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Ricognizione delle Reliquie del Busto di San Bruno.

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Carissimi amici lettori di Cartusialover e devoti di San Bruno, ecco per voi un documento video davvero eccezionale, oserei dire la testimonianza di un momento storico. E’ con grande emozione che, condivido con voi tutti il video ed alcune foto realizzate dall’amico Bruno Tripodi, il quale ci aveva già regalato immagini del primo atto del restauro del busto reliquiario, del quale vi avevo relazionato in un articolo dello scorso otto ottobre.

In occasione del restauro del busto reliquiario di San Bruno eseguito dal Dottor Antonio Adducci, opera del 1516, realizzata a Napoli, lo scorso 18 ottobre 2021, alla presenza del Priore Dom Ignazio Iannizzotto ed alla comunità certosina, visibilmente emozionata, si è proceduto all’apertura del busto argenteo, alla ricognizione ed al prelievo della reliquia del Santo Patriarca San Bruno.

Assisteremo alle varie fasi del sistema di accesso alla reliquia, che ha inizio con l’apertura dello sportello sottostante mediante apposita chiave, dal quale si accede per poter raggiungere tre perni che tengono unita la testa al tronco. Una volta svitate queste tenute si può separare il volto dal cappuccio ed accedere così alla reliquia.

Per gentile concessione della Certosa pubblichiamo questo video di Bruno Tripodi, al fine di rendere fruibile un documento di rara importanza per la comunità tutta.

Buona visione

Grazie Bruno Tripodi, che ci hai regalato queste immagini molto emozionanti!

E soprattutto GRAZIE alla espressa volontà del padre Priore Priore della Certosa calabrese Dom Ignazio Iannizzotto, per cui è stato possibile documentare l’apertura del busto argenteo che custodisce i resti del fondatore dell’Ordine. Ecco per voi il video e le foto, mentre per l’approfondimento storico sulle reliquie vi rimando all’articolo degli amici de “Il Vizzaro”.

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Un dolce restauro

busto e varia

Nello scorso mese di settembre, presso il Museo della Certosa di Serra San Bruno sono cominciati i lavori di restauro del del busto argenteo di San Bruno e della sua base. A causa della pandemia per il secondo anno consecutivo non si è svolta la tradizionale processione del 6 ottobre, e pertanto in previsione di ciò si è approfittato per restaurare, dapprima la base. La Varia, è stata ripulita tra l’altro da tutto lo zucchero che si è sedimentato sulle lamine, a causa del rituale e gioioso lancio di confetti dei devoti partecipanti alle processioni. Nel corso di questo dolce restauro, sono stati ritrovati anche bigliettini con richieste di “grazia” e formule ex voto. In seguito si è proceduto al restauro del busto reliquiario, il quale sarà poi coperto da una nuova protezione trasparente in policarbonato che sostituirà quella in plexiglass ormai malridotta.

Varia

Il tronetto processionale settecentesco (in dialetto calabrese Varia) è stato realizzato nel 1797 dall’artista napoletano Luca Baccaro. I quattro lati della Varia sono rivestiti di lamine d’argento lavorate a sbalzo con motivi fitomorfi; al centro di ogni lato vi è un medaglione d’argento incorniciato con rami di palma di bronzo. Il lato A raffigura una scena con i monaci certosini risparmiati dal terremoto del 1783. Nel lato B si vedono i monaci che ringraziano Dio per lo scampato pericolo. Nel lato C è riprodotto lo stemma della famiglia Taccone di Sitizano, donatrice della Varia, e nel lato D lo stemma della Certosa. La Varia viene posta sotto al busto reliquiario argenteo di San Bruno, risalente al 1516, e conservato nella chiesa conventuale della Certosa.

Nelle immagini che seguono, dell’amico Bruno Tripodi, osserviamo i restauratori al lavoro e l’apprezzamento del Padre Priore di Serra Dom Ignazio Iannizzotto. Quest’ultimo ha rilasciato una intervista, nella quale con la sua dolcissima voce ci spiega alcuni aspetti del restauro. Un grazie speciale agli amici de “Il Vizzaro”.

La certosa di Genova ed i suoi “rissêu”

Cartusia risseu

Oggi voglio parlarvi della Certosa di San Bartolomeo di Rivarolo a Genova. Questo complesso monastico sorto nel 1297 ed abbandonato dai certosini nel 1797 per la soppressione degli ordini monastici, fu trasformato in chiesa parrocchiale, oggi ancora attiva. Delle sue vicende storiche vi rimando all’articolo sul sito Cartusialover. Premesso che nel 1519 fu costruito il monumentale chiostro grande, di rara eleganza che risulta essere stato il chiostro più grande della Liguria, e che consentì l’aumento del numero delle celle portandole a 18. Ma ora voglio illustrarvi il piccolo chiostro, realizzato nel 1530 e composto da 32 colonne di ordine tuscanico che è caratterizzato dalla sua originale pavimentazione perimetrale a “rissêu”.

Ma che cosa è il “rissêu”?

Il risseu o rissêu è un termine genovese usato per indicare un ciottolo, forse derivante dal francese ruisseau ruscello.

Essa è una particolare pavimentazione tipica della Liguria e che consiste in un mosaico realizzato con acciottolato di pietre solitamente bianche e nere con le quali venivano pavimentati gli spazi esterni di chiese e conventi. Ciottoli di pietra disposti come petali di fiori che seguono antichissime tradizioni orientali, ma che sembra anche riferirsi all’ usanza di ricoprire di fiori freschi le strade, durante la processione del Corpus Domini.

La posa di un “rissêu” era preceduta dalla realizzazione di un disegno precostituito sulla pavimentazione da decorare, su cui si sarebbe basata l’opera. Il fondo era costituito da una malta di calce e porcellana in polvere. La ricerca meticolosa di ciottoli scelti per la forma ed il colore sul greto di fiumi, torrenti spiagge o cave impegnava tempo ed impegno.

Alla certosa, questo monumentale pavimento mosaico a “rissêu” realizzato tra il 1572 ed 1671, è il più antico esempio noto in Liguria di pavimento a mosaico di ciottoli. Essso si estende per 720 metri quadrati lungo il perimetro del chiostro ed è tra i più raffinati e complessi, si sviluppa in 36 riquadri con cornice decorati con motivi apparentemente astratti. Ogni riquadro raffigura un universo con un forte impatto visivo, disegni ipnotici con geometrie e contrasti di cromie, realizzato dai certosini per consentire nell’osservazione un ausilio alla meditazione, mentre passeggiavano tra il colonnato claustrale. Le condizioni di conservazione di questo piccolo tesoro, custodito nell’attuale parrocchia di San Bartolomeo della certosa, sono alquanto precarie, auspichiamo che presto le autorità competenti possano intervenire per ridare lustro a questo pregiato manufatto, da tutelare e riportare all’antico splendore.

A seguire una sequenza di immagini che vi permetteranno di ammirare ciò di cui vi ho parlato.

Certose storiche: Molsheim

Certose storiche: Molsheim

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Ricomincia la rubrica dedicata alle certose storiche, oggi destinate ad un altro uso o ridotte in antichi ruderi, vago ricordo del fasto del passato. Virtualmente vi conduco oggi in Alsazia, ad una ventina di chilometri da Strasburgo, in Francia. Nel 1600, i certosini edificarono una certosa a Molsheim, essa fu una struttura riccamente adornata che contava ben diciotto celle intorno al chiostro grande.

Fu celebre la sua ricca biblioteca contenente volumi e manoscritti rari. Dopo aver vissuto anni la quiete monastica senza grossi disturbi, nel 1791 un incendio distrusse buona parte degli ambienti monastici e l’anno successivo la comunità fu sciolta a causa delle disposizioni a seguito della rivoluzione francese.

Successivamente, nel 1842, vi fu un acquisizione della struttura da parte del comune di Molsheim per insediarvi un ospedale. Solo dal 1985 esiste un museo della certosa, concepito grazie alla Fondazione Bugatti, inoltre una organizzazione di volontariato si è dedicata alla ristrutturazione del chiostro, delle celle, della biblioteca e degli altri ambienti monastici distrutti nei secoli. Essi gradualmente prendono corpo, ridonando alla certosa di Molsheim il vecchio splendore.

Va detto che dal 23 dicembre del 1998, la struttura è stata dichiarata “monumento storico”. Ora largo alle immagini, che ci mostreranno quanto vi ho descritto.

 

La certosa di Coventry sarà restaurata

La certosa di Coventry sarà restaurata

la certosa di Coventry

Dall’Inghilterra arriva una buona notizia circa l’antica certosa di Coventry, prossimamente cominceranno imponenti lavori di restauro. In primavera, con i fondi stanziati si provvederà a dare nuovo splendore al complesso monastico certosino fondato nel XIV° secolo, il quale dopo l’ abbandono dei monaci nel 1535 cadde in oblio. Nei secoli successivi, quel che rimase della certosa divenne sede di una industria locale. Successivamente, dichiarato monumento nazionale fu salvaguardato da associazioni culturali. Del primigenio impianto monastico oggi restano l’antico appartamento del priore, le cui pareti sono adornate da affreschi e pannelli lignei in quercia, ed il refettorio.

La prima tranche di restauri prevede il rifacimento e la ristrutturazione del muro perimetrale del monastero e di quello della chiesa dedicata a S.Anna. In seguito si provvederà a risistemare il parco ed i giardini circostanti, un tempo chiostri monastici abbandonati al degrado da troppi secoli. Gli affreschi medievali presenti alla certosa di Coventry, risultano essere di inestimabile valore essendo tra i più antichi dell’intero Regno Unito. Grande entusiasmo ha suscitato questa notizia anche ad associazioni di volontari, i quali garantiranno il loro contributo per la rinascita di questo splendido monumento.

mura perimetrali e giardini

mura perimetrali e giardini

antico camino

antico camino

scala e pareti interne in legno

scala e pareti interne in legno

affresco medievale

affresco medievale

affresco crocifissione

affresco crocifissione

parete affrescata con figure fitomorfe

parete affrescata con figure fitomorfe

affresco con iscrizione

affresco con iscrizione

targa esterno certosa

targa esterno certosa

 

News: Una conferenza dalla Grande Chartreuse

News:

Una conferenza dalla Grande Chartreuse 

LIVE

La Grande Chartreuse(mappe)

E’ con grande entusiasmo che voglio annunciarvi una conferenza dibattito organizzata per celebrare il decimo anniversario dal restauro effettuato sulla preziosa raccolta di dipinti che rappresentano alcune certose. Nella Grande Chartreuse vi è infatti un intero salone detto “Gallerie des Cartes”dove sono conservati 76 dipinti raffiguranti altrettante certose. Essi furono realizzati dal 1680, per volontà del capitolo Generale dell’Ordine certosino, con l’intento di testimoniare l’estensione certosina in Europa. Questi monumentali dipinti, caratterizzati dalle generose dimensioni ovvero 220cm x 150cm, furono realizzati tra il XVII ed il XIX secolo. Va ricordato che nel corso dei secoli per varie vicissitudini, o per il solo trascorrere del tempo questa collezione, dall’incommensurabile valore artistico e testimonianza dei diversi stili architettonici e delle influenze dei luoghi, ha subito danneggiamenti. Pertanto questa raccolta, essendo riconosciuta  come “Patrimonio certosino e monumento storico”, con  decreto ministeriale O M/01 38 no 82   dell’11 maggio 2001, ha potuto beneficiare di un massiccio intervento di restauro. Esso è stato possibile grazie all’impegno del precedente Priore generale Dom Marcellin Theeuwes  che ha ideato la costituzione di un associazione culturale “Association pour la Restauration des Cartes de Chartreus”, finalizzata alla promozione del restauro delle suddette opere che grazie all’intervento di enti locali e investimenti privati si è potuto concretizzare. Oggi a distanza di dieci anni da quel restauro,  il presidente dell’associazione A.R.C.C. ed il presidente dell’associazione Museo della Grande Chartreuse si ritroveranno in questa conferenza dibattito da loro organizzata ed alla presenza di Dom François-Marie Velut Priore Generale e del procuratore Dom Benoit. Grazie al sito del Museo della Grande Chartreuse, questa iniziativa sarà possibile seguirla in diretta streaming oggi 1 giugno a partire dalle ore 14:30. Nel ringraziare coloro che ci daranno la possibilità di partecipare virtualmente a  questa manifestazione, invito tutti voi a non perdere questa opportunità.

Diretta video in streaming

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