Cari amici lettori di Cartusialover, intendo in questo articolo fare a tutti voi, i miei auguri di Buon Natale affinchè la luce dell’amore proveniente dalla nascita di Nostro Signore raggiunga voi oggi e sempre.
Ai miei auguri si aggiungano, come di consueto, quelli della comunità certosina di Serra San Bruno….
Voglio donarvi una sublime omelia di un padre Priore certosino rivolta alla sua comunità monastica nel Natale del 2000. Meditiamo su queste parole semplici ma profonde ed edificanti. Abbandoniamoci alla luce di Nostro Signore!
B U O N N A T A L E
Ancora una volta, ritroviamo sul cammino della nostra vita la festa del Natale, la celebrazione dell’amore ineffabile del nostro Dio, che fa cose nuove. La luce di Betlemme – dolce e luminosa – risplende su di noi. Oggi la nostra celebrazione ha qualcosa che tocca i cuori in modo particolarmente consolante, perché possiamo ammirare, alla luce di Betlemme, l’onnipotenza divina posta al servizio di un amore infinito per noi uomini.
Celebriamo oggi il dono ineffabile di questo Salvatore, un dono che supera ogni aspettativa: non era necessario che l’onnipotenza si riducesse all’estrema impotenza di un neonato. Dio fatto figlio è un mistero d’amore che supera ogni immaginazione, ogni ragione. La nascita di Dio sulla terra esige da noi uno sguardo semplice e limpido, se vogliamo entrare nella luce di Betlemme con gioia e frutto spirituale.
Cosa ci rivela questa luce di Betlemme? Rivela che l’evento più sublime della storia dell’umanità si svolge in estrema semplicità. Dio aveva tanti altri modi di fare la propria volontà, ma no; sceglierà il più semplice possibile. Una semplicità stupenda, che confonde il nostro orgoglio.
È la luce di Betlemme che ci insegna a leggere lo sviluppo dei piani divini nella nostra vita. Abituati come siamo a cercare le novità e ad apprezzare le cose che fanno spettacolo, non sempre riusciamo a cogliere la preferenza di Dio per le cose semplici e umili. Dio usa il più semplice e ordinario, non il più comodo, né il più brillante.
Un’altra luce da Betlemme: silenzio e solitudine. Dio ha offerto a Maria e Giuseppe silenzio e solitudine, per quale motivo? Non c’era posto per loro nella locanda. Così Maria ha partorito nell’intimità, nella solitudine, come era giusto che Dio nascesse tra gli uomini. Possiamo immaginare Maria calma e serena nelle avversità e conforme ai disegni del Padre.
La povertà è un’altra luce di Betlemme. Trova una povera Madre, un uomo giusto, una coppia santa e ignorata. La luce di Betlemme insegna che il distacco dona serenità al cuore. Il confine tra il necessario e il superfluo non è violato continuamente anche nelle Certose? Non ne abbiamo mai abbastanza. Sempre nuove esigenze. Ma quando si possiedi molto e se ne gode, compaiono disillusione e disagio, ed allo stesso modo, la serenità e la gioia fuggono dal cuore. La luce di Betlemme può chiarire questa confusione che è dannosa per la vita spirituale.
Davanti alla grotta di Betlemme, possiamo e dobbiamo scoprire la bellezza del cammino di Dio verso di noi. In questa visione serena il cuore sarà calmo, l’anima troverà pace e l’intelligenza comprenderà – alla luce di Betlemme – il perché di tante cose che Dio fa o permette. Pace nel cuore, perché la luce di Betlemme insegna che la causa di ciò che non si comprende è sempre l’amore divino.
La serenità di Maria ci serva di conforto e di modello. Celebriamo la Natività del Signore nel silenzio, nel raccoglimento; e così la luce di Betlemme potrà irradiarsi nei nostri cuori. La luce di Betlemme illumini i nostri cuori, cari fratelli!
Gli eventi della vigilia di Natale – dolorosi per i cuori di Maria e Giuseppe – devono essere per noi uno stimolo ad adattarci generosamente ai disegni divini.
Auguro a ciascuno di voi qui presenti di essere sereno nella povertà di Betlemme, felice nell’obbedienza che ci unisce a Gesù, e incoraggiato nella castità che permette al cuore di dilatarsi e di avvicinarsi a Dio e di vivere nella sua intimità, come Maria e Giuseppe.
Indubbiamente è un programma esigente! La luce che emerge dal presepe ci rafforzi, ci consoli nella desolazione ed illumini il cammino.
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