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Dialogo con San Bruno 46

6 dialogo

Leggiamo e meditiamo su queste risposte di san Bruno

CG – È la semplicità certosina.

SB – È proprio la semplicità certosina. Come puoi immaginare, la vita “nell’ombra”, nascosta che desidero per i miei figli, non solo ripudia la pubblicità, ma deve addirittura evitare la pubblicità e diffidare di essa. La tua testimonianza si dona, si vive, senza pensare a darla, a cercarla o a pubblicizzarla.

Sarebbe, infatti, una tentazione insidiosa, al di là di un’ingenua pretesa e di una stolta vanità, per persone e Comunità, di proporsi come “modelli” di qualsiasi cosa, o di assumere la presunzione della loro “testimonianza”.

Il Signore ci comanda, sì, di imitare il Padre e di testimoniarlo con la nostra vita, con le nostre opere, ma senza mai credere che siamo “modelli” né proporci come tali.

La vostra missione non è “farvi vedere” e “ascoltare”, ma vedere e ascoltare ciò che il Signore ci dice. Così la tua vita sarà una testimonianza vivente, anche se non avrai altri testimoni oltre al “testimone fedele”; una testimonianza nata in una terra debole, portata in “vasi d’argilla”, ma sostenuto dalla fiducia in Dio.

Infatti, quando mi congratulavo con i Fratelli della Certosa e gioivo con loro per la loro fedeltà vocazionale, senza pensarci davo testimonianza della testimonianza viva che loro davano senza volerlo, con la generosità della loro dedizione a Dio. Consegna che Egli ha premiato e fatto “risplendere” con i favori che ha riversato nelle loro anime, attraverso il Suo Spirito.

Credimi, figlio, chi è veramente chiamato da Dio si sente molto piccolo rispetto al Dio che lo chiama e l’esperienza di insufficienza comunicata dallo Spirito dissipa ogni umana petulanza, dissipa tutti i nostri “fumi”.

Pertanto, la testimonianza della vita religiosa è tanto più profonda e accattivante quanto più ricca è l’esperienza della nostra piccolezza di fronte alla grandezza del Suo Amore, che ci ama, ci chiama e ci attira a Sé. Questo è essere «forti nella debolezza», come direbbe san Paolo: «Quando infermior, tunc potens sum» (2Cor 12,10).

CG – Cosa dovremmo fare, Padre, per raggiungere questo obiettivo in modo efficace?

SB – Una cosa molto semplice: non perdere mai di vista l’orizzonte cristologico della tua vita. Cioè, tutta la vostra vita e la testimonianza che essa deve dare nella Chiesa dipendono dalla vostra unione con Cristo. Se ti allontani dal Signore, sei perduto. Perdi ogni valore, non importa quanto sia buono tutto ciò che dici o fai. Non dubitare: la tua sufficienza viene da Cristo. Ciò che è buono in sé diventerà più bello nel Signore che ti ama, ti chiama, ti illumina e vuole apparire nella tua esistenza.

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