SB – Siate poveri per Cristo, casti per Cristo, obbedienti per Cristo, solitari per Cristo, sacrificati per Cristo. Il monaco rende testimonianza per Cristo e in Cristo. «La sua funzione particolare nel mondo è quella di testimoniare la supremazia di Dio e il primato dell’amore di Cristo, “che sorpassa ogni conoscenza”» (Giovanni Paolo II).
La testimonianza in Cristo non ha bisogno delle scuse umane; parla da solo.
Fortunatamente per noi, abbiamo assoluto bisogno di Cristo. Perciò non fare a meno di Lui per nulla.
Una delle pagine più ammirevoli che ho trovato in San Giovanni Crisostomo, riguardo a Gesù, è questa, che ora ti offro, perché ti dice tutto ciò che Gesù è e deve essere sempre per te e per tutti i miei figli, come era per me:
«Gesù è il Capo, noi siamo le sue membra.
Lui è il fondamento, noi siamo l’edificio.
Lui è la Vite, noi siamo i tralci.
Lui è lo Sposo, noi siamo la Sposa.
Lui è il pastore, noi siamo le pecore.
Lui è la Via, noi siamo i camminatori.
Lui è il Primogenito, noi siamo i suoi fratelli.
Lui è l’Erede, noi siamo coeredi.
Lui è la Risurrezione, noi siamo i risorti.
Lui è la Luce, noi siamo gli illuminati.
Lui è il Maestro, noi siamo i discepoli.
Lui è Dio, noi siamo il tempio in cui Lui abita”.
(San Giovanni Crisostomo).
Perché, come dirà più tardi Paolo VI, «Cristo Redentore è una tale pienezza che non potremo mai comprenderla né esprimerla pienamente. Egli è tutto per la sua Chiesa e, in essa, ciò che siamo lo siamo proprio per Lui, con Lui e in Lui» (Paolo VI, 20 sett.72).
Non ti dico quindi nulla di straordinario se ti dico che il monaco deve essere innamorato, amante di Cristo. E questo non solo all’interno, nel profondo del cuore, ma anche all’esterno e giuridicamente, davanti alla Chiesa. Questi due aspetti sono compresi in questa vita d’amore che inizia con la professione monastica, suggellata con l’Eucaristia e con il bacio che deponi sull’altare, simbolo di Cristo.
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