Un miracolo del beato Niccolò Albergati
A seguito della sua morte, il culto nei confronti del cardinale certosino Niccolò Albergati si sviluppò a causa dei numerosi miracoli che ricevettero coloro che umilmente ne implorarono la intercessione. Le reliquie, costituite anche da ceneri e frammenti residui del suo mal di pietra (calcoli renali) giovarono a chi le “usò”, per allontanare malattie e ricevere grazie.
Dei tanti miracoli documentati, ho scelto per voi quello accorso l’8 agosto del 1665 alla moglie di Giovanni Benvenuti di Firenze. La donna Maria Maddalena Coccolini era da cinque giorni in preda a fortissime doglie che le arrecavano notevole sofferenza, e che fino al giorno undici divennero sempre più insopportabili. Alla qual cosa i medici al suo capezzale, si resero conto che probabilmente la donna era irrimediabilmente avviata verso un triste destino, poiché impossibilitati a risolverle il problema. Ma dietro suggerimento di Padre Jacopo Pettinelli monaco certosino di Firenze nonché parente di suo marito, Maria Maddalena decise disperata di invocare Albergati: “O beato Niccolò della croce aiutatemi!!!”
Al termine di questa invocazione, il marito e gli altri figli piangenti e rassegnati alla sua dipartita, furono destati dall’improvviso lieto evento, ovvero la nascita di un bel bambino. Convintasi della prodigiosa intercessione del beato certosino, ed avallata in questa idea dalle sue levatrici, le quali confermarono che il bambino si trovava in una posizione contorta che avrebbe naturalmente impedito il parto. Ciò spinse la donna chiamare suo figlio Niccolò in onore del suo benefattore e ipotizzò per il nascituro un futuro tra i monaci certosini. Ma quattro anni dopo la nascita, un altro evento prodigioso occorse alla mamma ed al suo bambino. Il 21 ottobre del 1669, il bimbetto cadde da uno sgabello su cui era salito sfuggendo al controllo della mamma, e gli esiti del ruzzolone furono severi. Soccorso tempestivamente fu condotto, privo di sensi, dal cerusico di famiglia che provò a ricucire un taglio profondo che alla base della testa si era aperto da un orecchio all’altro. Alla disperazione della madre fece eco la rassegnazione del medico, che previde la morte del bambino nelle ore successive. A questo punto Maria, sempre devota a Niccolò Albergati implorò un’altra grazia per il suo piccolo Niccolò, che il beato aveva voluto far nascere prodigiosamente. La pia invocazione ben presto vide il suo esito positivo, difatti dopo qualche giorno il bambino si svegliò e sorrise alla mamma, ma la cosa ancor più strabiliante fu che a seguito di una attenta constatazione di diversi dottori non vi fu trovata nessuna traccia della severa ferita lacero contusa conseguenza dei danni della rovinosa caduta. Ci tengo ad affermare che i fatti su menzionati furono attestati sotto giuramento presso un notaio di Firenze, che ascolto i medici ed i testimoni di questa vicenda prodigiosa. Evidentemente la Provvidenza attraverso il beato Niccolò Albergati e la sua intercessione aveva operato scegliendo il piccolo Niccolò che divenne un fervente monaco certosino.
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