• Translate

  • Follow us

  • Memini, volat irreparabile tempus

    Maggio: 2024
    L M M G V S D
     12345
    6789101112
    13141516171819
    20212223242526
    2728293031  
  • Guarda il film online

  • Articoli recenti

  • Pagine

  • Archivi

  • Visita di Benedetto XVI 9 /10 /2011

  • “I solitari di Dio” di Enzo Romeo

  • “Oltre il muro del silenzio”

  • “Mille anni di silenzio”

  • “La casa alla fine del mondo”

  • Live from Grande Chartreuse

  • Inserisci il tuo indirizzo email per seguire questo blog e ricevere notifiche di nuovi messaggi e-mail.

    Unisciti a 695 altri iscritti
  • Disclaimer

    Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001. Rare immagini sono tratte da internet, ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione. L'autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno insindacabilmente rimossi.


Dialogo con San Bruno 42

6 dialogo

Ancora domande e risposte per comprendere la vita certosina.

CG – Davvero, Padre, non possiamo dubitare della grandezza del dono che la chiamata a vivere per Dio, in Cristo, e diventare vittime con Lui, presuppone.

SB – E il modo migliore per rispondere a un dono è utilizzarlo secondo i desideri del donatore. Questa volontà ti è espressa chiaramente nelle parole del profeta Osea, che ti ho ricordato, e in ciò che gli Statuti ti dicono riguardo a questo dettaglio. Perciò non ti resta che vivere questo dono di Dio, questo dono pasquale che ti trasporta dalla morte alla vita, dalle tenebre alla luce, dall’odio per il peccato alla tenerezza incomparabile dell’amore di Dio.

E credici: nonostante il suo realismo, il suo idillio coniugale, le parole di Osea sono pura ombra della dolcezza, della delicatezza, della tenerezza fedele e paterna di questo amore di Dio. Solo qui, godendo della Sua compagnia e visione, comprendiamo perfettamente la Sua grandezza e bontà. Solo qui ci rendiamo conto esattamente che vale la pena lasciare tutto e soffrire tutto nel mondo, nella speranza di aumentare i gradi di quell’amore. Infatti, non si tratta solo di riuscire ad amare di più Dio attraverso l’eternità. Se vedessi quanta e quale gioia gode Dio nell’amore dei suoi figli!

CG – Padre, potresti aiutarmi a capire il senso di questo dono pasquale, del nostro esodo, al quale Dio ci chiama “ad unirci a Lui per amore”?

SB – Il cammino dell’“Esodo” è stato per Israele un’uscita, un passaggio e un tempo per le sue “nozze” con Yahweh. Così accade anche a noi qualcosa di simile: è tempo di uscire dalle vanità dell’Egitto del mondo, per prepararci all’appartenenza totale a Dio.

L’ideale solitario e contemplativo della tua vocazione è un dono e un proposito pasquale perché richiede di lasciare tutto ed entrare nel deserto di un esodo, dov’è necessario rinunciare a tutto, compresi i desideri di quelle cose che in altri tempi ci davano gioia, per restare soli con Dio e accontentarsi di Lui è un cammino mosso da slanci di amore nuovo e da cammini di umiltà e di mitezza. Questo è il messaggio che il profeta Michea ti trasmette settimana dopo settimana, nell’ora della Tercia: «Ti è stato rivelato, o uomo, ciò che è bene, ciò che il Signore richiede da te: niente altro che fare giustizia, ama la fedeltà e cammina umilmente davanti al tuo Dio” (Mic 6,8).

Chiamo “dono e passaggio pasquale” questo ingresso nel deserto perché implica una conversione del cuore, un’obbedienza alla chiamata di Dio, una fiducia assoluta in Lui, che con amore e libertà Egli ci seduce e ci guida verso la solitudine per stabilirci nella pace del suo amore, per parlare ai nostri cuori, per sposarci per sempre a Lui nella santità, misericordia e fedeltà della sua bontà.

La grande gioia che ho espresso nella mia Lettera ai Fratelli della prima Certosa è stato, proprio, proprio perché ho visto realizzato in loro questo dono pasquale: ho contemplato la tenerezza dell’amore di Dio riversato nelle loro anime e ho conosciuto i frutti che la grazia produce in loro, quando con fede si lasciano portare la forza dell’amore e della fiducia.

Abbandonarono tutto, ma guadagnarono, a quel prezzo, il raggiungimento del più alto dei desideri: Dio.

Perciò, figlio, se vuoi sperimentare il dono di te stesso, accetta il dono di Dio, questa suprema manifestazione del suo amore, ottenuto in Cristo. Fissa il tuo sguardo su questo Cristo, che è la tua “Guida” attraverso il deserto; segui le loro orme; vivi per Lui, secondo il Suo disegno; accogli la tua tenerezza; e, con la forza del suo amore, supera le forze opposte che cercano di separarti da Lui e dal tuo scopo.