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Saluto di Dom Jacques Dupont a Benedetto XVI

Saluto di Dom Jacques Dupont a Benedetto XVI

Domenica 09 ottobre 2011, nella certosa di Serra San Bruno,  in occasione dei Vespri concelebrati alla presenza del Santo Padre, il Priore della comunità certosina, ha letto un messaggio di saluto al pontefice. Vi riporto, per dovere di cronaca, il testo integrale. Una pagina pregna di profonda spiritualità, insita in quest’uomo che con voce soave, contraddistinta da un evidente intercalare francese, ci descrive la quintessenza della funzione dell’Ordine certosino. Ogni  mia ulteriore parola è superflua.

Santo e amatissimo Padre,
Laudetur Jesus Christus.

Lode, gloria e onore a colui che nella sua bontà immensa ci concede questo evento di grazia. L’antifona che introdurrà questa sera il cantico della Vergine Maria metterà sulle nostre labbra queste parole: Deus visitavit plebem Suam.

Davvero oggi Dio visita la nostra comunità. Immensa è la nostra gratitudine alla Santissima Trinità come smisurata la nostra riconoscenza a Vostra Santità per questo dono che ci commuove nel profondo dell’anima e ci colma di tanta gioia. E’ innanzitutto San Bruno che Voi  incontrate in questo santo luogo, l’uomo di Dio che è venuto, anche lui, dalla Germania, dopo esser passato da Reims, dal deserto di Chartreuse e da Roma, si è fermato qui lasciandoci in eredità  un compito grande, dedicare sulle sue orme tutta la nostra vita a comtemplare Dio e ad amarlo con tutto il cuore.

La comunità che vi accoglie, Padre Santo, nella sua povertà e piccolezza, cerca di mantenere accesa la lampada della preghiera nel silenzio e nel nascondimento. Molti di noi come San Bruno  vengono da altri paesi. Siamo anche diversi per l’età. Ci sono monaci del chiostro, sacerdoti e monaci fratelli conversi, ma tutti condividono la stessa vocazione consacrati totalmente al servizio di Dio, al riparo della clausura sforzandoci di fare della nostra vita una preghiera incessante

Certo ci riconosciamo indegni figli di San Bruno, “Cartusiae pauperes”, come scriveva Guigo I al Vostro predecessore Innocenzo II. Siamo inoltre consapevoli di occupare  un posto molto scarso e marginale  nella Chiesa, addirittura non sempre la nostra vita viene ben capita, ma, non cerchiamo di convincere nessuno, perché l’amore non  si giustifica!

Siamo qui per un disegno particolare d’amore da parte di Dio: Eglì,  senza alcun merito nostro, ci ha chiamati e ci siamo lasciati  sedurre da Lui, “captus ab Uno”, si diceva di Bruno, e come il  suo, il nostro cuore si è infiammato, sicché non potevamo contenere questo fuoco interiore.

Ovvi sono i nostri limiti, ovvia la nostra debolezza, ma appoggiandoci sulla Parola Divina, nutrendoci della Eucaristia quotidiana e ubbidendo allo Spirito Santo, ci viene data la grazia non solo di servire Dio, ma di aderire a lui. In Dio siamo vicini a tutti gli uomini della terra, specialmente  a quelli che cercano, che lottano o che soffrono.

L’amore diffuso nel nostro cuore abbraccia il mondo intero, e la nostra solitudine si apre ad una comunione universale. In modo particolare, viviamo un profondo legame con il popolo di Dio e i suoi pastori. Nella nostra preghiera, diurna e notturna, portiamo davanti al Signore tutte le intenzioni della Chiesa, facendo nostre, le sue aspirazioni e le sue difficoltà. Assicurando innanzitutto Vostra Santità, del nostro sostegno orante, desidero cogliere l’ occasione per rivolgervi la nostra devota sottomissione  e il nostro affetto filiale.

A ringarziarvi fin da ora, per la Vostra parola e la Vostra benedizione, si uniscono a me i monaci di questa comunità, e tutti i membri del nostro Ordine, specialmente il nostro Ministro Generale, rappresentata da due priori e le nostre monache che hanno delegato il monaco per offrirvi il loro omaggio caloroso.

Laudetur Jesus Christus.

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