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Testimonianza da Portacoeli

la certosa di Portacoeli

Cari amici, è ormai trascorso un anno da quando un giovane spagnolo di nome Kevin Perez ha fatto il suo ingresso nella certosa spagnola di Portacoeli per abbracciare la vita monastica certosina. Tra l’incredulità dei giovani d’oggi, un giovane del XXI secolo abbandona tutto alla ricerca di Dio tra le mura di una certosa.

Voglio offrirvi un video, in lingua spagnola, che da qualche settimana è presente in rete, nel quale il giovane ci spiega le motivazioni della sua vocazione. Ho tradotto per voi il testo, nel quale egli ci parla di lui e della vita claustrale che lo attendeva. Un gradevole appello ai giovani di quest’epoca in cerca di una via che conduca alla felicità.

Kevin Pérez, un giovane spagnolo, ha partecipato ad alcuni episodi di Catholic Stuff. Nel suo cammino di conversione a Cristo si è unito alle Serve del Focolare della Madre, ha studiato Chimica e Biochimica ed è stato un buon calciatore federato, che ha lasciato quando stava per diventare professionista, quando ha poi sentito la chiamata di Dio al sacerdozio. È entrato in Certosa il 25 marzo 2022, solennità dell’Annunciazione, dopo un intenso processo di discernimento che dettaglia nella sua testimonianza nel video di Catholic Stuff.

Kevin Pérez: «Ho deciso di lasciare l’università, il calcio quando stavo per diventare un professionista e tutto il resto, come risposta all’amore di Dio che mi ha chiamato a essere un prete certosino»

«E poiché l’amore di Dio è tanto grande, anche la mia risposta deve essere la più grande possibile e sapevo che la mia dedizione doveva essere totale e quindi nella vita monastica, nella quale si dona assolutamente tutto. Dopo averci pregato, meditato e fatto varie esperienze in diversi monasteri, ho scoperto che Dio mi chiama alla Certosa, per essere un monaco certosino ordinato sacerdote per sua grazia. Il monaco certosino è un uomo che sacrifica la sua vita per la gloria di Dio e per la salvezza della sua anima e quella degli altri e, in ultima analisi, per il bene della Chiesa»


“Sono cresciuto in una famiglia cattolica in cui è stata mantenuta la pratica della fede, in particolare la preghiera, i sacramenti e la partecipazione alla vita della parrocchia. A 14 o 15 anni Dio mette nel mio cuore un certo desiderio di vita consacrata, di vita religiosa. Da quel momento non lo tengo più a mente nelle mie preghiere ed è una cosa che va piano piano, crescendo man mano che maturo, sia umanamente che spiritualmente” spiega Kevin Pérez.
All’età di 18 anni Kevin conobbe la Comunità delle Serve del Focolare della Madre che si trovavano in Navarra, dove viveva. Quell’estate fu invitato a un pellegrinaggio in Irlanda. “E sono stato felicissimo di andarci poiché ero desideroso soprattutto di sperimentare cosa fosse la vita religiosa. Poi sono andato alla casa del noviziato dei Servi. Attraverso di loro approfondisco il mio amore per la Beata Vergine, che è nostra Madre ed è mia Madre. Cresco anche nell’amore e nella devozione all’adorazione dell’Eucaristia. Insomma, condurre una vita di fede cattolica coerente.
Stavo finendo il liceo e ho iniziato a studiare una doppia laurea in chimica e biochimica all’Università di Navarra. Giocava anche a calcio in una squadra federata e proprio quell’anno avrebbe promosso alla categoria professionisti. Quando stavo per compiere 19 anni, nell’estate del 2015, in pellegrinaggio con le Serve del Focolare della Madre, ho scoperto la mia vocazione.
Con la voglia di darmi per vinta, ho deciso di lasciare sia l’università, il calcio e le cose che mi legavano un po’ al mondo, in modo che appena avessi scorto il luogo dove Dio mi chiamava, potessi entrare. Nel pellegrinaggio ricevo due Grazie specifiche e alla Santa Messa mi fanno vedere che tutte queste grazie che ho ricevuto negli anni mi mostrano il grande amore che Dio ha per me. E come naturale risposta a quell’amore che Dio ha avuto per me, mi ha e mi avrà, ho dato la mia vita a Lui.
“E io rinuncio alla mia vita perché l’amore di Dio è così grande, così infinito, l’amore che Dio ha avuto per me. Quello è stato il momento chiave in cui ho capito che dovevo dare la mia vita a Dio. E poiché l’amore di Dio è così grande, anche la mia risposta deve essere la più grande possibile e sapevo che la mia dedizione doveva essere totale e quindi nella vita monastica, in cui si dona assolutamente tutto.
Dopo averci pregato, meditato e fatto varie esperienze in diversi monasteri, ho scoperto che Dio mi chiama alla Certosa, per essere un monaco certosino ordinato sacerdote per sua grazia. Il monaco certosino è un uomo che sacrifica la sua vita per la gloria di Dio e per la salvezza della sua anima e quella degli altri e, in ultima analisi, per il bene della Chiesa. E questo nel silenzio e nella solitudine che il monastero offre nell’ambiente claustrale, precisamente la cella. Che come dicono molti autori certosini, cercare di vivere di Dio.
Allontanare assolutamente tutto, vivere senza la vicinanza di persone, affetti, pensieri, per dedicarmi completamente e continuamente alla ricerca di Dio, della perfezione, della sua volontà, della gloria di Dio. E questo in modo mistico, misterioso, che ci ritroveremo in paradiso se Dio vuole perché riguarda il resto della Chiesa”.

mon Portacoeli
“Ai giovani che sono nel momento del discernimento e delle decisioni importanti, direi che ciò a cui veramente Dio chiama tutti noi è la santità, è dargli Gloria, è fare la sua volontà. Il modo migliore per aiutare se stessi è fare la volontà di Dio e per questo sono essenziali la preghiera ei sacramenti, le due fonti di grazia che Dio ci dà attraverso la chiesa. È così che si scopre, poco a poco, qual è la volontà di Dio e la vocazione personale che può essere quella naturale nel matrimonio o soprannaturale nella vita consacrata o nel sacerdozio. Vi chiedo preghiere per la mia fedeltà. Cercherò anche di fare la volontà di Dio e che questo ricada su Grazie per tutti. Sappi che Dio ha un piano su di te per renderti felice”, conclude.

Vi invito dunque a pregare per il cammino intrapreso da questo giovane, affinchè possa essere nuova linfa per il nostro amato Ordine certosino.

san Bruno (José Puchol 1743- 1797)

San Bruno a Portacoeli (José Puchol 1743- 1797)

Grangia di Talamanca de Jarama

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L’approfondimento che oggi voglio proporvi è su di una importante grangia della certosa spagnola di El Paular. Conosciuta oggi, impropriamente, come Cartuja de Talamanca de Jarama essa è ubicata nella Comunidad de Madrid, al limite settentrionale dell’area urbana, i monaci certosini in progressiva espansione accumularono proprietà nella vallata e quindi decisero di realizzare questo complesso agricolo, motivati soprattutto dalle fertili condizioni del terreno della pianura del Jarama. I lavori di detto complesso dovettero iniziarono nel XVI secolo, modificando una preesistente enclave militare musulmana del IX secolo di cui si scorgono ancora le mura. Questa grangia si distingue per il suo grande valore storico e architettonico, oltre che per le sue notevoli dimensioni (18 mila mq)).
La sua importanza sta nell’aver conservato materiali, impianti e tecniche costruttive, utilizzate tra il XVI e il XVIII secolo, oltre a rispecchiare l’organizzazione economica delle certose, eminentemente agraria, basata sulla coltivazione dei campi e allevamento animale e, quindi, destinata allo stoccaggio di grano, vino, olio, aceto e diversi capi di bestiame.

Per tale motivo il 23 settembre del 1982, è stata dichiarata monumento storico artistico, dunque Bene di Interesse Culturale.
La proprietà è composta da vari fabbricati, attualmente tutti in cattivo stato di conservazione, è strutturata su due livelli ed è concepita intorno ad un chiostro a forma di elle, all’interno del quale troviamo diversi ambienti di interesse storico, come la cucina che ospita al piano interrato la cantina coperta da volte in mattoni, e la piccola ma deliziosa cappella, con bellissimi affreschi sul soffitto e sulle pareti.

A questi ambienti si aggiungono altre, costruzioni ausiliarie con strutture che mantengono solo una parte del loro perimetro in altezza muraria variabile e senza alcun tipo di copertura. In origine la grangia aveva dimensioni maggiori, ma quel che resta è sufficiente per comprenderne la grandezza e l’importanza che ebbe per quel territorio, non solo di rifornire la certosa di El Paular, ma vendere prodotti per una sana economia che ne garantisse la floridità economica.

Menzione a parte il suo caratteristico ed inconfondibile ingresso principale, che presenta un grande portone architravato con bugne, chiuso da due lamiere lignee con cassettoni e chiodi. Sull’apertura spicca un frontone curvilineo delimitato da una modanatura barocca e con lo stemma di Castilla y León.

La cantina, posta nei sotterranei della grangia, fu edificata nel 1703, secondo l’iscrizione posta nell’arco di accesso. È un quadrato lungo quattro sezioni per quattro di larghezza; ognuno di questi è coperto da volte a crociera in mattoni su pilastri quadrati. Lungo le sue pareti spiccano numerose grandi giare, la maggior parte delle quali incuneate con resti di reimpiego (capitelli e basi). L’edificio dispone anche di altri due magazzini.

Il fienile, risalente al 1799, posto al piano terra sopra la cantina e costituito da un vano di analoghe proporzioni, coperto con travi in legno e volta ad intonaco su pilastri.

La cucina, alla quale si accede attraverso un piccolo chiostrino porticato su montanti lignei con basamento.  Il pavimento della cucina è realizzato con macine in pietra.

La cappella, all’interno della quale vi sono ha dipinti murali sul soffitto e sulle pareti che rappresentano l’Immacolata Concezione, la Santissima Trinità, la Pentecoste e l’Agnello Mistico. Ai lati è presente un basamento in finto marmo su cui sono rappresentati Sant’Ugo, San Antelmo e la Maddalena, l’emblema della Casa dei Borbone e lo stemma certosino. Sull’altare vi è invece un bel dipinto raffigurante l’Immacolata Concezione.

Il definitivo abbandono di questa proprietà avvenne nel 1835 con il decreto di secolarizzazione e confisca emesso da Mendizabal, che costrinse la vendita di tutti i beni dei monaci e l’abbandono dell’area. La grangia di Attualmente di Talamanca de Jarama è di proprietà privata, pur conservando la sua utilità agricola e nota per essere stata utilizzata in numerose occasioni come set cinematografico.

La seconda vita

Per i suoi suggestivi ambienti, la Grangia di Talamanca de Jarama dopo esser diventata di proprietà privata è stata scelta, negli ultimi cinquanta anni, da produttori e registi come quinta scenica per rappresentare ambientazioni riguardanti il seicento spagnolo. Questa location ha visto Marlon Brando, Sigourney Weaver, Arnold Schwarzenegger, Viggo Mortensen, Natalie Portman tra i principali attori che hanno recitato in ruoli storici. Molte sono state infatti le riprese cinematografiche di film, serie televisive e spot pubblicitari, che hanno visto protagonista l’antica grangia certosina come sfondo per la spettacolarità di questo set. Alatriste, Conan il Barbaro, I fantasmi di Goya, I quattro moschettieri, Santa Teresa di Gesù, Farinelli, Capitan Alatriste, Curro Jiménez, Águila Roja, Los Gozos y las sombras, La Celestina, Cervantes, La Cocinera de Castamar, El Ministerio del Tiempo. Sono questi i titoli delle principali pellicole, come ricorda una didascalia all’ingresso del complesso. Nel 2003 e nata Talamanca de Cine, con lo scopo di utilizzare il cinema come risorsa turistica, e in questo modo preservare e diffondere l’ampio percorso storico-cinematografico di questa città. Vi è anche celebrato annualmente, nel mese di giugno, il TALAMANCA FILM FESTIVAL.

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A seguire, due brevi video che ci faranno apprezzare la bellezza e l’importanza di questo sito, antica proprietà certosina, ed oggi importante luogo per realizzazioni cinematografiche.

Un video della certosa della Defension a Jerez

Cartusia Defension

Nell’articolo di oggi, voglio offrirvi una vera chicca che giunge dal passato, inviatami da un lettore. Trattasi di un documentario della tv spagnola “Onda Tv” di Jerez de la Frontera, prodotto nel 1991 dal titolo “La profunda vida de los cartujos“. Il video fu girato all’interno della certosa della Defension della città di Jerez, laddove vi è stata una comunità monastica certosina fino al 2001, anno in cui il Capitolo Generale decise di chiuderla. E’ stato realizzato, ovviamente, in lingua spagnola, e dopo aver fatto una introduzione al complesso monastico circa la sua fondazione e la sua storia scorreranno rare immagini della cospicua comunità certosina dell’epoca, che contava una ventina di confratelli. Essi ci mostreranno la loro vita quotidiana, attraverso una presentazione dei vari ambienti monastici, a cominciare dalla cella. Ascoltermo la mirabile esecuzione del canto gregoriano, a cui farà seguito una spiegazione del funzionamento della “tabula hebdomadaria“. A seguire una carrellata delle varie attività svolte dai Fratelli conversi che contribuiscono al sostentamento ed alla funzionalità della certosa. Vedremo l’ebanista, il fabbro ed i fratelli dediti alla coltura delle arance. Vi saranno anche immagini dello spaziamento e per finire una preziosa intervista al compianto Dom Gerardo Marìa Posada, Priore dell’epoca, di cui vi ho già parlato in precedenti articoli, che con voce pacata ci spiega alcuni aneddoti sulle certose.

A voi la visione di questo breve, ma prezioso video.

Il prodigioso solstizio alla certosa di Miraflores

retablo con luz

Oggi, come ogni anno, in questa data con il “solstizio d’inverno”, comincia l’inverno astronomico che si concluderà il 21 marzo. Nel solstizio d’inverno, vi è la notte più lunga ed il giorno più corto dell’anno.

Come sapete cari amici, lo scorrere del tempo ed il relativo studio per la misurazione dello stesso, è stato da sempre un elemento essenziale dei padri certosini. Essi infatti dedicavano molto tempo alla scienza della gnomonica, al fine di realizzare strumenti che consentissero loro di misurare il tempo con la luce del sole. In passato vi ho proposto vari esempi di meridiane ed altri orologi solari in varie certose, oggi vi voglio parlare di ciò che accade nella certosa di Miraflores, a Burgos nel giorno del solstizio d’inverno.

Da 523 anni, quando arriva il giorno o il periodo del solstizio d’inverno, ovvero il 21 dicembre, nella chiesa della certosa di Miraflores, un fenomeno astronomico può essere osservato, ma di cosa si tratta esattamente?

Il fenomeno astronomico

Intorno al 21 dicembre e poco prima del tramonto, tra le 16:45 e le 17:15, un raggio di sole penetra attraverso il grande oculo che presiede la facciata del tempio e attraversa diagonalmente l’intera superficie del tempio. Il raggio di sole sale lentamente da sinistra a destra e, per alcuni istanti, si ferma alla grande ruota centrale degli angeli che presiede la pala d’altare.

Bisogna fare una premessa necessaria per poter comprendere del tutto quanto avviene e perchè. Innanzitutto soffermiamoci sugli elementi

Il grande oculo

La chiesa della certosa di Miraflores, fu costruita dall’architetto tedesco Juan de Colonia tra il 1454 e il 1484, anche se fu suo figlio Simón a completare i lavori nel 1488. Questi è considerato uno dei grandi geni dell’arte castigliana, artefice quindi anche dell’oculo della facciata anteriore della chiesa elemento importante del fenomeno in oggetto.

Il Retablo

Il sole, come dicevo, entrando dall’oculo attraversa, con i suoi raggi, l’intera chiesa per giungere ad illuminare per pochi minuti un punto preciso dell’altare maggiore.

Il cerchio di angeli (ruota angelica) che circonda il Cristo crocifisso della pala d’altare maggiore, il “retablo” capolavoro dello scultore Gil de Siloè e con policromia e doratura del pittore Diego de la Cruz, il quale utilizzò parte della prima spedizione d’oro che arrivava dall’America! In esso viene rappresenta la vita di Cristo, che viene mostrato crocifisso sulla grande ruota centrale circondato da angeli, da Dio, dallo Spirito Santo e dalla Vergine Maria. In cima alla croce c’è una figura peculiare, un pellicano, un uccello che metaforizza il sacrificio eucaristico perché in passato si credeva che nutrisse i suoi piccoli con ferite autoinflitte. Il tema di questa pala d’altare, commissionata dai monaci, è quindi la celebrazione dell’esaltazione eucaristica e redentrice.

La congiunzione degli elementi

Per ottenere la precisa congiunzione degli elementi che fanno funzionare questo meraviglioso fenomeno astronomico, ovvero il sole, la data e la posizione dell’apertura (oculo) attraverso il quale entra il raggio di luce che illumina il centro della pala d’altare al solstizio d’inverno, vi è stato uno studio approfondito ed un’innegabile complicità artistica tra l’architetto del tempio, Simón de Colonia, e lo scultore della pala d’altare, Gil de Siloè. Ovviamente alla base di ciò l’imprescindibile committenza monastica certosina, custode della evidente intenzionalità teologica di questo straordinario fenomeno astronomico.

Un altro dato importante è, che la pala d’altare fu inaugurata alla fine di dicembre 1499, in coincidenza con il tempo del solstizio, che ne indica il chiaro intento celebrativo. Il costo totale della pala d’altare, compresa la doratura e la policromia di Diego de la Cruz, ammontava a 1.015.613 maravedí, un costo molto alto per l’epoca!

L’osservazione

E’ possibile accedere nella certosa per poter ammirare questo fenomeno poichè nel 1923, la certosa venne dichiarato Monumento Storico Nazionale. Un vero Pantheon Reale a causa dell’imponente altare maggiore ed il sontuoso sepolcro di alabastro che custodisce le spoglie dei fondatori, Giovanni II di Castiglia e di Isabella di Portogallo e del figlio l’infante Alfonso. L’attività monastica ha saputo coesistere egregiamente con questo luogo di interesse storico e artistico, che risulta essere uno dei principali monumenti di Spagna, consentendo l’accesso ai visitatori nella Navata centrale della chiesa ed al chiostro i quali possono essere liberamente visitati.

Non è ancora molto diffusa la conoscenza di questo spettacolare fenomeno, in questo luogo, ma sempre in numero più crescente decine di visitatori si accalcano armati di smartphone o di reflex cercando di catturare, per godere e fotografare, lo straordinario momento in cui un raggio di sole della sera, penetrando attraverso la finestra circolare della facciata della certosa, illumina il Retablo per pochi minuti, regalando ai presenti una suggestiva e magica atmosfera.

retablo 2

Va detto, che recenti studi, sviluppati dalla Università Complutense di Madrid hanno rilevato che anche nel periodo del solstizio d’estate, il 21 giugno, si sviluppano particolari giochi di luce intorno al sepolcro reale. Con l’avanzare del sole al mattino, si accendono le figure dei quattro evangelisti che circondano la tomba a forma di stella a otto punte. Questo fenomeno raggiunge il suo apice, in coincidenza con il giorno di San Giovanni 24 giugno, patrono del monarca. L’intensità della luce permette in quei momenti una visione privilegiata di questo sublime complesso scultoreo gotico.

Le immagini che seguono, ed un breve video spero saranno eloquenti e compendiose di quanto vi ho descritto.

luce oculo

luce oculo 2

luce oculo 3

luce oculo 4

retablo con luz

Una cappella per la beata Beatrice de Ornacieux

A

In occasione della ricorrenza della festività della beata certosina Beatrice de Ornacieux, intendo celebrarla parlandovi della cappella eretta in suo onore, ed ancora oggi luogo di pellegrinaggio.

La storia di questa sublime cappella, e la sua costruzione sono intimamente legate al culto di Beatrice de Ornacieux, difatti a seguito della sua morte, avvenuta il 25 novembre del 1303, la sua fama di santità ed i suoi miracoli furono tanti, che la devozione dei fedeli del luogo crebbe notevolmente. Essi iniziarono a dedicare a Béatrice un culto popolare, che perdurò mer molti secoli, la monaca certosina fu infatti beatificata soltanto nel 1869. La cappella di cui vi parlerò fu edificata nel 1897, diventando un suggestivo luogo di pellegrinaggio, tuttora vivo, esso si svolge la prima domenica di settembre. La cappella di Santa Beatrice, così è conosciuta, sorge in una zona boscosa e si staglia nascosta tra gli alberi sul Mont Saint-Martin ad Eymeux, su un promontorio dominante l’Isère, ed il panorama che si scorge si estende fino a Romans. Le immagini che seguono, ci faranno apprezzare la bellezza di questo suggestivo luogo di culto, ideale per meditare in silenzio e pregare la nostra amata Beatrice.

Statua di Beatrice nella chappelle a Eymeux

Preghiera

Oh beata Beatrice, hai tanto amato Gesù che il tuo ideale era seguirlo nel deserto e nella povertà.

Donaci il tuo amore per Gesù e per la povertà.

Amen

Per chi volesse ulteriormente approfondire la sua vita, consiglio questo libro acquistabile online a questo link.

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Certose storiche: Lechnica

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Oggi vi propongo l’ultimo approfondimento, per quest’anno, sulle certose storiche che hanno avuto un glorioso passato e delle quali oggi restano poche tracce.

Stavolta vi parlerò della certosa di Lechnica, sita nella attuale Slovacchia.

Questo monastero, è conosciuto anche come “Červený Kláštor”, ovvero il Chiostro Rosso, a causa del caratteristico colore del tetto. Il complesso monastico, fu fondato nel 1319, da Gall conte di Szepes, e dal duca Henri suo fratello. Fu costruito inizialmente in legno, poi furono integrati mattoni e pietre appunto di colore rosso, come le cornici sotto i tetti e le nervature delle volte, nonchè le tegole rosse utilizzate per le coperture. Una comunità certosina proveniente dalla certosa di Erfurt, avviò la vita monastica, ed in seguito il Capitolo generale dell’Ordine la incorporò nel 1427 nella Provincia inferiore della Germania.

Nel 1431 gli Hussiti la danneggiarono pesantemente, il priore del monastero fu rapito e i locali furono dati alle fiamme e saccheggiati. La ristrutturazione avvenne lentamente, la chiesa della certosa fu consacrata soltanto nel 1449.

Červený Kláštor gradualmente divenne un importante centro religioso al confine ungherese-polacco. Attraverso donazioni, acquisì grandi appezzamenti di terreno e ottenne importanti privilegi, tra cui il diritto di pescare sul vicino fiume Dunajec.

Ma a seguito delle guerre i certosini, cominciarono a perdere proprietà e divennero bersaglio di violente incursioni. A poco a poco, i monaci furono costretti a lasciare il monastero. Nel 1563 la certosa fu soppressa e, con la morte dell’ultimo priore, cessò praticamente la vita monastica.

Dopo la partenza dei monaci certosini dal monastero di Lechnica, la struttura perse il suo carattere di dimora spirituale.

Durante il XVII secolo le autorità certosine tentarono invano di rientrare in possesso di Lechnica ma invano. Nel 1705 la struttura fu affidata ai Camaldolesi, i quali furono poi espulsi nel 1782 da un decreto di Giuseppe II. Ebbe inizio un declino inevitabile. L’antica certosa subì un incendio nel 1907 e fu gravemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale, ma dopo essere stata ricostruita nel 1956–66 fu riaperta al pubblico ed oggi funge da museo. Le immagini ed il video che segue, ci faranno apprezzare la maestosità del complesso monastico di Lechnica.

Antoine Sublet, il pittore al servizio dei certosini

Locandina

Con questo articolo odierno, miei cari lettori, voglio portarvi a conoscenza di una interessante mostra monografica dedicata al pittore lionese Antoine Sublet. Una magnifica esposizione è stata realizzata a La Correrie, nel Museo della Grande Chartreuse, essa è stata inaugurata lo scorso 11 giugno e sarà visitabile fino al prossimo 5 novembre. Non perdetela! A seguire un breve video di presentazione.

Ma chi era Antoine Sublet?

Antoine Sublet nasce a Lione, l’8 giugno del 1821, a soli 14 anni fu ammesso alla Scuola di Belle Arti di Lione, ben presto gli fu conferito il terzo premio per il disegno nella categoria ritratto, campo in cui Antoine eccellerà.

Dopo diverse discrete partecipazioni al Salon des artistes di Lione, Sublet fa una svolta fondamentale nella sua vita e carriera tra il 1847 e il 1848, si mette in viaggio, dirigendosi verso l’Italia. In quel periodo, fare il Grand Tour era un viaggio obbligato per gli artisti, una sorta di rito iniziatico. Durante questo viaggio, i giovani artisti si formavano una cultura comune, apprendendo dall’Antichità e dai grandi maestri del Rinascimento.

Da qui la sua palese ispirazione agli artisti italiani del Primo Rinascimento, nel 1857 fu tempo di tornare in Francia, vi fece ritorno in compagnia di una donna che aveva sposato. Ed eccolo al lavoro a Marsiglia, una sua opera, “Il trionfo della Croce” adorna le volte della navata centrale della Chiesa di Saint-Théodore. Poi Sublet lavorerà a Lione in una cappella della ex certosa lionese, pertanto il vero incontro tra Antoine Sublet e l’ordine certosino e solo rimandato di qualche anno…

foto Sublet

Ma quali furono i suoi rapporti con l’Ordine certosino?

La attività pittorica di Sublet, continuerà tra Lione, Belley e Nancy, ed aumenterà la fama tra gli ambiti religiosi, ciò attirò, nel 1877, le attenzioni di Dom Roch Marie Boussinet, Reverendo Padre dell’Ordine certosino il quale lo individua come un’artista cattolico in grado di condividere i valori spirituali certosini.

Comincia una collaborazione che durerà per gli ultimi anni di vita del pittore lionese.

Seguendo una antica tradizione certosina, concernente il dipingere ritratti dei Priori Generali, da esporre nella sala del Capitolo Generale alla Grande Chartreuse, gli fu affidato il compito di riprodurre i ritratti di Dom Jean-Baptiste Mortaize e Dom Charles-Marie Saisson. Nel 1878, un anno dopo, dipinse un’altra opera per la Grande Chartreuse,” Estasi di San Bruno”

Estasi di San Bruno

Nel 1873 l’Ordine certosino decise di fondare in Inghilterra una nuova certosa, a Parkminster in grado di accogliere due comunità espulse dal continente europeo. Questa fu una ghiotta occasione per Sublet il quale fu incaricato di dipingere vari ambienti monastici, ma per non disturbare la quiete monastica, le tele commisionategli, furono dipinte nella casa parigina di Sublet, e poi trasportate su di una imbarcazione e furono poi fissate sulle pareti della Certosa inglese. Tra queste spicca l’opera della Gloria Celeste, ma anche Il Martirio dei certosini inglesi…e tante altre, circa una cinquantina di tele!

Vergine

Le certose che conservano opere di Sublet sono tante, Pleterije, Neuville, Scala Coeli, la Valsainte, Parkminster, Selignac, Montrieux e la Grande Chartreuse. La fiducia verso questo artista fu tale che fu incaricato nel 1884 di restaurare le 22 tele di Eustache Le Sueur sulla Vita di San Bruno. Insomma un’artista davvero poliedrico. Al termine di una fruttuosa carriera, Antoine Sublet morì a Parigi il 17 dicembre 1897, all’età di 76 anni. Dipinse fino alla fine, poiché le sue ultime opere conosciute sono datate1896.

La Mostra

La mostra organizzata con gusto, intende mostrare la produzione pittorica dell’artista nel periodo “certosino”, e celebrare questo pittore e le sue opere che fino ad oggi hanno avuto come spettatori i soli monaci certosini, poichè realizzate per essere ammirate tra le mura delle certose.

Attraverso un’accurata e coinvolgente scenografia espositiva, prodotta in collaborazione con le scuole superiori della regione, il visitatore potrà rendersi conto di come i certosini si confrontano con questi dipinti nei loro monasteri. 

6 ottobre omaggio a San Bruno

6 San Bruno V. Carducho (Prado)

Carissimi amici lettori di questo blog, eccoci giunti al 6 ottobre giorno del “dies natalis” del nostro amato San Bruno. Per questa lieta ricorrenza, voglio offrirvi una preghiera attribuita proprio all’iniziatore e ispiratore dell’Ordine certosino. Recitiamola con devozione amici. A seguire vi ripropongo la puntata di “Parole dal silenzio” dedicata alla descrizione della vita del santo.


(Preghiera attribuita a San Bruno)

Tu, che sei il mio Signore,
tu, di cui preferisco la volontà alla mia,
non posso più accontentarmi di pregare con le parole:
Ascolta il mio grido che ti supplica come un immenso clamore …

Tu, il cui servo mi sono fatto,
con perseveranza ti prego,
e ti pregherò ancora,
per meritare di ottenerti.
Perché non è un bene della terra quello che cerco;
Chiedo solo quello che devo chiedere: solo tu!

Abbi pietà di me
E poiché la tua misericordia è immensa
e il mio peccato grande,
abbi pietà di me grandemente
proporzionata alla tua misericordia!

Allora potrò cantare le tue lodi
mentre ti contemplo, Signore.

Ti benedirò con una benedizione
che durerà per tutta la vita.

Ti loderò attraverso la lode e la contemplazione,
in questo mondo e nell’altro,
come Maria di Betania, il cui Vangelo ci dice che
ha scelto la parte migliore.

AMEN

Un’incontro con Dio: la certosa

copertitolo

Cari amici, il titolo di quest’articolo è il titolo di un un raro video dei primi anni novanta, con una qualità discreta rispetto ad oggi, ma testimonianza inedita e preziosa. Esso fu realizzato alla certosa di Serra San Bruno ed oggi è stato riversato in sistema digitale allo scopo di salvarlo dall’oblio e pubblicato su youtube, ciò lodevolmente senza nessun scopo di lucro.

Potremmo godere, di favolose riprese aeree dell’intera superficie della certosa calabrese e degli incantevoli luoghi ove sorge Santa Maria del Bosco con il vicino Dormitorio di San Bruno e del suggestivo laghetto. La perla assoluta di questo documento video, secondo il mio modesto parere, è rappresentato dall’audio del discorso fatto da Papa Giovanni Paolo II alla popolazione serrese in occasione della sua visita in certosa, avvenuta il 5 ottobre del 1984. Scorgeremo anche immagini inedite di quella visita.

Potremo ammirare la voce del Padre Priore Dom Gabriele Lorenzi, intento ad accogliere un novizio, scorgeremo inoltre nelle varie riprese alcuni certosini di quel periodo, che nel corso degli anni vi ho fatto conoscere da questo blog, come i compianti Padre Christian e Padre Elia.

A seguire vedremo riprese dei vari ambienti monastici, alcune davvero inedite!

Si prosegue con la giornata tipo di un monaco tra silenzio, solitudine, preghiera e meditazione. Dalla voce di un monaco, un ex profugo vietnamita ascolteremo una profonda riflessione sul senso della vita claustrale certosina una rarità unica!

Saremo inoltre allietati da una sublime esecuzione di una emozionante Salve Regina.

Nel video che vedrete, sono state inserite anche inedite immagini della visita in certosa dell’ arcivescovo brasiliano Dom Helder Camara, avvenuta il 25 settembre del 1990. Forse vi ho anticipato troppo, ora non resta che goderci questa vera chicca che viene dal passato, senza dimenticare di ringraziare chi all’epoca realizzò il video e chi ne ha curato la conversione digitale e la diffusione.

Buona visione

Certose storiche: Cazalla

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Continua l’approfondimento sulle certose storiche, che hanno avuto un glorioso passato e delle quali oggi restano poche tracce. Vi farò conoscere meglio la certosa di Cazalla immersa tra le montagne della Sierra Morena nel sud della Spagna. Situata in un luogo incantevole a circa 650 metri di altitudine, tra boschi e vegetazione fitta attorniata da diverse sorgenti d’acqua. Una comunità certosina si insediò dal 1476 in un precedente complesso monastico, anche se la data di fondazione della certosa risulta essere il 1479. Tra alterne vicissitudini, i certosini rimasero a Cazalla fino al 1835, allorquando furono espulsi a seguito della confisca di Mendizábal, e da allora il complesso monastico cadde in rovina. Soltanto nel 1973, i resti di questa antica certosa furono acquistati da un privato con l’intento di restaurarli e riportarli all’antico splendore. Nel 1986 fu conferito il premio “Europa Nostra” assegnato per l’impegno del restauro di un monumento di grande valore storico ed architettonico. Attualmente è stata riconvertita in un luogo con ambienti per convegni, per matrimoni e cerimonie con diversi posti letto. Le immagini che seguono ci mostreranno quel che resta del cenobio certosino, ed un video con una visita guidata (in spagnolo) ci illustra gli ambienti monastici residui.

Vi allego, inoltre, una interessante visita virtuale concepita per apprezzare “da vicino” le bellezze di questa antica certosa

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VIRTUAL TOUR