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“Cristianesimo vissuto” di F. Pollien capitolo IV°seconda parte

”Cristianesimo vissuto”

Consigli fondamentali dedicati alle anime serie

Seconda parte Parte: Dio  è il solo

Capitolo IV: L’aberrazione umana

Quanta sapienza e bontà nell’idea di Dio!… E per contro quanta follia e malvagità nella condotta dell’uomo!… Avido di felicità, e di una felicità senza misura, poiché Dio lo fece per questo, l’uomo si rivolge ad ogni creatura in cui vede un piacere, stimando che questo piacere sia lo scopo della sua esistenza. Non bisogna forse avere un po’ di felicità nella propria vita? va dicendo. E cerca ed a sé concede i piaceri degli occhi, degli orecchi, dell’odorato, del gusto e del tatto. E fa consistere la più sublime aspirazione della sua vita nel procurarsi i beni ed i piaceri creati nella più larga misura possibile. E stima felici coloro che possono possedere e godere, e sventurati quelli che non lo possono. Tale è il concetto mondano ed utilitario della vita. E questo concetto domina dovunque. Strano concetto della vita; duplice aberrazione.
Senza dubbio è lecito cercare la felicità: non solo è lecito, ma obbligatorio, poiché Dio lo vuole. Ma è questa una ragione per cercare questa felicità là dove non esiste, e per dare a questa felicità falsa un’importanza che non ha? Ripetiamo:
1° la felicità non si trova nel piacere creato;
2° la felicità non è la più alta aspirazione della tua vita.
Orbene, tu vai a cercare la felicità nel piacere creato, e la tua prima preoccupazione è quella di procurarti una felicità ch’è falsa. Ecco la tua duplice aberrazione.
Non credi che sia fare una grande ingiuria a Dio, il mettere le creature al medesimo livello di lui, e comportarti come s’egli da solo non bastasse alla tua felicità? In questo modo non fai uno strappo alla tua fede? Se credi in Dio, devi credere che egli è il tuo tutto, e che nulla è simile a lui: e non devi porre nulla al medesimo livello di lui, e fuori di lui nulla deve premerti essenzialmente, e devi usare tutte le cose come di strumenti, usarne come se non ne usassi, dice S. Paolo . Alla piena luce della fede, nella calma della tua coscienza, non ti pare abominevole capovolgere il piano di Dio assegnando come fine alla tua vita quello che lui ha stabilito come mezzo? Quest’aberrazione non è una mostruosità?
Orbene osserva che la tua aberrazione non si limita a questo. Infatti è questo piacere falso, spostato, preso nella creatura che d’ordinario tu fai passare al di sopra della gloria di Dio.
Il fatto solo di attaccarti a questo piacere fuori di Dio è già una vera perversione. Che sarà dunque quando lo preferisci a Dio? Calcola la profondità e l’estensione del disordine nella tua vita.
Tu vedi che il male ha due gradi immensi. Il primo è prendere il piacere creato come fine. Il secondo è preferire questo piacere a Dio. Conseguentemente c’è un doppio lavoro da fare. Bisogna anzitutto impedire che il piacere creato pigli il sopravvento nella tua vita: poi bisogna che ti distacchi da questo piacere, in modo da ridurlo a non essere altro che un mezzo.
Ora che cosa ho insegnato nella prima parte? A mettere Dio al primo posto, cioè, solo a sanare la parte essenziale del disordine, ad impedire che il piacere creato prenda il sopravvento sulla gloria di Dio. Si può dire che non ti ho insegnato altro nella prima parte. Un simile lavoro ti sembrò già lungo e grandioso. E tale è infatti.
Ebbene adesso comprendi che questo primo lavoro non è né il più lungo né il più arduo? Comprendi che Dio, pur occupando in te il primo posto, è ancora lontano dal possederlo completamente? Ora bisogna liberare l’anima tua da tutto quel piacere creato, a cui si è falsamente attaccata; è il suo attaccamento che bisogna spezzare. Ed è un lavoro molto arduo; perché il tuo essere tutt’intero, dalla prima delle tue facoltà sino all’ultima, è infetto dal fascino del piacere creato.
Quando avrai interamente corretta codesta parte della tua aberrazione, che nelle creature e nei loro piaceri ti fa vedere altra cosa che strumenti, allora la tua purificazione sarà completa, allora sarai cristiano crederai in Dio, la tua vita sarà fatta di rettitudine e di verità, tu vivrai.

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