CAPITOLO 24
Stabilità
1 La monaca si offre a Dio come perfetta oblazione solo se persevera tutta la vita nel suo proposito: tale è l’impegno che assume, in piena libertà, con la professione solenne. Essendo questo un atto irrevocabile, prima di compierlo si siederà e si chiederà: è davvero determinata a donarsi a Dio per sempre? Di professione, la suora si colloca nella comunità, come nella famiglia che Dio le dona; deve, nel corpo e nella mente, stabilirsi lì permanentemente. (St 30.1)
2 Che dunque ciascuna, una volta consacrata a Dio nello stato di monaca di clausura o di monaca laica, rimanga fedele alla vocazione ricevuta e si sforzi di crescere in essa nella perfezione, per la santità più grande e più grande della Chiesa gloria dell’una e indivisibile Trinità. (St 30.2)
4 Le monache non si persuaderanno facilmente di avere validi motivi per chiedere alle superiori di trasferirle in un’altra casa. Il miraggio di un nuovo ambiente e il richiamo del cambiamento hanno ingannato molti; e non conviene monaca attribuire tanta importanza al clima, al cibo, al carattere della gente, o ad altri particolari di questo genere. (St 30.4)
7 La pazienza e la perseveranza nelle circostanze volute da Dio, sappiamo, promuovono grandemente la contemplazione. È impossibile che l’uomo fissi la sua attenzione sullo stesso oggetto, se prima non ha fissato il suo corpo con perseveranza in un determinato luogo; e la mente deve stare irrevocabilmente su di esso, se vuole avvicinarsi a Colui in cui non c’è né cambiamento né ombra di variazione. (St 30.8)
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