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“The House at the end of the World”

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Cari amici sono trascorsi ormai quattro anni da quando vi annunciai che la tv nazionale della Corea del Sud, KBS, aveva mandato in onda un documentario dal titolo “La casa alla fine del Mondo”.

Un dettagliato ed interessantissimo reportage sulla certosa “Nostra Signora di Corea“, i cui testi e dialoghi erano in lingua coreana, pertanto da questo blog feci un’appello a tutti coloro erano intenzionati ad aiutarmi nella traduzione. Ebbene con immensa gioia riuscii ad ottenere il prezioso contributo da diversi amici di Cartusialover, i quali mi inviarono le traduzioni e mi consentirono di proporvi i testi tradotti in inglese, portoghese, francese, spagnolo. Essendo un documento video prezioso, lo inserìì, nella versione integrale, nella slide di sinistra della home page del blog, affinchè tutti potessero facilmente vederlo. Oggi a distanza di quattro anni ho il piacere di proporvelo con i sottotitoli in inglese, per una visione ancora più gradevole ed immersiva.

Il film è stato suddiviso in tre parti. Buona visione a tutti!

The House at the end of the World, The Carthusian Cloistered Monastery Part 1

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The House at the end of the World, The Carthusian Cloistered Monastery Part 2

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The House at the end of the World, The Carthusian Cloistered Monastery Part 3

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La certosa ed il tesoro di Venezia

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In questo articolo, cari lettori, torno a parlarvi della poco nota certosa di Venezia. Nel 2014, vi informai su gli ingenti lavori di restauro che interessarono le poche tracce del complesso certosino, soppresso da Napoleone nel 1810. Ebbene oggi voglio parlarvi della leggenda che aleggia intorno ai resti di questa certosa. Quando Bonaparte con le sue truppe occupò la città lagunare, iniziò a depredarla, questo saccheggio non risparmiò la certosa, che spoliata delle opere d’arte poco tempo dopo fu soppressa, e la sua comunità costretta ad allontanarsi e rifugiarsi alla certosa di Montello.

Ma ora veniamo alla leggenda ed al tesoro…

Nel 1797 le truppe di Napoleone conquistarono Venezia, ponendo fine a una storia lunga undici secoli durante i quali la Serenissima fu una delle potenze più ricche e longeve della storia d’Europa e il cui impero commerciale dominò il Mediterraneo. Fu la prima volta nella sua lunga storia che Venezia cadde in mani nemiche e subì un saccheggio di proporzioni colossali. La leggenda vuole che in questo drammatico marasma, mentre i francesi usavano le fonderie della Zecca per sciogliere i reliquiari ed i preziosi dei tanti monasteri della città, il cosiddetto “Savio Cassier’, (colui che custodiva il pubblico denaro) ed i suoi collaboratori furono costretti a prendere una decisione per il bene comune. Si narra che costoro possedevano, nel chiostro piccolo della certosa, dei loculi che sarebbero dovuti servire per conservare le proprie spoglie mortali in questo luogo sacro di cui loro erano benefattori. Decisero quindi di occultare l’oro della Zecca di Stato in questi nicchie, con l’intento di mettere in salvo le ingenti risorse auree per sottrarle all’invasore e poterle recuperare in seguito. Questi fatti che vi ho descritto, sembrano sospesi tra leggenda e realtà, difatti ancora oggi c’è chi sostiene che il tesoro di Venezia sia ancora sepolto nell’isola della certosa.

O più verosimilmente, i nobiluomini, “savi della Serenissima”, nella disperazione di quel momento potrebbero essersi spartiti quelle ingenti ricchezze.

Sta di fatto, che di quel tesoro non si ha avuto più notizia, e nessun documento ne fa riferimento. Del resto l’ignoto e la fantasia popolare, sono tipici elementi che alimentano ogni leggenda. A Venezia questa antica leggenda è ancora viva!

A seguire un breve video che ci mostra l’isola ed i pochi resti del complesso certosino.

C’era una volta la certosa di Düsseldorf (3)

Dusseldorf 0

Eccoci giunti all’ultimo approfondimento sulla certosa tedesca di Maria Hain a Düsseldorf. Oggi vi racconterò degli ultimi giorni prima della definitiva chiusura e demolizione.

La fine di Maria Hain

Nel primo dopoguerra erano svariate le problematiche che rendevano molto difficile far proseguire la vita monastica a Maia Hain, a queste si aggiunsero i disagi derivanti dal vicino aeroporto.

A causa del traffico aereo in costante aumento nell’aeroporto di Düsseldorf, così vicino alla certosa, i monaci erano sempre più infastiditi dal rumore degli aerei, che rendeva sempre più impossibile il loro stile di vita ritirato e tranquillo. Al più tardi dall’ottobre 1948 si cercò seriamente un luogo adatto per una nuova certosa tedesca, soprattutto perché l’aeroporto stava cercando di espandersi in tutta l’area. L’Ordine prevedeva già di trasferire i certosini tedeschi nelle certose francesi. Nel 1953 fu trasferito il noviziato dei monaci del coro. I nuovi entranti o interessati dovevano prima recarsi alla certosa italiana di Vedana e, dal 1955, alla certosa svizzera di La Valsainte. Nell’aprile 1954 l’Ordine dei certosini acquistò finalmente un maniero e una proprietà annessa vicino a Bad Kreuznach.

La fattoria bruciò due volte in pochi anni a causa di un incendio doloso, così l’ordine decise di vendere nuovamente la proprietà nel 1960. Nello stesso anno, 1960, iniziò la costruzione della nuova pista dell’aeroporto, la quale quasi raggiunse il terreno del monastero. Era giunto il tempo in cui questa certosa doveva essere chiusa. L’intera proprietà del monastero fu venduta alla città di Düsseldorf. I monaci avevano tempo fino al 30 settembre 1964 per lasciare il loro monastero.

Dal contatto con un sacerdote tedesco, ormai membro professo della Grande Chartreuse, si seppe che a pochi chilometri dal castello del principe Georg von Waldburg-Zeil era possibile acquistare una fattoria (Feserhof). Nella piccola località di Talacker, vicino al comune di Seibranz, nell’Algovia del Württemberg, lì fu trovato il luogo adatto di cui i monaci avevano bisogno per la loro nuova certosa. Il complesso monastico fu costruito tra il 1962 e il 1964 su progetto degli architetti Emil Steffann e Gisberth Hülsmann.

Nel maggio 1962 iniziò formalmente lo scioglimento della certosa di Hain. Furono riesumati,dal cimitero monastico, i resti di 71 certosini morti a Maria Hain. Le statue dei santi furono date per la riparazione. Alberi da frutto, cespugli, banchi da lavoro e la biblioteca: tutto doveva essere imballato e preparato per il trasporto. Il grande trasloco ebbe inizio il 30 novembre 1963.

Nella festa di San Bruno – 6 ottobre 1964 – i monaci certosini celebrarono il loro ultimo ufficio conventuale a Maria Hain. Il giorno seguente i vespri cantati rappresentavano l’ultimo ufficio nella chiesa del monastero. L’ultima santa messa è fu celebrata il 9 ottobre.

La campana della chiesa fu rimossa dal campanile, il 16 ottobre il Padre priore e quattro fratelli celebrarono l’ultima santa messa nella cappella dei confratelli. Successivamente altri monasteri e parrocchie hanno potuto ritirare tutti gli arredi sacri e altri oggetti litirgici. Questi non furono venduti, ma amorevolmente donati.

La profanazione dell’altare fu effettuata nel giorno dei defunti 1964. Era ormai giunta l’ora in cui gli esperti di demolizioni dovettero iniziare il loro lavoro. Il 21 novembre1964 si iniziò a a radere al suolo l’intero complesso monastico a Unterrath, un quartiere a nord di Düsseldorf, direttamente di fronte ai cancelli dell’aeroporto. Ciò segnò la fine della storia di questo monastero certosino, durata meno di cento anni. I monaci cedettero al rumore della città in espansione e alle sue infrastrutture.

Le macerie createsi, furono immediatamente rimosse.

La chiesa sarebbe dovuta saltare in aria il 15 dicembre, questa operazione richiese 100 chilogrammi di dinamite. Dopo l’esplosione e la rimozione delle macerie, il priore DomNikolaus Kister scrisse nella cronaca in modo abbastanza poco spettacolare: “Grazie al Signore e alla sua Vergine Madre, tutto è avvenuto e si è svolto in pace e tranquillità”.

L’ultima santa messa dei certosini di Maria Hain ebbe luogo il 21 dicembre 1964 nella cappella esterna. Il giorno successivo gli ultimi certosini lasciarono Maria Hain per condurre finalmente la vita nella loro nuova certosa di Marienau in Allgäu.

Spero che questo reportage dettagliato sia stato di vostro gradimento, nel ringraziare l’amico germanico Brunonis che ha reso possibile tale circostanziato approfondimento, vi lascio alla visione di due preziosi documenti video.

Trattasi di due brevi documentari della tv tedesca ARD.

Il primo datato 15 febbraio 1956 dal titolo “La vita quotidiana nella certosa Maria Hain“è une preziosa testimonianza della vita nella certosa che dopo poco venne demolita.

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Nel secondo video, datato 27/11/1964, dal titolo”Visita alla certosa “Marienau“, ci viene illustrata la vita monastica nella nuova certosa di Marienau.

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Full immersion nella certosa di Bologna

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Cari amici, é con entusiasmo che diffondo questa notizia, lo scorso 28 novembre 2023 alle ore 11:00 presso la Sacrestia della chiesa é stato presentato in una conferenza stampa un progetto molto interessante per poter visitare comodamente da casa la Chiesa di San Girolamo della certosa di Bologna, un vero gioiello artistico pregno di opere d’arte. Grazie ad un tour virtuale, con una nuova tecnologia 3d, sarà possibile immergersi in questi ambienti, esplorandone ogni angolo per osservare minuziosamente ogni dettaglio. A seguire un breve video di presentazione.

Si potranno ammirare le tele, gli affreschi, le statue e gli altri tesori artistici, rendendo la chiesa accessibile a chi non ha la possibilità di farlo di persona.

Impreziosito da numerose ed esaustive schede testuali che ci faranno apprezzare le opere, questo tour ha inoltre consentito di posizionare virtualmente i dipinti di Bartolomeo Cesi, nel punto per il quale erano stati commissionati e concepiti. Inoltre grazie all’intelligenza artificiale avremo una guida d’eccezione, difatti il beato Niccolò Albergati figura di spessore della certosa di Bologna ci accoglierà all’inizio di questa esperienza immersiva, spiegandoci come utilizzare al meglio questa futuristica ma intuitiva tecnologia. Una encomiabile iniziativa volta a valorizzare al meglio questa meravigliosa chiesa della certosa bolognese.  In basso il link per la visita virtuale. Un plauso a tutti gli ideatori e buona visione a voi tutti!

VISITA VIRTUALE 3D

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Che un nuovo anno abbia inizio

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Carissimi amici lettori di Cartusialover, auguro un sereno Anno Nuovo a voi tutti ed alle vostre famiglie, con l’auspicio che il 2024 possa essere foriero di pace salute e serenità.

Quale migliore augurio per l’Ordine certosino da noi amato, dare diffusione da questo blog di una splendida notizia di qualche mese fa, riguardante l’ordinazione diaconale di un monaco certosino.

Le notizie sono alquanto scarne, ma vi riporto quanto accaduto lo scorso 11 novembre, festa liturgica di san Martino di Tours, nella cattedrale di Lucca dedicata al santo francese. L’arcivescovo Paolo Giulietti ha presieduto una solenne messa nella quale sono stati ordinati due diaconi, dei due uno è un monaco certosino che, con la sua presenza nella celebrazione, in qualche modo conferma e rafforza il legame della certosa di Farneta con la Chiesa locale. Come previsto dal rito, i futuri diaconi si sono stesi per terra nel gesto della prostrazione, segno della dedizione totale della vita a Dio. Adesso i due nuovi diaconi, in questo caso transeunti, hanno dato inizio il percorso verso l’ordinazione sacerdotale. Di seguito un breve video della cerimonia, mi preme ringraziare un caro amico cartusiafollower per avermi segnalato questa lieta notizia, che ho voluto prontamente diffondere.

Vadano a questo giovane, ed alla comunità certosina di Farneta i miei più calorosi auguri.

Uniamoci in preghiera, condividendo l’intento di pregare per le vocazioni certosine, linfa vitale, indispensabili nell’arida epoca che stiamo vivendo.

statbn

Dio Eterno Onnipotente
Prepara una dimora in cielo per quelli
che ti amano e rinunciano alle promesse del mondo.
Hai mandato in solitudine il nostro santo padre Bruno per servirti.
Seguendo il suo esempio, innumerevoli uomini e donne sono entrati nelle Certose per seguire Gesù di Nazareth, nascosto al mondo.
Ti chiediamo umilmente:
Per intercessione di san Bruno, Padre dell’Ordine, che i membri dell’Ordine certosino adempiano i loro voti, affinché avanzino nella vocazione che Tu hai posto nei loro cuori, non confondendosi, e raggiungendo sani e salvi la loro meta, perché

Ciò che nessun occhio ha visto e nessun orecchio ha udito, tu hai preparato per coloro che ti amano”.
O Padre amorevole, San Bruno, prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte!
Amen.

Il “Sentiero del silenzio eloquente”

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Oggi per voi miei cari amici lettori una lieta notizia seppur non recente. Difatti è dal mese di giugno scorso che è stata inaugurato il “Sentiero del silenzio eloquente”, un percorso che si snoda attorno alle mura della certosa di Pleterje, in Slovenia.

La lodevole iniziativa voluta fortemente dall’Associazione culturale Zgovorna tišina, i cui obiettivi sono far conoscere la storia e la missione dell’ordine certosino e sostenere la conservazione del cartusianesimo vivente, ha organizzato accanto alla antica chiesa della certosa di Pleterje vicino a Šentjernej, questo particolare sentiero. Il percorso è stato organizzato con lavoro volontario e donazioni.

Ma vediamo come si snoda?

Sentiero del silenzio eloquente

In giallo: Mura della certosa In rosso: Sentiero del silenzio eloquente

Trattasi di un percorso circolare, poco impegnativo, lungo 2,9 chilometri con un dislivello di un centinaio di metri attorno alla Certosa, che inizia davanti al cancello dell’antica chiesa gotica. Lungo il percorso, agevolmente percorso in un’ora, sono state collocate 16 tabelle, con informazioni bilingue, sul percorso e sul monastero nonché con citazioni dalle Regole dell’Ordine Certosino. La prima parte dell’itinerario si snoda attraverso il bosco pleteriano lungo sentieri e viottoli attorno alle mura del monastero e in alcuni punti ci si avvicina soltanto. Nel villaggio di Drča il sentiero scende fino alla strada, una parte di esso conduce lungo la strada asfaltata vicino alle mura, poi sale tra i vigneti fino a Pleterski hrib, da dove si gode una bella vista sulla chiesa certosina, sui giardini e sui frutteti all’interno delle mura il percorso del silenzio eloquente termina nella chiesa gotica, dove c’è una grande opportunità di approfondimento meditativo personale. Presso il negozio del monastero è possibile inoltre ottenere una scheda con alcune indicazioni sulla vita claustrale certosina e per approfondire i vari punti del percorso. Come ha spiegato Jože Simončič, presidente dell’Associazione culturale Zgovorna tišina, il percorso è destinato ai singoli visitatori, per una piacevole passeggiata nel silenzio e nella riflessione in solitudine, dei testi certosini offerti per meditare, assaporando nella natura atmosfere certosine.

Il percorso del silenzio eloquente è stato aperto con un programma culturale, con il taglio di un nastro venerdì 30 giugno 2023, alla presenza di un rappresentante certosino, è stato presentato e percorso insieme ai visitatori. L’acquisizione è stata benedetta dal vescovo di Novi Sad, mons. Andrej Saje. L’incontro è continuato al Museo all’aperto di Pleterje, ed ha dimostrato come talvolta è possibile comunicare, in questa epoca connotata dal rumore e dall’iperconnessione, in assoluto silenzio e solitudine. Complimenti agli organizzatori!

Le immagini che seguono ed un breve video sono eloquenti per mostrare questa lieta iniziativa.

“Oratorio Musicale”, sulla vita del Beato Oddone da Novara

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Cari amici lettori, con l’articolo odierno voglio segnalarvi che la scorsa domenica 5 novembre, a Tagliacozzo (Aq) si è svolto un nuovo evento concepito nell’ambito delle celebrazioni per l’Anno giubilare dedicato al beato certosino Oddone da Novara. E’ stato organizzato un “Oratorio Musicale” sulla vita del beato certosino, esso si è svolto, alla presenza dei fedeli accorsi, nella Chiesa Madre dei Ss. Cosma e Damiano, laddove riposano le spoglie mortali di Oddone.

Ma esattamente cos’è un Oratorio Musicale?

Trattasi di un racconto di carattere religioso, che narra di un personaggio e delle sue vicende, il racconto è affidato ad una voce narrante. La funzione di narratore viene spesso assunta anche dal coro, che sottolinea e commenta i fatti rappresentativi. Una formula che ha riscontrato l’apprezzamento dei presenti.

Ringraziamo dunque gli organizzatori, il Coro Parrocchiale “Timete Deum” e la voce narrante Umberto Panetta. Un plauso particolare vada al Parroco, l’amico don Ennio Grossi, a cui vanno i miei ringraziamenti per avermi offerto il materiale per poter realizzare questo articolo.

A seguire il video della lodevole manifestazione.

“Incontriamoci”, Dom Ignazio Iannizzotto

Cari amici, sono lieto di potervi offrire un video contenente una interessante intervista al Padre Priore della certosa di Serra San Bruno, Dom Ignazio Iannizzotto. Recentemente la rete televisiva online Gemma Tv, dopo averne fatto richiesta, ha ottenuto il permesso di poter rivolgere alcune domande a Dom Ignazio Iannizzotto, il quale ha accettato dimostrando disponibilità e accoglienza. Per una puntata della rubrica “Incontriamoci”, è stata dunque scelta la certosa calabrese.

Garbatamente, la giornalista della tv, senza essere invadente ha evitato di voler fare riprese all’interno della certosa per non disturbare la quiete monastica, limitandosi ad inserire immagini del monastero per alternarle gradevolmente alla piacevole conversazione. Apprezziamo la voce suadente e la semplicità con la quale il Padre Priore ci parla di argomenti profondi, lasciando trasparire la serenità e la gioia dai suoi occhi. Egli ci parla della vita certosina ed anche del nostro amato San Bruno.

A tutti voi buona visione!

“And They Kept Silence” (E Tacquero)

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Nell’articolo odierno, voglio proporvi un breve video dal titolo “And They Kept Silence” (E Tacquero), riguardante la certosa statunitense della Trasfigurazione, di cui già vi parlai in un precedente articolo. 

Il documentario prodotto da Sandi Switzer di Video Unlimited in collaborazione con Scott Switzer, Robert Gershon e Marquis Walsh presenta il primo filmato mai girato all’interno dell’unico monastero certosino in Nord America ed esplora questo mondo di silenzio e solitudine. Oltre alle inedite e splendide immagini girate all’interno della certosa americana, potremo ascoltare l’intervento di monsignor Stephen Joseph Rossetti di New York, autore, di molti importanti testi per i sacerdoti cattolici.

La priorità del documento video è data agli ambienti monastici, ai canti ed al silenzio.

Di seguito il video e la traduzione del testo in esso contenuto.

Msgr. Stephen Rossetti: “I certosini sono monaci ma sono anche Eremiti, silenzio e solitudine sono le due chiavi della loro vita quindi vivono essenzialmente da soli in una comunità vagamente connessa pregano la maggior parte del tempo nelle loro celle. Questa solitudine ha lo scopo di favorire una vita contemplativa per mettersi davvero in contatto con Dio. San Bruno fondò i certosini, era un famoso sacerdote che andò in montagna in Francia con alcuni compagni e iniziò la prima vita certosina Amava la solitudine e che poi racconta di aver trovato il Signore nel silenzio della solitudine… la prima Certosa era ancora nelle montagne francesi. Ed eccoci di nuovo qui (Vermont) in montagna ci sono certose che non sono in montagna ma le montagne avevano un aspetto particolare tipo di aspra bellezza isolamento e solitudine che sono molto favorevoli alla vita certosina Ancora una volta la vita contemplativa certosina è difficile da capire per le persone.. per esempio i monaci conducono una vita molto austera non mangiano mai carne essenzialmente consumano un solo pasto al giorno ed i monaci del coro hanno cilici si alzano nel cuore della notte, a mezzanotte, pregano l’ufficio notturno per due o tre ore ogni notte ed è una vita molto austera e quindi penseresti che sarebbe un’esistenza molto negativa ma uno dei segni di un vero certosino e un segno di gioia. infatti quando tu incontri i monaci certosini vedi un grande sorriso sul loro volto i loro occhi brillano e poi puoi dire che sono più che semplicemente felici anche in mezzo alla storicità c’è un vero senso di gioia.

Padre Priore ad un novizio: Cari fratelli in Cristo Sì è bello vivere la nostra vita come conclusioni Perché siamo amati ed è l’amico dello sposo con il suo dito indica la verità che ci dice questo.

Msgr. Stephen Rossetti: I monaci del coro sono sempre sacerdoti ed anche i loro fratelli hanno una luce molto simile ma ci sono alcune differenze i fratelli lavorano ancora fuori le celle sono quelli che svolgono tutti i tipi di lavoro manuale mentre i monaci del chiostro, i Padri, hanno molto più tempo per studiare e pregare trascorrendo tutto il tempo nella loro cella. Sono due diverse chiamate all’interno della stessa comunità.. Non vogliamo ammetterlo, ma Dio fa sapere che se è il tuo momento sai che ti darà un colpetto sulla spalla non vorremmo che non se ne fosse un modo certosino che non è chiamato ed è una vocazione rara come sai Ci sono solo circa 16-17 monaci qui nel Vermont, quindi se il Signore ha bisogno di pochi ne vuole solo alcuni. Quando cammini lungo il corridoio senti questo senso di solidità e radicamento.. il motto del certosino è che la croce sta ferma mentre il mondo gira (Stat crux dum volvitur orbis) quindi l’idea è che la croce è il fondamento della salvezza di Dio per noi attraverso il fondamento della vita umana è questo fondamento che qui rivela, praticamente, lo stesso radicamento. Quando un monaco muore viene seppellito, abbastanza velocemente, ovviamente secondo le loro abituduni (Statuti) il cappuccio viene tirato giù sui loro volti e sono vegliati e ovviamente pregano e dicono una messa poi il defunto è sepolto nel cimitero all’interno della certosa, e quindi la sepoltura contrassegnata soltanto da una croce di legno anonima.

I monaci certosini vivono davvero una vita solitaria anonima quindi sono destinati a vivere una vita di separazione del mondo e ciò che rende possibili tutto ciò è una fonte o uno strumento di quella Grazia e la preghiera e la vita spirituale, quindi i monaci sono visti specialmente come fonti di grazia e che attraverso di loro la grazia di Dio diventa più presente e viva nel mondo. Mentre pregano pregano per persone che fanno parte del loro Ministero e pregano per il mondo e la chiesa.

I certosini credono che la loro preghiera sia importante e che è finalizzata verso l’unione con Dio. Ecco questo è lo scopo della vita contemplativa Lo scopo della vita certosino essere uniti a colui che ami che è Dio, alcuni potrebbero chiedersi bene a cosa serve questa vita monastica Io dico che è essenziale! Un bene È proprio quello per cui siamo destinati siamo destinati, a essere uniti a Dio nell’amore e quindi è quello che loro hanno perseguito.

Testimonianza da Portacoeli

la certosa di Portacoeli

Cari amici, è ormai trascorso un anno da quando un giovane spagnolo di nome Kevin Perez ha fatto il suo ingresso nella certosa spagnola di Portacoeli per abbracciare la vita monastica certosina. Tra l’incredulità dei giovani d’oggi, un giovane del XXI secolo abbandona tutto alla ricerca di Dio tra le mura di una certosa.

Voglio offrirvi un video, in lingua spagnola, che da qualche settimana è presente in rete, nel quale il giovane ci spiega le motivazioni della sua vocazione. Ho tradotto per voi il testo, nel quale egli ci parla di lui e della vita claustrale che lo attendeva. Un gradevole appello ai giovani di quest’epoca in cerca di una via che conduca alla felicità.

Kevin Pérez, un giovane spagnolo, ha partecipato ad alcuni episodi di Catholic Stuff. Nel suo cammino di conversione a Cristo si è unito alle Serve del Focolare della Madre, ha studiato Chimica e Biochimica ed è stato un buon calciatore federato, che ha lasciato quando stava per diventare professionista, quando ha poi sentito la chiamata di Dio al sacerdozio. È entrato in Certosa il 25 marzo 2022, solennità dell’Annunciazione, dopo un intenso processo di discernimento che dettaglia nella sua testimonianza nel video di Catholic Stuff.

Kevin Pérez: «Ho deciso di lasciare l’università, il calcio quando stavo per diventare un professionista e tutto il resto, come risposta all’amore di Dio che mi ha chiamato a essere un prete certosino»

«E poiché l’amore di Dio è tanto grande, anche la mia risposta deve essere la più grande possibile e sapevo che la mia dedizione doveva essere totale e quindi nella vita monastica, nella quale si dona assolutamente tutto. Dopo averci pregato, meditato e fatto varie esperienze in diversi monasteri, ho scoperto che Dio mi chiama alla Certosa, per essere un monaco certosino ordinato sacerdote per sua grazia. Il monaco certosino è un uomo che sacrifica la sua vita per la gloria di Dio e per la salvezza della sua anima e quella degli altri e, in ultima analisi, per il bene della Chiesa»


“Sono cresciuto in una famiglia cattolica in cui è stata mantenuta la pratica della fede, in particolare la preghiera, i sacramenti e la partecipazione alla vita della parrocchia. A 14 o 15 anni Dio mette nel mio cuore un certo desiderio di vita consacrata, di vita religiosa. Da quel momento non lo tengo più a mente nelle mie preghiere ed è una cosa che va piano piano, crescendo man mano che maturo, sia umanamente che spiritualmente” spiega Kevin Pérez.
All’età di 18 anni Kevin conobbe la Comunità delle Serve del Focolare della Madre che si trovavano in Navarra, dove viveva. Quell’estate fu invitato a un pellegrinaggio in Irlanda. “E sono stato felicissimo di andarci poiché ero desideroso soprattutto di sperimentare cosa fosse la vita religiosa. Poi sono andato alla casa del noviziato dei Servi. Attraverso di loro approfondisco il mio amore per la Beata Vergine, che è nostra Madre ed è mia Madre. Cresco anche nell’amore e nella devozione all’adorazione dell’Eucaristia. Insomma, condurre una vita di fede cattolica coerente.
Stavo finendo il liceo e ho iniziato a studiare una doppia laurea in chimica e biochimica all’Università di Navarra. Giocava anche a calcio in una squadra federata e proprio quell’anno avrebbe promosso alla categoria professionisti. Quando stavo per compiere 19 anni, nell’estate del 2015, in pellegrinaggio con le Serve del Focolare della Madre, ho scoperto la mia vocazione.
Con la voglia di darmi per vinta, ho deciso di lasciare sia l’università, il calcio e le cose che mi legavano un po’ al mondo, in modo che appena avessi scorto il luogo dove Dio mi chiamava, potessi entrare. Nel pellegrinaggio ricevo due Grazie specifiche e alla Santa Messa mi fanno vedere che tutte queste grazie che ho ricevuto negli anni mi mostrano il grande amore che Dio ha per me. E come naturale risposta a quell’amore che Dio ha avuto per me, mi ha e mi avrà, ho dato la mia vita a Lui.
“E io rinuncio alla mia vita perché l’amore di Dio è così grande, così infinito, l’amore che Dio ha avuto per me. Quello è stato il momento chiave in cui ho capito che dovevo dare la mia vita a Dio. E poiché l’amore di Dio è così grande, anche la mia risposta deve essere la più grande possibile e sapevo che la mia dedizione doveva essere totale e quindi nella vita monastica, in cui si dona assolutamente tutto.
Dopo averci pregato, meditato e fatto varie esperienze in diversi monasteri, ho scoperto che Dio mi chiama alla Certosa, per essere un monaco certosino ordinato sacerdote per sua grazia. Il monaco certosino è un uomo che sacrifica la sua vita per la gloria di Dio e per la salvezza della sua anima e quella degli altri e, in ultima analisi, per il bene della Chiesa. E questo nel silenzio e nella solitudine che il monastero offre nell’ambiente claustrale, precisamente la cella. Che come dicono molti autori certosini, cercare di vivere di Dio.
Allontanare assolutamente tutto, vivere senza la vicinanza di persone, affetti, pensieri, per dedicarmi completamente e continuamente alla ricerca di Dio, della perfezione, della sua volontà, della gloria di Dio. E questo in modo mistico, misterioso, che ci ritroveremo in paradiso se Dio vuole perché riguarda il resto della Chiesa”.

mon Portacoeli
“Ai giovani che sono nel momento del discernimento e delle decisioni importanti, direi che ciò a cui veramente Dio chiama tutti noi è la santità, è dargli Gloria, è fare la sua volontà. Il modo migliore per aiutare se stessi è fare la volontà di Dio e per questo sono essenziali la preghiera ei sacramenti, le due fonti di grazia che Dio ci dà attraverso la chiesa. È così che si scopre, poco a poco, qual è la volontà di Dio e la vocazione personale che può essere quella naturale nel matrimonio o soprannaturale nella vita consacrata o nel sacerdozio. Vi chiedo preghiere per la mia fedeltà. Cercherò anche di fare la volontà di Dio e che questo ricada su Grazie per tutti. Sappi che Dio ha un piano su di te per renderti felice”, conclude.

Vi invito dunque a pregare per il cammino intrapreso da questo giovane, affinchè possa essere nuova linfa per il nostro amato Ordine certosino.

san Bruno (José Puchol 1743- 1797)

San Bruno a Portacoeli (José Puchol 1743- 1797)