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  • Memini, volat irreparabile tempus

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Dionigi e la protezione di Maria

Ed a conclusione di questo mese mariano, cari amici, facciamo nostra quest’altra preghiera per guadagnarci la protezione materna e l’aiuto incessante della nostra Mamma Celeste. Un’orazione concepita da Dionigi il certosino, ed estratta dal trattato ” De perfectione caritatis dialogus”.

Jusepe_de_ribera_lo_spagnoletto_-vergine con bambino e San Bruno

“Io vengo prima a te, Vergine delle vergini,
che ha dato alla luce il Figlio di Dio, perché confido in te
più che in tutti i santi, perché so che Tu puoi
davanti al mio Dio e Signore più di tutti loro. Regina di
cielo, Madre del Re degli angeli, Signora del
mondo, imperatrice più gloriosa di tutto il mondo, ma
anche pietosissima Madre di misericordia,
fedelissima avvocata dei peccatori, clementissima
riconciliatrice dei malfattori, dolcissima consolatrice

dei miserabili, mi riconosco indegno di invocare il tuo
nome; tuttavia, spinto dalla necessità
ricorro alle viscere della tua materna, verginale e divina pietà,

che non hai mai chiuso a chi veniva
implorando te ed io lo facciamo completamente inzuppato di
lacrime d’amore, prostrato davanti ai tuoi santi piedi, io che sono totalmente povero, misero e miserabile peccatore; Vengo a chiedervi, mia Signora, l’elemosina della vostra clemenza per non morire di fame. Ti chiedo, o mia Signora, traboccante di carità, che per questo ardore di carità che ti fece Madre di Dio, quando
hai pronunciato il tuo fiat, ti chiedo, insisto, che tu richieda
per me almeno una scintilla di carità del tuo dolcissimo Figlio, che nulla ti negherà; altrimenti ai vostri piedi morirò di fame e di sete d’amore, e quindi, Signora, mi permetta di parlare così. Lei apparirà colpevole della mia morte per non aver aiutato pur potendo farlo. Non permettere, buona Signora, che si dicano cose del genere.”

(De perfectione caritatis dialogus, art. 31. t. 41. p. 385).

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Schiavitù d’amore

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Oggi, voglio offrirvi una meditazione del certosino Dom Louis Marie Baudin, che come vi ho già illustrato, era particolarmente devoto alla Vergine Maria. Meditiamo le sue parole. Il dipinto raffigurato è stato realizzato dall’amico, noto per essere il “pittore dei certosini”.

Schiavitù d’amore

La devozione alla Santa Madre di Dio e tanto antica quanto la Chiesa e, si potrebbe anche dire, vecchia quanto l’umanità, perché fin dalle origini del mondo gli uomini hanno diretto i loro sguardi verso la Vergine promessa che doveva generare il Salvatore. Tale culto, tuttavia, ha rivestito nel corso dei secoli forme diverse, più o meno gloriose per Maria, è più o meno santificanti per le anime. Ma sul punto dell’importanza di queste forme, la luce completa doveva farsi P

per opera dello Spirito Santo. Essa si è fatta poco a poco; ed è stato riservato a un grande apostolo del secolo diciassettesimo di rivelare pienamente i desideri del cielo a questo riguardo: S. Grignion de Montfort. E Gli scriveva un giorno:

” Anima predestinata ecco il segreto che l’Altissimo mi ha insegnato e che non ho potuto trovare in nessun libro antico o nuovo ;io te lo confido nello Spirito Santo (Il segreto di Maria). Questo segreto consiste, tutti lo sappiamo, nel farsi schiavi d’amore di Gesù in Maria, nell’affidarsi interamente, con tutto ciò che si è e si ha alla Vergine Santissima, Regina dei cuori, per meglio appartenere a nostro Signore, Re sovrano.

Che fare per rispondere a questa chiamata?

Applichiamoci a vivere in una abituale dipendenza dalla nostra Regina, offrendole tutti i nostri atti interni ed esterni. Questa regalità di Maria, che il Montfort mette particolarmente in luce e che egli vuole vedere onorata e servita dagli schiavi d’amore, è il mezzo per eccellenza di glorificare la regalità di Cristo. Dal momento che, in forza della nostra santa schiavitù, ogni cosa in due è diventata veramente proprietà di Maria, tutto quelllo che ella presenterà poi a Gesù, pur provenendo da noi, appartiene pienamente a lei; e così Gesù direttamente glorificato da Maria, ottiene tutta la sua gloria.

(Meditations Cartusienne)

O Madre affettuosa

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Oggi, cari amici lettori, vi propongo una deliziosa preghiera concepita da Dom Giovanni Giusto Lanspergio. L’autore, come sappiamo, era un grande amante della Madonna, che vedeva come madre. A seguire il testo delizioso che vogliate apprezzare e recitare con profonda devozione.

O Madre affettuosa, che sei stata crudelmente ferita da questa stessa lancia”

O Madre affettuosa, che saprai comprendere quale immensa tristezza, quale angoscia sei stata crudelmente ferita da questa stessa lancia entrata anche nella tua devotissima anima! Quale angoscia ancora più difficile da descrivere si afferrò al tuo Cuore, quando la lancia del soldato, rossa di sangue, si ritirò dalla ferita, e quando dai tuoi Occhi pieni di lacrime vedesti il Sangue uscire dalla ferita, mescolato con un’acqua molto limpida! O viscere materne piene di dolcezza e di tristezza, quante volte in questo triste giorno sei stata ferita! Che crepacuore, che sofferenze ti hanno crudelmente spezzato! Quanti singhiozzi ti hanno sollevato e schiacciato! Quali dolori sono stati il tuo nutrimento! Quali dolori ti hanno bruciato! Quale veemente fuoco d’amore ti ha invaso! Che peso di passione ti ha schiacciato sotto il torchio per strappare lacrime ardenti e inesauribili! Per tanto dolore ti lodo, ti benedico, ti glorifico e ti elevo sopra ogni cosa per l’eternità e oltre, migliaia e migliaia di volte, con tutto l’amore della Santissima Trinità, con l’affetto di tutte le creature che ti venerano ; Ave, Beata e Immacolata Vergine!»

Così sia.

Il silenzio di Maria

certosino e vergine silenzio

Ancora un articolo per celebrare Maria. Oggi una meditazione estratta dalla “Vita Christi di Ludolfo di Sassonia“, un breve testo che evidenzia il silenzio di Maria, su cui meditare ed a cui fa seguito una dolcissima preghiera rivolta alla Vergine. Il silenzio è una delle caratteristiche fondamentali della Madre di Dio, prima discepola di Gesù, che conserva nello scrigno del suo cuore di madre tutti i misteri del Figlio di Dio.

Maria, “custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”(Lc 2,19).

Maria si estese nel canto [del Magnificat] a lode di Dio. Altrove ha detto pochissime parole. Il Vangelo fa riferimento alle parole che disse: due volte con l’angelo; “Come avverrà questo?” e “Ecco la serva del Signore”; due volte con Elisabetta, quando la salutò e quando disse: “L’anima mia magnifica il Signore”; due volte con suo Figlio, [una volta] nel tempio: “Figlio, perché ci hai fatto questo?” e [un altro] alle nozze, “non hanno vino”; e una volta con coloro che servivano: “Fai quello che vi dice”. Parlava sempre con poche parole, tranne il canto dove parla con suo Figlio. È da notare che queste sette parole le pronunciò in quattro occasioni, ogni volta con evidente utilità. Parlò quattro volte e furono compiuti quattro miracoli. All’annuncio dell’angelo concepì Dio. Durante la visita a Elisabetta il bambino le è saltato in grembo di gioia. Alle nozze, Gesù trasformò l’acqua in vino. Nel tempio, Gesù tornò e fu loro sottomesso.

Libro 1, cap. 6, n.10.

Preghiera

Vergine delle vergini, Maria, che «non aveva somiglianza né prima né dopo»; prima tra le donne, hai fatto voto di preservare la tua verginità, e questo dono glorioso hai offerto a Dio senza averlo appreso da nessuno.
Adornato di questa e delle altre virtù, hai gradito a Dio, e un esempio di vita a tutto ciò che hai lasciato. Imploro la tua immensa bontà, che tu, mia suprema consolazione, guidi la mia vita. Possa tu farmi imitare, per quanto posso, le tue virtù e concedimi che la tua grazia mi accompagni sempre.

Amen.

Il Magnificat di un certosino

Virgen de Las Cuevas e certosini

Per cominciare il mese di maggio, dedicato a Maria, ho scelto per voi miei cari amici un testo concepito da un certosino, una vera lode, un sublime Magnificat.

A voi tutti buona lettura, e che sia utile per l’inizio di questo mese mariano. Ho inserito qui la traccia audio del Magnificat cantato dai monaci…una vera delizia.

Il Magnificat di un certosino

(Parafrasi)

La Vergine Madre è costantemente presente nel cammino di fede del Popolo di Dio verso la luce. Lo dimostra in modo particolare il cantico del Magnificat che, provenendo dalla profonda fede di Maria, non cessa di vibrare nel cuore della Chiesa lungo i secoli» (Giovanni Paolo II. RM 35).

Vorrei invitare il mondo e tutte le cose create a cantare a te, amata Regina, con venerazione e amore, che come ogni angelo quando ti guarda ti venera, così tutta la terra deve vibrare in tuo onore. Cantiamo dunque alla nostra Madre Celeste, alla “Grazia” di questa terra. l’imperatrice di Sion. Spalanchiamo i torrenti della tenerezza, e nei nostri cuori sgorga la pietà pura e filiale. Oggi della mia santa Madre canterò il canto sacro, perché più volo si leva cantando ciò che canta, per essere da lei creata.

“La mia anima proclama la grandezza del Signore”.

Mi unisco, mia Regina, a questa tua alta lode, sperando che un giorno la continuerò nella gioia della beatitudine. Cantate insieme il celeste e il terrestre in suo onore, santo inno gloria a lei, fanciulla del Signore.

“Il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore”.

Mi rallegro dell’amore che professi con tanto fervore al Signore eterno, per il quale chiedo fervore per piacergli, misericordioso. Pura Vergine, Madre Santa, amiamo andare da te; chi aspetta fiducioso, non dimenticato vive qui.

«Perché ha visto l’umiliazione del suo schiavo».


La tua incomparabile umiltà piacque così tanto all’Eterno che l’augusta Trinità ti riempì di santità e ti fece un “Tempio Santo”. Conserva il mio d’ora in poi, Signora, il tuo è: ti offro arreso, il suo palpito, come vedi.

“D’ora in poi tutte le generazioni si congratuleranno con me”.

Mi rallegro, mia Regina, che tutti i secoli ti chiamino “Regina dell’amore e della gioia” e in cielo e in terra tutti gli esseri ti amano. Tanto il grande quanto il piccolo che è padrone o servo, in unione fraterna ti amano e ti acclamano con fervore.

Perché il Potente ha fatto in me grandi opere.”

La Sacra Incarnazione del Figlio dell’Eterno Dio è l’azione più grande che risplende nella Creazione e nel suo governo divino. Non c’è mai stata un’altra creatura con un tale dono. Sei solo “piena grazia”, solo riempi il cuore.

“Il suo nome è santo e la sua misericordia raggiunge i suoi fedeli di generazione in generazione”.

Per la tua intercessione, spero ferventemente e così raggiungo dal Signore eterno la speranza, la fede e l’amore per potermi salvare. Se chi pecca si pente, presto si sente chiamato; lo chiami tutto affabile per essere gentile con Dio da portare.

“Fa prodezze con il suo braccio.”

Con il suo braccio potente Dio ha fatto mille meraviglie, anche se guarda piamente colui che geme pauroso e alle anime semplicissime. Nel tuo aiuto chi confida, o Maria!, sarà salvo; e in cielo alla tua presenza canterà la tua eccellenza.

“Disperde i superbi nel loro cuore”.

E per lo stesso motivo, dal suo cuore bandisce il cuore superbo, che ignora la sua condizione di essere fatto di terra. O Maria, mia Regina, o Signora del Cielo! Oggi, per favore, accetta il mio cuore filiale.

“Deponi i potenti dai loro troni”.

Adoro il tuo giusto giudizio, Signore onnipotente, che ricompensi il servizio umile e condanna al supplizio il superbo peccatore. Perché sono sempre riposata e fiduciosa in te, e perciò d’ora in poi, a te, Signora, mi dono.

“E esalta gli umili”.

Ebbene, è sempre stata l’umiltà propria della nostra condizione, che ha attirato la bontà di Dio, donando santità ed elevazione al cielo. Canti il mondo riconoscente, colui che si è donato alla Madre del buon amore e si è consegnato nel suo grembo non è perduto.

“Riempie gli affamati di cose buone”.

Anche a chi geme affamato di ciò che ti piace, tu dai grazia, sostentamento, mentre lasci assetato l’abominevole peccatore. Illumini ogni mente che si sente occupata in te. Gli dai ispirazioni e movimenti per agire.

“Aiuta Israele suo servo”.

Che tu mi riceva per le mani di Maria, spero; che tutto a te quando ti ho incontrato, mi sono dato, per amarti notte e giorno. Ella muta ogni dolore in piacevole dolce pace, se ci mostra amore, tuo glorioso Santo Volto. “Ricordando la sua misericordia.” Ricorda allora, Signore, da me, per questo bene; E così gemevo peccatore, venni a raggiungere il mio timore con viva fede e carità. Madre, prega fin da ora e nell’ora dell’espirazione, di andare con grazia dalla terra al cielo per riposare.

Come avevo promesso ai nostri padri, a favore di Abramo e della sua discendenza per sempre”,

Fermo nella tua parola spero, o mio Dio, di poterti vedere; mentre io continuo sulla via che Cristo ha seguito prima per compiacerti. Mamma, se dici: “È mio figlio”, vero, certo, tranne che lo sono; e, perciò, oggi ti amo e ti accolgo MADRE. Perché la gioia eterna sia il tuo tenero servitore, come uno schiavo si arrese a te, posseduto dal tuo amore. “Magnificat!” là canterò, vedendomi sempre al tuo fianco e salvata per sempre in canti che mi disfarò. Rifugio, Avvocata, Guida, Faro del porto eterno, tutto questo e altro è María. Amarla è salvarsi davvero!

Un certosino

Maria proteggimi

Nell’articolo odierno, a conclusione di questo mese mariano, voglio offrirvi una struggente e deliziosa preghiera di Dom Giovanni Giusto Lanspergio dedicata a Maria protettrice dei certosini.

Maria proteggimi

Oh la più pura, la più nobile e la più bella di tutte le Vergini, molto degna Madre di Dio, Maria io ti supplico per la tua immensa profonda umiltà, la tua grande santità, e la tua enorme casta purezza, per la tua fervente carità, e per tutti i doni grazie e virtù di cui Dio ti ha adornato per essere la sua degna madre ricevi me come un figlio sotto la tua protezione e l’amore del tuo cuore materno, malgrado il mio essere indegno, ed ottienimi di amarti molto santamente e molto castamente. Ottienimi la più perfetta umiltà, la più perfetta castità, la più perfetta carità e tutte le altre virtù per le quali Tu hai fatto piacere a Dio. Implora lo stesso per me, che per una particolare misericordia di Tuo figlio, per i meriti della sua Passione e per una inesauribile contrizione dei miei peccati, io possa meritare in questa vita di essere purificato da tutti i miei vizi ed i miei peccati, perchè dopo questa vita terrena io possa ricevere senza ritardo la vita eterna. E’ per questo, dolcissima sovrana di misericordia, ottienimi di sopportare sempre il più pazientemente possibile e ringraziando, tutte le avversità che possano

sopraggiungere, e di spendere secondo il Tuo buon piacere tutte le forze del mio corpo e della mia anima, tutti gli istanti della mia vita per la lode e la gloria di Tuo Figlio

Amen

Dom Lanspergio e la Madre Buona

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Eccoci giunti al mese di maggio, il mese dedicato alla Madonna. Una devozione speciale, che ha spinto molti monaci certosini a dedicare a Maria, meditazioni, testi e orazioni.

Oggi vi propongo una deliziosa preghiera concepita da Dom Giovanni Giusto Lanspergio. L’autore, era un grande amante della Madonna, che vedeva come madre.

A seguire un delizioso video con l’audio del suggestivo canto Ave Maris Stella.

“O Maria, permettimi di guardarti, riverire e amare come mia Madre Buona”:

 

Tante quante sono le gocce d’acqua nel mare, le stelle nel cielo, gli spiriti benedetti tra gli innumerevoli eserciti di angeli, le foglie in tutti gli alberi, i fili d’erba sulla terra; tante volte dal profondo del mio cuore, ti saluto, o nobilissima, preziosissima, bellissima, gloriosissima e molto dignitosa Madre di Dio, potentissima Regina del cielo, molto amabile e dolcissima Maria, Sovrana Signora dell’ universo, e ti saluto in unione dell’Amore e per il Cuore del tuo diletto Figlio e di tutti coloro che Ti amano; e in onore di questo amore incomparabile per cui il Figlio di Dio ti ha scelto, amato e onorato come sua degna Madre e si è donato a te per essere il tuo unigenito Figlio, permettimi di guardarti, riverire e amare come mia Buona madre, e di offrirmi e di dare a Te per essere nel rango dei tuoi figli, sebbene infinitamente indegni. Ti prego, Santissima Madre di Dio, di accogliermi in questa veste e di assicurare davanti a Dio che sono tutto tuo, mia dolcissima e fedelissima Madre, mia Gioia e mia Corona ”.

Così sia.

 

Buon mese mariano!

Ave Maris Stella

«Ave maris stella,
Dei Mater alma
atque semper virgo
felix coeli porta.

Sumens illud ave
Gabrielis ore
funda nos in pace
mutans Evae nomen.

Solve vincla reis,
profer lumen caecis,
mala nostra pelle,
bona cuncta posce.

Monstra te esse matrem,
sumat per te preces
qui pro nobis natus
tulit esse tuus.

Virgo singularis
inter omnes mitis,
nos culpis solutos
mites fac et castos.

Vitam praesta puram,
iter para tutum
ut videntes Jesum
semper collaetemur.

Sit laus Deo Patri,
summo Christo decus,
Spiritui Sancto
tribus honor unus.

Amen

Affidandoci a Maria

Inginocchiato a Maria

Cari amici di Cartusialover, siamo giunti al mese di maggio notoriamente dedicato a Maria. Il primo articolo del mese è una sublime preghiera dedicata alla Vergine Maria da Dom Giovanni Giusto Lanspergio.

Affidandoci a Maria, a tutti buon inizio di mese mariano.

“O Maria, lascia che ti guardi, con riverenza ed amore e fa che ti consideri la mia Mamma più bella”

“Quante sono le gocce d’acqua nel mare, dalle stelle al cielo, spiriti benedetti tra gli innumerevoli eserciti di angeli, di foglie in tutti gli alberi, di fili d’erba sulla terra; tante volte dal profondo del mio cuore, ti saluto, o nobilissima, preziosissima, molto bella, molto gloriosa e degna Madre di Dio, molto potente Regina del Cielo, molto simpatica e molto dolce Maria, signora sovrana del l’universo, io ti saluto nell’unione dell’amore e del cuore del tuo amato Figlio e di tutti quelli che ti amano; e in onore di quell’Amore incomparabile mediante il quale il Figlio di Dio ti ha scelto, amato e onorato come Sua Madre più degna, e ti ha dato per essere il tuo Figlio unigenito, lascia che ti guardi, riverente e che ti ami come la mia più bella madre, e offrirmi e darti per essere nel grado dei tuoi figli, sebbene infinitamente indegni. Ti supplico, la più sacra Madre di Dio, di accogliermi in questa qualità e di rendere dinanzi a Dio che sono tutta tuo, mia dolce e molto fedele Madre, mia Gioia e mia Corona “.

Così sia.

 

La mansuetudine di Maria

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La Vergine presenta il bambino Gesù ai certosini. Felice Brusasorzi (1548)

Cari amici iniziamo questo mese di maggio dedicato a Maria con un sermone capitolare di un Priore certosino. Egli si sofferma sulla mansuetudine di Maria. Una sintesi eccellente di questa virtù, che si conclude con una implorazione alla Vergine per i certosini. A tutti buon inizio di mese mariano.

“Vergine unica e dolce tra tutte”. Così chiamiamo Maria in un inno che recitiamo ogni giorno: vorrei meditare con voi per un istante l’esempio della sua dolcezza. Il Vangelo ci dice che i miti possederanno la terra, ma ci dice anche che violenti sono quelli che conquisteranno il paradiso. Il paradosso scompare se comprendiamo che l’uomo spirituale regna la mitezza in tutte le sue azioni verso gli altri, e la violenza, invece, nella prontezza e nella purezza con cui obbedisce al richiamo dell’amore. È esattamente l’opposto di ciò che fa l’uomo carnale, spietato con il vicino di fuori, ma senza ardore per la giustizia o passione per la verità dentro di lui. La violenza degli spiriti è inseparabile dalla loro mansuetudine, e questo è presto perso se non si sa come opporsi a un ripudio categorico alla menzogna che è nascosta in ogni scusa o emozione per se stessi. Tagliare con un sì o con un no una discussione interna: questa franchezza senza contemplazione per noi stessi, a cui il Signore ci invita, è la condizione che deve essere soddisfatta in primo luogo perché l’anima sia liberata e conquisti il meraviglioso privilegio della mitezza. Questa virtù che distingue la Beata Vergine tra tutte le donne non può non essere essenziale. Osserviamo anzitutto che la dolcezza di Maria è come una replica della dolcezza di Dio. La Beata Vergine è uno specchio liscio e pulito, così esente dalle proprie deformazioni che in esso si guarda con piacere e senza riserve l’essenza divina. I doni dell’Essenza sono in lei, riflessi nella sua umiltà. Per questo motivo è l’oggetto della contemplazione della Vergine Immacolata; la sua purezza risponde a quella dell’Atto puro e ce lo rivela.

La mansuetudine è, infatti, un modo di procedere propriamente divino. La violenza è la manifestazione di un’autorità che si sente debole: Dio non ha bisogno di rompere le stelle per prevalere. La mansuetudine di Dio non è altro che la sua onnipotenza; e la mitezza di Maria, che è l’obbedienza per eccellenza, è confusa in un certo modo con lei. Lasciamo andare senza pretese di amor proprio, concedendoci pacificamente in quello che ci chiedono: questo è ciò che ci rende conformi alla Santissima Vergine, che ci fa ereditare il suo fascino e i suoi poteri. Poiché Dio non dà nulla, non può negare nulla a colui che è si offre con tutto il suo cuore.

La mansuetudine con le creature è fatta di pazienza e rispetto nei loro confronti. Si è detto della mitezza che era la corona delle virtù cristiane e poco più che una virtù. In effetti, è una grazia singolare, che permea tutto l’uomo e tutti la conduttura, che si estende per l’uomo inferiore, per le cose inanimate. La saggezza è mite; L’intelligenza è mite, perché l’oggetto deve essere rispettato per capirlo: e la mansuetudine, la dolcezza, sono intelligenza. La dolcezza, la mansuetudine, è verginale, è materna, e senza di essa nessuna azione sulle anime può essere profonda o efficace, abbiamo detto che è fatta di pazienza e rispetto. Di pazienza prima. L’anima conserverà, infatti, la mansuetudine, se non è disposta a rinunciare spesso al suo diritto, a soffrire ogni giorno ed a volte crudelmente. Ma, d’altra parte, è vero che la mansuetudine disarma tutti gli avversari, che rimuove il dolore dal veleno. Le nostre sofferenze sono in gran parte composte da ribellione, mancanza di flessibilità e abbandono, ed è vero che dobbiamo fare violenza a noi stessi per prepararci a deporre tutta la violenza, ma in un modo più generale e più profondo, quel rispetto e questa pazienza che dobbiamo tenere come esempio Maria, secondo l’esempio di Dio, nei nostri rapporti con le creature, ne abbiamo bisogno anche per noi stessi. Ci vuole molta pazienza con l’anima senza bisogno di parlare del corpo: la più grande esposizione di energia naturale non ci darà il potere di aggiungere un gomito alla nostra statura, Nostro Signore lo disse, e non cambia molto in termini di carattere, sempre piuttosto cattivo, che abbiamo per nascita e per educazione. Ma colui che riconosce francamente ciò che è, e chi per lo stesso si libera dalla tentazione di criticare gli altri; e che, nonostante questa confessione, non smette di rinnovare i suoi sforzi ogni giorno, chiudendo gli occhi sul risultato, non perseverando per Dio e non contando ma con la sua gentilezza, che fa più che migliorare: è lasciato e consegnato a Dio, a chi l’umiltà in amore dà più gloria di qualsiasi successo. Ognuno deve rispettare la sua anima, figlia di Dio e fidanzata con lui; Deve prestarsi all’azione dello Spirito Santo in esso, secondo il Suo piacere. L’anima è così delicata che solo Dio può toccarla. Chiediamo alla Vergine Santa di comunicarci la sua mansuetudine: è lei che si riserva a Dio e ci rende casti nel senso più alto, cioè liberi da ogni forza e pronti per la venuta dello Sposo.

Virgo singularis Inter omnes mitis,

Nos culpis solutos

Mites fac et castos,

Amen.