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Antoine Sublet, il pittore al servizio dei certosini

Locandina

Con questo articolo odierno, miei cari lettori, voglio portarvi a conoscenza di una interessante mostra monografica dedicata al pittore lionese Antoine Sublet. Una magnifica esposizione è stata realizzata a La Correrie, nel Museo della Grande Chartreuse, essa è stata inaugurata lo scorso 11 giugno e sarà visitabile fino al prossimo 5 novembre. Non perdetela! A seguire un breve video di presentazione.

Ma chi era Antoine Sublet?

Antoine Sublet nasce a Lione, l’8 giugno del 1821, a soli 14 anni fu ammesso alla Scuola di Belle Arti di Lione, ben presto gli fu conferito il terzo premio per il disegno nella categoria ritratto, campo in cui Antoine eccellerà.

Dopo diverse discrete partecipazioni al Salon des artistes di Lione, Sublet fa una svolta fondamentale nella sua vita e carriera tra il 1847 e il 1848, si mette in viaggio, dirigendosi verso l’Italia. In quel periodo, fare il Grand Tour era un viaggio obbligato per gli artisti, una sorta di rito iniziatico. Durante questo viaggio, i giovani artisti si formavano una cultura comune, apprendendo dall’Antichità e dai grandi maestri del Rinascimento.

Da qui la sua palese ispirazione agli artisti italiani del Primo Rinascimento, nel 1857 fu tempo di tornare in Francia, vi fece ritorno in compagnia di una donna che aveva sposato. Ed eccolo al lavoro a Marsiglia, una sua opera, “Il trionfo della Croce” adorna le volte della navata centrale della Chiesa di Saint-Théodore. Poi Sublet lavorerà a Lione in una cappella della ex certosa lionese, pertanto il vero incontro tra Antoine Sublet e l’ordine certosino e solo rimandato di qualche anno…

foto Sublet

Ma quali furono i suoi rapporti con l’Ordine certosino?

La attività pittorica di Sublet, continuerà tra Lione, Belley e Nancy, ed aumenterà la fama tra gli ambiti religiosi, ciò attirò, nel 1877, le attenzioni di Dom Roch Marie Boussinet, Reverendo Padre dell’Ordine certosino il quale lo individua come un’artista cattolico in grado di condividere i valori spirituali certosini.

Comincia una collaborazione che durerà per gli ultimi anni di vita del pittore lionese.

Seguendo una antica tradizione certosina, concernente il dipingere ritratti dei Priori Generali, da esporre nella sala del Capitolo Generale alla Grande Chartreuse, gli fu affidato il compito di riprodurre i ritratti di Dom Jean-Baptiste Mortaize e Dom Charles-Marie Saisson. Nel 1878, un anno dopo, dipinse un’altra opera per la Grande Chartreuse,” Estasi di San Bruno”

Estasi di San Bruno

Nel 1873 l’Ordine certosino decise di fondare in Inghilterra una nuova certosa, a Parkminster in grado di accogliere due comunità espulse dal continente europeo. Questa fu una ghiotta occasione per Sublet il quale fu incaricato di dipingere vari ambienti monastici, ma per non disturbare la quiete monastica, le tele commisionategli, furono dipinte nella casa parigina di Sublet, e poi trasportate su di una imbarcazione e furono poi fissate sulle pareti della Certosa inglese. Tra queste spicca l’opera della Gloria Celeste, ma anche Il Martirio dei certosini inglesi…e tante altre, circa una cinquantina di tele!

Vergine

Le certose che conservano opere di Sublet sono tante, Pleterije, Neuville, Scala Coeli, la Valsainte, Parkminster, Selignac, Montrieux e la Grande Chartreuse. La fiducia verso questo artista fu tale che fu incaricato nel 1884 di restaurare le 22 tele di Eustache Le Sueur sulla Vita di San Bruno. Insomma un’artista davvero poliedrico. Al termine di una fruttuosa carriera, Antoine Sublet morì a Parigi il 17 dicembre 1897, all’età di 76 anni. Dipinse fino alla fine, poiché le sue ultime opere conosciute sono datate1896.

La Mostra

La mostra organizzata con gusto, intende mostrare la produzione pittorica dell’artista nel periodo “certosino”, e celebrare questo pittore e le sue opere che fino ad oggi hanno avuto come spettatori i soli monaci certosini, poichè realizzate per essere ammirate tra le mura delle certose.

Attraverso un’accurata e coinvolgente scenografia espositiva, prodotta in collaborazione con le scuole superiori della regione, il visitatore potrà rendersi conto di come i certosini si confrontano con questi dipinti nei loro monasteri. 

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Il busto di San Bruno restaurato

 

B

Cari amici, come vi ho testimoniato in precedenti articoli il busto reliquiario del Nostro amato San Bruno ha subito un delicato intervento di restauro. Dopo alcuni mesi possiamo ammirarne attraverso immagini eloquenti, il superlativo risultato ottenuto, che ha portato brillantezza al meraviglioso busto conservato nella certosa di Serra San Bruno. Lo scorso venerdì 19 novembre, si è tenuto nei locali del Museo della Certosa, un incontro di studio riguardante il restauro, vi sono state relazioni dello storico Tonino Ceravolo (“Depositio, inventio, memoria. Le reliquie di San Bruno nell’età medievale e moderna”) e del professor Domenico Pisani (“Il busto argenteo di San Bruno. Aspetti storico-artistici”), oltre ad un’intervento del Padre Priore Dom Ignazio Iannizzotto, ed alcune considerazioni del dott. Antonio Adduci, responsabile del restauro del Busto argenteo.

I video che seguiranno offertici dalla redazione degli amici di “On the News”, a cui vanno i miei ringraziamenti, ci consentiranno di partecipare da remoto a questa splendida iniziativa.

Circa le potenti immagini un grazie particolare all’amico Raffaele Timpano, che come sempre ci offre delle fotografie stupende.

Un dolce restauro

busto e varia

Nello scorso mese di settembre, presso il Museo della Certosa di Serra San Bruno sono cominciati i lavori di restauro del del busto argenteo di San Bruno e della sua base. A causa della pandemia per il secondo anno consecutivo non si è svolta la tradizionale processione del 6 ottobre, e pertanto in previsione di ciò si è approfittato per restaurare, dapprima la base. La Varia, è stata ripulita tra l’altro da tutto lo zucchero che si è sedimentato sulle lamine, a causa del rituale e gioioso lancio di confetti dei devoti partecipanti alle processioni. Nel corso di questo dolce restauro, sono stati ritrovati anche bigliettini con richieste di “grazia” e formule ex voto. In seguito si è proceduto al restauro del busto reliquiario, il quale sarà poi coperto da una nuova protezione trasparente in policarbonato che sostituirà quella in plexiglass ormai malridotta.

Varia

Il tronetto processionale settecentesco (in dialetto calabrese Varia) è stato realizzato nel 1797 dall’artista napoletano Luca Baccaro. I quattro lati della Varia sono rivestiti di lamine d’argento lavorate a sbalzo con motivi fitomorfi; al centro di ogni lato vi è un medaglione d’argento incorniciato con rami di palma di bronzo. Il lato A raffigura una scena con i monaci certosini risparmiati dal terremoto del 1783. Nel lato B si vedono i monaci che ringraziano Dio per lo scampato pericolo. Nel lato C è riprodotto lo stemma della famiglia Taccone di Sitizano, donatrice della Varia, e nel lato D lo stemma della Certosa. La Varia viene posta sotto al busto reliquiario argenteo di San Bruno, risalente al 1516, e conservato nella chiesa conventuale della Certosa.

Nelle immagini che seguono, dell’amico Bruno Tripodi, osserviamo i restauratori al lavoro e l’apprezzamento del Padre Priore di Serra Dom Ignazio Iannizzotto. Quest’ultimo ha rilasciato una intervista, nella quale con la sua dolcissima voce ci spiega alcuni aspetti del restauro. Un grazie speciale agli amici de “Il Vizzaro”.

Un incontro studi su Lamberto di Borgogna e le prime “costituzioni” certosine.

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Cari amici lettori di Cartusialover, l’articolo di oggi è una comunicazione di servizio, rivolta a tutti coloro possano essere interessati alla partecipazione di un incontro studi di prossima realizzazione. Ecco a voi il testo integrale con i link di riferimento per potersi iscrivere.

logo museo

COMUNICATO STAMPA

Lamberto di Borgogna e le prime “costituzioni” certosine.

Un incontro di studi al Museo della Certosa

Nel 1121, vent’anni dopo la morte di San Bruno, il suo secondo successore, Lamberto di Borgogna, monaco eminente nella storia della fondazione monastica serrese, promulgava le prime “costituzioni” riferibili a una Certosa di cui si abbia notizia. Si tratta di un testo pervenuto in forma incompleta e giunto sino a noi soprattutto grazie alla cura che Dom Costanzo De Rigetis, agli inizi del XVI secolo, aveva dedicato nel trascriverlo, ma è un documento, per quanto frammentario, di straordinario interesse storico. Per avvicinarsi alla sua importanza basti considerare due elementi. San Bruno non aveva lasciato per i suoi confratelli nessuna regola e la forza del suo eccezionale carisma si era trasmessa, soprattutto, con l’esempio e con la testimonianza, vere e proprie pietre miliari che i monaci calabresi, negli anni successivi alla sua morte, avrebbero conservato come imprescindibili segnavia. D’altra parte, bisognerà attendere il periodo 1127-1128 per avere, presso la fondazione certosina francese, i primi “statuti” dell’Ordine certosino, quelle Consuetudines Cartusiae, dovute a Guigo I, che sarebbero nel tempo diventate il modello per tutte le elaborazioni statutarie dei secoli seguenti. Poste tra questi due periodi fondamentali, le “costituzioni” di Lamberto rappresentano un testo decisivo per comprendere l’evoluzione che il monastero calabrese, dopo la morte di Bruno, aveva intrapreso, anche in relazione agli sviluppi del nascente ordine certosino dentro la cornice disegnata dalle “consuetudini” guigoniane. Una evoluzione nella quale i rapporti tra l’eremo di Santa Maria della Torre e il cenobio di S. Stefano, il progressivo strutturarsi del sistema delle grange, il passaggio all’ordine cistercense alla fine del XII secolo costituiranno, in età medievale, alcuni dei punti di snodo di una vicenda storica cominciata nel 1091 e tuttora ben viva nella storia religiosa delle estreme propaggini dell’Italia meridionale, così come nel più generale quadro del monachesimo occidentale. A nove secoli dalle “costituzioni” di Lamberto, il Museo della Certosa di Serra San Bruno e l’editore Rubbettino intendono proporre, nel mese di maggio del 2021, un incontro di studi che riconsideri in maniera critica quei passaggi storici cruciali, senza tralasciare i riflessi spirituali connaturati con la vocazione monastica. L’incontro – intitolato Lamberto e la sua “Constitutio”: 1121 – 2021 – costituirà un ulteriore momento di quel tragitto di ricostruzione storica che il Museo ha intrapreso, da oltre un ventennio, attraverso mostre (quali quelle delle reliquie del monastero in occasione del Giubileo e sull’iconografia di San Bruno nel nono centenario delle sua morte), convegni (ultimo, nel 2016, l’importante convegno dedicato alla figura del beato Lanuino) e pubblicazioni, sulle tracce di un’esperienza religiosa che da quasi un millennio attraversa la cristianità. Per favorire una maggiore partecipazione degli studiosi di varie provenienze è stata anche lanciata una “call for papers” internazionale per la quale si possono vedere, i seguenti link.

https://www.filosofiadellareligione.it/index.php/12-eventi-e-convegni/159-lamberto-e-la-sua-constitutio-1121-2021 e http://www.cartusiana.org/ .

Le candidature dovranno pervenire entro il 30 novembre 2020 alle seguenti mail: certosasanbruno@lacertosa.org e tonino.ceravolo@teletu.it .

Convegno su Lanuino “In morte quoque non sunt divisi”

Locandina

Cari amici, ho il piacere di annunciarvi che, venerdi 17 giugno, si terrà nel Museo della certosa di Serra San Bruno un convegno per celebrare il IX centenario della morte del beato Lanuino (1116 – 2016). Vi allego il nutrito programma del meeting, che vedrà diversi interventi volti a celebrare il beato Lanuino degno erede di Maestro Bruno.

cartusia

 

Certosa di Serra San Bruno

con il patrocinio della Regione Calabria

IX centenario della morte del beato Lanuino (1116 – 2016)

Convegno di studi

In morte quoque non sunt divisi”.

Da Bruno a Lanuino: l’esperienza monastica dell’eremo di S. Maria della Torre

Serra San Bruno, Museo della Certosa

17-18 giugno 2016

P R O G R A M M A

Venerdì 17 giugno 2016

ore 16.00

Saluti delle autorità

I sessione

Rinaldo Comba

Università di Milano

Prolusione inaugurale

Cecilia Falchini

Monastero di Bose

Il volto di Bruno a partire dai Titoli funebri

Tonino Ceravolo

Deputazione di Storia Patria per la Calabria

Memoria e culto di Lanuino

Giovanni Leoncini

Università di Firenze

Chartreuse e La Torre: due eremi, una vocazione

Conclusioni e dibattito

Sabato 18 giugno 2016

Ore 9.30

II sessione

Ubaldo Cortoni, OSB Cam

Monastero di Camaldoli

Privilegium amoris: l’amicizia spirituale nella tradizione eremitica occidentale (sec. XI-XIII)

Pierfrancesco Stagi

Università di Torino

Expertus potest credere. Esperienze di vita e fonti monastiche nell’XI e XII secolo

Silvio Chiaberto

Saggista

Landuino l’ombra di Bruno?

Giuseppe Gioia

Università di Palermo

L’anima bruniana della presenza certosina

Conclusioni e dibattito

Sabato 18 giugno 2016

Ore 15.30

III sessione

Francesco A. Cuteri

Associazione Italiana di Studi Bizantini

La Calabria di Bruno e Lanuino. Luoghi e segni per un percorso di conoscenza e memorie

Filippo Burgarella

Università della Calabria

Lanuino e il “mondo” normanno

Roberto Bisio

Abbazia di Novalesa

Da Lanuino a Fossanova. La Certosa di Serra e il mondo cistercense nel Ducato di Calabria fino al 1192, evoluzione dei rapporti nel quadro delle altre esperienze monastiche

Don Leonardo Calabretta

Saggista

I maestri dell’Eremo di Santa Maria della Torre da Lamberto a Guglielmo da Messina

Considerazioni conclusive

La Messa solenne per san Bruno

La Messa solenne per san Bruno

Dom Jacques Dupont incensa il sacro busto di san Bruno

Dom Jacques Dupont incensa il sacro busto di san Bruno

Cari amici, voglio con questo post farvi un resoconto, seppur a distanza di un mese, delle splendide iniziative svoltesi nel paese di Serra san Bruno in Calabria sede della certosa, nonché luogo che ospita le sacre reliquie del santo fondatore dell’Ordine certosino.

Sabato 19 luglio scorso si sono dischiuse eccezionalmente le porte della certosa calabrese di Serra san Bruno, e per la prima volta, è stata celebrata alle ore 10:30, fuori le mura del monastero, una messa solenne, per festeggiare la data esatta della cinquecentenaria “canonizzazione equipollente” di Bruno (1514-2014). In questa occasione il Priore Dom Jacques Dupont, ha presieduto la celebrazione eucaristica, per la prima volta fuori la certosa, laddove erano presenti la comunità monastica il pubblico ed eccezionalmente il busto reliquiario del santo incensato e benedetto per la suggestiva occasione.

Grazie all’amico Girolamo Onda, che ha testimoniato lo storico evento, seguirà una emozionante rassegna di immagini della cerimonia, prezioso reportage effettuato per farci rivivere quei momenti.

Cerimonia della Messa solenne

Lode a san Bruno

 La manifestazione religiosa, di cui sopra, è stata preceduta il venerdi 18 da ulteriori festeggiamenti per il noto cinquecentenario, difatti nel Museo della Certosa si celebra un altro anniversario, ovvero il ventesimo anno di attività.

Per l’occasione è stata inaugurata una mostra dal titolo “ Bruno: un cammino di santità”, che durerà fino al 6 ottobre. In essa vi saranno esposte quattro grandi tele del pittore calabrese Carmelo Zimatore eseguite in collaborazione con il nipote Diego Grillo tra il 1898 ed il 1902. La peculiarità di questa mostra è rappresentata dalla esposizione inedita al grande pubblico, le immagini delle tele sono un compendio degli ultimi anni della vita di san Bruno in Calabria.

C. zimatore

C. Zimatore

Dipint3

C. Zimatore

 

Sala museo certosa Serra

Il Museo della Grande Chartreuse

Il Museo della Grande Chartreuse

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Del “Museo della Grande Chartreuse”, vi ho già accennato in un precedente post, ma oggi con un articolo ad esso dedicato, intendo riservargli un approfondimento che spero vogliate gradire.

A causa dello sviluppo della rete stradale e del conseguente incremento di flussi turistici, l’Ordine certosino dopo aver avuto il riconoscimento di sito storico e naturale, sul quale era proibito il sorvolo con mezzi aerei e la circolazione di mezzi a motore, decise di istituire un museo. Esso è stato fondato nel 1957, con l’intento di informare i visitatori sull’ Ordine certosino sugli ambienti monastici, e sullo stile di vita dei monaci rimasto immutato in 900 anni di storia. Il complesso museale si trova a circa due chilometri dalla Grande Chartreuse, ed è situato nella Correrie, ovvero un gruppo di edifici del XVII secolo utilizzati un tempo come casa bassa, (laboratori,depositi, granai, stalle, lavanderie, ecc.) di pertinenza dei fratelli conversi e successivamente adibiti a stamperia e ad infermeria per i padri malati o convalescenti.

La scelta di questo ubicazione è da attribuire alla debita distanza dalla certosa, atta ad evitare che i frastuoni turistici possano turbare la quiete e la solitudine dei monaci immersi nel loro “deserto”. Il museo si avvale di diciotto sale espositive, nelle quali sono state ricomposti diversi ambienti claustrali, ed inoltre attraverso pannelli didattici  è possibile ripercorrere la storia dell’ordine dalla sua fondazione. Moderni accorgimenti audio visivi e multimediali facilitano la comprensione della vita certosina rivelata anche attraverso oggetti, manufatti, dipinti e stampe. Non poteva mancare un riferimento al prodotto realizzato dai monaci nei secoli, ovvero il liquore “Chartreuse”. Per poter comprendere appieno le condizioni di vita dei certosini, alla visita al museo bisognerà affiancare una passeggiata nei boschi incontaminati circostanti e lasciarsi rapire dalla aspra natura delle montagne che sovrastano questo splendido luogo, cornice ideale per l’elevazione spirituale. Attraverso le foto che seguono, provo a farvi ammirare un museo moderno, che va visitato in determinati periodi dell’anno, come ci viene descritto nel nuovo sito internet a cui vi rimando.

A seguire un breve filmato, nel quale possiamo ascoltare un discorso (in francese) tenuto dal precedente Priore Generale dell’Ordine Dom Marcellin Theeuwes, che lo scorso anno inaugurò una nuova sezione del museo. In quella occasione egli espresse in poche parole un profondo concetto:  “L’uomo è un dono di Dio in una pentola di terracotta.

Logo e piantina

Logo e piantina

plastico della Grande Chartreuse

plastico della Grande Chartreuse

ricostruzione ingresso cella

ricostruzione ingresso cella

corridoio di un chiostro

corridoio di un chiostro

vetrine con manufatti certosini

vetrine con manufatti certosini

stalli del coro e leggio ricostruzione chiesa

stalli del coro e leggio ricostruzione chiesa

ricostruzione Cappella

ricostruzione Cappella

sala con installazione audiovisiva

sala con installazione audiovisiva

Si sono dischiuse le porte del cielo

Si sono dischiuse

le porte del cielo

di

Dom Jacques Dupont

Priore della Certosa

Dom Jacques Dupont legge il messaggio

A corollario della presentazione del Museo della certosa di Serra San Bruno, voglio proporvi il testo integrale del discorso eseguito da Padre Dom Jacques Dupont, in occasione della inaugurazione del complesso museale.

 Discorso per l’inaugurazione del museo:                                                                                                                                                                         (Serra San Bruno , maggio 1994)

Attesa da vari anni, l’inaugurazione del Museo della Certosa è un avvenimento di cui è difficile misurare significato e portata. Avvenimento singolare perché rari sono i monasteri certosini che offrono una simile struttura alla gente. Avvenimento eccezionale per il fatto che, per realizzare questo Museo, si è sottratto un pezzo di terreno finora dentro le mura del monastero. Tale spostamento della cinta o clausura è stato reso possibile soltanto con l’approvazione del Capitolo Generale dell’Ordine Certosino.

Che cosa ha potuto giustificare una pratica simile? Che cosa ha stimolato i monaci a intraprendere e a condurre a termine tali lavori, malgrado innumerevoli difficoltà? I certosini non possono rimanere a Serra San  Bruno se non vivendo da certosini. Alcuni anni or sono si diffuse la notizia che i certosini stavano per lasciare la Certosa. Grande fu il subbuglio tra i serresi e tutti calabresi. Questa minaccia, per fortuna, fu allontanata, ma diventò tanto più evidente il fatto che l’avvenire della Certosa è condizionato da misure che permettono ai monaci di vivere la loro vocazione specifica. I certosini devono preservare la loro clausura per poter svolgere una vita contemplativa nella solitudine, secondo la chiamata che Dio ha rivolto loro e che la Chiesa ha riconosciuto. I giovani che desiderano consacrarsi a Dio nel silenzio del «deserto» hanno diritto di trovare in Certosa le condizioni più adatte. Perciò fu necessario ristabilire le regole tradizionali di clausura e di separazione dal mondo. A meno di rinunciare ad esse­re sé stessi, i certosini devono vivere separati dal mondo.

D’altra parte, rizzare delle barriere, chiudere delle porte, allontanare la gente non poteva essere la soluzione. Il problema dell’incontro del mondo con la Certosa, problema delicato più di ogni altro, sarebbe rimasto intatto e si sarebbe anzi aggravato con dei conflitti assai sterili. Pur cercando di proteggere la loro solitudine, i certosini non possono ignorare tutti coloro che desiderano conoscere la loro vita; i monaci non possono rimandare quelli che vengono a cercare un sostegno morale o un conforto spirituale.

Da questo nacque l’idea di realizzare ciò che è diventato il Museo della Certosa.

A dire il vero, la parola Museo è impropria, perché non si tratta di una mostra di opere d’arte o di ricordi sui certosini.

Il visitatore troverà qui tutte le informazioni sulla storia della Certosa, sul monastero, sulla vita dei monaci, nonché sulle tappe della formazione e sull’Ordine certosino. Abbiamo voluto però dare, innanzitutto, ai visitatori la possibilità di partecipare in qualche modo alla vita nascosta dei monaci, di essere introdotti nel mistero della loro esistenza così come si svolge dentro la clausura. Così il Museo comprende una cella da monaco simile a un eremo di certosino, un’altra sala del Museo è stata sistemata ad immagine della chiesa dove i monaci celebrano la liturgia di giorno e di notte. In una parola, si è cercato di ricreare un ambiente, di suscitare un’atmosfera particolare. L’intenzione era quella di rendere tanto vicina la presenza dei certosini che risvegliasse un’eco nel cuore e nell’anima dei visitatori.

In questo senso, il Museo offre realmente accoglienza e condivisione dell’ideale dei monaci per coloro che desiderano conoscerlo e goderne. Nello stesso tempo, i certosini possono dedicarsi alla loro vita contemplativa nella solitudine e nel silenzio, caratteristiche essenziali della Certosa.

Ma forse ci si chiede a buon diritto: i nuovi rapporti tra il mondo e la Certosa ne saranno veramente migliorati? Questa apertura del Museo, coincidendo con una chiusura più stretta del monastero non sarà a vostre spese? No, assolutamente no. Voglio e posso assicurarvi che tutto ciò sarà a vostro favore, anche se i contatti esterni con i monaci non saranno come potreste desiderare.

Come ha ricordato la Santa Sede in un recente documento indirizzato ai religiosi, «le urgenti necessità pastorali non devono far dimenticare che il miglior servizio di una comunità religiosa alla Chiesa è quello di essere fedeli al proprio carisma». Al contrario «la scarsa considerazione del carisma non è utile né alla Chiesa né alla comunità stessa».

Quindi, per noi certosini, aiutare gli altri vuol dire essere ciò che dobbiamo essere: degli«esseri gratuiti» che hanno lasciato il mondo, la loro famiglia, il loro paese, per seguire Cristo nel «deserto», per pregare con Cristo giorno e notte, e per offrirsi con Lui per la salvezza di tutti gli uomini. Se noi certosini possiamo progredire nella fedeltà alla nostra vocazione di preghiera e di sacrificio, allora diventeremo dei ceri «che ardono per nulla, per la bellezza del mondo, per lo sguardo di Dio».

Allora la Certosa sarà più che mai un focolare di luce, di calore e di amore, quando potremo raggiungere il fine della nostra consacrazione, attendendo a Dio solo, «infiammati d’amore divino», come il nostro padre San Bruno.

Un giorno un tale si avvicinò a un monaco per chiedergli: «Perché ci sfuggi?». E l’altro rispose: «Dio sa che vi amo, ma non posso essere contemporaneamente con Dio e con gli uomini». Altri hanno il compito di vivere in mezzo al mondo una vita consacrata, portando Dio agli uomini; i monaci contemplativi però devono lasciare il mondo per attendere all’Unico Necessario. Un altro giorno lo stesso monaco rispose a uno che voleva venire da lui: «Se vieni, ti aprirò. Ma se apro a te, aprirò a tutti, allora non rimarrò più in questo luogo». Udendo ciò il visitatore disse:

«Se andandoci lo caccio, non ci vado più». Non si può negare che la vita dei certosini è un mistero, che richiede fede per viverla e fede per capirla. Siamo separati dal mondo, ma senza esserne tagliati fuori; siamo uniti a tutti, essendo uniti a Dio; siamo presenti al mondo non in modo visibile, ma nel cuore di Cristo. Secondo le Costituzioni dell’Ordine certosino, «se aderiamo veramente a Dio, la nostra mente si spande, il nostro cuore si dilata tanto da poter abbracciare l’universo in tutta la sua ampiezza». Difatti l’intimità con Dio «dilata il cuore di modo che possa abbracciare in Lui le aspirazioni e i problemi del mondo», le prove e le preoccupazioni di tutti gli uomini.

Sì, ve lo assicuro, avete tutti un posto importante nei nostri cuori, perché grande, molto grande è il nostro amore per tutti voi.

Targa museo

Il Museo della certosa di Serra San Bruno

Il Museo della certosa di Serra San Bruno

Museo della certosa (logo)

L’articolo odierno voglio dedicarlo al Museo della certosa di Serra San Bruno, a cui ho fatto recentemente riferimento, nell’articolo sulla certosa clabrese. Questo splendido museo, è nato nel 1994, sull’esempio della Grande Chartreuse, su impulso della comunità monastica certosina, la quale ha voluto così risolvere un problema che turbava la loro quiete claustrale. Difatti la sempre crescente presenza di pellegrini e turisti, incuriositi sulla storia e la vita eremitica svolta all’interno della certosa disturbava la stessa. Pertanto fu deciso di destinare un ala del complesso monastico, situata in un area accessibile da un entrata indipendente a sale museali.

La visita a questo museo permette di cogliere l’atmosfera di profonda spiritualità che da sempre si diffonde all’interno della certosa. Ciò è stato possibile grazie ad un percorso che si snoda attraverso circa 1200 metri quadrati, in ventidue sale espositive, che cominciano con la descrizione attraverso pannelli didattici della vita di San Bruno e della fondazione dell’Ordine. A seguire, scenografiche e fedeli ricostruzioni degli ambienti della certosa serrese, realizzati con gli arredi originali che vanno dalla cella alla chiesa conventuale,  che documentano la regola di vita attraverso gli ambienti dei monaci.

Sono inoltre esposte tele dei secoli XVII e XVIII,  la copia del busto argenteo del 1516, raffigurante san Bruno un tronetto processionale del napoletano Luca Baccato del 1797, i noti medaglioni in gesso raffiguranti santi e beati dell’ordine certosino, opere di Giovanni Scrivo (inizi XX secolo) e un grande orologio meccanico francese della fine del secolo XVIII originariamente collocato sul campanile.

Segue la sala dei paramenti e quindi la ricostruzione della biblioteca ove sono esposti testi antichi all’interno in una libreria in legno. Notevoli le incisioni di Giovanni Lanfranco e quelle di Francois Chauveau tratte dalle pitture di Eustache Le Sueur realizzateper il chiostro della certosa di Parigi. Inoltre attraverso l’ausilio della multimedialità, con foto, filmati ed accompagnati dalla diffusione di canti gregoriani certosini e pannelli descrittivi, chiunque vorrà visitare questo splendido museo, avrà la consapevolezza di venire a stretto contatto con la vita certosina senza però violare la silenziosa e solitaria quiete dei monaci. Va inoltre detto che oltre a divulgare la vita monastica ed il suo fascino, questo museo risulta essere polo di notevole attività culturale svolta attraverso importanti iniziative, mostre, convegni ed esposizioni straordinarie. Esso è dunque un luogo di grande importanza per la diffusione della cultura in Calabria. Voglia questo articolo essere uno stimolo per tutti coloro non lo hanno ancora visitato, ed inoltre colgo l’occasione per ringraziare il Dottor Fabio Tassone che dirige egregiamente questo importante sito.

A seguirele informazioni utili per poterlo visitare,  alcune foto ed un breve filmato amatoriale.

Buona Visione

Per contatti ed informazioni

Antica Torre perimetrale della certosa

Ingresso Museo della certosa

Plastico della certosa

stalli del coro

il busto di san Bruno

cella certosina

banco ed utensili per lavori di falegnameria