Un giorno di festa alla certosa di Portes

Lo scorso 27 giugno, si è tenuta alla certosa di Portes una cerimonia per celebrare il 900° anniversario della sua fondazione. Una giornata speciale, di festa, nella quale si è svolta una funzione liturgica all’aperto, fuori le mura della certosa. Una rarità, visto che nei suoi novecento anni di storia ciò è accaduto solo tre volte, nel 1978 in occasione dell’anniversario della morte di s. Antelmo, e nel 1984 per i novecento anni della fondazione dell’Ordine certosino. E’ stata celebrata alle ore 15 una messa solenne presieduta dal Vescovo di Belley-Ars Pascal Roland, ed in questa occasione vi è stata anche la cerimonia di ordinazione sacerdotale di un nuovo fratello certosino.
Hanno assistito alla funzione migliaia di fedeli accorsi all’esterno della certosa per partecipare all’evento.
Una doppia occasione per festeggiare una giornata davvero speciale.
Ma chi è questo fratello certosino?
Maryo Szymkowiak, questo è il suo nome ed è un polacco di 42 anni, del quale già vi avevo parlato in occasione della sua ordinazione diaconale, ma proverò oggi a raccontarvi la sua storia personale.
A soli 19 anni Maryo, proveniente da una solida famiglia cristiana molto praticante, si reca presso un convento di benedettini. La sua fede è basata sulla cultura, in un epoca in cui nel suo paese vi è ancora il regime comunista. Egli dice:” “la fede è più in linea con un fervore patriottico che ha permesso di rimanere saldi di fronte a una specie di fede senza persecuzioni … Con entusiasmo. ”
Viene accolto, ma dopo solo un anno non sentendosi particolarmente motivato a quel tipo di vita monastica decide di uscirne. Nei successivi cinque anni Maryo si riversa nella vita laica. Venderà scarpe, continuerà i suoi studi in scienze politiche ed economia frequenta amici ed incontra una ragazza con la quale flirta. “Ma io ho lavorato per la vocazione. In maniera inconscia, la mia anima potesse assaporare qualcosa, come se Dio mi aveva toccato profondamente dalla sua grazia. Non ero solo, non riuscivo a trovare un senso alla mia vita. Quando Dio passa da voi, non vi lascia in pace. Nessun altro rapporto può sopraffare. Anche la mia ragazza ha ritenuto che il mio cuore non era realmente per lei ” . “Dio non è una rivoluzione nell’anima”.
Trascorso questo periodo, Maryo, torna prima dai benedettini, ma poi si rende conto di avere bisogno di una vita più contemplativa e giunge ai Trappisti. Impara il francese abbandona la Polonia e raggiunge l’abbazia di Tamie in Alta Savoia. La vita contemplativa, dice, “necessita di molta maturità: spirituale, umana, e la salute psicologica deve essere robusta. ” dai monaci di Tamie egli ha ricevuto molti insegnamenti, ma presto si rende conto che la sua vocazione è altro, e lascia l’abbazia. Ritorna a fare qualche lavoro, ma nella sua mente e nella sua anima, l’idea della solitudine è predominante. Nel 2001 entra in contatto con la comunità della certosa di Portes, e lentamente dopo un breve ritiro comunica al Priore di voler far parte della comunità chiedendo di essere accolto. Viene ammesso come postulante, ma dopo solo due mesi trascorsi in un rigido inverno e tante difficoltà Maryo su consiglio del suo padre spirituale decide di uscire dalla certosa. Riprende la sua vita, ma tra mille tormenti e tra chi gli dice di non avere stabilità mentale, egli soffre. Lentamente la Provvidenza sta facendo maturare in lui il convincimento definitivo di una scelta apparentemente non idonea alla sua personalità. Nel 2005 Maryo giunto ormai a 32 anni d’età, arriva nuovamente a Portes, dove viene accolto con amore, e dopo pochi giorni diventa sacerdote al servizio della comunità monastica certosina. Egli in quell’occasione parafrasando Giovanni (..ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre) esternerà la sua volontà:
“Voglio che Dio faccia la sua opera attraverso di me. E ‘un dono di sé, dell’amore assoluto. ”
Invito tutti voi cari amici a pregare per questo nuovo certosino, che corrobora la comunità di Portes nel giorno del novecentesimo anniversario. Concludo questo articolo dal contenuto gioioso con una affermazione del Priore di Portes: “Noi qui ci troviamo nell’ essenziale. La vita monastica non è un ritiro, è un dono di sé, si deve dare in amore, dall’amore. Dico spesso che un buon monaco sarebbe diventato un buon marito ed un buon padre “
Auguriamo inoltre al fratello Maryo Szymkowiak una lunga vita monastica.
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