La misurazione del tempo nella certosa di san Martino
Lo scorso 21 dicembre, giorno del solstizio d’inverno, nella certosa di san Martino a Napoli oggi sede dell’omonimo museo, si è svolta una interessante giornata di studio. Essa è stata dedicata ai rarissimi esemplari di orologi solari sei-settecenteschi presenti nel complesso monastico certosino. Come sapete cari amici, lo scorrere del tempo ed il relativo studio per la misurazione dello stesso, è stato da sempre un elemento essenziale dei padri certosini. Essi infatti dedicavano molto tempo alla scienza della gnomonica, al fine di realizzare strumenti che consentissero loro di misurare il tempo con la luce del sole. In passato vi ho proposto vari esempi di meridiane ed altri orologi solari in altre certose, oggi grazie a questo evento svoltosi di recente approfondirò il tema degli orologi presenti nella “mia” certosa. Essi per la precisione sono quattro:
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la meridiana settecentesca di Rocco Bovi (oggetto della prova)
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l’orologio a quadrante multiplo sul parapetto del terrazzino del Quarto del Priore
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l’orologio verticale del Chiostro Grande
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l’orologio meccanico ad ore italiche presente nel Chiostro Grande
L’incontro di studi ha avuto l’intento di realizzare un progetto volto a provvedere al ripristino della funzionalità dei summenzionati orologi. In presenza di un folto pubblico dopo l’esposizione in conferenza dei propositi, si è svolta alle ore 12 la dimostrazione dell’andamento della macula luminosa della meridiana realizzata da Rocco Bovi tra il 1771 ed il 1772, situata negli ambienti della biblioteca del Quarto del Priore. Allo scoccare del mezzogiorno con una precisione impressionante il sole attraverso il foro ha toccato l’apice della verga in bronzo, posta sul pavimento maiolicato su cui sono decorate alla perfezione le costellazioni, tra l’emozione del pubblico intervenuto che ha applaudito fragorosamente.
La meridiana in questione, trattasi di un esempio di meridiana a camera oscura, ovvero un particolare orologio solare che si usava costruire in ambienti chiusi, costituito da un foro su una delle pareti esterne, in direzione sud, e da una linea tracciata sul pavimento, in direzione nord-sud e possibilmente graduata. Questo orologio solare, realizzato per scopi astronomico, calendariali e liturgici, un tempo adornava la ricca e celeberrima biblioteca del Quarto del Priore, essa fa parte del, complesso costituito dagli ambienti destinati alla massima autorità della comunità certosina. La decorazione risale ai primi anni del Settecento, quando nella certosa furono ripresi i lavori per un adeguamento alle nuove tendenze del gusto di quel periodo. Nelle due piccole volte Crescenzo Gamba, affrescò San Martino in gloria e San Bruno che riceve la regola dell’ordine dalla Vergine col Bambino. Di grande pregio artistico è il pavimento, realizzato da Leonardo Chiaiese nel 1771, sulle cui riggiole in cotto maiolicato è illustrata una complessa simbologia con la rappresentazione delle costellazioni, attraversata dal tracciato della verga in bronzo della lunga meridiana solare di Rocco Bovi che funzionava grazie al raggio di sole che filtrava dal forellino posto in alto.
Durante la giornata studi è stato mostrato il ripristino estemporaneo del prezioso orologio marmoreo a quadrante multiplo, situato sul parapetto di in terrazzino del Quarto delPriore, del quale si prevede un successivo intervento di conservazione ed il progetto del restauro dell’orologio verticale del Chiostro Grande con il ridisegno del reticulum temporis..
Sempre nel Chiostro Grande, sulla facciata del campanile vi è un altro orologio, con quadrante alla romana. Le ore “italiche” erano una misurazione bizzarra del tempo, che fu in uso dalla metà del XIV° secolo e perdurò fino al periodo napoleonico quando venne introdotta l’attuale misurazione. L’orologio disponeva di una sola lancetta che si muoveva su di un quadrante che indicava sei ore Esso segnava le cosiddette ore “italiche”, secondo un antico sistema di misurazione del tempo che partiva, anziché dalla mezzanotte come ora, dal momento del tramonto. Il sistema meccanico interno faceva girare una sola lancetta, la quale percorreva quattro giri completi del quadrante nell’arco di ogni giornata. ( http://cartusialover.altervista.org/Curiosando.htm ) Speriamo che al più presto si realizzi la rifunzionalizzazione degli orologi presenti nella certosa napoletana di san Martino, affinchè possano ritornare a funzionare con la medesima precisione dell’epoca in cui vennero concepiti con certosina meticolosità dai monaci.

Pannelli esplicativi del progetto

Prova del raggio solare in camera oscura

Macula solare

Costellazioni nel pavimento maiolicato
Il video che vi offro è stato realizzato qualche anno fa in occasione di un’altro progetto realizzativo, che spero possa portarvi a conoscere meglio visivamente quello che vi ho descritto in questo articolo.
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