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“La Chartreuse”: una “manna dal cielo”per i certosini

“La Chartreuse”

una “manna dal cielo” per i certosini

La storia di questo famoso liquore, ha origine lontane e misteriose. Essa difatti risale al giorno 16 maggio 1605, quando il maresciallo di artiglieria, François-Hannibal d’Estrées, Marchese di Coeuvres, fratello della bella Gabrielle, amante del re Enrico IV, bussa al portone della certosa di Parigi. Egli reca con se un antico manoscritto di un alchimista, e decide di farne dono ai monaci certosini di Vauvert, per la loro nota e specifica conoscenza  dell’arte galenica. Su di esso vi è la ricetta per la realizzazione di un “Elisir di lunga vita”, il maresciallo ignora le origini di tale documento però ritiene i monaci certosini, degli eccellenti conoscitori delle piante medicinali ed i soli in grado di poterle lavorare. Nonostante l’impegno dei valenti certosini addetti alla spezieria, la complessità della ricetta fu tale che, bisognerà attendere molti anni prima che essa si possa realizzare. Lo studio accurato, l’esatta composizione ed il successivo sviluppo sono da attribuire al monaco speziale, della Grande Chartreuse, il Fratello converso Jérôme  Maubec, il quale nel 1737, nella spezieria del convento, riesce a concepire la formula per poter produrre il prezioso elisir. Da quel momento nasce il cosiddetto Elixir Végétal”, quello che ancora oggi viene prodotto con il nome di “Elisir vegetale della Grande-Chartreuse”, composto ottenuto dall’infusione in alcol di 130 varietà di erbe medicinali ed aromatiche, esso ha il grado alcolico di 71°. La produzione non ebbe una vasta diffusione, eccezion fatta che nei luoghi limitrofi alla certosa, raggiunti stoicamente dal converso Charles, che a dorso di un mulo provò a distribuirlo, come sostanza medicamentosa. Nel 1764, viene poi creata la “Chartreuse Verte”, un liquore la cui colorazione verde (clorofilla) è determinata unicamente dalle erbe in essa contenute, il suo grado alcolico è di 55°, esso fu definito il “Liquore della salute”, in quell’epoca il suo successo fu notevole ma sempre limitato alla regione del Delfinato. Successivamente, in seguito alla Rivoluzione Francese (1789), i monaci certosini furono espulsi dalla Grande Chartreuse, nell’ottobre del 1792. All’interno di essa vi rimase un solo monaco, Padre Basilio, cui venne affidata la ricetta originale che custodì gelosamente, fino a quando venne arrestato, poi,  rocambolescamente, riuscì a passarla ad un suo confratello, il quale disorientato al pensiero che l’Ordine non si sarebbe mai più ricostituito, la cedette nel 1793 a monsieur Liotard, un farmacista di Grenoble. Alcuni anni dopo, nel 1810 Napoleone sancì che tutti i cosiddetti «rimedi segreti» dovevano essere consegnati al Ministero degli Interni per essere esaminati. Il farmacista Liotard, eseguì scrupolosamente inviando la ricetta dell’elisir in suo possesso, che venne però rispedita al mittente con il timbro «rifiutato». La Provvidenza, ancora una volta non permise che la preziosa formula fosse manomessa o andasse persa, operando prodigiosamente!!!

Difatti, alla morte del farmacista Grenoble, la preziosa ricetta venne fatta recapitare ai monaci della Grande Chartreuse che vi avevano fatto ritorno nel 1816. Fu così che i certosini ricominciarono a distillare nuovamente, e nel 1838 dettero vita alla “Chartreuse Jaune”, “la Regina dei liquori” colorato  di giallo con lo zafferano, prodotto con le stesse erbe ma con diverse proporzioni, dal gusto leggermente più dolce e meno alcolico con i suoi 40°. Fu così che nel XIX° secolo i liquori certosini ebbero una larga diffusione ed un grande successo commerciale, la loro fama gli permise di essere definito “il più grande liquore del mondo”. La tormentata storia dell’Ordine certosino però, incise fortemente sulla successiva produzione di tali liquori, difatti i monaci in base a leggi anticlericali, furono nuovamente espulsi dalla Francia. Il 29 aprile del 1903, il governo francese dissolse l’ordine ed espropriò la Grande Chartreuse, ma cionostante i monaci riuscirono a Tarragona, in Spagna, ad impiantare una distilleria per proseguire la produzione della “Chartreuse”, chiamandola “Tarragona”. In Francia, contestualmente lo Stato vendette il marchio di fabbrica dei monaci ad un liquorificio privato, la Compagnie Fermière de la Grande Chartreuse, che ignorandone la precisa ricetta produsse e vendette con scarso successo un liquore similare, un imitazione, fino al fallimento avvenuto nel 1929.

Non avendo più la licenza del marchio, i certosini dal 1921 al 1929, a Marsiglia furono costretti a distribuire la “Chartreuse” ivi prodotta, con il nome di “Tarragona”. Nel 1929, i certosini finalmente riacquistarono il diritto di poter usare il nome Chartreuse, e ritornarono a distillare a Fourvoire, nei pressi della Grande Chartreuse. Nel 1935, poi una disastrosa frana distrusse questa distilleria, che fu trasferita a Voiron a 25 chilometri dal monastero. Oggi le cantine di Voiron (visitabili) sono le più grandi del mondo, ed ogni anno producono oltre un milione di bottiglie di Chartreuse. La sua ricetta è ancor oggi segreta perché solo due Padri certosini ne conoscono la formula esatta, ed ognuno di loro ne conosce una sola parte, poi ogni 20 o 30 anni un monaco viene iniziato e diventa loro assistente, per poterla tramandare!!! I monaci selezionano sapientemente le erbe all’interno del monastero e poi le inviano alla distilleria laddove inizia la distillazione in sette alambicchi centenari di rame stagnato. Sono sempre loro, che controllano la lenta maturazione del liquore, invecchiato in fusti di rovere almeno tre anni, e decidono quando il liquore è pronto per essere imbottigliato. Da più di quattrocento anni ormai, continua come abbiamo visto non senza infinite traversie, la produzione dell’”elisir di lunga vita” e dei suoi derivati, tratti da quel misterioso manoscritto di provenienza misteriosa, ma che ha significato per l’Ordine certosino una notevole fonte di sostentamento, una vera manna dal cielo!!!


6 Risposte

  1. Onde encontro este elixir em Portugal à venda?

  2. Fantastico liquore! L’ho assaggiato quando ero ospite alla Grande Chartreuse, era quello verde..

    • Riflessioni sul liquore Chartreuse
      Quello verde 55° è eccezionale, meno quello giallo , ma sempre superbo, anche se ci sono le stesse erbe, ed è vero , ma è lo zafferano è il grado alcolico che li rende leggermente diversi . Non sono assolutamente d’accordo per il numero di erbe che contengono , dicono 130 ………………………………………………………………………….

  3. Quello di colore verde e’buonissimo fornitori vicino Catanzaro Calabria

  4. 7 giorni fa ho venduto per 80 euro una bottiglia di grande chartreuse verde chiusa con ceralacca,filo e medaglietta, la bottiglia risaliva a febbraio 1971,ma io non conoscevo il suo valore per i collezionisti,spero che l’acquirente ne faccia buon uso. Giuseppe Sagripanti

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