La storia che oggi voglio raccontarvi, riguarda un privilegio che un teologo svizzero, nonchè cardinale, ha avuto al momento della sua dipartita terrena. Innanzitutto brevemente ve lo presento.
Sto parlando di Charles Journet, nato a Ginevra il 25 gennaio del 1891 e deceduto a Friburgo il 15 aprile del 1975. Egli è stato professore di Teologia dogmatica al seminario diocesano di Friburgo dal 1924. Fu presidente della conferenza episcopale svizzera, e partecipò ai lavori preparatorî del concilio Vaticano II, Papa Paolo VI lo elevò alla dignità di cardinale nel concistoro del 22 febbraio 1965.
Questo grande teologo, che fu definito essere:«uno dei ricercatori di ecclesiologia più equilibrati e, soprannaturalmente, ed acuti del XX secolo», in compagnia di altri illustri amici tra tutti Jacques Maritain e Stanislas Fumet, hanno contribuito in maniera determinante a diffondere ed idealizzare la vita monastica certosina. Il cardinale Journet, era un assiduo frequentatore della certosa svizzera di La Valsainte, dove ebbe modo di incontrare e tessere rapporti con diversi monaci. Nel corso della sua vita, e della sua lunga e costante ricerca teologica, Journet ha sempre avuto come riferimento la profonda spiritualità certosina. Va anche detto, che egli confessò ad un monaco, il suo rammarico per non essere diventato un certosino a causa della sua salute instabile.
Charles Journet aveva espresso il desiderio di voler riposare tra i monaci che aveva tanto amato e questi, quando il cardinale si spense all’ospedale cantonale di Friburgo il 15 aprile 1975, mantennero la promessa e lo accolsero tra di loro. Il 18 aprile di 44 anni orsono, infatti, Charles Journet, a causa di questo suo profondo legame con la certosa di La Valsainte, ottenne il privilegio di essere sepolto nel cimitero monastico. Alla presenza di pochi intimi, ed in base al rito certosino di sepoltura, con la sola eccezione di essere interrato chiuso in una bara, le sue spoglie mortali riposano sotto una croce anonima come tutti i certosini. Unico accorgimento adottato dai monaci, è che fu intenzionalmente collocato al centro del cimitero per essere facilmente identificabile. La comunità certosina di La Valsainte accolse il loro amico con il tipico stile sobrio ed essenziale, gli avevano promesso un pezzettino di quella terra, nella quale loro riposano in attesa del giorno glorioso per il quale hanno speso la loro vita.
«Sono stato quattro giorni alla Valsainte, scriveva a Jacques Maritain il 4 agosto 1932 dal seminario di Friburgo, È sempre la regola di San Bruno e il silenzio pieno di Dio».
Ancora oggi e vivissimo, tra i suoi amici monaci e tra coloro che pregano per la sua beatificazione il ricordo della figura di Charles Journet.

cimitero nel chiostro di la Valsainte
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