Cari amici, nel precedente articolo riguardante il Padre Priore Generale Dom Guillaume Raynaldi, vi ho menzionato una lettera da lui ricevuta da Santa Caterina da Siena. Molte furono le missive che la santa inviò ai certosini, come vi ho in passato testimoniato da questo blog. A seguire il testo dell’epistola numero LV.
LV
Al venerabile religioso Dom Guglielmo Priore Generale dell’Ordine della Certosa
Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.
Carissimo e reverendo padre in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi bagnato e annegato nel sangue del Figliuolo di Dio: considerando io che la memoria quando s’empie del sangue di Cristo crocifisso, incontinente lo intelletto si volge aragguardare in essa memoria; dove egli trova il sangue, vedevi il fuoco della divina carità, amore inestimabile, intriso ed impastato col sangue; perocchè per amore fu sparto e donato a noi. La volontà va subito dietro allo intelletto, amando e desiderando quello che l’occhio dell’intelletto ha veduto; e però subito leva l’affetto e l’amore suo nell’amore di Cristo crocifisso, il quale amore trova nel sangue, come detto è. Allora l’anima s’annega in esso sangue, cioè che annega e uccide ogni sua perversa volontà sensitiva, la quale ribella spesso al suo creatore, e ogni amore proprio di sè medesimo gitta fuore di sè, e vestesi dell’eterna volontà di Dio; la quale volontà l’anima ha gustata e trovata nel sangue. Perocchè il sangue gli rappresenta che Dio non vuole altro che la sua santificazione: chè se egli avesse voluto altro, non arebbe Dio datoci il Verbo dell’unigenito suo Figliuolo.
E però vede bene, che ciò che Dio permette in questa vita all’uomo, non permette per altro fine. Ogni cosa che ha essere, vede che procede da Dio: e però neuna cosa che addiviene, nè tribolazioni nè tentazioni nè ingiurie nè strazii nè villanie, nè di veruna altra cosa che addivenire gli potesse, non si può nè vuole turbare; ma è contenta, ed halle in grande riverenzia, considerando che le vengono da Dio, e date sono a noi per grazia di bene, per amore e non per odio. Adunque non si può lagnare nè dee lagnarsi, perché si lagnerebbe del suo bene proprio; la qual cosa non è costume dell’anima vestita della dolce volontà di Dio, di lagnarsi di veruna cosa che addivenire gli potesse, se non solo della offesa di Dio. Diquesto si duole e dee dolere, perché vede che è contra alla sua volontà. E però il peccato è degno d’odio, perché non è da Dio, e però non è niente. Ogni altra cosa che in sè ha essere, è da Dio; e però l’anima innamorata di Cristo l’ama ed ha im reverenzia. Quest’anima non vede sè per sè, ma vede sè per Dio, e Dio per Dio, inquanto è somma ed eterna bontà, degno d’essere amato; ed il prossimo per Dio e non per propria utilità. Questa non elegge il tempo nè stato a suo modo, nè fadiga nè consolazione; ma secondo che piace alla divina Bontà, riceve con affetto d’amore. In ogni cosa trova diletto; perché colui che ama, non puo trovare pena affliggitiva.
Nelle battaglie gode; se egli è perseguitato dal mondo, egli si rallegra; se egli è suddito, con grande allegrezza e pazienzia porta il giogo della obedienzia; se egli è prelato, con pazienzia porta e sopporta i difetti de’ suoi sudditi, cioè ogni persecuzione che ricevesse o ingratitudine che trovasse in loro verso di sè. Disponsi alla morte per divellere le spine de’ vizi, siccome buono ortolano; e piantare le virtù nell’anime loro, facendo giustizia realmente, condita con misericordia. Non si cura della pena sua, non schifa labore, ma con grande letizia porta. Non vuole perdere il tempo che egli ha, per quello che non ha; perché alcuna volta vengono cotali cogitazioni e battaglie nel cuore.
Se tu non avessi questa angoscia e fadiga della prelazione, potresti meglio avere Dio nella pace e quiete tua. E questo fa il dimonio, di ponergli innanzi, al tempo della pace, per farlo stare in continua guerra. Chè colui che non pacifica la volontà sua nello stato che Dio gli ha dato, sta sempre in pena, ed è incomportabile a sè medesimo: e così perde l’uno tempo e l’altro; che non esercita il tempo della prelazione, e quello della quiete non ha; e così abbandona il presente e l’avvenire. Non è adunque da credere alla malizia sua; ma è da pigliare quello che egli ha, vigorosamente; siccome fa l’anima vestita della volontà di Dio detta di sopra, che fa navigare in ogni tempo; così nel tempo della fadiga come in quello della consolazione: perché egli è spogliato dell’amore proprio di sè medesimo e d’ogni tenerezza e passione sensitiva, onde procede ogni male e ogni pena. Chè avere quello che l’uomo non vuole, è una via onde esce la pena. E, vestito della eterna volontà di Dio e non della sua, èssi fatto una cosa con lui; per affetto d’amore è fatto giudice della eterna volontà di Dio, vedendo, giudicando e tenendo, che Dio non vuole altro che la nostra santificazione. E però ci creò alla imagine e similitudine sua, perché fussimo santificati in Lui, godendo e gustando l’eterna sua visione; avendolo veduto e cognosciuto coll’occhio dell’intelletto nel sangue di Cristo crocifissoche fu quello mezzo che ci manifestò la verità del Padre eterno. O glorioso sangue che dài vita, che lo invisibile ci hai fatto visibile; manifestato ci hai la divina misericordia, lavando il peccato della disobedienzia con la obedienzia del Verbo, ond’è uscito il sangue.
Orsù, per l’amore di Cristo, bagnatevi, bagnatevi (e state in continua vigilia ed orazione, carissimo padre, vegliando con l’occhio dell’intelletto) nel sangue. Allora veglierà (per fame e sollicitudine dell’onore di Dio e salute delle anime) sopra i sudditi vostri. A questo modo arete la continua orazione, cioè il continuo santo desiderio. Questo vi è necessario a voi per conservare la salute vostra nello stato che voi sete. Poichè Dio v’ha posto nello stato della prelazione, non vi conviene essere negligente nè timoroso; nè ignorante, andare con gli occhi chiusi. Però vi prego che siate affamato, imparando dall’Agnello svenato e consumato per voi, che con tanto diletto e fame dell’onore del padre e salute nostra, corse all’obbrobriosa morte della croce. Avete Subietto dunque: chè Dio v’ha rappresentato e posto dinanzi il Verbo dell’unigenito suo Figliuolo, e il sangue, per tôrre ogni timore e negligenzia e cechità d’ignoranzia. E se voi dite: «io sono ignorante e non cognosco bene me, non tanto che quello che io ho a fare per. li sudditi»; E e io vi rispondo che, avendo fame dell’onore di Dio, quello che voi non aveste per voi, Dio adopererà in voi quello che bisognerà per la salute delli sudditi vostri.
Abbiate pure fame e desiderio. E non veggo però, che questa fame si possa avere senza il mezzo del sangue: e però vi dissi che io desideravo di vedervi bagnato e annegato nel sangue di Cristo crocifisso. Perché nel sangue si perde l’amore della vita propria, di quello amore perverso che l’uomo ha a sè medesimo; il quale amore non lassa fare giustizia, per timore di non perdere lo stato, oper condescendere e piacere più agli uomini che a Dio; non lassa fare i prelati secondo la volontà di Dio. Nè a buona coscienzia; ma secondo i piaceri e pareri umani si fanno; che è quella cosa che ha guastato e guasta l’ordine. Come è di non correggere e di fare i prelati non corretti, ma incorretti e indiscreti. Chè il cattivo prelato guasta i sudditi, siccome il buono gli racconcia. E tutto questo procede dall’amore proprio di sè. Nel sangue di Cristo si perde questo amore; e acquistasi uno amore ineffabile, vedendo che per amore ci ha data la vita per ricomperare questo figliuolo adottivo dell’umana generazione. Quando si vede tanto amore, con l’amore trae l’amore, levando l’affetto e il desiderio suo ad amare quello che Dio ama, e odiare quello ch’egli odia. E perché vede che sommamente Dio ama la sua creatura che ha in sè ragione, però l’anima concepe uno amore nella salute delle anime; che non pare che se ne possa saziare. Odia i vizi e i peccati, perché non sono in Dio; ed ama le virtù in loro per onore di Dio. Per questo ne perde la negligenzia e diventa sollecito; e perde l’amore del corpo suo, e vuolsi dare a mille morti, se tanto bisogna. Perde la cechità, e ha riavuto il lume, perché s’è tolta la nuvola dell’amore proprio, e posto il sole dell’amore divino della ardentissima carità, il quale gli ha consumato in sè ogni ignoranzia. E tutto questo ha tratto dal sangue.
O glorioso e prezioso sangue dell’umile e immacolato Agnello! Or qual sarà quello ignorante e duro che non pigli il vasello del cuore, e con affetto d’amore non vada al costato di Cristo crocifisso, il quale tiene e versa l’abbondazia del sangue? Dentro in sè troviamo Dio, cioè, la natura divina unita con la natura umana; troviamo il fuoco dell’amore che per l’apritura del lato ci manifesta il secreto del cuore, mostrando che con quelle pene finite non poteva tanto amore mostrare, quanto il desiderio e la volontà sua era maggiore, perché non era comparazione della pena finita sua all’amore infinito. Or non tardiamo più, carissimo padre; ma con perfetta sollecitudine, questo punto del tempo che Dio v’ha serbato, e specialmente ora che ne viene il tempo del Capitolo, dove si veggono più i difetti, siate sollicito a punirli; acciocchè il membro corrotto e guasto non guasti il sano; facendone giustizia sempre con misericordia. E non vi movete leggermente; ma vogliate cercare e investigare la verità per persone discrete e di buona coscienzia. E sempre quello che avete a fare, fate col consiglio divino, cioèper la santa orazione; e poi col consiglio umano, che è pure divino, dei buoni e cari servi di Dio. E sempre vogliate vederveli dallato, che sieno specchio di religione. E sopra tutte le altre cose che io vi prego che attendiate,si è, di fare buoni priori, che sieno persone virtuose e atte a reggere. Chè sono molti che sono buoni in loro, e non sono buoni a governare: e cossì guastano le religioni; e per lo contrario si racconciano. Quando trovate de’ buoni, conservateli. Non timore, per l’amore di Cristo crocifisso! Son certa che se voi vi bagnerete nel sangue suo per affetto d’amore e annegheretevi dentro ogni propria volontà consumandola nella eterna volontà di Dio, la quale troverete nel sangue; voi farete questo ed ogni altra cosa che bisognerà, per voi e per loro.
Altro non dico. Perdonate alla mia ignoranzia. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.
Filed under: Testi | Tagged: certosini, Dom Guillaume de Raynald, lettera, Santa Caterina da Siena, testo spirituale | Leave a comment »