Dom Benedetto Tromby, e la sua opera monumentale
Il personaggio oggetto del mio approfondimento è una figura poco nota a chi non si avvicina al mondo certosino, poiché la sua fama è essenzialmente legata ad una sua monumentale opera di cui vi parlerò. Ma prima conosciamo i dati biografici di Dom Benedetto Tromby. Egli nacque a Monteleone in Calabria, l’attuale Vibo Valentia, il 20 settembre del 1710 da Saverio e Rosa Crispo umili e onesti lavoratori. Fin da giovanissimo ebbe una notevole propensione allo studio, tant’è che a soli 15 anni aveva già compiuto i corsi di Umanità, Retorica, Poetica e Filosofia. Successivamente dopo aver studiato anche le Istituzioni Civili, decise di abbracciare la vita monastica certosina. Il 9 maggio del 1729, a soli diciannove anni, entrò nella certosa di Serra San Bruno dove proseguì gli studi di Teologia morale, nonché la storia sacra ed ecclesiastica. In questo periodo egli scrisse un libretto, frutto dalla sua esperienza quotidiana, rivolto a tutti coloro che si volevano avvicinare alla vita monastica dal titolo: “Lucerna pedibus meis”. Ma Tromby, alacre scrittore compone una prima imponente opera “Origini di tutte le religioni”, in quattro voluminosi tomi la cui stesura non lo soddisfa sufficientemente. Egli decide di concentrare i suoi studi nella Diplomatica e nella Critica, rivolgendo la sua attenzione verso gli insegnamenti provenienti da Dionigi Petavio (1583-1652), gesuita, teologo e storico, e di Jean Mabillon. E’ con questo impostazione teologica e culturale, che Dom Benedetto Tromby, decide di approntare l’opera monumentale per la quale viene essenzialmente ricordato. Egli ha percepito che dell’ordine religioso certosino non vi è un testo che ne racconti la gloriosa Storia come doverosamente meriterebbe. L’erudito certosino si trasferisce quindi a Napoli, nella capitale del Regno, dove potrà più facilmente raccogliere dati e documenti per il suo testo. Viene nominato procuratore ad lites della sua certosa calabrese, e sarà ospite della certosa napoletana di San Martino, dove per otto anni continuerà ad ammassare una voluminosa mole di incartamenti, documenti ed atti, utili alla stesura della sua opera.
Essa vide la luce nel 1779, stampata a Napoli con il titolo: “Storia Critico-Cronologica Diplomatica del Patriarca S. Brunone, e del suo ordine Certosino”, concepita in 10 voluminosi tomi con una impressionante quantità di appendici, carte e dissertazioni di vario genere, tali da renderla una sorta di bibbia cartusiana. L’opera di Dom Benedetto incontrò il compiacimento di dotti ed eruditi del suo tempo, ed il Pontefice Pio VI gli attribuì onorificenze che lo fecero nominare il 19 marzo del 1799, Membro onorario della Accademia delle Scienze e delle Lettere.
Tromby, vide soddisfatta la sua sete da erudito, ma non voleva da buon certosino raccogliere titoli ed encomi, quindi ricusò costantemente ogni incarico anche monastico, preferendo lo studio e la preghiera. Lo zelo e la disciplina claustrale, accompagnata all’erudizione faceva di Tromby un priore ideale, ma egli non volle assurgere a tale ruolo, ed accettò la nomina di Procuratore di Nieto, per ritornare nella sua Calabria. Ma il terremoto che distrusse la certosa di Serra san Bruno nel 1783, costrinse lui ed i suoi confratelli ad abbandonare il monastero in rovina. Fu così che Dom Benedetto decise di ritornare a Monteleone nella casa natìa, dove visse in compagnia della sorella benché provato nella salute, ormai precaria per aver svolto per sessanta anni una intensa attività chino tra libri carte e documenti. La sua vita terrena si spense il 16 giugno del 1788, esattamente duecentoquindici anni fa!
Le sue spoglie furono inumate nella sagrestia della chiesa di san Giuseppe a Vibo Valentia.
Questo post, vuole rinverdire la memoria di questo personaggio poco celebrato, ma la cui laboriosa impresa letteraria viene ancora oggi consultata, studiata come un validissimo punto di riferimento. Credo altresì che la Provvidenza abbia agito mediante Tromby per regalarci questa meravigliosa, imponente e minuziosa ricostruzione storica dell’Ordine certosino, la cui consultazione ha contribuito ad accendere in chi vi scrive la ardente passione verso l’universo certosino. E’ per questo motivo che la figura di Dom Benedetto Tromby, essendo un illustrissimo primigenio antesignano della ricerca e della diffusione della gloriosa storia certosina, assume per me la connotazione simbolica, data l’affinità di intenti, di protettore di Cartusialover.
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