Cari amici, voglio offrirvi oggi il testo di una lettera scritta dal compianto Dom Christian Thomas, il “piccolo grande” certosino, meglio noto come Padre Christian. Lo scritto che segue mi è stato inviato da un amico, Enzo Frontera, a lui molto vicino, che lo ha assistito fino ai suoi ultimo giorni di vita terrena, e che è impegnato a tener vivo il ricordo di questo pio certosino.
Non cerchiamo ricchezze terrene è Gesù il nostro unico salvatore
Dappertutto risuona questo grido. Non c’è famiglia senza sofferenza. Noi però, pensiamo spesso che una famiglia è felice perché ricca. Non è vero. La ricchezza non è tutto. Ricordiamo il giovane che non ebbe il coraggio di lasciare le sue ricchezze per seguire Gesù. E quando Gesù sentì il suo rifiuto, disse: “Quanto è difficile per coloro che possiedono ricchezze di entrare nel regno dei cieli. E’ più facile a un cammello di passare per la cruna di un ago che a un ricco di entrare nel regno di Dio”. Quelli che ascoltarono domandarono: “Allora chi potrà essere salvato? E Gesù rispose: ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio”. Gesù, infatti, ripeteva sempre che: “…tutto è possibile a Dio”. E aggiungeva: “…perché vi preoccupate delle cose terrene quando avete un Padre nel Cielo che sa dei vostri bisogni? Cercate prima il Regno dei Cieli, il Paradiso e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta”. Abbandoniamo la via della ricchezza e andiamo, dunque, con Fiducia al trono della Misericordia, cioè a Gesù nato nella mangiatoia. Al Gesù che fu poverissimo durante la sua vita terrena. Gesù diceva infatti:” il figlio dell’uomo non ha una pietra dove riposare il capo”. Gesù parlava così per dirci che non dobbiamo cercare le ricchezze terrene, ma quelle celesti. Andiamo da Gesù. Egli, morendo sulla Croce, disse: “Dio mio perché mi hai abbandonato?” Gesù, in realtà, è morto proprio per mostrarci che Dio non abbandona mai nessuno, ma che dobbiamo cercare la Vera Vita, quella del Cielo, la Vita Eterna. Gesù, nel suo infinito gesto d’amore per noi, ci ha dato la propria Madre. Infatti, indicando Giovanni disse: “donna ecco tuo figlio” . E a Giovanni disse: “ecco tua Madre”. Quindi esclamò: “perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Infine aggiunge: “ho sete”. Gesù ha espresso, sino all’ultimo, la Sua “sete” di salvare tutti noi e ha confermato questo volere, questo desiderio con le parole: “oggi tu sarai con me nel mio Regno, nel Paradiso”. Gesù ha fatto pienamente la volontà del Padre suo Celeste, che vuole la nostra salvezza. Allora “tutto è compiuto” perché ci ha offerto la salvezza ad ognuno di noi. Non restò a Gesù che dire al Padre suo: “rimetto nelle tue mani il mio spirito cioè l’anima mia, il mio corpo, tutto il mio essere”. Perciò, senza esitare, seguiamo Gesù, il nostro unico e vero salvatore. Per seguire Gesù, tuttavia, dobbiamo andare alla S. Messa ogni settimana (domenica o sabato sera) perché ha detto Gesù: “chi non mangia il mio corpo non avrà la vita (la vita dell’anima e la vita del corpo)”. Succede, purtroppo, che non avendo la vita, perché non riceviamo il corpo di Cristo attraverso la comunione e non assistiamo alla S. Messa, si moltiplicano le malattie “tumori, infarti, ictus, incidenti stradali, depressioni” e altre malattie strane (sataniche) che il medico non può guarire. Queste malattie, come diceva Papa Giovanni Paolo II, si guariscono di più con la preghiera che con le medicine. Oltre alla preghiera sono medicine efficaci sia l’acqua sia l’olio, entrambi esorcizzati, se usati con fede. Infatti, parecchi sono guariti bevendo l’acqua santa; altri ancora facendo il segno della croce con l’olio santo sulle parti doloranti o sulla fronte, ogni giorno. Ascoltiamo, dunque, Gesù che dice ad ognuno di noi: “venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e vi ristorerò, io vi darò sollievo. Portate il mio giogo e imparate da me che sono mite ed umile di cuore e troverete ristoro per le vostre anime, poiché il mio giogo è soave. E leggero è il mio peso”. Ritorniamo prima possibile da Gesù. Gesù ci aspetta con tanto amore. Gesù è morto per ognuno di noi. Forse direte: “non sono degno di essere ricevuto da lui”. Nessuno, infatti, è degno di essere ricevuto da lui. Lo diceva Gesù stesso: “se aspettate di essere degni per ricevere la comunione, non la riceverete mai”. E San Paolo aggiungeva: “siamo tutti peccatori e io sono il primo”. Nessuno è giusto, solo Gesù è giusto e lo dice pure il “Gloria nell’alto dei cieli, perché tu solo il Signore, tu solo il Santo, tu solo l’Altissimo nella Gloria di Dio Padre con lo Spirito Santo”. Gesù, però, sottolineava che: “non sono venuto per quelli che si credono giusti, ma per i peccatori”. Gridiamo allora come il ladro sulla Croce, accanto a Gesù: “ricordati di me quando tu sarai nel tuo regno”, e Gesù ti risponderà: “Oggi tu sarai con me nel Paradiso”.
Amen
Padre Christian
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