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“Cristianesimo vissuto” di F. Pollien capitolo VII°seconda parte

”Cristianesimo vissuto”

Consigli fondamentali dedicati alle anime serie

Seconda parte Parte: Dio  è il solo

Capitolo VII: La libertà

Su, via; non amar tanto la tua schiavitù, e non temer tanto la libertà. Attaccandoti alle creature, tu credi godere, ma vedi un po’ quante separazioni involontarie, quanti strappi crudeli, quante delusioni strazianti? Ad ogn’istante il piacere, che credevi tenere, ti sfugge, e quello che avevi più a cuore, ti è violentemente strappato. Sono dolori terribili, di cui la vita di coloro che vogliono godere è tutta cosparsa. Sono laceramenti di cuore rinnovati ad ogni istante, divisioni d’interessi, rivalità d’amor proprio, urti d’ogni specie, perdite di parenti, di amici, di danaro, di posizione, di considerazione! E gl’infiniti drammi delle passioni ingannate!… ecco una piccola idea dei godimenti della vita che provano coloro che s’attaccano al piacere creato.
Al contrario, il cristiano che non tiene a nulla, non ha mai il cuore lacerato; egli piglia e lascia tutte le cose con la medesima facilità ond’io piglio e lascio la mia penna. È esente dalla tirannia e dai dispiaceri. Si serve di tutto, ed egli non serve che Dio. Tutto per lui è uguale negli avvenimenti della vita, perché tutto per lui è mezzo. Niente lo turba né lo scoraggia, perché è padrone di tutto. Che tutto gli sia dato, che tutto gli sia tolto, poco gl’importa egli si uniforma in tutto al beneplacito di Colui che dà e toglie, e benedice il nome suo. Ecco la vera libertà. Come S. Paolo, egli sa essere nell’abbondanza e sa privarsi, è abituato a tutto. Su via! o schiavo dell’amor proprio, schiavo della dappocaggine, impara che cos’è la libertà, sii cristiano.
Salute e malattia, piacere e sofferenze, ricchezza e povertà, onore e disprezzo, amici e nemici, vita e morte, tutto serve a colui che è distaccato da tutto; egli non si lascia contrariare né arrestare da nulla, perché è al di sopra di tutto. Disimpegnando se stesso, giunge a ripigliare tutto come strumento.
Non è sedotto dal piacere, non è turbato dalla contrarietà. È sempre lui stesso con una costante eguaglianza ed ignora gli alti e bassi, segni d’una schiavitù a cui è sfuggito.
Il suo spirito è segno, il suo cuore è in pace, le sue forze sono concentrate: non essendo mai sospinto da una parte e dall’altra, la sua vita non è mai sciupata nei movimenti delle false deviazioni. Che vita! e che libertà!
Ti sembra ancora che sia cosa tanto spaventosa vivere da cristiano? Credi ancora che sia cosa tanto spregevole codesta liberazione dai conflitti e dalle oppressioni, dalle inquietudini e dalle divisioni? La unità e la pace, ecco il supremo risultato della libertà nell’anima cristiana. È il primo frutto che volevo mostrarti.

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