
Autoritratto di Poccetti
Oggi, giovedi Santo, si celebra il giorno in cui Gesù ebbe l’ Ultima Cena con i Suoi discepoli. Moltissime sono le raffigurazioni pittoriche e scultoree che rappresentano tale scena, io voglio offrirvene due realizzate per i certosini da Bernardino Poccetti.
Pocetti è lo pseudonimo del pittore fiorentino Bernardo Barbatelli. Nato nel 1548, era di bassa statura, da cui derivò il diminutivo del nome. Fu specialista in affreschi di facciate e in decorazioni a grottesche. Il soprannome “Poccetti” pare derivi dalla sua abitudine a “pocciare” cioè a “bere” nelle osterie. Fu un prolifico pittore di affreschi, attivo in Toscana, ha lasciato poche opere a olio, per di più di modesta qualità. Morì a Firenze nel 1612.
I due affreschi, che analizzeremo furono realizzati entrambi per i certosini. Il primo fu eseguito nel 1596 per il Refettorio della certosa di Pontignano, in provincia di Siena, mentre il secondo anch’esso per il Refettorio ma della certosa di Calci, in provincia di Pisa.
La certosa di Pontignano, oggi è il centro congressi ufficiale dell’Università di Siena e meta ideale per soggiorni in Toscana, è adatta per ospitare gruppi, famiglie e singoli visitatori offrendo svariate tipologie di alloggi. Al suo interno, si possono ammirare diversi ambienti monastici residui, tra essi quella che oggi è una importante sala conferenze dedicata al Prof. Bracci. Essa è dislocata negli spazi che un tempo erano destinati a Refettorio della certosa. Questa sala è interamente affrescata da Bernardino Poccetti, che dipinse una prestigiosa e preziosa “Ultima Cena”.
In essa possiamo notare la caratteristica scena in cui Gesù siede al tavolo con gli apostoli, sullo sfondo notiamo un colonnato ed archi, tipici di una struttura certosina. Il momento raffigurato sembrerebbe quello successivo alla predizione del tradimento di Giuda, il quale appare isolato ed evidentemente turbato, con un volto che rivela la sua cupidigia. L’abilità del Poccetti sta nel calare questa scena biblica nella dimensione quotidiana della vita in certosa, poichè raffigura ai lati del tavolo due gruppi di monaci certosini in piedi, silenti spettatori di quel momento.
Alla certosa di Calci, Poccetti dipinge ad affresco l’Ultima cena sulla parete di fondo del Refettorio, sotto le finestre che danno sul chiostro e sopra l’armadio ligneo, con la figura centrale in corrispondenza del sedile priorale. La disposizione dei soggetti è quella classica dei cenacoli, ovvero una lunga tavola con tovaglia bianca posta tra l’osservatore e i personaggi seduti a mensa con al centro il Cristo. In questa raffigurazione i due apostoli seduti alle estremità della tavola hanno alle spalle due Fratelli conversi certosini che provvedono al servizio della tavola. Davanti alla tavola scorgiamo, seduto su di una panca, Giuda che nasconde dietro le spalle un sacchetto, contenente i trenta denari, e gira la testa verso l’eterno della scena a simboleggiare l’isolamento a cui il suo tradimento lo condanna. Sullo sfondo si vede la prospettiva di un porticato, tipico dell’architettura certosina.
Entrambi le opere hanno accompagnato i pasti consumati nei Refettori delle certose toscane, a memoria dell’istituzione dell’Eucaristia.
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