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“Nell’ora della mia morte, Signore, scendi su di me”

Dionigi calci

Oggi in occasione della celebrazione della commemorazione dei defunti, cari amici, voglio offrirvi una deliziosa preghiera del beato Dionigi di Rijkel, una invocazione nell’ora della morte. Ricordando in questo giorno tutti i nostri cari defunti, preghiamo per le loro anime, questa orazione concepita dal “Doctor Extaticus”.

“Nell’ora della mia morte, Signore, scendi su di me”

«O dolcissimo Signore Gesù, splendore della gloria del Padre, sole di giustizia, è per me, è per il tuo piccolo servo, che hai voluto soffrire il dolore nella sua forma più vile; è per la redenzione del mondo che hai dato la tua vita in cima al Calvario e che, in un’ultima preghiera, hai dato il tuo spirito nelle mani del tuo Padre celeste. Ecco dunque ciò che oggi vengo a chiederti: è poter portare e sentire per sempre nel mio cuore il tuo amore, o mio Dio, e il dolore della tua morte che è stata così piena di amarezza; è anche allenarmi ogni giorno a morire con te mediante la mortificazione di tutti i miei vizi, affinché nel mio ultimo giorno respirerò gioiosamente alla Luce della tua Misericordia ed entrerò con te nelle gioie del Paradiso. Nell’ora della mia morte, Signore, scendi a me, e se l’agonia cade su di me, vieni presto in mio aiuto. Ti desidero, vieni a me; Sono circondato da nemici, difendimi; soffro, strappami da questo dolore; gemo, consolami; tremo, rafforzami; ho freddo, scaldami; sono abbattuto, sollevami; io spiro, ricevimi. Che la mia ultima parola quaggiù sia la stessa della Tua ultima Parola sulla Croce, e quando la mia voce non si sente più nella mia gola muta, ascolti almeno il grido del mio ultimo desiderio: “Padre, io cedo l’anima mia nella Tua mani: Dio di verità, mi hai redento”.

A M E N

monaci e candela

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Pregando per il cibo

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Cari amici lettori, dopo aver dedicato diversi articoli al cibo sia come ricette, che come astinenza in periodo di Quaresima oggi voglio offrivi le preghiere recitate prima e dopo dei pasti.

Indipendentemente se il pasto venga consumato in solitudine in cella, o come sappiamo, insieme ai confratelli in refettorio si recitano le seguenti preghiere.

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BENEDIZIONE DEL CIBO PRIMA DEL PASTO

Gli occhi di tutti guardano fiduciosi a te, o Signore, e tu dai loro il cibo a suo tempo. Apri la tua mano e soddisfi il desiderio di ogni essere vivente. Sal. 144,15-16.

(Gloria al Padre, e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era all’inizio, è ora e sarà per sempre. Amen.)

Signore, abbi pietà. Cristo, abbi pietà. Signore, abbi pietà. Preghiera silenziosa. Benedici, O Signore, questi tuoi doni che stiamo per ricevere dalla tua bontà, per Cristo, nostro Signore. Amen.

Qui vengono letti alcuni versetti della Scrittura di propria scelta.

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DOPO PRANZO

Qui vengono letti alcuni versetti della Scrittura di propria scelta.

Ti rendano grazie, o Signore, tutte le tue opere e ti benedicano i tuoi fedeli. Sal. 144.10

(Gloria al Padre, e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era all’inizio, è ora e sarà per sempre. Amen.)

Ti rendiamo grazie, Dio onnipotente, per tutte le tue benedizioni, che vivono e regnano nei secoli dei secoli. Amen.

Qui viene recitato un salmo a scelta.

Signore, abbi pietà. Cristo, abbi pietà. Signore, abbi pietà. Preghiera silenziosa.

A mani aperte, dona ai poveri; la sua giustizia dura per sempre. Il suo capo si alzerà in gloria. Sal. 111.9 Benedirò il Signore a tutte le melodie, la sua lode sempre sulle mie labbra. Sal. 33.2 Che la mia anima si glori nel Signore. Gli umili ascolteranno e si rallegreranno. Sal. 33.3 Glorifica il Signore con me. Insieme lodiamo il suo nome. Sal. 33.4

Sia benedetto il nome del Signore, ora e per sempre. Signore, concedi ai nostri benefattori la vita eterna per amore del tuo santo nome. Amen.

Possano le anime di tutti i fedeli defunti per la misericordia di Dio riposare in pace. Amen.

Lodiamo il Signore e rendiamolo grazie.

6 nuns

Una preghiera di Dom Porion

Dom Jean Baptiste Porion

Per l’articolo odierno, ho scelto per voi, una vibrante preghiera di Dom Jean-Baptiste Porion che vi esorto a recitare con lo stesso trasporto e fervore dell’autore certosino.

Che amore ardente è il tuo, mio Dio!”

“Tu, mio Dio! Io, Tua creatura! Tu, mio Dio, hai sofferto per me. Che amore ardente è il tuo, mio Dio! Chi sei Tu, Tu che sei sceso dal Cielo, cosa sei venuto a fare sulla terra, perché hai sofferto, e quanto e per chi? Tu, mio Dio, ti sei incarnato per soffrire, per soffrire senza misura per me, ingrato e sei morto pregando per il tuo carnefice, chiedendo perdono al tuo Padre celeste. E io! Non sopporto la minima contraddizione, anche se so benissimo che merito di soffrire mille volte di più. No! D’ora in poi non sarò più freddo e indifferente a Te. Ascolterei continuamente il tuo grido: “Ho sete! Soffri di sete, sete fisica, è vero, a causa dei tormenti che ti ho inflitto con i miei peccati. Sete d’amore soprattutto, perché fino ad ora non mi sono dato come Tu volevi… Il mio proposito oggi sarà dunque di darti amore, nient’altro che amore. Tutto quello che farò oggi sarà fatto in unione con te e per amore per te”.

Così sia.


Preghiera per il Venerdi di Passione

Crucifixion-chartreuse Villeneuve les Avignon

Cari amici lettori, eccoci giunti al Venerdi Santo in cui si commemora la passione e la crocifissione di Gesù Cristo.

Intendo offrirvi questa sublime preghiera alla sacra ferita sul costato di Gesù tratta dal Rosario della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo del certosino Dom Giovanni Giusto Lanspergio.

 

“O Padre, ti offro la sacra Ferita del Cuore di tuo Figlio”:


“O padre molto adorabile e molto disinvolto!

Ti offro, in soddisfazione di tutti i miei peccati e di quelli di tutti gli altri, e in riparazione della mia pigrizia, della mia tiepidezza, della mia negligenza e del mio amore disordinato;

Ti offro, dico, questa sacra Ferita del Cuore di tuo Figlio, il Sangue e l’Acqua che ne sono sgorgati e l’immenso Amore dal quale Ti ha amato;

Pregandoti che da questa santa Ferita riversi nella mia anima un Amore purissimo, ardentissimo, perfetto ed eterno, con il quale Ti amo con tutto il cuore e ti benedico in tutto e soprattutto, che Ti desidero solo, che Cerco solo Te, di essere attaccato solo a Te solo, e di usare interamente tutti i poteri del mio corpo e della mia anima per amarti e glorificarti.”

Così sia

Una preghiera di Dionigi di Rijkel.

Dionysius

In occasione del giorno in cui si celebra la memoria del beato Dionigi di Rijkel, voglio proporvi una preghiera che egli concepì per un moribondo condannato alle fiamme eterne. Il noto Doctor Estaticus come sapete fu un eccellente scrittore di mistica motivo per il quale ricevette questo appellativo. Si narra che durante i suoi studi veniva spesso tentato dal demonio, al quale egli impose di reggergli il calamaio in nome di Gesù Cristo.

Eccovi questa bella preghiera:

O dolcissima Vergine Maria, a causa delle preoccupazioni mortali e delle sofferenze interne che il tuo Cuore ha sofferto quando nostro Signore Gesù Cristo, il Figlio vivente di Dio e il tuo, è stato giudicato a morte e condannato alla punizione della Croce, mentre il Gli ebrei gridavano, lo crocifiggevano. Vieni in aiuto del tuo servo che sta morendo, il cui corpo è tormentato dal dolore mortale e l’anima in una strana angoscia, a causa delle tentazioni del demone o della paura che ha i rigori del Giudizio Universale. Vieni, dico, o dolcissima Signora, in suo aiuto, affinché non sia pronunciato una condanna a morte, e sarà condannato a fiamme eterne: al contrario, ottienilo con la tua grazia di intercessione per godersi Gloria, dopo di che sospira ».

Così sia.

Emergenza Covid-19.Un messaggio dalla certosa

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Cari amici lettori del blog, in maniera del tutto inaspettata, a causa dell’ imperversare del maledettamente noto Coronavirus, pubblico questo articolo straordinario. Ma credo, che il suo contenuto possa provare a lenire le preoccupazioni e le sofferenze legate a questa emergenza. Si tratta del testo di un messaggio diffuso poche ore fa da Padre Priore della certosa di Serra San Bruno, Dom Ignazio Iannizzotto. Non aggiungo altro, vi lascio alle sue parole.

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Cari fratelli e care sorelle,                                                              10 marzo 2020

non avremmo mai pensato di trovarci in una situazione tale che si dovesse sospendere la celebrazione della Santa Messa per il pubblico, non solo nella cappella esterna della nostra Certosa, ma anche in tutte le chiese. Tuttavia dobbiamo attenerci alle indicazioni che le autorità hanno stabilito, nella consapevolezza che la responsabilità di tutti sarà l’unica via per superare questo momento di emergenza.

In questi giorni sono arrivate in Certosa molte telefonate di persone che volevano esprimere il loro dolore e la loro costernazione per la privazione della Messa e dell’Eucaristia. Vi siamo vicini con tutto il cuore e offriremo ogni giorno la vostra sofferenza sull’altare.

Noi certosini da sempre celebriamo l’Eucaristia in clausura separati da tutti, ma la nostra Eucaristia è stata sempre celebrata per tutti e in comunione con tutti. Adesso la straordinaria circostanza in cui ci troviamo ci chiama a vivere ancora di più questa speciale comunione: noi continueremo ogni giorno, come sempre, la solenne celebrazione comunitaria del Santo Sacrificio e lo faremo insieme a tutti voi, offrendo la nostra comunione soprattutto per coloro che in questo momento sono privati della partecipazione all’Eucaristia.

In questa situazione non bisogna lasciarsi andare spiritualmente, diventando apatici nei confronti della vita spirituale, ma piuttosto intensificare l’unione col Signore con la preghiera, offrendo a Dio la nostra impotenza, la nostra sorpresa, il nostro timore.

Ogni giorno, i monaci certosini, andando alla Messa conventuale delle 08.00, pregheranno in modo speciale per tutti coloro che non possono parteciparvi, vi invitiamo quindi ad unirvi alla nostra preghiera e alla consacrazione che farà il sacerdote sull’altare. Così come vi chiediamo di unirvi a noi anche per i Vespri, che vengono celebrati ogni giorno alle 17.00, alla fine dei quali faremo una preghiera speciale per l’epidemia.

Possa l’intercessione della Vergine Maria e di San Bruno nostro Padre liberarci da questo male e ridarci la gioia della fraternità.

Un caro abbraccio a tutti, in comunione di preghiera.

Fr. Ignazio

Priore della Certosa

 

Preghiamo tutti insieme il nostro amato

San Bruno

Relazione tra il silenzio e l’orazione costante

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Ancora una domanda rivolta a Dom Dysmas de Lassus, tratta dal libro del cardinale Robert Sarah “La forza del silenzio – Contro la dittatura del rumore”.

Nicolas Diat chiede Come si relazionano il silenzio e l’orazione costante?

Dom Dysmas risponde come segue:

L’espressione orazione costante, non deve indurci ad un errore: non si tratta di recitare orazioni senza fermarsi. In realtà, questa formula si riferisce al modo di stare

continuamente insieme a Dio, di lasciarsi abitare da Lui, di vivere in una maniera cosciente questa abitazione. Questa è la testimonianza di una donna che vive questa esperienza: “Il mio io superficiale vede il mio io interiore in adorazione. E se la superficie vuole implicarsi ed unirsi con un orazione parlata alla adorazione profonda, tutto è finito. Solo posso unirmi a questo io interiore per mezzo del silenzio, contemplare l’adorazione dentro di me e tacere.” ( Cahiers sur l’oraison 211, 1987). Si tratta di una donna che vive in mezzo al mondo, ciò significa che l’esperienza non è esclusiva dei religiosi.

Possiamo considerare il silenzio come una strada fino all’orazione costante, o al sogno: la orazione costante una via fino al silenzio? Formulata così, la domanda sarà troppo semplice, perchè le due cose sono certe. Io preferisco coniugare i due aspetti a ciò che mi riferivo prima: quanto più si penetra nel silenzio,allo stesso modo che, quanto più si entra in intimità con una persona, più spazio occupano il silenzio ed il semplice sguardo. La orazione costante contiene entrambe le cose: una intimità abituale con Dio che rende il suo mistero più accattivante che mai.

Inoltre il monaco riceve quello di cui parlava San Bruno “la pace che il mondo ignora e il godimento nello Spirito Santo”. Il godimento dell’unione intima non necessita di troppe parole. In questo stadio il silenzio non esige più sforzi, lo esige piuttosto per salire di più a Lui.

Questo stadio non è abituale, un fratello certosino che ha sperimentato l’orazione costante mi disse: “Non siamo degni di essa”. Questo vuol dire che la decisione corrisponde all’ospite interiore, allo Spirito Santo che trascina in un mondo nel quale non si può non stare zitto, come quando ci attraversa una intensa emozione. Nella vita ordinaria, acquisterà una forma alla quale mi riferisco in un istante: si prosegue con la vita normale, ma c’è qualcosa nell’interno che continua silenziosamente unito a Colui che amiamo e che ci ama, una amorevole presenza che basta per riempirci totalmente. Quando non viviamo l’uno con l’altro, senza l’uno nell’altro, colui che non è degno dell’azione che Dio opera in lui, e si limita ad unirsi a questo mistero, i cui limiti non ha necessità di conoscere. Non chiede spiegazioni. ” Io sono del mio amato ed il mio amato e mio”, dice il Cantico dei Cantici (6, 3).

Che tutto zittisca affinchè Dio si faccia ascoltare. E come piace dire a voi, si fa ascoltare nel silenzio. Forse per questo i monaci hanno da sempre apprezzato tanto la orazione notturna. Già S. Antonio passava notti intere in orazione. L’ufficio notturno è un momento centrale della vita certosina al quale non rinunceremo mai.

Si tratta di un tempo che si dedica totalmente all’orazione, in mezzo al sonno, e ciò lo rende di una dimensione speciale. L’ufficio notturno è un dono gratuito che si offre solo a Dio. Vegliando di notte, offriamo la nostra povertà, che tanto ben conosciamo, insieme con quella del mondo. Le deliziose parole dei nostri Statuti hanno più senso che mai: «Separati da tutti, siamo uniti a tutti, per stare a nome di tutti al cospetto del Dio vivente».

Mi sono sempre piaciute queste parole del capitolo Missione dell’Ordine nella Chiesa. Mentre il mondo dorme, noi scegliamo di alzarci per unire la nostra lode e la nostra intercessione a quella di Cristo; perchè l’orazione degli uomini, questo vincolo vitale tra il cielo e la terra, non cessi mai. Quando noi andiamo a dormire, altri, i benedettini, i cistercensi, ci sostituiranno.

Novena a San Bruno 2018: IX° giorno

Statua di Giuseppe Lironi in Mafra National Palace

Preghiera di apertura per ogni giorno

Signore, posto nella tua Divina Presenza, ricevi il tributo del mio amore, perdona le mie infedeltà e concedimi la grazia di fare devotamente questa novena. Tramite nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, nell’unità dello Spirito Santo. Amen.

Nono giorno: La santa gioia di Bruno

“La gioia del Vangelo riempie il cuore e tutta la vita di colui che incontra Gesù” (Papa Francisco, EG I.). Queste parole del nostro Papa hanno avuto un perfetto compimento nella vita di San Bruno. Infatti, Bruno ha vissuto la sua vita per Dio nel silenzio, nella solitudine, nella preghiera e nella generosa penitenza, ma sotto il segno e l’impulso di una gioia profonda e santa.

È la gioia di vivere, sempre a Dio e totalmente a Lui, consacrato al suo amore. Un autore ha affermato che “la gioia è il marchio familiare” dei figli di Dio; tutti lo portano con sé “(Padre Ramière).

Questa gioia ha questa spiegazione di San Tommaso d’Aquino: “Poiché la vita contemplativa consiste nella contemplazione di Dio animata dall’amore, si deduce che è sempre accompagnata dalla gioia; non solo perché Dio è l’oggetto contemplato, ma anche per il motivo che porta a contemplare: l’amore. Con queste due cause, Dio e l’amore, la gioia intima e la gioia del contemplativo sorpassano tutti i piaceri umani, poiché il godimento spirituale è superiore a tutti i piaceri sensibili, e il puro amore con cui si ama Dio supera tutti gli amori “(Sommario teologico). San Bruno, si donò a Dio e ricevette da lui la prova del suo amore: la gioia dello Spirito Santo e la trasmise ai suoi figli.

Pater, Ave, e Gloria.

Parole di Bruno

“Il mio spirito esulta nel Signore. Sì, sono saltato di gioia e sono portato via in lodi, mentre vedo crescere i frutti della virtù in te “(Cari fratelli). “Nel deserto ci sono le gioie della gloria eterna e le gioie dello Spirito Santo”. “Lodate il Signore con la gioia interiore dello Spirito, con questa gioia che non può essere spiegata con parole umane” (Salmo 65). “Il giusto salto di gioia, e venire a lei lodare il Signore in contemplazione; dedicatevi alla vita contemplativa che consiste nell’impegnarsi nella preghiera e nella meditazione di Dio e dei divini misteri, lasciando tutto ciò che è del mondo “(Sal 67).

Testimonianze dei suoi contemporanei:

“Bruno voleva che i suoi figli vivessero sempre con gioia, perché lui stesso era sempre felice.”

“Bruno si è distinto in questo: era un uomo di singolare equanimità e aveva sempre un viso allegro” (titoli funebri).

Un Gloria Patri allo Spirito Santo, un Pater, ed Ave a San Brunone.

Preghiera finale.

Concedici, o Padre celeste, la gioia dello Spirito Santo, che ha inondato l’anima di San Bruno, per servirti con gioia in questo mondo e per condividere le tue gioie nel Regno eterno. Tramite nostro Signore Gesù Cristo, tuo figlio, nell’unità dello Spirito Santo. Amen.

Immagine correlata

“Dio, che nella sua infinita bontà, non ha mai cessato di vegliare sugli interessi e sui bisogni della sua Chiesa, ha scelto San Bruno, uomo di grande santità, per restituire alla vita contemplativa lo splendore della sua primitiva purezza. Per questo ha iniziato l’Ordine Cartusiano, infondendolo con il proprio spirito e dotandolo di leggi in grado di guidare efficacemente i suoi religiosi e aiutandoli a percorrere il sentiero della santità interiore (Pio XI – Umbratilem).

PREGHIERA

PER LE VOCAZIONI CERTOSINE

O Dio, che in tutti i tempi hai scelto alcuni dei tuoi figli che, guidati dallo Spirito in solitudine, si sono uniti a Te con amore intimo: ascolta le preghiere della tua Chiesa e degnati di chiamare e rafforzare, anche ai nostri giorni, gli uomini che vivono nel deserto certosino per la lode del tuo nome. Tramite nostro Signore Gesù Cristo, tuo figlio, nell’unità dello Spirito Santo.

Amen.

(Messale cartusiano).

 

F I N E

Novena a San Bruno 2018: VIII° giorno

san Bruno meditabondo

Preghiera di apertura per ogni giorno

Signore, posto nella tua Divina Presenza, ricevi il tributo del mio amore, perdona le mie infedeltà e concedimi la grazia di fare devotamente questa novena. Tramite nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, nell’unità dello Spirito Santo. Amen.

Ottavo giorno: Anima della gentilezza

Una caratteristica peculiare della vita di San Bruno è la bontà della sua anima. Non chiediamoci, perché Dio è Bontà per essenza, infinitamente Buono, l’unico Bene. Questa Bontà spiega la creazione, e specialmente il suo amore per l’uomo, ed è il fondamento, la fonte, la radice di ogni bontà che esiste nel mondo. La bontà di San Bruno è un frutto, conseguenza dei suoi rapporti e unione con Dio. Se la bontà di Dio è riversata su tutte le creature, è evidente che coloro che sono più uniti e imparentati con Dio, partecipano più abbondantemente dello stesso. Ecco perché la bontà di Bruno era un’effluenza della divina bontà ricevuta ed esperita nella sua anima, nei suoi rapporti con Dio. La bontà di Dio lo ha reso un uomo, un’anima di bontà, “un buon padre”, “tutta bontà verso tutti”.

Pater, Ave, e Gloria.

Parole di Bruno

“C’è qualcosa di meglio di Dio? L’anima che ha sperimentato qualcosa di questo Bene, brucia nella fiamma dell’amore e non può fare a meno di esclamare: “Quando contemplerò il volto di Dio?” “La divinità è bontà.” “Signore, tu sei il nostro vincitore sulla tua bontà: sopraffatti con la tua bontà e trionfa in bontà” (Commentario alla Lettera dei Romani).

Testimonianze dei suoi contemporanei:

“Con la sua morte siamo stati privati del sostegno del nostro amato e incomparabile padre Bruno … Aveva il cuore di una madre; lo abbiamo preferito a tutti, perché era bello …; non ha mai sofferto nessuno, perché era sempre unito a Dio … Le manifestazioni della sua bontà verso di noi superano tutto ciò che vorremmo e potremmo dire … (Titoli funebri).

Un Gloria Patri allo Spirito Santo, un Pater, ed Ave a San Brunone.

Preghiera finale.

O Dio, tu sei la bontà e la fonte di ogni bene; versateci addosso e fateci anche noi, come san Bruno, comunicando ai nostri fratelli la bontà di voi ricevuti. Tramite nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, nell’unità dello Spirito Santo. Amen.

Novena a San Bruno 2018: VII° giorno

Mellan Claude bruno in preghiera

Preghiera di apertura per ogni giorno

Signore, posto nella tua Divina Presenza, ricevi il tributo del mio amore, perdona le mie infedeltà e concedimi la grazia di fare devotamente questa novena. Tramite nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, nell’unità dello Spirito Santo. Amen.

Settimo giorno: Aspettando il Signore

La Chiesa, il Regno di Dio in questo mondo, vive in un “orientamento escatologico”, cioè con una tendenza per il futuro; aspettando il loro Signore; sempre uscendo per incontrarlo e correre la sua venuta con amore, desiderio e preghiera. Questo l’escatologia ecclesiale propria vocazione cristiana è vissuta più intensamente per il monachesimo contemplativa, la cui missione arriva anche condurre gli uomini a Dio, ricordandogli la sua esistenza, rinnovando la sua presenza, ricordando loro il paese futuro, mostrando loro la strada e assicurandoli della loro imminenza. La vita di San Bruno era un modello di questa tendenza incessante a Dio di attendere la Sua venuta e di desiderare il Regno dei redenti. Questo orientamento era così profondo in lui che è una caratteristica del suo spirito. In effetti, totalmente donata a Dio e alle realtà eterne, vive questa attesa, questo ritorno del loro Signore, come una sentinella amorevole e veglia di attesa, con il più grande desiderio della sua anima.

Pater, Ave, e Gloria.

Parole di Bruno

“Vivere il velo al Signore è il miglior modo di vivere, il più utile e degno. Pertanto, ho deciso di guardare sempre. E io dico, vieni e loda Dio con tutta la mia voce e con la mia vita. Ho visto e ho sete di te, mio Dio, e di vedere la gloria del tuo volto “(Commento al Salmo 62).

“Il Signore ha creato tutti gli uomini per raggiungere la gioia suprema del Cielo. Felice è colui che, con tutta la sua anima, ha questo obiettivo ed è sempre vigile “(Elegia de S. Bruno, PL 152, 38).

Testimonianze dei suoi contemporanei:

“Bruno è rimasto notte e giorno attento ai comandamenti del Signore … ed è stato un modello per tutti coloro che vivevano nel deserto, mettendo la sua ha detto che l’unica cosa necessaria”. “Bruno era un eremita assetato di Dio”. “Per tutta la sua vita è stato unito alla Parola con un cuore puro” (titoli funebri).

Un Gloria Patri allo Spirito Santo, un Pater, ed Ave a San Brunone.

Preghiera finale.

Concedici, Signore, che, seguendo l’esempio di san Bruno, teniamo vivo in noi il desiderio della tua gloria e prepariamo il nostro ingresso nello stesso, adempiendo la tua volontà. Tramite nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, nell’unità dello Spirito Santo. Amen.