La storia di Fray Joaquín Juncosa
Il personaggio di cui voglio parlarvi oggi è Joaquín Juncosa, nato a Cornudella nei pressi di Tarragona in Spagna nel 1631. Crebbe in una famiglia nella quale vi erano alcuni pittori tra cui il padre e lo zio, che lo fecero avvicinare a questa arte. Ma il giovane Joaquin fu attratto dalla vita certosina, e fece ingresso come fratello converso nella certosa di Scala Dei a 29 anni il 21 settembre 1660. Nel complesso monastico, egli realizzò alcuni dipinti nella sala capitolare, e gli vennero commissionati dai confratelli della certosa di Montalegre otto dipinti ed altri affreschi per la volta della chiesa. Il suo talento fu tale che l’Ordine, tramite il Priore Dom Jaume Cases, decise di inviarlo a Roma per fargli migliorare la sua tecnica pittorica, egli difatti venne a contatto con il classicismo romano, e ben presto parve rinnegare le sue opere precedenti. Fece ritorno in Spagna e fu chiamato nel 1678 dalla certosa di Maiorca, per poi tornare a Scala Dei nel 1682, dove non fu apprezzato per i suoi lavori e stancatosi della durezza e severità della vita certosina decise di fuggire. Viaggiò verso Roma e dichiarò la sua apostasia al Papa Clemente XI, che perdonatolo lo invitò a vivere in eremitaggio nei pressi della certosa di Scala Dei, non potendo più fare ingresso nella comunità monastica. Si stabilì a Reus vicino Tarragona dove poco dopo morì, nel 1708. I suoi lavori sono andati quasi del tutto perduti a causa della caduta in rovina delle certose dove egli dipinse con maestria, restano poche opere tra cui un suo presunto autoritratto nel quale si è in grado di apprezzare le notevoli qualità pittoriche di quest’uomo che non ha retto alla regola certosina. Un certosino mancato ma un eccellente pittore spagnolo, come ci testimonia quest’opera che vi allego.
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