In questo capitolo San Bruno spiega come bisogna amare.
CG – E cosa dici degli altri amori che Dio ci dice di avere?
SB – Meglio, si potrebbe dire, degli altri esseri che Dio ci dice di amare. Tutti sono inclusi, assorbiti, identificati con questo amore supremo del Creatore. E quanto più cresce in noi l’amore di Dio, tanto più aumenta il nostro amore per le creature che Lui ci dice di amare, per il Suo amore. Ci manda a estendere il Suo amore a tutto ciò che ha creato e che ama con lo stesso amore con cui ama se stesso.
CG – Con questo vuoi dirmi che amare è il mio lavoro…
SB – E’ così. E nel fedele adempimento dell’“ufficio divino” diventi utile, fecondo ed efficace per tutti i figli di Dio, per la Chiesa, per tutta l’umanità e per il mondo intero. Se ti interessi di loro e intercedi per loro, questo non è qualcosa che ha origine in te, ma nell’Amore che vive in te, ti chiama e ti associa alla sua Opera d’amore, alle “opere d’amore”, a favore della creazione. Perché amare è vivere con Dio e per Dio; e in Dio troviamo, presenti, tutti coloro che amiamo per Lui e che, per amore suo, aspettano il nostro affetto, la nostra tenerezza, il nostro servizio, la nostra attenzione fraterna, la nostra preghiera.
E non può essere altrimenti, dal momento che, come dicevo prima, ti ritrovi unito a Dio e al cuore della Chiesa, e al tuo “ufficio” di amare…
Perciò sono d’accordo che ti piaccia tanto quella famosa frase di Giovanni della Croce: «Un po’ di questo amore puro è più prezioso davanti a Dio e all’anima ed è più utile alla Chiesa di tutte le opere messe insieme. Per questo Maria Maddalena si nascose per trent’anni nel deserto, per donarsi veramente a questo amore» (Cantico B.28.2-3).
Ma, come ci ha detto uno scrittore moderno: «Il grande dramma della specie umana consiste nel non comprendere l’amore e nel porgli dei limiti che esistono solo nel suo stesso cuore» (André Frossard).
Quindi quel monaco non esagerava quando diceva: «Il mondo sopravvive grazie alle preghiere dei monaci. Quando questa preghiera d’amore si indebolirà, il mondo perirà» (Silouane).
Perciò, figlio, più sei unito a Gesù, alla preghiera di Gesù, più ti identifichi con l’amore di Gesù, più sarai nel cuore del Padre, nel cuore della Chiesa, nel cuore del mondo e nel cuore degli uomini. Ma questo non si ottiene con la forza: è un dono del Padre e Lui non lo nega mai a chi prega; e pregare…prega chi ama. È l’esperienza suprema di Dio.
CG – Mi dispiace, Padre, ma come si può vivere questa esperienza?
SB – L’esperienza di Dio costituisce il cuore della vita consacrata.
Quando cerchiamo l’origine della nostra vocazione, ovvero ciò che ispira tutta una vita di generosa dedizione al servizio di Dio e degli uomini, in definitiva si tratta di qualcosa di molto personale che, forse, non sappiamo nemmeno definire perché appartiene alla ordine delle intuizioni, della vita, mistero della fede e dell’amore. Ma è una presenza di “Dio con noi”, sentita intimamente, vissuta nella solitudine e nel contatto con gli uomini, che sempre ci accompagna e ci spinge, come una forza magnetica, a donare la nostra vita in ogni momento e con cuore pieno, per centrare tutto in Cristo.
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