Cari amici lettori ecco per voi un testo estratto da “Contemplations Mariales” di Dom Augustin Guillerand. Leggiamo e meditiamo sulle considerazioni di questo immenso autore certosino.
“Piena di grazia”
Tutto ciò che i più grandi teologi nei loro trattati, i pensatori cristiani nelle loro più alte speculazioni, gli stessi santi nelle intuizioni della loro pietà hanno potuto dire, pensare, intravedere la grandezza della Vergine, l’Angelo lo ha ottimamente espresso nella prima parole del suo saluto. Difficilmente potrebbe essere altrimenti. Egli è il messaggero del Dio Altissimo, parla in suo nome, trasmette il suo messaggio, dice quello che direbbe Dio se intervenisse di persona; le sue parole devono quindi avere una pienezza di significato e di espressione che non può essere superata. Ed ecco perché, è ancora meditando su queste parole così semplici, così spesso ripetute, che possiamo farci un’idea più precisa di questa grandezza.L’Angelo scopre e saluta in Maria una doppia grandezza: la sua grandezza davanti a Dio e la sua grandezza davanti agli uomini. La sua grandezza davanti a Dio è la sua grazia, ciò che in Lei c’è di veramente divino, questa vita superiore, soprannaturale, la vita stessa di Dio comunicata. Ogni grandezza naturale, paragonata a questa, non vale nulla; è come il fiore più bello che sboccia davanti a un bambino, non li paragoniamo, è di un altro ordine.In questa vita soprannaturale di grazia con la quale Dio si dona a noi, distinguiamo due realtà: una quindi creata e una dono increato. Infatti, queste due realtà sono legate, ordinate l’una all’altra, fuse… Le distinguiamo solo per studiarle meglio.Il dono creato ci rende partecipi della vita di Dio. Conoscete le due definizioni di Dio date da san Giovanni: “Dio è Luce” (I Giovanni I, 5) e, poi, “Dio è Amore” (Ibid. IV, 16). La Grazia è uno sfogo nell’anima di questa Luce e di questo Amore. Così come Dio illumina eternamente il suo essere per vederlo, per conoscere la ricchezza sconfinata; come, in questo essere come in un grembo, genera una chiarezza, uno splendore, un raggio che lo mostra, così, nell’anima in grazia, produce come uno splendore divino, splendore della sua Luce eterna che fa anima “figlia della Luce”. In questa chiarezza, l’anima lo conosce con una conoscenza nuova, superiore, che la sua natura non può neppure sospettare… Ecco ciò che, con il suo sguardo tutto puro e celestiale, l’Angelo scopre in Maria, ecco ciò che saluta: “ Ti saluto, piena di grazia. » La vede tutta ricolma, inondata di questa chiarezza, come immersa in questo splendore, tutta presa e trasportata da questo Soffio d’Amore. Là «Dio è luce e non ci sono tenebre in Lui» (1 Gv 15). Le parole sono vere della Vergine: in Lei il vaso è limitato, lo specchio ha limiti, la differenza c’è, è infinito, ma è infatti la stessa Luce, e la riproduce senza nuvola, senza ombra; è lo stesso Amore che anima senza contrarietà né resistenze, ma non è tutto, è solo il dono creato, la partecipazione finita alla Luce e all’amore infinito. Dio non si accontenta di versare nell’anima in grazia una parte di Lui, una comunicazione del movimento che è la sua vita; Lui stesso ha detto in persona: “Se qualcuno mi ama”, ha detto Gesù, “il Padre mio lo amerà e noi entreremo in lui e prenderemo dimora in lui. » (Giovanni XIV, 23). «Dio è amore», dice san Giovanni; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio in lui” (1 Giovanni IV, 16). Questo, sapete, è il tema essenziale dell’ultimo discorso di Gesù, il discorso dopo l’Ultima Cena e la preghiera da lui terminata. Questo è ciò che Egli vuole che ricordiamo del suo tempo tra noi e del suo insegnamento: Dio non ci offre solo qualcosa di Se stesso, offre Se stesso. Viene Lui stesso; Lui stesso è presente; le tre Persone sono lì e si donano nell’anima e si donano all’anima come si donano in Dio: questo vede e saluta l’Angelo in Maria. Non vede solo lo splendore di Dio, vede Colui che irradia e riempie quest’anima con la Luce del suo Amore. E per questo aggiunge: «Il Signore è con voi.» Donandosi, Dio dona se stesso. È una legge, possiamo addirittura dire che è la legge per eccellenza, la legge che governa il mondo creato come il mondo divino. Dio risplende nella Vergine affinché lei stessa risplenda Dio nel mondo. Ella deve ospitare il riflettore di Luce divina, i raggi divini devono assumere nel loro splendore misurato, proporzionato alla nostra debolezza e, come è tutta rivolta verso di Lui per accoglierlo in pienezza, così le anime devono volgersi verso di Lei per riceverlo, in pienezza , vedere in lei e riceverlo da lei.
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