In questo Mercoledi delle ceneri, attraverso la lettura di un dipinto, voglio narrarvi ciò che accadde di prodigioso alle “sette stelle”, ovvero ai primi certosini.
Questo bellissimo dipinto dello spagnolo Francisco de Zurbaran, ci mostra il vecchio vescovo di Grenoble Ugo nel refettorio dei certosini. Esso è lo spunto per narrarvi del miracolo in esso raffigurato. Si narra che Ugo inizialmente, era colui che portava, generosamente, il cibo a i primi sette eremiti. La domenica prima del mercoledì delle ceneri, il vescovo di Grenoble inviò loro della carne, alimento che essi non consumavano, ma ciò stimolò in loro una discussione circa la pratica della ferrea astinenza. La leggenda vuole che mentre essi discutevano caddero, per intervento divino, in un sonno profondo, che durò quarantacinque giorni, ovvero per tutta la Quaresima. Ugo impegnato nell’attività episcopale, si recò a far visita ai sette anacoreti solo il mercoledì santo, scorgendoli prodigiosamente ancora a tavola, ma intenti a svegliarsi dal sonno ed increduli sul tempo trascorso.
Il vescovo potè scorgere, con stupore, che la carne da lui inviata che era nei piatti, si era trasformata in cenere, questo prodigio confermò l’approvazione Divina della pratica dell’astinenza dalla carne da parte dei pii eremiti. Questo miracolo occorso ai primi sette certosini è dunque all’origine della pratica, ancora attuale, della loro astinenza perpetua della carne.
La composizione pittorica è strutturata su tre piani. Nel primo, S. Ugo, a destra, curvo e che si, appoggia ad un bastone e tocca la carne trasformatasi in cenere, ed il suo paggio, al centro della scena, a constatare l’accaduto. Sullo sfondo, il tavolo come una natura morta con ceramiche bianche e blu di Talavera, con gli scudi del vescovo e dell’Ordine, coltelli, ciotole e pane. Nel terzo piano, San Bruno, che guarda colui che osserva il dipinto e sei monaci, quattro Padri con il cappuccio, e due Fratelli con il capo scoperto.con sguardo rivolto verso il basso. I primi sette certosini, ovvero le “sette stelle” I volti di San Bruno e dei suoi confratelli sono emaciati dal prolungato digiuno.
Il refettorio si mostra austero. L’unica decorazione è il dipinto sul muro in cui appaiono la Vergine e San Giovanni Battista, protettori dell’Ordine certosino.
L’unico squarcio sul paesaggio è la chiesa certosina che si vede attraverso un arco aperto sul lato destro del muro del refettorio.
Il dipinto è egregiamente raffigurato dal pittore spagnolo Francisco de Zurbaran, che realizzò questo dipinto tra il 1630 ed il 1635 per la Sagrestia della certosa di Siviglia. Oggi l’opera è invece esposta al Museo Provinciale di Belle Arti di Siviglia. Zurbarán fa sfoggio delle sue famose gradazioni di bianco, colore per il quale si narra realizzò fino a cento tonalità diverse.
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