Cari amici, oggi 10 maggio si celebra la memoria del beato Niccolò Albergati, insigne figura dell’ordine certosino e della Chiesa. In questa ricorrenza ho scelto per voi una lettera scritta di suo pugno, ed indirizzata al “popolo bolognese” che lo acclamava per la nomina di Vescovo della città di Bologna.
“Lettera al popolo bolognese” del beato Nicolò Albergati, vescovo
(dalle Efemeridi dell’Ordine Certosino, a cura dí D. Leone Levasseur, I1, p. 19).
Il Beato rifiuta umilmente la dignità episcopale propostagli dalla comunità bolognese
“Non c’è bisogno o miei concittadini di questo nuovo attestato della vostra benevolenza verso di me, e non penso di esser tenuto a ringraziarvi a meno che — lo dirò liberamente — io non abbia a ringraziarvi per avermi sottratto la pace e la tranquillità dello spirito, a me tanto cara. Vi sono grato per la benevolenza, ma lo sarei molto di più se voi aveste desiderato per me quel bene, cui da tempo Dio mi ha legato, di vivere sulla terra, non solo come ospite e pellegrino, ma pure esule.
Non vogliate credere ad ogni ispirazione (1 Gv 4, 1): che direste se venisse dallo spirito maligno, quella che giudicate di ispirazione divina? Non conoscete le arti del nemico ingannatore, use a nascondersi specialmente dietro la maschera dell’onestà e della religione?
Sappiate, figlioli, che le voci del popolo non sono senz’altro le voci di Dio. Non continuate ad ingannare voi stessi e me. E macabro voler dissotterrare, perché vi governi, un cadavere sepolto da ventidue anni. Non turbate la pace di un morto: vi sarà più utile nel suo sepolcro che fra i vivi, e impetrerà per voi il santo timor di Dio, in cui consiste la vera vita.
Forse ignorate che cosa significhi morire vivendo ed essere sepolto insieme con Cristo (Rom 6, 4). E tuttavia un errore reclamare un monaco, uno che non appartiene più alla città, ma è fuggito dal mondo e si è dato alla solitudine. Che un simile uomo non debba essere posto a capo della città, imparatelo dai vostri avi. Essi videro san Petronio venire al governo non da un eremo, ma dallo splendore della corte imperiale. Non sono amante di me a tal punto da non sentirmi anch’io figlio della mia patria, debitore della mia patria, ad essa legato da affetto congenito. Ma ci sono dei limiti che non è lecito varcare. Colui per il quale le tenebre sono luminose, sa bene se, sulla nave agitata da tanti pericoli, io noncurante dorma il sonno di Giona, o se con gli Apostoli io gridi: «Signore, salvaci: siamo perduti» (Mt 8, 25).
Andate, in nome di Dio, andate con Dio, carissimi, e cercate un pastore più adatto a voi. Lasciate stare questo Certosino inesperto: lasciatelo quieto fra i silenzi cui si è votato: e siate certi che ciò sarà sommamente caro a Dio”.
Nonostante questa accorato appello, Niccolò Albergati fu eletto vescovo della sua città natale il 4 luglio 1417.
Preghiera:
Concedici, o Signore, quella semplicità di
Vita, che ha permesso al beato Niccolò di rimanere
fedele alla sua vocazione di certosino tra le tante
mansioni del suo ministero.
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