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“Aeterne rerum conditor”


L’inno Aeterne rerm conditor, che voglio offrirvi oggi si esegue prima dell’aurora, durante la recita del Mattutino appunto al canto del gallo. Vi riporto il testo ed un video con la traccia audio del canto eseguito dai monaci certosini della Grande Chartreuse. Su di esso vi suggerisco una meditazione approfondita, dandovi uno spunto sottolineandovi che il gallo è il protagonista di alcune strofe, esso è messaggero del giorno nuovo preannunciando il sorgere del sole ed il rinascere della vita. Il gallo quindi pone termine alla notte, scandendo l’alternanza tra la notte ed il giorno tra le tenebre e la luce. E’ quindi eletto a simbolo della speranza cristiana e della Resurrezione.
Vi offro il testo in latino, e la relativa traduzione in italiano, da seguire ascoltando la soave melodia dei monaci.

“Aeterne rerum conditor”
Il canto del gallo

Aeterne rerum Conditor,
noctem diemque qui regis,
et temporum das tempora,
ut alleves fastidium.
Nocturna lux viantibus
a nocte noctem segregans,
praeco diei iam sonat,
jubarque solis evocat
Hoc excitatus Lucifer
solvit polum caligine:
hoc omnis erronum cohors
viam nocendi deserit.
Hoc excitatus Lucifer
solvit polum caligine:
hoc omnis erronum cohors
viam nocendi deserit.
Hoc nauta vires colligit,
pontique mitescunt freta:
hoc, ipsa petra Ecclesiae,
canente, culpam diluit.
Surgamus ergo strenue:
gallus iacentes excitat,
et somnolentos increpat,
gallus negantes arguit.
Gallo canente, spes redit,
aegris salus refunditur,
mucro latronis conditur,
lapsis fides revertitur.
Jesu, labantes respice,
et nos videndo corrige:
si respicis, labes cadunt,
fletuque culpa solvitur.
Tu, lux, refulge sensibus,
mentisque somnum discute:
te nostra vox primum sonet,
et vota solvamus tibi.

Creatore eterno di tutte le cose,
che reggi la notte e il giorno
fissi una misura ai tempi
per alleviare il fastidio.
Luce notturna ai viandanti,
che separa la notte dalla notte,
il messaggero del giorno già canta
ed evoca il raggio del sole.
Destato da quel canto Lucifero
scioglie il cielo dalla sua caligine.
La schiera degli erranti
abbandona la via del crimine.
Il navigante riprende forza,
s’acquetano le onde del mare;
a quel canto, la pietra stessa della Chiesa
Vede sciogliersi la sua colpa.
Alziamoci dunque con coraggio:
il Gallo sveglia i giacenti
e rimprovera i sonnolenti,
il gallo accusa quanti rinnegano.
Al canto del gallo torna la speranza,
è ridonata la salute agli infermi,
è riposta la spada del brigante,
torna la fede a chi è smarrito.
O Gesù, guarda chi cade,
col tuo sguardo correggi il nostro errore,
se tu guardi, le macchie cadono,
e col pianto si dissolve la colpa.
Tu, luce, splendi ai nostri sensi,
scuoti il torpore della mente:
Te per primo canti la nostra voce:
e a te sciogliamo i nostri voti.

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