Oggi, cari amici, voglio proporvi l’analisi di un disegno preparatorio per un dipinto, nel quale è raffigurato un monaco certosino tra una moltitudine di persone. Come potrete notare è uno scenario alquanto insolito per un monaco dedito alla vita eremitica di clausura, ed allora come mai il pittore ha inserito nel suo disegno due elementi così dicotomici tra loro, come un certosino e la folla. Cerchiamo di fare chiarezza. Va detto che questo quadro sarebbe dovuto essere celebrativo, ovvero raffigurante un avvenimento realmente accaduto, ma vediamo di cosa si tratta.
L’evento da celebrare
Il 20 giugno 1789 Luigi XVI compì un grave errore: chiuse la sala dell’Hôtel des Menus-Plaisirs a Versailles, dove per quarantacinque giorni si era riunita l’Assemblea Nazionale, col pretesto di eseguirvi dei lavori di manutenzione. Il deputato Joseph-Ignace Guillotin, l’inventore della ghigliottina, propose di trasferirsi in una sala vicina, adibita al gioco della pallacorda. Qui, su proposta di Jean Joseph Mounier, i deputati prestarono giuramento di restare uniti fino a compimento della Costituzione Francese. Poco dopo, insieme ad alcuni rappresentanti del basso clero e alcuno nobili liberali, venne autoproclamata l’Assemblea Nazionale Costituente. Questo evento avrebbe reso irreversibile il processo che portò alla Rivoluzione Francese ed alla caduta definitiva della monarchia. Fu deciso che questo momento decisivo, doveva essere immortalato in un’opera impegnativa, teatrale e quasi solenne da un noto artista dell’epoca.
L’autore e l’opera
L’autore dell’opera in oggetto, è il francese Jacques-Louis David (1748-1825), un pittore francese che nel 1790 cominciò a eseguire i disegno preparatorio per il “Giuramento della Pallacorda”( Serment du Jeu de Paume ). Il progetto prevedeva un dipinto di enormi dimensioni, che, infatti, una volta terminato avrebbe dovuto misurare dieci metri per sette. Il pittore prevedeva di raffigurare i 630 membri dell’Assemblea Costituente: al centro Jean Sylvain Bailly, il primo sindaco di Parigi dal 1798 al 1791, e sulla finestra di destra Jean Paul Marat e tra la folla in primo piano Maximillien de Robespierre.
Quando arrivò il momento di iniziare la tela era il 1791. Il parlamento era diviso, fra moderati e giacobini cresceva tra loro il dissenso e l’utopia di unità e fratellanza già vacillava. A David, appartenente al Club dei giacobini, non gli vennero concessi i finanziamenti ed il progetto venne abbandonato. Ed è così che oggi restano il solo disegno preparatorio a inchiostro ed acquerello, che misura 66 x 101 cm, conservato al Musée National du Château di Versailles, ed un piccolo quadretto a olio, 65 x 88 cm, conservato presso il Musée Carnavalet, di Parigi.
Il certosino diventato difensore della Rivoluzione
Ma al centro, l’artista inserì al di sotto di Jean Sylvain Bailly tre personaggi che tra loro si abbracciano fraternamente. E più precisamente l’abate Gregoire rappresentante il clero secolare che cinge con le sue braccia il certosino Dom Gerle in rappresentanza del clero regolare e Rabaut Saint-Étienne, figlio del pastore protestante Paul Rabaut. Simboleggiando così idealmente l’avvento di una nuova era di pace e riconciliazione dei religiosi durante la Rivoluzione.
Ma chi era questo certosino e perchè è raffigurato in questo dipinto?
Dom Antoine Christophe Gerle, nacque a Riom (Puy de Dôme) il 23 ottobre 1736, egli fece la professione solenne nella certosa di Port Sainte Marie il 6 ottobre 1757. Dom Gerle fu vicario nel 1767, a seguire fu eletto priore di Vauclaire nel 1768, di Moulins nel 1780 fu nominato convisitatore d’Aquitaine e nel 1781, visitatore poi, nel 1785, priore di Valdieu lo stesso anno, nel 1788, di Port Sainte Marie, la sua certosa.
Venne raffigurato nel bozzetto del dipinto poichè fu eletto deputato della Assemblea Costituente, egli fu poi anche uno degli organizzatore della cosiddetta Chiesa costituzionale. Ovvero la Chiesa istituita e organizzata dalla Costituzione civile del Clero (1790) e composta da vescovi, sacerdoti, diaconi e chierici che prestarono il giuramento richiesto. Nel 1791 fu anche eletto vescovo di Meaux, ma rifiutò questo vescovato. Nel Novembre 1793, abiura il sacerdozio restando poi coinvolto in diversi casi di scandali esoterici.
Si riversò nell’Illuminismo, fu arrestato il 17 maggio1794 durante il Terrore, ma venne salvato da Robespierre, poi si sposò e morì a Parigi il 17 novembre del 1801.
Pare che comunque in questa raffigurazione vi siano delle imprecisioni storiche, che il pittore ha volutamente ignorato per realizzare una sorta di manifesto simbolico. Difatti delle tre figure di religiosi che si abbracciano, il monaco certosino Dom Gerle, non era presente fisicamente quel giorno del giuramento, poichè divenne deputato di Riom soltanto alla fine di dicembre del 1789. Ma come vi ho detto, l’autore intendeva rappresentare con questo simpatico trio la nuova Chiesa costituzionale, nel 1791, speranza di riconciliazione. A questo si contrappone la scena, dal contenuto allegorico, che si intavede attraverso una finestra in alto a sinistra, laddove si vede la cappella di Versailles simbolo della Chiesa dell’Ancien Régime, colpita da un fulmine!
Lo stesso Marat, non poteva essere presente perché in quella data non era ancora deputato, ma solo un influente scrittore di pamphlet. Queste le principali incoerenze che si sommano ad altri simboli destinati ad essere interpretati.
Più che una rappresentazione precisa dei partecipanti alla seduta del 20 giugno 1789, David mette in scena le figure dell’Assemblea Costituente il cui ruolo è confermato dalla portata dei cambiamenti in atto e dagli uomini che furono particolarmente impegnati.
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