa che diceva era “sia lodato Gesù Cristo” e questo mi riempiva di consolazione.

Ci siamo confrontati soprattutto su diversi brani del Vangelo, e sulle regole dei Certosini, di cui ho apprezzato immediatamente l’enorme umiltà e assenza di vanità. Si perché i monaci certosini non hanno mai un confronto con un laico che gli possa dire: “ che bella omelia” o “grazie per..” sono davvero rigorosamente al servizio del silenzio e della parola di Dio.

Il Padre Maestro della Certosa mi disse che la vita di un certosino è definibile, “olocausto d’amore”, dove nella massima letizia si vive tra quattro mura rivelando così a tutti il proprio limite di non riuscire nel mondo a trovare la stessa gioia che vi si trova stando nella massima clausura.

Mi ha sorpreso ovviamente sapere che i monaci certosini possono vedere soltanto 2 giorni all’anno parenti o amici, e che quando anche qualcuno dei propri parenti passi a miglior vita, loro non possono uscire dal monastero per i funerali.
Altre informazioni sulla vita del monaco certosino che mi hanno sorpreso è il modo anonimo in cui vivono, non potendo scrivere articoli o libri che possano firmare e pubblicare con il proprio nome, e il modo anonimo in cui muoiono, venendo stesi su una tavola di legno e sotterrati senza che vi sia il loro nome scritto da nessuna parte.

I monaci certosini si confessano più volte a settimana e hanno un momento di pausa dal silenzio nello “spaziamento” nei boschi con tutta la comunità di monaci. Io purtroppo non l’ho potuto fare, poiché il padre maestro riteneva più importante che io approfondissi con delle letture la loro spiritualità e nel dialogo con lui esaurissi tutte le domande che mi potevano venire in mente.

Parlare con il Padre Maestro era una consolazione in crescendo, mi ha detto parole e frasi così profonde e intrise di fede che non le ho volute nemmeno scrivere, pensavo che era ingiusto possederle, e le ho lasciate scorrere leggere e diritte nel cuore.

Un’esperienza che mi ha lasciato veramente colpito è stato pranzare solo in cella, non ho mai provato così tanta gioia a mangiare, e non mi sentivo affatto solo.

Ho sentito chiaramente la sensazione di una presenza del Signore che mi faceva compagnia, un po’ come il bambino nel film di “Marcellino pane e vino” faceva compagnia al Crocifisso, con quel modo così innocente e amorevole mi sono sentito avvolto di abbracci.

Pregare tutto il giorno ininterrottamente non lo avevo mai fatto, nemmeno durante i periodi di esercizi spirituali ignaziani, che rimangono comunque la migliore palestra per avvicinarsi a quel tipo di giornata oblativa. In quei giorni ho maturato una profonda gratitudine per tutte le esperienze che in diversi anni ho potuto fare grazie ai padri gesuiti, che mi hanno forgiato per bene alle più insidiose e costruttive esperienze religiose.

Il padre maestro della Certosa, mi aveva sconsigliato di partecipare alle lodi mattutine che iniziano alle 00.30 e finiscono verso le 3.00 del mattino poiché è difficile per chi è da pochi giorni con loro abituarsi ad i loro ritmi giornalieri, andare a dormire alle 20 e svegliarsi alle 00.00, ma io volevo esserci e una sera vi partecipai.

E’ veramente difficile stare dietro alla liturgia certosina in quelle ore di notte piena, ma è stata un’esperienza di grande prova, che mi ha fatto capire anche perché sono chiamati “gli atleti di Dio”, non so quante volte durante le lodi mattutine si inginocchiano, si alzano, si siedono, cantano.
Durante tutti i momenti in Chiesa, nella liturgia delle ore, non stanno mai fermi, e durante la messa prima dell’eucarestia si stendono completamente faccia a terra, la messa è bisbigliata e al posto dell’omelia c’è un grande momento di silenzio. Il momento della pace e dell’eucarestia è molto bello e dà grande prova di cosa significhi comunità.

Parlando col padre maestro di cosa facessero i monaci prima di entrare in certosa, ho anche afferrato che lì non ci vanno mica persone che si vogliono nascondere, o abituate alla solitudine e al silenzio, ma soprattutto persone che erano abituate a vite perfettamente inserite nella società.
Tra i monaci c’era chi era pilota dell’aeronautica, chi professore universitario alla Sorbona, chi calciatore famoso, e chi operaio metalmeccanico.

Mentre stavo aprendo una porta, un monaco incappucciato pure ne stava aprendo una che confinava sulla parete vicina, e mi disse…”di dove sei? ed io..Napoli…e mi fa..viva Pino Daniele, dovrebbero farlo santo..”e mi strappò un sorriso, poiché anche a me piace molto…ma credetemi non pensavo mai che mi potessero dire una frase così dentro una certosa…. Seppi poi, che quello è il converso che il sabato prepara anche le pizze per i confratelli…evidentemente ha una forte passione per Napoli.

Voglio sottolineare che la cosa che mi ha stupito è che per essere un ambiente ecclesiastico è un ambiente molto “virile”, pieno di gladiatori della fede, guerrieri della preghiera che hanno posto Gesù Cristo prima di ogni cosa e prima di se stessi.

Ah dimenticavo…il Padre Priore quando me ne andai, sentendomi dire che avevo trascorso giorni felici, mi salutò dicendomi sorridendo..testuali parole…”torna e cerchiamo di moltiplicare i giorni felici”

In regalo a tutta la comunità dei Certosini ho lasciato una poesia che scrissi qualche anno prima pubblicata dalla fondazione mario luzi, e che mi sembrava perfetta per la loro spiritualità.

Rimasi in contatto via mail con il padre maestro, il quale mi disse che questa poesia è piaciuta così tanto che l’hanno affissa come preghiera comunitaria in bacheca, che onore!!
Ve la lascio qui di seguito :

Cripta

Sole a Febbraio,
retaggi d’Aprile,
colori distesi da scherzi e risate..

Il dissesto?!
Le ombre felpate
di un silenzio falsato..

Per oggi,
per ieri e per domani..

a Dio..

Il salubre fresco,
avvolge lo spazio
piccolo e cieco..
.. viene scemando in un canto sottile..
spiegato..

Ascolta!
Non pensare..

a nulla,
serve,
gestire..

o il timido gesto
di capire..

Qui,
in questa valle adorata,
ridonda il frastuono
della gratuità..


e all’arrivo di quel piccolo dono,
di nome Mattino..
la gente tesa e occupata
voltandosi,
per un solo momento
aggancia la gloria..

“Eccolo,
egli sta dietro
il nostro muro;
guarda dalla finestra,
spia attraverso le inferriate”..

Perpetuo ed immenso rimane
il giacere nello splendore
che, seppure da lontano narrato,
giunge al diamante baglior
siderale..

Meraviglia..

Sì, Signore,
libera il fiume,
dalle imponenti dighe
sorrette dal timore..

Ora,
non posso più fermare
quel mio coraggio,
avvolto dal più puro candore..

Remo..
e miro alla volta celeste,
che rapito,
mi ossigena di raccolto profumo..
per intero,
perdono..

 

Consiglio a tutte le persone in vera ricerca di Dio e con il desiderio di pregare di fare un’esperienza in Certosa.

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Montalegre. Sei secoli di silenzio certosino

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Ancora una lieta notizia, per cominciare l’anno nuovo!

Lo scorso 19 ottobre ha avuto inizio, presso il Museo di Badalona, una mostra fotografica dedicata ai seicento anni della certosa di Montalegre, di cui già vi avevo relazionato. La mostra sarà aperta fino al 14 gennaio, e tutti coloro che saranno interessati potranno conoscere l’antica storia di questa certosa attraverso foto ed immagini di Oriol Casanovas ed Antonio Guillen.

Inoltre è stato presentato il libro, di recente pubblicazione, dal titolo “Montalegre. Sei secoli di silenzio certosino“, illustrato con foto degli autori citati, è stato scritto da Jaume Oliveras, grande intenditore di Montalegre e del carisma certosino. La sua attenta prosa ci avvicina alla vita del monastero e la sua architettura rivela alcuni fatti inediti e spiega come solo certi eventi storici sono stati in grado di alterare la vita dei monaci, guidati sempre dal silenzio, dalla spiritualità e austerità. Il progetto, che comprende una mostra, un libro e diverse conferenze, è stato realizzato con la collaborazione del priore della certosa di Montalegre, del Comune di Tiana, degli amici della certosa ed in particolare dell’architetto Pere de Manuel.

A seguire un video con immagini della certosa di Montalegre tratte dalla televisione spagnola(catalana) Cat/tv 3, all’interno del quale potremo ascoltare una breve intervista all’autore del libro Jaume Oliveras. Alcune foto, a colori ed in bianco e nero, arricchiranno questo articolo dedicato a questa splendida mostra, vi allego inoltre altri due link con molte altre immagini interessanti .

 Foto Museo Badalona

Foto Oriol Casanovas

Certose storiche: Certosa di Žiče

Certose storiche: Certosa di Žiče

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Prosegue il nostro viaggio virtuale nello spazio e nel tempo. Oggi vi propongo un approfondimento sulla certosa Notre-Dame du Val-Saint-Jean-Baptiste de Zicka, sita nell’attuale Slovenia. Il primo insediamento monastico certosino è datato 1160, per volontà del marchese Ottokar di Stiria. La storia alquanto travagliata di questa certosa giunge fino al 1782, allorquando fu soppressa a seguito di leggi anticlericali. Fu una certosa rinomata per la sua farmacia, famosi furono i suoi unguenti e medicamenti naturali. e la sua ricca biblioteca, nel 1487 si contavano oltre 2000 tomi e manoscritti! Fu un notevole centro spirituale ed all’epoca del Grande Scisma d’Occidente fu anche sede del Capitolo Generale dell’Ordine certosino nel periodo dal 1391 al 1410. Come di consueto, affido al potere delle immagini la descrizione della imponente struttura monastica certosina, che appare ancora oggi sontuosa e sprezzante del tempo che scorre. Rappresenta un polo di attrazione turistica e culturale notevole che è visitato annualmente da circa ventimila visitatori. In occasione del 850° anniversario della sua fondazione, il Governo sloveno ha dichiarato l’antica certosa monumento culturale di importanza nazionale. A voi una selezione di immagini, un interessante video con una ricostruzione tridimensionale, ed un prodotto dalla RTVSLO.