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Gorgona ed il mantello di Santa Caterina

Gorgona ed

il mantello di Santa Caterina

Come abbiamo già visto in precedenti articoli, Santa Caterina da Siena ha avuto eccellenti rapporti con l’Ordine certosino. Oltre alle dodici lettere inviate per vari motivi ad alcuni monaci, ed allo speciale rapporto con il suo segretario personale il beato Stefano Maconi, la mistica toscana si rese protagonista dell’episodio che sto per narrarvi. Santa Caterina, fu nota per essere la benefattrice delle certose toscane, ed in particolare di quella di Calci e della Gorgona. La devozione dei certosini fu tale, che il Priore Dom Bartolomeo Serafini da Ravenna, divenuto priore della certosa della Gorgona inviò una lettera a Raimondo da Capua, perché convincesse Caterina a fargli visita sull’isola, e tenesse una conversazione spirituale ai suoi monaci. Qualche tempo dopo Santa Caterina, accettò l’invito e non esitò a mettersi in viaggio, in compagnia della sua brigata. Con lei dodici uomini ed otto donne, si imbarcarono su di un’agile barca a vele latine, che discese la corrente dell’Arno, per poi immettersi nelle acque del mar Tirreno. Al tramonto di una calda giornata del luglio 1375, essi giunsero ai piedi della torre di vedetta, eretta dai monaci a difesa dell’isola della Gorgona dalle incursioni dei pirati saraceni. Furono accolti dalla comunità monastica con a capo Dom Bartolomeo, che salutò calorosamente l’illustre ospite. In serata Caterina e le sue amiche, furono alloggiate nella foresteria del monastero, distante un miglio dalla certosa, mentre i domenicani poterono essere ospitati all’interno di essa. L’indomani mattina, tutti si recarono nella chiesa certosina, che da pochi giorni aveva ottenuto la consacrazione del pontefice Gregorio XI, il quale volle insediare alla Gorgona i seguaci di San Bruno grazie all’intercessione di Santa Caterina. Dopo aver ascoltato la messa, tutti si recarono nel chiostro, laddove la comunità certosina si dispose in circolo intorno a Caterina, aspettando le sue parole. Ella ruppe il silenzio dicendo:” Non sono che una donna, una donna ignorante e incapace. Che cosa potrei dirvi, per elevare le vostre menti e il vostro cuore? Meglio sarebbe se fossi io ad ascoltare da voi la parola di Dio. Tuttavia, parlerò. Non per mia volontà, ma come mi suggerisce lo Spirito Santo”. In quell’atmosfera suggestiva, la voce ieratica di Caterina cominciò a riecheggiare nel chiostro, permeando nelle menti e nei cuori dei suoi uditori. In particolar modo si soffermò a  parlare delle innumerevoli tentazioni e degli inganni, che il demonio tende a chi vive in solitudine, fissando, con sguardo profondo e con infinita pietà, soprattutto un novizio che aveva minacciato di uccidersi per il tormento di essere stato sepa­rato dalla famiglia e dalla sua terra. L’incontro si protrasse fino a sera, e lascio nell’animo dei monaci un ricordo imperituro, tranquillizzando le inquietudini e le profonde ansie dei giovani novizi. Il giorno successivo, all’alba, i monaci seppur rammaricati per la partenza di Caterina, la accompagnarono fino alla spiaggia laddove ella si imbarcò, non prima di aver salutato affettuosamente tutti. Dom Bartolomeo, prima che la barca salpasse, affascinato dall’aura di santità che emanava la giovane senese, chiese a Caterina di lasciargli in dono il suo mantello nero, così come Eliseo ebbe il mantello del Profeta Elia, quando il carro di fuoco lo trasportò in Cielo. E mentre la vela scompariva dalla costa della Gorgona dirigendosi verso il porto senese di Talamone, sulla spiaggia, i certosini visibilmente commossi si attardavano nei saluti, mentre il priore stringeva tra le mani, come una reliquia, il mantello nero che Caterina gli aveva lasciato come ricordo. Dom Bartolomeo, alcuni giorni dopo che la sua comunità visse questa esperienza unica, confidò a Raimondo da Capua: “Io essendone il confessore, conosco uno per uno i miei confratelli, so tutto di loro, ma Caterina ne sa molto di più!!! Se infatti li avesse confessati, non avrebbe potuto conoscerli meglio. Ha individuato, guardandoli negli occhi,  le pene, i dubbi, le paure di ciascuno di loro”.

2 Risposte

  1. grazie signor Roberto,per il bel posti,vorrei fare una domanda,forse ingenua dato che sono passati tanti secoli,di questo mantello,una sorta di reliquia si sà dove è finito?grazie un saluto luca

  2. Me super gustó esta anécdota, me hizo tomarle cariño a Catalina. Saludos desde Argentina

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