Cari amici, il testo che vi propongo oggi, è stato realizzato da “un certosino“, il quale ha voluto esternare lo zelo con cui impegnarsi per l’Ufficio Divino. Il contenuto ci mostra l’abnegazione e la totale attrazione, verso il tempo dedicato a lodare Dio, questo testo si conclude come una vera e propria preghiera. Davvero sublime!
Sono in uno stato in cui non ho obbligo più grande di benedire il tuo santo nome, o mio Dio; quanto è felice e glorioso il mio destino in questo mondo! Essere Supremo, che desidera essere adorato in spirito e verità, purifica il mio cuore, perché i miei peccati me lo rendono! Indegno di alzare la mia voce al tuo trono, ma lascia che un peccatore benedica le tue misericordie con tutta l’effusione del suo cuore. Le tue lodi non saranno solo sulle mie labbra; il mio spirito sarà impregnato delle tue infinite perfezioni mentre reciterò i santi Cantici, che mi ricordano la tua potenza e i tuoi benefici. Allontanatevi, pensieri estranei, distrazioni sgradite. Che tutti i poteri della mia anima manifestino la gloria del Creatore sovrano. Possano tutti i miei sensi essere nel ricordo più profondo quando i miei desideri sono offerti al Signore. Se il tempo trascorso con un amico mi sembra molto breve, come potrei trovare troppo lungo il tempo destinato a lodare un Dio così misericordioso nei miei confronti? Felice se potessi morire celebrando l’ufficio; alla sera, al mattino, nel mezzo della giornata, pronuncerò le lodi dell’Altissimo e tu mi ascolterai, Signore, nelle tue misericordie (Sal 54; ). Sosterrò il coro secondo il mio grado di Forza; Interromperò perfino il mio sonno per circondarne i vostri altari: “Media nocte surgebam ad confitendum tibi” PS. 118.
Ti cercherò durante la notte come uno dei tuoi Profeti: “ Anima mea desideravit te in nocte“. Isaia 26.
Che è vantaggioso e onorevole per un solitario; mentre tutte le creature stanno in silenzio, entrare nel tuo santuario per cominciare da questo giorno questa lode continua, che non sarà mai interrotta dalle vicissitudini dei giorni e delle notti. Quanti misfatti commessi nelle tenebre, e di cui tu sei testimone, giudice sovrano di tutti gli uomini, che vede nel loro cuore tutto ciò che accade più segretamente! Che le mie deboli lodi disarmino, se possibile, la tua ira. I Solitari hanno il compito di intercedere per i popoli. Non rispondereste più alla mia vocazione se trascurassi queste sante veglie praticate con tanto affetto da coloro che mi hanno preceduto nella stessa prescrizione; il sonno umilia l’uomo, lo rende simile agli animali; la tua lode ci unisce agli spiriti celesti: “In conspectu angelorum psallam tibi deus meus“. Felice segnale che colui che mi strappa dal torpore e mi richiama, per così dire, alla vita e dall’ombra della morte deve adorare colui che mi ha vegliato nel tempo del mio riposo. Possano queste ore trascorse la notte ai piedi dei tuoi altari aiutarmi a ricucire queste conversazioni che durante il giorno sono state troppo prolungate. Le stelle che irrompono nel firmamento mi portano a lodare colui dal quale ricevono il loro splendore. Riaccendi i miei sensi, o mio Dio, affinché io possa renderti continuamente il culto che è dovuto alla tua suprema grandezza.
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