A distanza di due mesi dal clamore dello scorso 8 ottobre quando i certosini di Santa Maria Scala Coeli sono stati salutati per l’ultima volta dai cittadini di Évora, con una manifestazione solenne che ha visto la certosa aperta a tutti ed invasa dai giornalisti e fotoreporter, voglio offrirvi un ultima testimonianza video. In essa vedremo come la vita dei quattro ultimi monaci è continuata tra i medesimi gesti, rituali ripetuti nel tempo. Un tempo dilatato, che scorre lento tra le mura delle certose, esso è stato egregiamente ripreso in questo stupendo filmato, che rappresenta un vero gioiello. Un videoreportage, silenzioso, che risulta essere una preziosa testimonianza, poichè sono le ultime giornate trascorse dagli ultimi anzianissimi quattro monaci che abitavano la certosa di Santa Maria Scala Coeli di Évora in Portogallo.
Gli ultimi quattro certosini sono rimasti in silenzio per ascoltare la voce divina anche nei loro ultimi giorni di permanenza ad Évora.
- Padre Antão López, il Padre priore di 85 anni, spagnolo, che ha studiato lettere e filosofia
- Padre Isidoro Maria, spagnolo, di 92 anni, ex studente
- Fratello Jose Maria, si muove in carrozzina motorizzata di 91 anni, falegname spagnolo
- Fratello Antonio, l’unico portoghese, di 82, ex funzionario doganale portinaio.
Pellegrini del silenzio
(video della rivista settimanale Expresso)
Ed ora vi lascio a queste ultime battute del caro Dom Antão, che sembrano risuonare come un testamento. A lui ed agli altri tre confratelli va il nostro abbraccio in Cristo.
I certosini in Europa sono pochi e vecchi, ma non stanchi, e così, già nel Capitolo Generale del 2011 era stato deciso di chiudere Scala Coeli dove all’epoca vivevano solo cinque ottuagenari. La decisione di chiusura definitiva è stata rimandata di ben dieci anni, grazie alla caparbietà di Dom Antão che fu convincente nel dissuadere la decisione dei superiori. Trascorsi dieci anni quella comunità si è ulteriormente indebolita, un confratello e morto, ma i superstiti hanno condotto una vita monastica ineccepibile nonostante i problemi crescenti legati alla veneranda età.
Ma il superiore condivide la battuta d’arresto: “A questo successo del monastero e dell’Ordine non corrispondeva a un equivalente frutto professionale. “
Mancavano i portoghesi. Gli aspiranti monaci sono arrivati nel corso degli ultimi sessant’anni, ma ad un ritmo insufficiente per poter garantire la sopravvivenza della comunità certosina portoghese ed in questi sei decenni dopo la riapertura della certosa, vi sono stati solo cinque monaci portoghesi in tutto l’Ordine. Resta il profondo rammarico di non poter essere seppelliti in questa che era la nostra casa, e mai avremmo potuto immaginare che alla nostra età ci saremmo dovuti trasferire in un altra certosa, quella di Montalegre, dove ci attendono altri otto confratelli.
Conosciamo meglio Padre Antão. Alla nascita, i genitori lo chiamarono Eduardo e quando aveva 20 anni si unì all’Ordine, lasciando alle spalle il servizio militare che lo ha reso un marinaio e svariate passioni su tutte il calcio, la musica classica e la fotografia. Come monaco voleva essere chiamato Paolo, ma sua madre lo consigliò, e preferì Antão e suo figlio fu d’accordo, ma si impose. Fu quindi Antão, uno degli eremiti più famosi che vivevano nel deserto egiziano nel secolo III d.C. e servì come ispirazione per i certosini. 65 sono passati anni da allora e l’uomo ha mantenuto l’umore andaluso – afferma che “la partenza di Évora è la sua “Cartexit” – .
Tiene sempre una macchina fotografica in tasca.
Per 30 anni, come superiore della certosa de Évora ha vissuto la doppia vita, di giorno a disposizione della comunità, i lavoratori del monastero, le visite. “Il giorno è per gli uomini, la notte per Dio “, dice Padre Antão non dorme quasi: “Altri dicono Messa di giorno, io alle tre del mattino. E così la preghiera dei tre di pomeriggio un quarto d’ora in memoria della Passione di Gesù che ho pregato passeggiando perché se mi siedo, mi addormento. ”
Andando a Montalegre, Dom Antão López, ritornerà ad essere un monaco senza compiti da Priore e quindi potrà tornare al silenzio. “Sarò un certosino normale senza contatto con l’esterno; Era tempo … Sento il bisogno. E per di più, questo sprint finale mi ucciderà … ”Ho visto morire diversi monaci nel sonno e vorrei avere la stessa fine. “Mi sto preparando da molti anni ogni notte perché ciò accada a me. Mi addormento felice e mi sveglio con pietà. La terra, nemmeno nella vita certosina, può essere minimamente paragonata con il paradiso … “E condivide le sue parole più intime:” Signore, fai con me quello che vuoi. ”Ma il dio di Antão non lo ha ancora fatto.
Ha sentito. Qualche anno fa, pensava che fosse giunto il momento. “Avevo qualcosa proprio come un infarto. Il mio cuore e la mia parte destra mi facevano molto male mi sono lasciato andare per circa un quarto d’ora ma credo era molto meno. Ero a letto e stavo ancora, ripetendo Signore, fai con me quello che vuoi. Il cardiologo in seguito mi ha detto: “Altri si agitano, saltano spaventati e muoiono, la sua calma lo ha salvato. “Ed eccomi, non lo so fino a quando, ma sperando che il giorno felice non sia in ritardo. “
In conclusione…. Il tempo certosino è circolare, si inizia a contare quando attraversi i cancelli e la parola chiostro è dietro la schiena, come la croce carica, e si chiude quando ritornano sulla terra e la tomba è coperta dalla croce di ferro. Poi non ci sarà tempo, solo eternità!
Un vuoto impressionante sostituirà il silenzio monastico dei certosini di Evora!
Non potevo non arricchire ulteriormente questo articolo, con un video che ho ricevuto dopo il 3 novembre scorso, ovvero l’ultimo giorno di Dom Antao a Scala Coeli. Nella preziosa testimonianza video che segue, assisteremo malinconici alla chiusura materiale del portone della certosa. Una tristezza attanaglia tutti noi, nel vedere questo anziano Priore lasciare la sua casa, in attesa del Paradiso….che arriverà ma solo quando Dio lo vorrà!
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