Oggi per voi un testo di un certosino che ci delucida sui consigli materni della Vergine Maria, narrandoci un episodio tramandato dai monaci.
Questo particolare brano di un monaco certosino si concentra sulla povertà della Vergine Madre di Dio, affinché possa “conservare il suo tesoro unico”. Gesù ci dice di “fare a voi stessi”. . . un tesoro inesauribile nei cieli, dove nessun ladro si avvicina e dove la tignola non consuma. Perché dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore» (San Luca 12,33-34). Il possesso dei beni di questo mondo o la loro mancanza provoca molto stress nel cuore dell’umanità. La nostra natura decaduta ci rende “maniaci del controllo”, rendendo difficile arrenderci totalmente a nostro Signore e confidare nella Sua Provvidenza. Gesù ci incoraggia però, quando dice: «Non temere, piccolo gregge, perché è piaciuto al Padre tuo di darti un Regno» (ibid. v. 32).
Gli annali dell’Ordine certosino, registrano l’apparizione, nell’anno 1137, della Madonna a un semplice frate converso di La Correrie, vicino alla Grande Chartreuse, al quale, dopo averlo liberato da una grave tentazione, disse: “Continua ad avanzare sempre nella vita di perfezione”. Ama il cibo grossolano, il vestito povero che ti permette la tua Regola, e spenditi nel lavoro manuale».
Sono questi i consigli di una Madre, lei stessa pervasa da un grande amore per la povertà, virtù della quale durante tutta la sua vita diede mirabile esempio.
Figlia di Davide e discendente dei re di Giuda, Maria considerò sua gloria vivere nascosta agli occhi degli uomini. Si sentì parlare della moglie di un falegname e se ne rallegrò, così come suo figlio era felice di passare per il figlio di un artigiano.
Ricca nel possesso del suo divin Figlio, Maria si è privata dei beni di questo mondo, per custodire il suo tesoro unico. E tuttavia, essendo Regina della creazione, sapeva di potersi fidare di lei per usare sempre le cose create in modo lecito e santo. Anche noi, dunque, dovremmo restare distaccati dalle vanità di questo mondo, se vogliamo possedere Colui che in verità si dona solo a chi sa ripetere con il povero di Assisi: Mio Dio e mio Tutto!
La prospettiva della corona incorruttibile che circonderà la fronte di coloro che vincono per amore di Cristo deve renderci generosi nel distacco, come quegli atleti di cui parla l’apostolo, che si spogliano di tutto per combattere nell’arena (cfr. 1 Corinzi 9:25). Non vide una volta Giosuè il suo esercito messo in fuga dai nemici di Dio come punizione per un furto commesso da un figlio di Israele, che aveva rubato oggetti votati agli dei pagani?
Santa Maria, Madre di Dio: prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte.
AMEN
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