Oggi, venerdì santo, il giorno in cui i cristiani commemorano la passione e la crocifissione di Gesù Cristo, ecco per voi la seconda parte del testo “Mistero Pasquale, Mistero Trinitario”.
Il mistero di Cristo, che è il mistero di Dio che si dona a noi, è nascosto ai nostri occhi superficiali. Solo Dio può farsi capire. Quante volte nel Vangelo (Lc 18,32; Mc 8,17; ecc) sta scritto: “E non capivano quello che diceva…”; i suoi occhi erano chiusi ed anche le sue orecchie, soprattutto quando si trattava di predizioni della passione e morte.
Solo nella preghiera profonda possiamo capire, perché la preghiera è amore, l’amore è comprensione dall’interno. C’è, per così dire, un’incapacità di percepire il disegno misterioso di Dio, ancor più particolarmente riguardo alla vulnerabilità di Dio in Cristo e in se stesso (perché è amore), Dio senza difesa, come Dio nella sua passione. Dio in Gesù diventa vulnerabilità, perché è amore.
Posso dire che mi ci sono voluti 50 anni di vita religiosa per raggiungere la soglia del mistero e capirne un po’, molto poco la sua profondità. La passione e la morte di Gesù rivelano l’amore del Padre per Gesù, l’amore del Padre per noi, l’amore di Gesù per il Padre e l’amore divino del Redentore per noi.
“Ecco, io vengo a fare la tua volontà, o Dio”.
Gesù rivela lo Spirito Santo, rivela il suo amore per il Padre, il Padre rivela la sua fiducia in Gesù. E resterà per sempre che l’ultima e decisiva espressione di questo amore divino e tenero è l’esaurimento di un povero uomo svuotato del suo sangue: rivelazione della vulnerabilità di Dio. In quel momento della morte di Gesù, si rivela ciò che è vissuto eternamente in Dio.
È difficile capirlo senza amore; se l’amore è assente dal nostro cuore, non c’è possibilità di comprensione. È lì che possiamo vivere la nostra partecipazione al mistero pasquale, il nostro ‘passaggio’ nella notte dei sensi, nel buio della tomba, dove dobbiamo lasciare le nostre forze (immaginazione, intelligenza, memoria, volontà), nella tomba da cui possiamo uscire luminosi con Gesù. Solo la Parola di Dio può illuminarci, trasformarci e rivelarci ciò che è superiore alla nostra intelligenza.
Il mistero pasquale ci supera e non penetra nella conoscenza umana, come dice l’Apostolo (Ef 3,19), è la rivelazione definitiva della Santissima Trinità.
San Tommaso d’Aquino definisce “Conoscenza per connaturalità”. È l’amore che fa conoscere Dio, la conoscenza conduce all’amore. Non si può conoscere Dio senza amarlo. Chi non lo ama è perché non lo conosce.
Ciò che si rivela nel mistero pasquale è un mistero che esiste in Dio, prima della creazione del mondo. L’esaurimento di Dio nell’incarnazione. Esaurimento totale del Padre nel Figlio e del Figlio nel Padre. Il ruolo del Crocifisso Risorto consiste proprio nel rivelare in modo drammatico e definitivo la Passione del Padre.
Gesù soffre, perché già nella Santissima Trinità c’è una passione d’amore che ha condotto il Verbo al seno a Maria e l’uomo Gesù alla morte di croce.
Si nota la difficoltà di spiegare l’incomprensibile, l’inspiegabile (al di sopra della conoscenza umana). Le parole si moltiplicano per cercare di concepire l’inconcepibile. Dio soffre o non soffre? Risposta: Dio ama.
Il mistero pasquale può essere compreso solo nell’amore e attraverso l’amore.
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