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Un certosino “in albis”

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Oggi in occasione del Lunedi dell’Angelo, o “in albis” dall’antico uso dei fedeli battezzati nella veglia pasquale di portare la veste bianca per otto giorni, voglio proporvi il testo del discorso di un Priore certosino. Esso è rivolto ad un novizio, accolto e destinato a ricevere l’abito bianco certosino, identificato come simbolo alla vita Pasquale. L’inizio di una nuova vita, di ritrovata purezza, con destinazione finale la luce!

Caro fratello, oggi ricevi la tua tunica bianca come neofito della vita monastica – come neo-battezzato; tu sei un neonato nella vita monastica, chiamato ad entrare più profondamente nella Pasqua del Signore, alla luce della Risurrezione.
Molti monaci certosini vedevano nel colore del nostro abito bianco, il simbolo della nostra vocazione alla vita pasquale, chiamati ad entrare, d’ora in poi, nella luce della Pasqua e a viverla.
Oggi, Dio nostro Padre, ti manifesta un amore speciale attraverso la comunità, che ti accoglie neonato alla luce della Pasqua, e condivide con te l’abito bianco, segno di risurrezione e di vita nuova.
Nell’Apocalisse gli eletti appaiono con una tunica bianca, segno della vita nuova ed eterna che Gesù ci ha guadagnato con la sua sofferenza e morte (Ap 7,9). Tuttavia, non si può dimenticare la verità che san Giovanni sottolinea: “Lavarono le loro tuniche e le resero candide nel sangue dell’Agnello”.

L’amore del Padre che ti chiama ad entrare in questa comunità monastica riunisce ciascuno di noi in una comunità di fratelli, comunità nata nella Pasqua di Gesù, uscendo dal suo cuore aperto e, come tale, la comunità manifesta vita nuova al mondo.
È anche nella luce e nella forza della risurrezione che la comunità genera nuovi figli, come sta facendo in questo momento, nuovi figli nati dalla Pasqua del Signore, che imbiancano le loro tuniche nel Sangue dell’Agnello.

Dio, nostro Signore, per intercessione di Maria Santissima, ti faccia comprendere che la tua donazione al Signore crocifisso e risorto è e sarà sempre un salto nell’ignoto, ma Colui che ha detto “Io sono il luce del mondo “, chi ti ama e ti chiama sa dove ti porta – “, chi segue me non camminerà nelle tenebre, io sono la luce del mondo” (Gv 8,12).

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Lettera sulla Devozione al Sacro Cuore

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Oggi per voi, un’altra perla sulla Devozione al Sacro Cuore, stavolta una lettera concepita da Dom Giovanni Giusto Lanspergio. Egli la scrisse verso il 1525, allorquando era Maestro dei novizi nella certosa di Colonia.

Dedicata al novizio, che vive nella cella posta nell’angolo vicino al cimitero; possa la tua devozione crescere costantemente!

Mio caro figlio, abbi cura di eccitarti per venerare l’ottimo Cuore di Gesù, questo Cuore così pieno di amore e misericordia; onoralo con adorazione assidua, abbraccialo ed entra con il pensiero in questo Cuore che è aperto a te. Chiedi attraverso di lui ciò che desideri, offrigli tutte le tue azioni, poiché è il vaso che contiene tutte le grazie celesti, la porta attraverso la quale andiamo da Dio e attraverso la quale Dio viene da noi. Metti quindi, in un luogo in cui devi passare spesso, un’immagine di questo Cuore divino (o delle Cinque Piaghe), ecciterà in te l’amore di Dio e ti avvertirà spesso di agire per lui. Mentre guardi questa immagine, ricorda che sei in esilio e nella miserabile schiavitù del peccato; poi, con gemiti, sospiri e aspirazioni ardenti, porta il tuo cuore a Dio; quindi, raccogliendo nella tua mente, senza alcun suono di parole (o persino usandole se ti sono di aiuto), grida al Signore per ottenere la purificazione del tuo cuore e l’unione della tua volontà nel Cuore di Gesù, c è per il piacere di Dio. Potresti anche, se la devozione interiore ti preme, abbracciare questa immagine, vale a dire il Cuore del Re Gesù e persuaderti nella tua mente che hai veramente il Cuore divino del Salvatore Gesù sotto le tue labbra. Oh! poi brucia con il desiderio di legare il tuo cuore a Lui, di immergerti, di assorbire il tuo spirito in lui. Oppure, dopo averlo chiesto, credi che da questo Cuore amabile attiri nel tuo cuore il suo spirito, la sua grazia, le sue virtù e, infine, tutto ciò che è benefico in questo Cuore (ed è incommensurabile), il Cuore di Gesù, infatti, è abbondantemente pieno di tutti questi tesori. È una pratica molto utile e pia, onorare devotamente il Cuore del Signore Gesù; nei tuoi bisogni, cerca rifugio con lui per attingere da esso, con consolazione, saggezza, grazia e forza. Anche quando i cuori di tutti gli uomini ti abbandonano e ti ingannano, rimangono nel riposo e nella fiducia; questo cuore molto fedele non ti ingannerà, non ti lascerà mai.

Un novizio portoghese

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Padre Carlos Rosmaninho ora Bruno

Eccoci giunti al mese di aprile, nel quale ci accingiamo a celebrare la Santa Pasqua. Ho per voi cari amici una lieta notizia che apre questo mese che ci giunge dalla Spagna. Lo scorso primo febbraio, alle ore 15, nella certosa iberica di Porta Coeli, nei pressi di Valencia, padre Carlos Rosmaninho ha preso l’abito certosino, cominciando così il periodo del noviziato.

Una eccellente notizia, poichè questo sacerdote è di nazionalità portoghese e quindi si unirà ai quattro anziani monaci che come ricorderete hanno lasciato la certosa portoghese di Evora, a seguito della triste chiusura. La cerimonia svoltasi in certosa, ha avuto inizio nella sua cella con l’imposizione dell’abito da parte del Padre Priore Dom Luis Nolasco, anch’egli portoghese. Successivamente la semplice cerimonia è proseguita nella sala capitolare, alla presenza dell’intera comunità monastica ed alcuni amici e familiari, che prostratosi sul pavimento ha chiesto misericordia per poi essere abbracciato dai confratelli. Ha fatto seguito un sermone pronunciato dal Padre Priore, poi la comunità lo ha accompagnato in processione nella sua cella, laddove egli ha ricevuto il nuovo nome da lui prescelto. La scelta di padre Carlos è stata Bruno di Santa Maria della Grazia e del Trionfo del suo Cuore Immacolato. Ovviamente il riferimento è a san Bruno ed al patrono della diocesi di Setúbal. La cerimonia si è conclusa con i canti dei Vespri nella chiesa della certosa.

Padre Carlos Rosmaninho ora Bruno comincia il suo cammino da novizio, che durerà due anni, al cui termine potrà emettere i suoi primi voti religiosi, che successivamente saranno rinnovati e che lo condurranno ad essere definitivamente un nuovo Padre certosino. Affinchè questo percorso arrivi al completamento, nel giorno del suo inizio, vi invito a pregare per questo giovane portoghese. La Grazia di Dio con l’intercessione di san Bruno, gli illumini questo cammino da lui scelto ed esaudire la sua vocazione. La linfa certosina portoghese possa alimentare e nutrire sempre le vocazioni dell’Ordine.

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Al confine dell’abisso (prima parte)

Al confine dell’abisso (prima parte)

dai racconti di Dom Sebastian Maccabe

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Era un Don Giovanni veramente turbato che sedeva nel suo piccolo oratorio, una sera, mentre l’ora di Compieta si avvicinava. All’inizio del pomeriggio aveva ricevuto un biglietto da un certo Dom Nicolas, un suo ex novizio che non aveva annunciato nulla di buono. Presto disse che la sua professione era stata un grave errore, che non era fatto per la vita certosina e che la sua salute lo provava. Aggiunse che ora sapeva che i certosini non erano santi come pensano gli estranei, e che poteva servire Dio altrove, anche nel mondo, bene o meglio che come nel chiostro. Che intendeva andare a Roma, anche a piedi, per ottenere i tori che lo avrebbero liberato dai suoi voti. Che aveva saputo che altri lo avevano fatto e che se padre Priore avesse rifiutato la sua autorizzazione, sarebbe andato anche senza averla ricevuta. Dom Giovanni, come molti maestri dei novizi, prima e dopo di lui, aveva avuto più di una volta, l’amara esperienza del potere dire: “I bambini creati e educati, ma essi si sono ribellati contro di me.” Aveva visto più di uno di quelli che sapeva fare grandi cose, ma dopo la professione, con la sua libertà guarita, lascia da parte lui e il suo consiglio e cammina lungo sentieri che non erano proprio i più perfetti. Oh, niente di veramente peccaminoso, solo il principio dell’abitudine, scegliendo il meno difficile nelle alternative. Il che significava dire addio alla santità. Santità che sapeva possibile per loro. Ma se questo era il chiodtro: uno dei suoi figli al punto di abbandonare l’Ordine come un fuggiasco! Cosa potrebbe fare? Prega, certo! Ma non potrebbe intervenire in altro modo per prevenire un simile disastro? Ma, ahimè! Erano passati solo tre anni da quando Dom Nicolás aveva fatto la sua professione, ed era già strano per il suo amico e per la guida che lo aveva servito così bene durante il noviziato. Il suo dubbio fu risolto dall’improvviso arrivo nella sua cella di padre Priore. Lui stesso di persona a quest’ora, aveva sufficiente indicazione che c’era qualcosa di molto serio. Il priore disse rapidamente che cosa stava succedendo, era lo stesso di quello di Dom Giovanni: “Non potevo farti del bene,” disse l’irritato Priore. Più duro del ferro ed orgoglioso come Lucifero. Dovresti chiuderlo immediatamente in prigione perché quella minaccia di fuga … “” Oh no, non farlo! Interruppe Dom Giovanni, “non è questo, padre Priore. Prima di ciò, lasciami almeno provare a vedere cosa posso fare. ” “È esattamente quello per cui sono venuto,” disse l’altro. Lascio il soggetto nelle tue mani. Fai tutto ciò che ti sembra giusto. Mandagli uno dei tuoi “piccoli appunti”, finì, uno schizzo di un sorriso sulle sue labbra, e poi se ne andò. Qualcosa doveva essere fatto subito. La notte e il diavolo sono buoni amici. E chi può dire il tradimento che non sono in grado di tramare tra loro per l’eterna rovina dell’anima errante del giovane monaco? Detto ciò, Don Giovanni accese una lampada e mise una candela nel suo ufficio, inzuppò la penna nell’inchiostro e scrisse velocemente per mezz’ora. Piegò il foglio, lo infilò in una busta e uscì nell’oscurità del chiostro. C’era solo abbastanza luna per poter contare le porte della cella fino a quando arrivò Dom Nicolás. Dom Giovanni colpì piano, ma la porta si aprì immediatamente, all’improvviso, rivelando la figura di un alto monaco il cui volto era vagamente visibile alla luce della piccola lanterna che il giovane sosteneva. In quel momento, percorse il corridoio come un animale in gabbia. Prese violentemente la lettera che Don Giovanni gli offriva, chiudendo silenziosamente la porta quasi in faccia. Quasi, ma non così tanto, perché la luce tremolante era abbastanza da illuminare il viso turbato del suo ex Maestro, la cui vista aveva lasciato un’impressione profonda sul giovane. Cosa gli ha ricordato? Pensò, mentre si dirigeva verso il suo cubicolo per vedere cosa il vecchio maestro doveva dirgli. “Povero vecchio Dom Giovanni!” Esclamò. Era la prima nota di tenerezza che era venuta da lui per molto tempo. Ma cosa gli ricordava quella visione fugace? Ah! Ora lo sai! Era un’immagine del nostro Signore nell’orto che aveva visto una volta: profonda sofferenza mescolata con perfetta pace. Come deve essere stato nel Getsemani. Ma visto da chi? La grazia venne da lui subito in risposta. “Per Giuda!” Dom Nicolas rabbrividì. E potrebbe essere così, perché, a poche celle più lontano, Dom Giovanni ha lottato in agonia, in preghiera per la salvezza della sua anima. Per dare la vostra mente travagliata un certo supporto che potrebbero emergere dalle profonde sofferenze di preghiera, aveva messo sul suo oratorio un’immagine delle Cinque Piaghe, e indirizzata la sua fervente preghiera al Signore ferito, oltraggiato, tradito da uno dei suoi amici più prossimi. Ai tuoi piedi, le tue mani verso il basso. E poi avvicinandosi al Tempio dell’Amore, in quel cuore incrociato, Dom Giovanni ha alleggerito tutta la sua anima ed è entrato nelle acque profonde della pace, dove nessuna malizia di sé o del vicino poteva raggiungerlo. Dom Nicholas accese una candela dalla sua lampada, aprì la busta e iniziò a leggere.

Leggo, fratello mio, la tua lettera affettuosa e non so se dovrei avere più compassione, per la tua follia o la tua malattia. Sei un giovane nell’Ordine, qualcuno che, di regola, avrebbe dovuto usare più delle redini che gli speroni, poiché in tutte le cose è coinvolto nell’ardore della sua carriera. Possa essere in te altrimenti. Guarda, ti prego, qualunque sia la causa. Non solo non vuoi correre, ma non cammini nemmeno sulla via del Signore. Dove vuoi andare? Al mondo? Sarebbe dannoso per te, così pernicioso che non puoi chiederlo senza pronunciare la tua condanna. Oh mio caro fratello! Chi è così malato che cerca la morte come medicina? E se qualcuno dovesse essere trovato con uno spirito così sciocco da preferire morire invece di vivere in afflizione, per te è qualcos’altro. In realtà, non è la morte temporale, che viene superata in poche ore, ma la dannazione eterna della tua anima. Non puoi tornare al mondo senza condannare la tua anima per sempre. È inutile, mio caro Nicolás, che tu mi parli, che mi imponi i documenti apostolici che potresti pensare di ottenere. In questa materia Cristo non li conosce, e il Diavolo non li teme. Questa dispensazione riguarda solo il giudizio della Chiesa e ha l’effetto che, se la ottieni, non sarai accusato come un apostata, ma non lo stesso con Dio.

Il lettore alzò lo sguardo e pensò tra sé: “Può davvero questa veemenza veemente venire da Dom Giovanni?” Nicolas lo aveva conosciuto in molti stati d’animo, ma non aveva mai pensato che quel vecchio e sereno e adorabile Maestro potesse toccarlo in quel modo. Era un’indicazione del pericolo in cui si trovava, e lo sentiva. E si chinò per continuare a leggere.

Tu dici: “Io sono malato, non posso portare questo fardello dell’Ordine perché sono di struttura delicata”. Caro fratello, non sai che questo e non un altro, è il modo in cui conduce alla Vita? (Ebrei 14:21). Non devi attraversare molte tribolazioni per entrare nel Regno di Dio? “Il sentiero che conduce alla vita è stretto” (Mt 7,14), disse Gesù. E cercherò il vasto? Caro fratello Nicola, sei in un grande errore che merita di essere compatito. Se vuoi salvarti, non c’è altra speranza che quella che Cristo ha insegnato con la sua parola e il suo esempio e che tutti i santi hanno vissuto. Dirai: “non erano certosini”. Vero, ma tutti erano pazienti, umili, sottomessi a Dio e alla Chiesa, obbedienti ai loro superiori. Quando hai iniziato a farlo, tutte le tentazioni scompariranno. Per, fratello più caro, la causa della tua petizione non è che sei mal disposto, ma (mi perdonerai per averlo detto) che sei arido, pigro, vuoto dell’amore di Dio, e non mortificato in passioni viziose. Queste sono le cose che producono questo malessere e questa malattia.

Secco! Pigro! Vuoto dell’amore di Dio! Non mortificato! Le parole sembravano pervertire, in sé stesse, terribili colpi al suo cervello stanco.

Talvolta mi dico: “Sono entrato nell’Ordine con uno scopo chiaro, così Dio non ha chiamato me” Se l’intenzione non era chiara quando ero libero, chiarire ora come la necessità richiede di essere buono. Felice quel bisogno che ti spinge a cose migliori. Qui risplende la saggezza di Dio, che sa guidarti attraverso l’obbedienza. E ciò che non hai ricevuto per l’amor di Dio, ora tienilo per l’amor di Dio. E chissà se sarebbe difficile per voi domare, non sarebbe per la vostra salvezza essere assediato da Dio? Mi hai sedotto, Signore, dice il profeta, e mi sono fatto sedurre! Eri più forte e hai prevalso. (Geremia 20: 7). Oh benedetta seduzione! Seducimi, Signore, e io sarò sedotto. Sei connesso al suo servizio, non sei autorizzato a ritirarti. Dovunque andrai porterai con te questo infelice e pigro Nicolás, caro fratello, e dovrai sopportare ciò che ora non vuoi sopportare e anche cose più pesanti. Ovunque troverai fastidi, tentazioni ovunque, diavoli ovunque, perché ovunque tu vada, li porterai. Te lo dico perché è una vana tentazione del diavolo persuasivo, che da un’altra parte puoi servire Dio meglio e più facilmente. Lo fa in modo astuto per farti tornare al mondo con i pretesti, con l’apparenza del bene. Rimprovera l’Ordine, diffama i superiori, condanna i fratelli, ci fa credere che non c’è carità nella comunità, per portarti all’insoddisfazione del tuo stato. Ti mette in testa che nulla nell’Ordine ti si addice. Quel cibo è contro di te, la solitudine distruttrice della natura, una malattia dello stomaco molto grande e innumerevoli altre cose di questo tipo. Ma chiudi una malattia che, una volta conosciuta, è rimedio, tutti gli altri sarebbero guariti. È la mancanza di mortificazione, la tiepidezza, l’aridità e la mancanza di pietà dell’uomo interiore. Questo è silenzioso perché fa il suo nido lì, dove incuba tutte le altre tentazioni.

La vigilia del grande giorno (seconda parte)

La vigilia del grande giorno (seconda parte)

dai racconti di Dom Sebastian Maccabe

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Ritroviamo il giovane Pedro in ansia per il grande giorno….

Pedro, nella veglia della vigilia, aveva trovato uno dei “piccoli appunti” del suo Maestro che lo aspettava sul suo ritorno dei Vespri. Nella tranquilla mezz’ora che precede la Compieta, si sedette nel suo oratorio a leggere.

“Caro figlio, nella messa conventuale, durante la quale farai la tua professione rinfresca la mente, come si può, con sospiri e desideri celesti, che aspirano a essere trovato puro e devoto agli occhi dello Sposo, come una vergine che si sposa. Con tale scopo, formula varie aspirazioni a Dio in questo modo: “O Signore, mio Dio, possa oggi rendermi degno di chiamarmi e sposarti! Oh dolce Gesù, chi può guarire la mia sordità, chi mi purificherà, chi può rendermi degno di unirti a te, se non la tua grazia? Prego che il mio orgoglio giunga alla fine, che il mio disprezzo per te, o unica salvezza infinita, giunga alla fine. In futuro voglio servirti da solo, amarti da solo, solo per farti piacere, essere solo con te. O Gesù più dolce, guarda questa mia volontà, la volontà che mi hai dato. Perché se vuoi, se no, se non è quello di realizzare in me ciò che mi hai dato? Possa tu essere per me tutto in tutte le cose. ” Quando sei andato a cantare il verso “Suscipe me Domnine, ecc.” (Sal 118, 116), immagina il cielo aperto e la Santa Trinità, con la Beata Vergine Maria e tutti gli eserciti celesti in attesa, pronti per accettare la tua promessa dell’abito da sposa. E così, come se vedessi Dio, come se fossi fisicamente davanti a Gesù, inizia con un desiderio veemente e canta: “Suscipe me Domine“, come se tu dicessi: Stringimi, non desidero nulla al di fuori di te, la mia scelta è di servire Ti amo Stringimi, perché se non mi sostieni, tutto il mio sforzo sarà invano. Stringimi secondo la tua promessa e vivi. La tua promessa, Dio più devoto, è questa: “Non voglio la morte del peccatore, ma convertilo e vivi” (Ezechiele 33, 11). E anche “c’è più gioia tra gli angeli di Dio attraverso un peccatore che si converte” (Lc 15,10). Sostenimi, non solo con la tua promessa, ma anche con il tuo esempio, al quale ci hai insegnato a fidarti. Secondo la tua pietà innata, hai avuto compassione di Matteo, Zaccheo, Maria Maddalena, Pietro, il buon ladrone e tutti quelli che ti hanno urlato. Hai perdonato i tuoi peccati e li hai costituiti nei tuoi fedeli amici. Possa la mia speranza non essere frustrata, perché credo, ne sono certo, e spero che mi riceverai, prendimi, mi illumini, proteggimi, donati a me e tra le tue braccia amorevoli, sul tuo seno divino tu stringimi. Quando ti volti per chiedere ai fratelli la loro intercessione, chiedi con cuore umile e contrito che le preghiere degli altri ti sfruttino e ti rendano degni dei tuoi matrimoni con Dio, ecc. Quando togli il mantello, immagina di andartene, strappando tutto il vecchio comportamento che non era secondo Dio, chiedendogli di esibirsi in te con l’azione del Signore. Allo stesso modo, quando sei vestito della bianca e benedetta cogula, prega di nuovo che l’abito ti possa dare la forza necessaria per sposare questo Re che desideri. Prima di leggere la professione, concentra il tuo spirito e tutti i tuoi scopi in modo che, quando lo dici con la tua bocca, in piena libertà, ti arrendi in spirito e ritorni a Dio. Firmando con la croce la pergamena – un segno della tua sana redenzione – immagina di essere sospeso in essa. Perché hai questo in comune con il tuo Sposo: che combatterai con coraggio per osservare con fedeltà la tua oblazione e le tue nozze. Prostrati durante la preghiera, ascolta attentamente mentre ti benedica e prega interiormente affinché ciò che ti viene chiesto possa essere veramente realizzato in te. Al momento della comunione, avanzare al banchetto come una moglie farebbe la camera nuziale. Ti sei appena donato a Dio con la professione e ora, nel Sacramento, Dio ti darà se stesso. Per questo motivo, prega che con un legame indissolubile meriti di essere unito a Lui per sempre. Si può essere certi che la ricezione di questa Eucaristia, più di ogni altro, Dio dà con una unicità di un sacco di grazie a lui che, con tutto il cuore, completamente consacrata a Lui. Addio, caro figlio, e prega Dio per me”.

Le Ave Maria hanno suonato per pochi minuti seguiti dopo, dal suono delle campane di Compieta. Campane al plurale, poiché tale era l’usanza della casa, per introdurre le feste di precetto. Per Pedro questi erano, niente di più e niente di meno che raduni di nozze. Così le Compieta e queste preghiere notturne della cristianità latina non erano mai sembrate così profonde nella loro calma, né così espressive. Era per dire “buonanotte” e “addio” a un intero stadio della tua giovane vita, la vita nuova che sarebbe iniziata, il giorno dopo. Cosa lo avrebbe portato il domani? Circa dieci anni dopo, tre certosini si sono chiusi nella Torre di Londra, quando la luce nella prigione si è indebolita, hanno anche detto la loro Compieta. Nessun dubbio per l’ultima volta. Il giorno successivo avrebbero vissuto il loro ultimo viaggio. A Tyburn, sul sito dell’impalcatura, ci si aspettava che morissero una morte sorprendente. Il giorno è arrivato Mentre erano in piedi sotto il sole del mattino di maggio, un vecchio loro amico, Tommaso Moro, prigioniero anche lui impressionato dall’aria allegra che aveva esclamato, mentre li guardava dalla finestra chiusa: – “Guarda, Megg, non si vede come questi sacerdoti benedetti saranno così felici per la morte come la sposa e lo sposo per il proprio matrimonio? “Pedro stava preparando per le sposalizio della sua anima con la sua amata, ben sapendo che questo era un” Sponsus sanguinis “(Es. 04:25) , abbandonandosi totalmente a Lui. Durante la mattina sarebbe stato offerto in sacrificio per il resto della sua vita, vittima a morte. “Io sono crocifisso per sempre con Cristo” (Gal 2:19), avrebbe potuto vantarsi. Ma perché tutto questo sangue, morte e sacrificio? Bene, erano immagini della realtà che sarebbe venuta: “Senza spargimento di sangue non c’è perdono dei peccati” (Eb 9:22). Questa era la via della salvezza predestinata per Pedro. già concluso l’ Ufficio della Madonna completa e raggiunto la celebrazione finale, questo ha sollevato un’eccezione vasto mondo: “Santa Maria, aiuta i bisognosi, aiuta i deboli, consola gli afflitti, prega per le persone, i sostenitori per il clero, intercedi per le donne consacrate a Dio. Per sentire la vostra protezione tutti coloro che celebrano la santa memoria.

E questa intimità con Lei avrebbe potuto renderlo capace di predicare sulla grazia che Dio ha per il mondo intero, ogni giorno che avrebbe trascorso nel suo servizio. Per dirti la verità, è stato un lavoro per tutta la vita! Più tardi, la giornata finì come era iniziata: con uno sguardo trasformato dallo Spirito e diretto a Dio, che penetrò in profondità nell’oscurità primordiale. “All’inizio la Parola esisteva già, e il Verbo era con Dio, e il Verbo era Dio … La luce brilla nelle tenebre … Venne a casa sua … E a tutti quelli che l’hanno ricevuto, li autorizzò ad essere figli di Dio” ( Questa fu la soluzione al grande enigma della vita, la fine di ogni uomo: la gloria di Dio. Perché Piedro ha cercato di dare tutta la sua vita a Dio, e così ha fatto decine di migliaia di persone che hanno ascoltato la sua chiamata e l’hanno seguita? Era per paura del mondo e dei suoi pericoli? Questo potrebbe essere un principio di saggezza. Era forse un altruismo soprannaturale destinato a condurre anime a Dio con una vita di intercessione? Sarebbe un progresso nella giusta direzione. Perché significherebbe che tali anime dovevano essere salvate non per interesse personale, ma per quello di Dio. Oh no! Finché Dio è Dio, e finché c’è l’amore e l’eroismo nel mondo, a Dio non mancheranno mai le vittime disponibili che sono pronte a bruciare nell’incensiere della preghiera, davanti al suo trono, giorno e notte. Presentargli la freschezza e il profumo della giovinezza come i fiori, persino appassiti, davanti al suo altare. Essere schiacciati nel mulino delle avversità ed esprimersi nel tino della solitudine e poter offrire nella loro vita quel grano di Cristo e quel vino della verginità, mediante il quale Dio può incarnarsi di nuovo, per il bene degli uomini e la gloria del Padre e fai tutte le cose! È così che Pedro ha immaginato il suo piano di vita sulla scia della sua resa a Dio, che lo aveva creato. Voleva donarsi a lui con tutto il cuore, con tutta la sua anima e con tutte le sue forze (Dt 6: 5). Abbandonati all’adorazione di Dio nel tempo e nell’eternità. “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14). Cristo che è la Via, la Verità e la Vita (Giovanni 14: 6) aveva fatto un tale sacrificio possibile. Sacrificio? Fu l’amore di Cristo che gli mostrò la via attirando i cuori ai suoi! Uno splendore estivo brillava ancora nel cielo quando Pedro andò a dormire. Ma a causa di quella luce e dei molti pensieri del giorno dopo, il sogno sfuggì al suo abbraccio. Quindi si rivolse a una pratica insegnatagli da suo padre, il Maestro Lanspergio. Sembra quasi profano tradurlo in un linguaggio moderno, tuttavia “Honni soit qui mali y pense” (disprezza colui che è malpensante). “Quando sei a letto, e non puoi addormentarti, fingi, fingi di dormire. Quindi metti la bocca sulla ferita sul lato di Gesù Cristo e là espirando e respirando il tuo respiro in questa ferita, cioè, espirando e ispirando, dici “Gesù” mentalmente in questo modo: l’ispirazione dice nella tua mente “Ge”, e scadendo “sù”. Quindi in ogni respiro dirai “Gesù” interamente, finché non ti addormenti “.

Non passò molto tempo prima che Pedro cadesse in un sonno profondo e tranquillo. Possa anch’io, quando mi corico per l’ultima volta, addormentarmi con questo dolce nome sulle mie labbra e svegliarmi la mattina dell’eternità con il mio sogno che si avvera!

La vigilia del grande giorno (prima parte)

La vigilia del grande giorno (prima parte)

dai racconti di Dom Sebastian Maccabe

El Hermano sastre

Eccoci giunti alla vigilia del grande giorno della Professione del giovane protagonista Pedro il novizio.

Il vecchio fratello Guilherme, il sarto, attraversò il chiostro con un pacchetto di nuovi vestiti bianchi tra le braccia. Questo lungo viaggio, così lontano dal suo posto di lavoro, era stancante per lui. Di solito era il suo assistente, Fra Antonio, che si preparava a succedergli, che distribuiva ai monaci, lungo il chiostro, i vestiti preparati. Ma questa era un’occasione speciale – quasi un rituale per lui – poiché portava il nuovo abito destinato al novizio che avrebbe fatto la sua professione il giorno dopo. Un solenne dovere che aveva eseguito personalmente, nonostante la sua età e i reumatismi. Si fermò davanti alla porta della sagrestia per sistemare la cogula lì, che sarebbe stata benedetta durante la cerimonia del mattino. E così continuò, solo con la sua tunica e una nuova cintura di pelle perfettamente lucidata. La tunica non aveva ricevuto la benedizione di alcun sacerdote, ma era già profondamente intrisa di preghiera e pietà. Due settimane prima, quando il fratello Guilherme posò la mano sul rotolo di stoffa per iniziare il lavoro, egli disse con fervore: “Oh Agnello di Dio, hai dato a tutti i tuoi riccioli di lana bianca di fare abiti bianchi per il le nostre anime. Con le loro forbici affilate come lame, hanno tosato anche il tuo sangue e non hai fatto un bel belato! Oh, amore mio, quanto sei bravo! “Tagliò la misura desiderata, e quando prese le pesanti forbici per iniziare a tagliare il pezzo, disse al suo aiutante,” Ascolta, fratello mio, ogni volta che usi le forbici, invoca sempre la Madonna che guidi la tua mano e i tuoi occhi, affinché non ci siano sprechi. Perché Ella era una cucitrice meravigliosa e perfetta quando cuciva e faceva rammendi per suo Figlio, il nostro divino Salvatore. “

Mentre lavorava, fratello Antonio era sempre pronto ad avanzare nella pietà, ma in quel momento, si presentò al suo spirito un po ‘di difficoltà: – “Rendere a te sempre prezioso onore – aveva detto – ma Nostra Signora di taglio e cucito in realtà per il nostro dolce Gesù? Ho sentito dire che i tuoi abiti erano intessuti da un pezzo su e giù, senza cuciture o orli “(Giovanni 19:23). “Sì, sì! – il vecchio aveva continuato – Lo so bene. Sconcertato, eh? Ma mio caro fratello, era tutto sulla tua tunica. Devi prestare attenzione “E poi, rivolgendosi al giovane fratello, mostrando la sua esperienza, ha continuato con un aspetto professionale: -.” Quando il ragazzo Gesù è cresciuto per poter indossare la camicia, gliela fecero indossare sul suo corpicino . E la camicia crebbe con lui: un giovane uomo, poi un uomo, e così il suo santo corpo non fu mai scoperto, fino al giorno in cui coloro che erano senza cuore lo colsero violentemente per il flagello. E ancora, prima che la folla lo crocifiggesse. Ah! “I due occhi si erano istintivamente girati verso il crocifisso appeso al muro, che riportava immediatamente al ricordo di una tale vergogna. “Ha fatto questo miracolo della santa modestia – aveva perseguito – ma credo che avrebbe fatto miracoli per privare la sua amata Madre del miglior lavoro che poteva fare per lui, il miglior figlio che il mondo non ha mai visto; Lei, che ha tagliato e cucito per lui, che ha rattoppato e cucito senza lasciare un segno di cucito per lui? “- Disse questo con un certo orgoglio professionale. L’orizzonte dell’anima di Fratello Antonio si era improvvisamente allargato, tutto il suo volto fu illuminato con nuova luce. All’inizio, aveva pensato che la stanza del cucito fosse una specie di prigione e che il lavoro fosse mal adattato al suo temperamento attivo. Ma se la Madonna avesse cucito, rattoppato e fatto lei, allora tutto andava bene! La vita sarebbe un po ‘diversa: farei del mio meglio per imitarla per tutto il giorno. Pensiero che viene dal cielo! – “Allora, presta attenzione, caro fratello … – avevo concluso il vecchio -. Ricorda di chiamare sempre il suo aiuto quando devi tagliare” Il fratello Antonio era stato così felice come l’Angelico stesso aveva hai risolto il tuo problema. Il silenzio era tornato nella stanza del cucito, tranne che per il stic-stic dell’ago contro il ditale e per il taglio occasionale delle forbici da tagliare. Il fratello Guilherme aveva raggiunto la perfezione della preghiera della semplicità. Sempre cucendo e piegando l’orlo. “Stic-stic” ha fatto il suo ago; “Stic-stic“, e in perfetta sincronia, “Gesù Maria” ha detto il suo cuore, “Gesù Maria”. Solo, e niente di più. Era tutto quello che doveva salvare la propria anima orientata a Dio, come il girasole verso il sole. E ‘stato come gli sforzi lievi di una coppia di remi solo per mantenere la prua di una barca proprio nella catena di un flusso tranquillo.

Quindi l’abito che doveva ricevere il giovane Pedro era già benedetto, senza bisogno di acqua santa o rituale. La porta della nuova cella era aperta ed un fratello, per Pedro ha dato gli ultimi ritocchi per una pulizia generale in vista del giorno successivo. Se Frate Guglielmo fosse stato un Padre probabilmente avrebbe detto: Dilectus mia Candidus et rubicundus, Electus ex millibus (Il mio diletto è bianco e rosa e si distingue fra diecimila) (Ct 5. 10). Ma non potendo leggere, guardò semplicemente Pedro con l’immagine perfetta di ciò che il suo Signore, alla sua età, sarebbe stato come nella casa di Nazareth. O almeno come lo immaginava. Il ragazzo prese l’abito confezionato, ec on un dolce sorriso si congedò, “Guilherme deve essere sembrato il vecchio Simeone, quando Gesù è stato presentato al Tempio. La dolce faccia rugosa, lo sguardo allegro nei suoi occhi e la sua lunga barba bianca. “Nessuno disse nulla, ma i loro due cuori si capirono perfettamente. Quando la porta si chiuse, il fratello Guilherme riprese la strada della sua obbedienza. Sarebbe stata, forse l’ultima volta, mormorò, l’ultima volta che avrebbe portato un nuovo vestito bianco al più giovane in casa per il suo secondo battesimo. Ah! Infatti! Aveva vestito ogni monaco nel chiostro, incluso il priore, per più di cinquanta anni da quando aveva pronunciato i suoi voti. Aveva persino fatto il suo stesso abito, e gran parte del lavoro, sotto l’occhio vigile del suo predecessore nella stanza del cucito. Antonio, il suo assistente era un giovane promettente, avrebbe fatto bene il suo lavoro. E poi sarebbe arrivato il grande giorno: il cielo … gli angeli … i vestiti bianchi brillanti. Così bianchi e ben fatti, senza difetti o cuciture, che non si sarebbero più sporcate o consumati. E così sarebbe stato per sempre … Il suo semplice cuore vecchio balzò di gioia al pensiero che quel giorno non fosse più lontano. Ma smise di sognare ad occhi aperti, anche se è in paradiso! Suo fratello ha accelerato i suoi piedi stanchi con un passo veloce. Aveva da riparare quattro paia di pantaloni prima di sera!

Il forno ardente

Il forno ardente

dai racconti di Dom Sebastian Maccabe

attrezzi in cella

attrezzi in cella

Continuiamo a seguire il percorso del giovane Pedro, stavolta alle prese con tentazioni, che contribuiranno alla sua formazione.

Nelle lettere che Lanspergio scrisse ai suoi novizi, è difficile trovarne uno che non contenga riferimenti a tentazioni e prove. Egli consiglia la vigilanza per scoprire quando si avvicina la tentazione; l’apertura per dichiararlo e la fermezza al momento dell’assalto. D’altra parte, nella Lettera di Gesù Cristo all’anima devota, Lanspérgio aveva scritto:

“Non essere tentato dalle tentazioni, ma resisti sempre senza lasciarti vincere. Mentre resisti, non sei sconfitto, e qualunque cosa tu provi, ma contro la tua volontà e resistendola, non hai colpa in ciò. Non guardo ciò che senti, ma ciò a cui acconsenti. La sensazione è della carne, ma il consenso è della volontà. E per la carne e per i sensi può essere fatta qualche forza, ma la volontà non può essere costretta ad acconsentire, se così non fosse. “

Parole forti da un soldato esperto. Ma una recluta novizia potrebbe, non diciamoli, ma almeno pensarci? La volontà, cos’è questo e per chi, fino ad ora, non ha fatto se non vivere sotto l’impero dei sensi, con non poca ingenuità? Arriva un giorno inevitabile in cui i giochi dei ragazzi dovrebbero essere lasciati da parte e la vita, la battaglia della vita, deve essere presa sul serio. Il pericolo è che i sensi si sveglino più velocemente della volontà e seminino l’irrequietezza prima che ne sia pienamente consapevole.

C’era un giorno di festa, in cui non c’è lavoro manuale e Pedro vagava nel suo piccolo giardino, senza niente da fare. A dire il vero, era come un disoccupato. Stava molto bene quando, improvvisamente, penetrante e chiaro, arrivò a lui il suono delle campane provenienti dalla città. Questo suono suscitò davanti a lui una visione della grande chiesa cattedrale e della moltitudine dei fedeli. Quindi, per associazione di idee, Pietro immaginava come queste stesse moltitudini, dopo il servizio divino, diventassero al lato popolare della festa, che sapeva non sempre correva in onore di Dio o del bene delle anime. Ricordava l’immagine delle sue sorelle, aprendo casse costose e vestendosi con la migliore ostentazione di una festa. Poi, agitando le mani, hanno ballato una canzone selvaggia intorno a lui, finché lui stesso si è sentito attratto dal baccante vortice, nonostante la sua iniziale opposizione. È come una tempesta che sale in una valle alpina. In primo luogo, l’aria calda in un cielo di ottone, alcune nuvole scure che corrono veloci, e poi, prima che le campane della chiesa tocchino il pericolo, la tempesta improvvisamente esplode, con il fischio strappato dal vento, il luminoso fulmine, la rumorosa artiglieria del tuono e tutto il resto. Così è stato con Pedro. Aveva la sensazione di essere come la vergine della favola, saldamente incatenata alla roccia prima del drago che si avvicinava e il cui respiro bruciante già significava inquinamento. Prudentemente, Pedro decise di andare dal suo Maestro e gli raccontò tutto. Egli non ricevette adeguata consolazione, ma consigli su come affrontare questa situazione del tutto inaspettata. Povero ragazzo, pensava di essere al sicuro da tutto questo! Stava ricevendo la sua prima lezione sulla vita spirituale: quella della vita contemplativa del chiostro è una battaglia spirituale e che la lotta inizia contro sangue e carne, in preparazione per una battaglia ancora più terribile contro i principati o autorità nell’anima (Ef. 6,12) probabilmente quello che ha contribuito a mettere Pedro in piedi, dopo l’esperienza della prima rapina, era il modo pragmatico in cui il suo Maestro esaminava la situazione e ne dava la sua opinione. Disse che nel suo caso non c’era nulla di anormale e che se non avesse potuto annullare le sue paure per sempre, sarebbe servita come stimolante nella speranza di vincere la lotta. Senza dubbio il suo consigliere era ansioso, perché aveva già visto più di una fragile barchetta inghiottita da mari infuriati, come quello che affliggeva l’anima di Pedro. Non appena il novizio lo abbandonò, cadde in ginocchio implorando la vita di suo figlio. Quindi fece ciò che era in suo potere per fornirgli quello che potremmo chiamare un “calmante”, nel senso di un’opera insolita e pesante. Il giovane sarebbe tornato in ritiro con una compito speciale, che doveva iniziare immediatamente e essere completato entro un certo lasso di tempo. Avrebbe dovuto portare l’acqua, secchio dopo secchio dal pozzo del giardino alla sua cella, uno di quei lavori pesanti che Lanspérgio aveva assunto come atto di obbedienza, oppure tagliare grandi pezzi di legno per lo stesso scopo, e generalmente, questi impegni avrebbero tenuto il giovane in movimento nella cella il più possibile.

Il sabato arrivò, alla fine di una settimana che era sembrata un secolo alla causa delle loro terribili emozioni. Pedro trovò alcuni narcisi nel suo giardino e, come fece con tutto ciò che cresceva in lui, li tagliò alla Madonna, per metterli davanti alla sua immagine. Mentre versava acqua fresca nella piccola brocca in cui i fiori sarebbero stati messi, Pedro ebbe un leggero senso di delusione. Per sua madre sembrava averlo lasciato combattere la sua battaglia da solo. Si inginocchiò per offrire un rametto un po ‘sconsolato e invece di una preghiera, l’atteggiamento del suo spirito espresse meglio il rimprovero di un figlio amorevole. Era la prima volta che lei lo tradiva, se lo avesse avuto. Questo è stato un momento stabilito da Dio per l’armistizio: non c’è pace duratura in queste guerre. Con la repentinità di un comando proveniente dall’alto, il tumulto e il frastuono della battaglia cessarono e una strana calma prese il suo posto. “Hanno gridato al Signore nella loro angoscia e li hanno strappati dai guai, placato la tempesta con una leggera brezza, e messo a tacere le onde del mare. Si rallegravano di quella benevolenza “. (Sl 106: 28-30) Pietro sentiva, come sua madre lo aveva dolcemente attirato per le orecchie per aver dubitato di lei. E quale era il suo atteggiamento quando suo figlio stava attraversando quella dura prova? Osiamo interpretare la mente della Regina del Cielo? Saremo così audaci da cercare di penetrare i segreti dei tuoi pensieri? Perché no? Nel corso della sua corona stellata, sopra la sua alta sovranità, il più alto dei suoi titoli, unendo solo con la Vergine, è il titolo di Madre. È lo stesso Dio che chiama con questo nome sacro! E possiamo anche usarlo quando parliamo con lei, perché Gesù ci ha fatti suoi fratelli.

Quindi cerchiamo di essere semplici, e diciamo che durante quei giorni di duro combattimento che Pedro aveva appena attraversato, Ella non solo lo aveva guardato, ma anche aiutato. Sapeva quanto aiuto significasse per lui sapere che gli occhi della sua Immacolata Madre erano su di lui. E se non sentiva la sua presenza, era perché doveva imparare un modo più solido del senso. Ancora di più: Lei, la Regina Madre, si era presentata a suo Figlio, il Re dei cieli, e le aveva raccontato la sua storia. “Chiedi, mia madre, perché non posso togliermi la faccia” (1 Re 2:20), disse una volta un re della terra. A differenza di lui, infine, ha rifiutato la richiesta di sua madre, questo Re celeste ha dato il suo consenso a lei immediatamente, come se si aspettasse di essere invitato a loro, la beata Maria non lo può chiedere tutto quello che non si vuole concedere. Il momento di essere svezzati spiritualmente era arrivato e Pedro si fermò davanti all’immagine della Madonna. Era ancora suo figlio, ma ora suo figlio adulto, con un amore forse meno manifesto ma più profondo e con una grande fiducia nel suo cuore. (Le mie scuse, mia cara Signora, ma visto che sei la nostra amata Regina e Madre, sono sicuro che mi capirai). C’è di più, da quel momento, come giorno dopo giorno è stata recitata l’ordine delle preghiere Prima dice: “Sanctus Dio, Sanctus Fortis, Sanctus et Immortalis …” “Oh Santo Dio, Santo e Forte, Santo Immortale, hanno pietà di noi “, Pedro guardò il suo Signore in un modo nuovo. E ‘come passare un rinascimentale sentimentale ultra di Cristo a una di queste icone bizantine del Volto Santo, guardando attraverso l’abside della nave con un senso di potere maestà e inesprimibile. Gesù aveva attirato il suo giovane cuore con le corde di Adamo, con i vincoli dell’amore (Os 11,4), che non si ssarebbero sciolti mai più. Ora Pedro si sentiva intimamente unito al Corpo di Cristo, “Dio forte e vivente” (Salmo 41: 3). E sapeva anche che con la conoscenza acquisita della propria impotenza, alleata al potere efficace di Cristo, che era anche il suo, poteva sfidare ogni cosa. Avevo cominciato a prendere posto in quello stato di “uomo perfetto”, questa maturità che porta a “la misura di Cristo nella sua pienezza” (Ef. 4,13). L’anno della libertà vigilata si stava avvicinando alla fine e Dom Lanspergio aveva presentato il suo parere favorevole alla comunità, quest’ultima votò a favore della professione di Pedro. La data era fissata per il 24 giugno, il giorno di San Giovanni Battista.

Pedro il novizio (seconda parte)

Pedro il novizio (seconda parte)

dai racconti di Dom Sebastian Maccabe

novizi

Sappiamo che Santa Barbara di Colonia non è stato l’unica certosa in cui tali regole elementari di comportamento sono state insegnato ai novizi in un epoca forse più solida della nostra, ma anche più dura. La cella, con il suo silenzio e la sua solitudine – definita un paradiso dai visitatori casuali – fornisce una disciplina più profonda, una disciplina che scava profondamente sotto la superficie. La perseveranza alla sedia nella interminabile lavoro di stampa, l’illuminazione, il cucito, rilegatura e tutta l’ arte del lavorare un libro fatto a mano. La lettura, rintendendo con essa, ciò che oggi definiremo la lettura spirituale, lo studio e l’opera di memorizzazione. Novizi dovrebbero imparare il salterio a memoria per essere in grado di cantare, senza libro o nessuna luce, nel più breve tempo possibile, almeno le parti dell’ufficio che sono state ripetute più spesso. La preghiera, che può essere il riposo più delizioso dell’anima, può anche diventare una stanchezza suprema. Così l’esercizio della perseveranza è conosciuto solo attraverso gli occhi di Dio. Per un giovane non esercitato, come questo di cui ci occupiamo, gli sforzi spesi a rimanere puntualmente fedeli al corso del giorno, come previsto – e nonostante l’equilibrio pendolare tra la “larva” e gli stati di esaltazione spirituale – in una vera formazione della volontà e, in alcune occasioni, richiederà virtù quasi eroiche. Lanspérgio scrive ad un novizio:

“Fai tutte le cose secondo la tua abilità. Tutto quello che devi fare, sia che si prega o si lavora, fa tutto al suo tempo, con le cerimonie e le peculiarità di ciascuno. E fai loro il meglio che puoi e con uno spirito di pietà. Facendo così, quando il tuo lavoro è finito nel tuo cuore, non sentirai afflizione o amarezza. Una volta stabilita il fondamento del tilore di Dio, il resto seguirà da solo “.

Finalmente siamo più sottili e più esigenti di qualsiasi altra cosa, disciplina nel coro. Consideriamo, in primo luogo, di avere la sensazione di essere non più di una piccola corda nella vasta distesa di un’arpa, collocato lontano dalla scala usata di solito là dove la mano dell’arpista l’attuale Figlio di Davide, nessun impulso non sono di rado . Durante la lunga notte in cui concerto vibra debolmente dall’effetto delle note più basse, ma rimane muto fino a quando il musicista gentilmente salire un vasto arpeggio e toccare la corda del cuore, per un momento. E poi, oh, quanto velocemente! Per essere abbandonati di nuovo, ma lasciando tutto il tuo essere sotto la vibrazione del tocco divino. La disciplina di aspettare Dio, che non ha orari, è particolarmente sentita nel coro. Considerate, in secondo luogo, la formazione offerta dal lavoro di squadra coinvolto nel canto di un coro monastico. Prova il perfetto unisono di voci e di tono, in modo che un altro Dio ascoltatore ascolti il coro di tutto e non voci individuali, se non diversamente indicato canto solista: l’Venite, per esempio, o il dorso di un Responsorio. Quindi, sopra di tutto, per evitare ogni tipo di esibizionismo vocale. In “Meditazioni Devotissimae” che troviamo tra le opere di San Bernardo, che è quello di raccontare un monaco, accusando se stesso: “Spesso ammorbidito la mia voce durante i Santi Misteri a cantare più melodiosamente. Senza dubbio, Dio, che non sfugge nessuno dei difetti che si sono impegnati, non cercando la bellezza del canto, ma la purezza del cuore “. Lanspérgio indica molte precauzioni per i suoi novizi, in modo che evitino gli eccessi di affinamenti e urla nell’esecuzione delle loro funzioni nel coro. Infine, cantatevi per te. È dunque una disciplina di sobrietà, ma gioiosa nel suo sviluppo ritmico; così diversi dalla musica moderna, così come gli esercizi sconvolti di un istruttore militare rispetto ai movimenti ondulati della ginnastica svedese; così efficace per insegnare il perfetto equilibrio dell’anima a cercarlo nel corpo.

Pedro vedendo crescere in sapienza, età e grazia (Lc 2,52). – aveva una notevole crescita nel corso degli ultimi mesi – il suo Maestro era soddisfatto, ma non del tutto senza apprensione. Sembrava un vecchio marinaio in piedi sull’onda frangiflutti, che ammira le linee bianche e graziose di una nuova imbarcazione veloce mentre attraversa la superficie di un mare calmo. Non era tuttavia sicuro del suo comportamento, se si hanno tutte le vele spiegate, se il vento si alzerà, perché il baricentro non è stato abbassato. Ecco quello che è successo qui. C’era un fervore che facilmente suscitava l’emozione, ma c’era una stabilità? La risposta non si farà aspettare.

Pedro il postulante (parte seconda)

Pedro il postulante (parte prima)
dai racconti di Dom Sebastian Maccabe

Il racconto continua…

Pedro, considerava pensieroso, giorni scuri e tempestosi sono venuti a turno, giorni in cui tutta questa questa avventura sembra una follia. “Si tratta di una professione per la vita di un uomo?” – gli sussurrò una voce del dubbio – trenta, quaranta, cinquanta anni a fare questa vita? Erano questi i suoi dilemmi. Tuttavia, come la maggior parte dei giovani di oggi, Pedro a volte aveva sentito parlare di “culto nello spirito” (Giovanni 4:23). E tutti quei lavori di copia a che servivano? Insomma un impegno duro che pesava non poco. In quel tempo, a Santa Barbara (certosa di Colonia) c’era una stamperia perfettamente funzionante, ma ciò non impediva ai monaci di continuare con la loro tradizione multiculturale di trascrizione. “Non è molto importante che cosa facciamo, se questo è quello che dobbiamo fare”.

Quindi l’anno trascorso era sembrato a Pedro un tempo di attesa incredibilmente lungo scivolato più velocemente di qualsiasi altro dei diciotto che aveva appena compiuto. E già era riuscito ad occupare un posto in uno stallo del coro, tanto desiderato. Così, un giorno, capelli tagliati, in abito bianco e avvolto dal mantello nero voluminoso: divenne novizio. Era la vigilia della festa di San Giovanni Battista. “Che cosa è questo bambino?” (Lc. 1,66), così come il testo che è venuto dalla più antica memoria che giorno, mentre guardando il suo nuovo fratellino lì alla fine del coro. Solo Dio poteva rispondere a questa domanda, ma Dom Giovanni aveva lavorato negli ultimi giorni sulle sue “piccole note”. Quando tornò dai primi Vespri, Pedro trovò una nota alla sua porta. Abbiamo solo lo spazio per riassumere i punti culminanti di questo documento.

“Caro figlio, oggi ti ho ricevuto come figlio, e tu mi hai ricevuto come un padre, ” ciò che Dio ha unito, non potrà l’uomo dividere “(Mt 19,6).

Il diavolo ci acceca e sarà geloso della loro salvezza. Della mia dedizione e del tuo progresso; della mia vigilanza e della tua obbedienza. Utilizzerà tutta la sua forza per suscitare divisione e antipatia tra figlio e padre, conoscendo tutto il bene che egli può impedire e tutto il male che può creare. Poniamoci dunque contro il nemico della nostra salvezza. E tu sei così, che nonostante la mia imperfezione e peccato, guarderò con grande fedeltà per il tuo bene e, se lo accetti, diventerai uomo gradito a Dio. Credimi: imperfetto come me, posso rendere perfetto un bambino obbediente. La grazia divina che opera in te, non secondo le mie azioni, ma secondo la tua umile obbedienza. Qualunque cosa ti dice, qualunque cosa ti insegna, non riceverai altrimenti se non come dal Signore Gesù, che ti insegna a un peccatore, come ha detto una volta attraverso Caiaphas (Giovanni 11: 49-52 ) e l’asino di Balaam. (Num. 22, 27-31). Fai quello che fai, farlo con un cuore allegro, perché un triste servitore non piacerebbe al suo Signore. La tristezza rivela uno spirito forzato e non ottiene grazia. Fà in modo che tu possa trovare la gioia del cuore e della grazia davanti a Dio per la tua buona volontà. Sforzatevi di essere il primo in tutto e non l’ultimo. Aspettatii altro, ma non altro per te. In primo luogo nel coro, saluta, prima di tutto, Cristo, che aspetta i suoi soldati e chiede la sua grazia. Un santo orgoglio ti fa sentire pietà, vergogna e una fervida competitività se qualcuno ti supererà nel bene. Il fervore della buona volontà deve essere confermato dall’umiltà, che non attribuisce alcun bene, ma che si riferisce a Dio. Ti farà rendere conto che da Dio e senza di Lui non puoi fare niente, sapere o possedere. Non è perciò in te stesso, intendo con il tuo fervore che metterai la tua fiducia, ma nell’aiuto e nella protezione dell’Alto Altissimo. Il diavolo a volte suggerisce buoni auguri, ma per farli cadere meglio. Incoraggia opere, studi e esercizi spirituali sempre più numerosi e difficili, per non farti meglio, ma per farti scorrere in pericoli intricati e finalmente annegare tutto il tuo fervore. Nelle conferenze dei Padri e nella vita dei santi leggiamo, che tutti questi mali sono generati, sia da un grande rilassamento in alcuni, sia da un fervore immorale in altri. Se rimangono solo cristiani, perdono le loro teste o, adempiendo tutte le presunzioni, come se tornassero al loro vomito (per non usare qui un termine più abietto) (2 Pietro 2: 21-22). Si danno completamente alle consolazioni della carne. Felice il fervore della devozione che è temperato dall’obbedienza! Mi sarebbe piaciuto citare molte delle frasi di Cassiano, ma l’abbondanza mi fa rinunciare. Tutto il libro delle istituzioni dovrebbe essere letto, perché insegna molto bene quanto sia necessario e utile per i giovani religiosi rinunciare veramente a se stessi. Anche San Bernardo lodò l’obbedienza notevolmente; egli vede nell’indice delle sue opere quello che pensa. Infine, figlio mio, ti esorto a quello che dovresti pregare o recitare vocalmente, non farlo in modo ordinario, in fretta, come se il tuo spirito si occupasse di altre cose. Al contrario, eseguilo con l’energia, con tutte le cerimonie debitamente eseguite e con diligenza. Così, ogni volta che ti rendi conto di uno spirito sconnesso, puoi rapidamente tornare indietro. Infatti devi applicarti instancabilmente per compiere l’Ufficio Divino, con devozione e attenzione, in modo che se non hai fatto altro bene, almeno tu fai come dovresti ».

Una spiritualità solida e semplice. È ben conscio che Dom Giovanni Lanspergio è stato contento di scavare profondamente nelle fondamenta della vita spirituale, nella speranza di vedere l’edificio dell’anima aumentare in lui negli anni a venire. Pedro – mi scusi – Dom Pedro ora ha i suoi piedi fermamente fissati al primo passo della scala celeste. Resta da notare quali progressi ha fatto durante il suo anno di prova.