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Sant’Ugo di Lincoln esorcizza un indemoniato

Sant'Ugo di Lincoln esorcizza un indemoniato

Oggi, per celebrare la ricorrenza della festività del santo certosino Ugo di Lincoln, voglio illustrarvi un dipinto che richiama la sua peculiarità di esorcista.

Vi ho ampiamente parlato, in precedenti articoli, del certosino Ugo di Avalon, divenuto poi Vescovo di Lincoln e di come è stato oggetto di moltissime raffigurazioni artistiche.

Tra il 1404 ed il 1407 il pittore italiano Gherardo Starnina realizzò per la certosa di Firenze questa tempera su tavola dal titolo: “Sant’Ugo di Lincoln esorcizza un indemoniato“, ovvero uno scomparto della predella di una pala d’altare. Questo episodio richiama uno dei tanti prodigi attribuiti al santo certosino. Provo a descrivervelo…

Al centro della scena un gruppo di eleganti personaggi conduce un uomo con i polsi e le caviglie legate davanti a un santo vescovo. Questi lo benedice con l’acqua santa e lo esorcizza, come mostra il diavoletto che fugge, svolazzando su di un tetto vicino colorato di un rosso acceso. Accanto al carretto con cui è giunto il moribondo posseduto, i carrettieri attendono, osservando incuriositi e spaventati il prodigioso intervento. Il carro ed i cavalli, raffigurati da posteriori, con le splendide architetture colorate che scandiscono la piazza, quinta scenica del miracoloso intervento del santo vescovo certosino, creano una gradevole spazialità. Questo tavola è possibile ammirarla al “Museo Poldi Pezzoli” di Milano.

Gherardo_Starnina

Non fu l’unica raffigurazione di Sant’Ugo di Lincoln del pittore Starnina, il quale volle il vescovo certosino a figura intera affiancato a San Benedetto, ed oggi esposto al “Nationalmuseum” di Stoccolma.

S. Ugo di Lincoln e S. Benedetto Nationalmuseum Stoccolma

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Antoine Sublet, il pittore al servizio dei certosini

Locandina

Con questo articolo odierno, miei cari lettori, voglio portarvi a conoscenza di una interessante mostra monografica dedicata al pittore lionese Antoine Sublet. Una magnifica esposizione è stata realizzata a La Correrie, nel Museo della Grande Chartreuse, essa è stata inaugurata lo scorso 11 giugno e sarà visitabile fino al prossimo 5 novembre. Non perdetela! A seguire un breve video di presentazione.

Ma chi era Antoine Sublet?

Antoine Sublet nasce a Lione, l’8 giugno del 1821, a soli 14 anni fu ammesso alla Scuola di Belle Arti di Lione, ben presto gli fu conferito il terzo premio per il disegno nella categoria ritratto, campo in cui Antoine eccellerà.

Dopo diverse discrete partecipazioni al Salon des artistes di Lione, Sublet fa una svolta fondamentale nella sua vita e carriera tra il 1847 e il 1848, si mette in viaggio, dirigendosi verso l’Italia. In quel periodo, fare il Grand Tour era un viaggio obbligato per gli artisti, una sorta di rito iniziatico. Durante questo viaggio, i giovani artisti si formavano una cultura comune, apprendendo dall’Antichità e dai grandi maestri del Rinascimento.

Da qui la sua palese ispirazione agli artisti italiani del Primo Rinascimento, nel 1857 fu tempo di tornare in Francia, vi fece ritorno in compagnia di una donna che aveva sposato. Ed eccolo al lavoro a Marsiglia, una sua opera, “Il trionfo della Croce” adorna le volte della navata centrale della Chiesa di Saint-Théodore. Poi Sublet lavorerà a Lione in una cappella della ex certosa lionese, pertanto il vero incontro tra Antoine Sublet e l’ordine certosino e solo rimandato di qualche anno…

foto Sublet

Ma quali furono i suoi rapporti con l’Ordine certosino?

La attività pittorica di Sublet, continuerà tra Lione, Belley e Nancy, ed aumenterà la fama tra gli ambiti religiosi, ciò attirò, nel 1877, le attenzioni di Dom Roch Marie Boussinet, Reverendo Padre dell’Ordine certosino il quale lo individua come un’artista cattolico in grado di condividere i valori spirituali certosini.

Comincia una collaborazione che durerà per gli ultimi anni di vita del pittore lionese.

Seguendo una antica tradizione certosina, concernente il dipingere ritratti dei Priori Generali, da esporre nella sala del Capitolo Generale alla Grande Chartreuse, gli fu affidato il compito di riprodurre i ritratti di Dom Jean-Baptiste Mortaize e Dom Charles-Marie Saisson. Nel 1878, un anno dopo, dipinse un’altra opera per la Grande Chartreuse,” Estasi di San Bruno”

Estasi di San Bruno

Nel 1873 l’Ordine certosino decise di fondare in Inghilterra una nuova certosa, a Parkminster in grado di accogliere due comunità espulse dal continente europeo. Questa fu una ghiotta occasione per Sublet il quale fu incaricato di dipingere vari ambienti monastici, ma per non disturbare la quiete monastica, le tele commisionategli, furono dipinte nella casa parigina di Sublet, e poi trasportate su di una imbarcazione e furono poi fissate sulle pareti della Certosa inglese. Tra queste spicca l’opera della Gloria Celeste, ma anche Il Martirio dei certosini inglesi…e tante altre, circa una cinquantina di tele!

Vergine

Le certose che conservano opere di Sublet sono tante, Pleterije, Neuville, Scala Coeli, la Valsainte, Parkminster, Selignac, Montrieux e la Grande Chartreuse. La fiducia verso questo artista fu tale che fu incaricato nel 1884 di restaurare le 22 tele di Eustache Le Sueur sulla Vita di San Bruno. Insomma un’artista davvero poliedrico. Al termine di una fruttuosa carriera, Antoine Sublet morì a Parigi il 17 dicembre 1897, all’età di 76 anni. Dipinse fino alla fine, poiché le sue ultime opere conosciute sono datate1896.

La Mostra

La mostra organizzata con gusto, intende mostrare la produzione pittorica dell’artista nel periodo “certosino”, e celebrare questo pittore e le sue opere che fino ad oggi hanno avuto come spettatori i soli monaci certosini, poichè realizzate per essere ammirate tra le mura delle certose.

Attraverso un’accurata e coinvolgente scenografia espositiva, prodotta in collaborazione con le scuole superiori della regione, il visitatore potrà rendersi conto di come i certosini si confrontano con questi dipinti nei loro monasteri. 

Domingos António de Sequeira, un certosino mancato

Domingos_sequeira
Cari amici in questo articolo voglio parlarvi di un dipinto realizzato dal pittore portoghese Domingos António de Sequeira, intitolato san Bruno in preghiera. Questo dipinto fu realizzato tra il 1799 ed il 1800, ed oggi è conservato nel Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona. Questo valente pittore era da sempre molto religioso, ed i suoi problemi esistenziali acuirono la sua tendenza ascetica al punto che decise di entrare nel 1798 come novizio alla certosa di Laveiras. Egli era seriamente convinto di diventare certosino, in quell’epoca dipinse questa tela imprimendo in essa la condizione che avrebbe voluto raggiungere. Un suo mentore convinto che si sarebbe perso il suo talento pittorico tra le mura della certosa, decise di convincerlo ad uscire 1801, e fu così che il giovane Sequeira abbandonò la vita claustrale per diventare nel 1802 il primo pittore di corte!

Domingos_antónio_de_sequeira,_san_bruno_in_preghiera,_1799-1800
Ma vediamo ora di interpretare questa splendida tela, che raffigura S. Bruno, il quale si trova in orazione all’interno di una grotta, luogo adatto per la preghiera. Va detto che ci troviamo di fronte ad una posizione totalmente insolita per la figura di un santo, La sua collocazione è di totale dedizione e prostrazione, di sicuro è stato intenzionale mostrare l’estasi e il fervore che questo monaco ha mostrato durante la sua esistenza. Bruno ha davanti a sé un libro di preghiere aperto ed al suo fianco un crocifisso, che poggia su due libri chiusi, un teschio e una lampada accesa. Sullo sfondo si vede una ciotola ed una brocca, in riferimento al severo ed essenziale nutrimento certosino. Gli oggetti che il santo ha accanto a se sono proprio del genere vanitas. Il Crocifisso, il teschio e la candela accesa fanno riferimento alla caducità della vita e in ultima analisi al dovere di essere in pace con se stessi, perché in qualsiasi momento la morte può giungere, memento mori, Questa pace deve essere conquistata con una vita dedita alla preghiera ed al silenzio.Sulle mani, giunte nella preghiera, si concentra la luce in modo che sia il focus della visione dell’osservatore. Nonostante le ombre che si addensano sul fondo della composizione, il crocifisso e il teschio si notano a causa della luce della candela accesa. La morte e di conseguenza la vita eterna.
Un opera eccellente come tutte le altre che realizzò nel corso della sua esistenza, la Provvidenza decise di far si che si realizzasse il suo talento pittorico, anziché quello monastico.

Frà Juan Sánchez Cotán

Frà Juan Sánchez Cotán

Professo di Granada

Del Fratello Sánchez Cotán e delle sue doti pittoriche, vi ho già parlato in un precedente articolo, oggi invece ne descriverò il suo carattere e le sue virtù monastiche

Juan Sánchez Cotán, nato alla periferia di Granada, da genitori modesti, ma di una perfetta probità e con una fede ferrea. Predestinato dalla Grazia, ha espresso fin dalla prima infanzia una considerevole attrazione verso la preghiera. Nel corso degli anni, egli fu ammirato da tutti per la sua modestia e le sue prime virtù. Lo videro cercare la solitudine, esercitandosi anche nelle austerità più rigorose. Attitudine sorprendente per la pittura, manifestatasi in lui molto presto, i suoi genitori, nonostante le modeste entrate, lo spinsero sulla via delle belle arti. Ha avuto davvero successo. Ma, lungi dall’averlo inebriato, il successo gli ha gradualmente ispirato una profonda avversione per le vanità della terra.

Dio solo e lui! Dio, con i suoi attributi infiniti; lui, con le sue innumerevoli miserie!

Si può immaginare, per un artista cristiano, una struttura morale più utile da studiare, più fruttuosa di insegnamenti! Egli contempla a volontà, vuole scoprire nuovi aspetti, e conclude: “Tutto è vanità, ad eccezione di servire e amare Dio” Ricco di questi grandi pensieri, ha rotto la sua tavolozza, gettando nel fuoco i pennelli, e andò a chiudersi nella certosa di Granada, per diventare fratello converso. Erano passati i quaranta; ma portato – un dettaglio da notare – un’anima ricca di freschezza adornata ancora di innocenza battesimale. La Grazia, che lo aveva difeso dal grembo di sua madre, lo aveva visibilmente sostenuto nelle tempeste giovanili e nelle difese della sua professione. Il coraggioso cristiano, si arrese al buon Dio senza riserve. Tutti erano convinti. il suo atteggiamento umile e riservato, il suo rispetto per i superiori, la sua deferenza verso i suoi confratelli, la sua obbedienza diligente, il tono moderato della sua conversazione e l’auto-oblio hanno dato alla sua persona uno stile particolare. Completamente, sotto l’abitudine grossolana del monaco. Sopra le rovine del vecchio si levò l’uomo nuovo, pieno di generosità, impregnato di fede, bruciante di zelo, desideroso di rispondere fino alle sue forze, alla chiamata dall’alto. La sua professione solenne ebbe luogo l’8 settembre 1604. Da quel giorno in poi, il fratello Cotan divenne un tipo di regolarità. Si mostrò sorprendentemente agile, passando indifferentemente dal giardino alla cucina, dai campi alla sartoria, alla foresteria. Venne alla religione per soffrire; Si aspettava di dover sopportare alcune prove serie. Fu piacevolmente sorpreso di trovare un relativo benessere. Quando gli hanno parlato nei rigori della regola, ha dichiarato semplicemente che non li conosceva. Tale era il buon fratello: intrepido al lavoro, che si vestiva più di chiunque altro, e tuttavia sempre umile, sempre allegro, sempre calmo. La sua aria sorridente dilatò i cuori. Ognuno ammirava la sua riserva. Adatto a tutti i servizi, conosceva anche i più piccoli dettagli di ogni obbedienza. Ma uomo di dovere, non ha mai lasciato il suo ruolo, facendo tutto nel suo tempo, cambiando professione solo per l’ordine formale dei superiori. Nel momento in cui meno ci pensava, erano incaricati di decorare gli affreschi del chiostro. Il suo istinto si ribellò alla voce dell’obbedienza, e il vecchio artista dedicò i suoi ultimi anni a quest’opera, che per lungo tempo era stata l’ammirazione dei turisti, e degli intenditori. Il successo non lo adulava affatto. Ha conservato intatto il suo amore per l’osservanza. L’umiltà, la pratica della povertà e della mortificazione che rimasero alla fine le sue virtù preferite. Non diciamo nulla della sua pietà, i cui progressi non sono rallentati. La malattia, ha rapidamente tenuto conto di questo corpo minato da austerità e lavoro. L’amato Fratello si estinse nell’odore della santità nel giorno della nascita della Beata Vergine che aveva amato e servito lealmente l’otto settembre del 1627.

Il medesimo giorno della sua professione solenne!

Cotan-aparicion_virgen_rosario

Apparizione della Vergine del Rosario Il primo certosino a destra è un autoritratto di Cotan

Frà Juan Sánchez Cotán, il pittore certosino

Frà Juan Sánchez Cotán

il pittore certosino

Prendendo spunto da una notizia diffusa di recente, riguardante il restauro di diciotto famosi dipinti realizzati per la certosa di Granada dai pittori Vicente Carducho e Juan Sánchez Cotán, ho intenzione di narrarvi la storia di quest’ultimo. Juan Sánchez Cotán, nacque ad Orgaz, vicino Toledo, il 25 giugno 1560  da una famiglia benestante, egli dopo gli studi si dedicò inizialmente all’attività artistica sotto la direzione del manierista Blas del Prado, che lo formò pittoricamente. Cominciò dedicando la sua pittura, inizialmente, a soggetti religiosi, in linea con la pittura dell’epoca. Ben presto però egli dedicò la sua attenzione su altri soggetti, difatti, i dipinti che lo caratterizzeranno saranno soprattutto le sue nature morte, conosciute anche come “bodegones”, perché quasi sempre ambientate in taverne o cucine popolari. Per circa venti anni, fu considerevole  il successo della sua bottega, che raccolse enormi consensi tra la borghesia di Toledo. Ma all’improvviso nella vita di quest’uomo vi fu una svolta radicale, ed inspiegabile, voluta probabilmente dalla Providenza!!!  Juan Sánchez Cotán, a quarantatre anni, decise di chiudere la avviata bottega, rinunciare al successo ed alla fama per ritirarsi in un convento. Egli redasse in data 10 agosto del 1603, una sorta di testamento contenente un inventario di tutte le sue opere, circa sessanta dipinti, la metà dei quali di tema religioso, tredici ritratti, e soprattutto i nove famosi “bodegones”. Dopo aver trascorso un breve periodo presso gli agostiniani per prepararsi alla ben più austera vita monastica certosina, egli fece ingresso alla certosa di Granada, dove fece la sua professione come converso l’8 settembre del 1604. All’interno della clausura, egli ha continuato la sua attività pittorica sapendola ben conciliare con l’attività monastica della severa regola certosina. Due anni dopo, al termine del periodo di noviziato fu mandato a Sègovia, alla certosa di Santa Maria de El Paular, dove vi rimase fino al 1612, anno in cui fece ritorno a Granada. Fu in questa certosa, che  tra il 1615 ed il 1625, realizzò un apprezzato ciclo pittorico di otto quadri, di grandi dimensioni, per abbellire le pareti interne del chiostro, riguardante la storia dell’Ordine di San Bruno. La sua fama di pittore, riuscì  sempre a coniugarla con quella che gli attribuirono i suoi confratelli, per la sua caritatevole disponibilità verso tutti. Il “santo fra Juan”, come amorevolmente fu soprannominato dalla sua comunità, non rinunciava mai a sacrificarsi anche nei lavori più umili. Egli si spense, in odore di santità, e tra l’amore dei suoi confratelli l’ 8 settembre del 1627, lo stesso in cui egli fece la sua professione, il giorno dedicato alla Natività della Beata Vergine Maria. Le sue opere oggi hanno un valore enorme, e sono la testimonianza di uno dei principali interpreti del barocco spagnolo, egli seppe infondere nelle sue opere una austerità tipicamente religiosa, anche e soprattutto nelle nature morte. Pur avendole realizzate principalmente prima della sua decisione di diventare certosino, egli dipinge infatti frutta, verdura, ortaggi, uccelli e pesci, che come sappiamo rappresentano l’essenza dell’austero cibo monastico.  Realismo e misticismo si sposano brillantemente in tutte le sue pregevoli realizzazioni pittoriche. Nell’attesa di poter vedere risplendere le opere recentemente restaurate, vi offro una carrellata di immagini dei principali dipinti di Frà  Juan Sánchez Cotán.

“Bodegones”

Soggetti religiosi


La storia dell’Ordine certosino

Questo è un particolare del dipinto precedente, nel quale notiamo il primo certosino dalla destra  che è l’autoritratto di Frà Juan Sánchez Cotán.