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La vita eterna come sublime conoscenza del Padre

La vita eterna come sublime conoscenza del Padre

meditando-nel-cimitero

In occasione di oggi 2 novembre, commemorazione dei defunti, vi propongo questo testo estratto da un sermone di un Priore certosino. Il contenuto è un excursus sul tema della vita eterna, ricca di citazioni e pregna di profonda saggezza spirituale. 

A seguire un video con suggestive immagini di una sepoltura certosina a Santa Maria di Scala Coeli di Evora, in Portogallo, tratte da questo sito

Sermone

Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo” (Gv 17,3). Dice San Paolo agli Efesini: “Siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio” (Ef 3, 18-19).

Questa vita dà all’essere umano, la sua più perfetta e gratificante realizzazione, perché compie il motivo per cui Dio ci ha creati: la glorificazione del suo nome, del suo Essere, della sua paternità, è la vocazione fondamentale e primordiale di ogni essere umano come immagine viva e sublime della perfezione divina. La partecipazione alla vita Trinitaria.

Solo nella vita eterna l’uomo raggiunge lo scopo per cui è stato creato, secondo la parola del grande vescovo Ireneo: “La gloria di Dio è l’uomo vivente. La vita dell’uomo è la visione di Dio”.

C’è una leggenda molto bella! Una volta, un monaco stava pregando. Egli visse 300 anni dopo il grande sant’Agostino. Il nostro monaco ebbe una visione: gli sembrava di vedere Sant’Agostino alla porta del cielo in un atteggiamento che esprimeva sorpresa, ammirazione. Entusiasta, rapito! Non riusciva ad attraversare la porta e neanche uscire o fare qualcos’altro, ma solo restare fermo.

Padre mio, esclamò questo monaco! Dopo 300 anni, sei ancora alla porta? Non entri? Ma perché non entri?”

Sì, dice il santo Dottore. Sono ancora alla porta, ammirato e paralizzato”.

È una leggenda, ma il messaggio è pura verità! La gioia e la bellezza della vita eterna sono così ammirevole, che la più brillante e privilegiata intelligenza di uno dei più grandi Dottori della Chiesa, che durante la sua vita ha ricercato i problemi più profondi della teologia e della divinità, di fronte alla visione di Dio non ha potuto scappare e non si è stancato di guardare 300 anni, da lontano, una bellezza infinita e l’amore offerto in modo tale, che il tesoro di tutte le bellezze del mondo raccolte, risulta essere solo un’ombra insignificante.

Ripeto che si tratta di una leggenda, ma il suo contenuto è di una saggezza profonda. Un altro Dottore della Chiesa, San Giovanni della Croce, ha scritto parole che possono anche farci riflettere (Cantico spirituale, Canzone XI).

Il Dottore mistico spiega che qui sulla terra, l’anima innamorata vuole morire per possedere la bellezza divina e per essere posseduta da questo grande Dio, il cui amore ha rubato e ha colpito il suo cuore. Egli spiega: “Sarebbe poco voler morire in vista della bellezza divina, al fine di goderla per sempre. L’anima, se percepisse appena una traccia della bellezza e sublimità di Dio, non vorrebbe solo una morte per contemplarla per sempre, ma mille dolorose morti sarebbe in grado di soffrire con gioia, al fine di vederla anche se per un attimo; e dopo averla vista (anche un solo attimo), chiederebbe di soffrire tante altre morti per vederla novamente”.

È la conferma delle parole di San Paolo ai Corinzi: “né mai entrò in cuore di uomo, ciò che Dio ha preparato per quelli che lo amano” (I Cor 2,9).

Inesauribile illuminazione di luce! Ineffabile dolcezza di amore!

E San Giovanni viene anche a noi quando scrive: “Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! (…) Ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando Egli si sarà manifestato, noi saremo simili a Lui, perché lo vedremo così come Egli è” (I Gv 3,1-2).

La vita eterna è la conoscenza sublime del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e la partecipazione alla sua vita di luce e di amore.

Amen.

VIDEO

Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris