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“Cristianesimo vissuto” di F. Pollien capitolo XVII°

”Cristianesimo vissuto”

Consigli fondamentali dedicati alle anime serie

Prima Parte: Dio  è il primo

Capitolo XVII: Il male che non conosci

Quand’avrai scacciata perfino l’ultima traccia di consenso al peccato veniale, sarai in regola con Dio? Avrà egli nella tua vita tutto il posto che gli conviene? Sarà una buona volta il primo in tutto? Tu non l’offenderai più affatto, volontariamente; che gran cosa! e come la brami ardentemente, nevvero? come desideri finalmente di mettere la tua vita d’accordo con la tua fede!
Come giuri di non più mentire a te stesso!… – Dio è Dio ed egli sarà il mio Dio, e io lo tratterò da Dio. – Ecco il tuo giuramento, non è vero? Sì, davvero questa volta sei deciso a credere in Dio e a metterlo al primo posto. Non più peccati! il peccato è un’abominevole menzogna in un uomo che ha la fede. È indegno di un uomo che si rispetta il mentire continuamente alle proprie credenze. L’onore esige tutto o niente. O io non credo a nulla, o vado sino al fondo del mio dovere.
Benissimo! Non più peccati… Ma sei definitivamente in pieno accordo con la tua fede? – E come lo sarei, ora?, mi dici. – Vediamo un po’.
Dimmi, la vita consiste forse solo nell’evitare il male? No, ma bisogna anche fare il bene. – Sì, e grazie a Dio, io credo che, anche con l’abbondanza delle mancanze che desolano ancora la tua anima, nella tua vita le azioni buone in sé son più numerose di quelle cattive. Difatti le occasioni di peccato non sono cose non sono cose che si presentano infallantemente tutti gli istanti, ma sono più o meno frequenti, e subiscono delle interruzioni. La tua vita invece non subisce nessuna interruzione. La tua mente, il tuo cuore e i tuoi sensi sono in perpetua attività.
Tutta questa attività è buona in sé, e le sue operazioni, succedendosi ininterrottamente, sono molto più numerose di quelle del peccato.
C’è molto bene in te: ce n’è nei tuoi pensieri, n tuoi affetti e nelle tue azioni.
Ma questo bene come lo fai? Per chi è la tua prima intenzione? Chi è il primo, tu o Dio? Se credi in Dio, non potrai ammettere, lo sai, ch’egli possa in qualche cosa passare al secondo posto e tu al primo. Ebbene, in ciò che fai o che credi di fare il bene, io voglio sapere qual posto tenga l’interesse di Dio e quale il tuo. Temo assai che tu ti comporti come un qualunque maleducato, che si serve per primo, passa per primo, parla di sé per primo e non sa essere cortese con un commensale o un visitatore. Osservi verso Dio le norme di galateo, a cui non oseresti mancare riguardo ad un uomo? Sai cedere con molta delicatezza il passo, offrire il primo posto, porgere una vivanda, nominare un altro prima di te come vuole il galateo. Ma conosci con la stessa profondità anche le norme che devi osservare riguardo a Dio?
Se nel bene che fai o credi di fare, poni Dio al secondo posto, commetti un male, che non è un peccato, ma che si chiama imperfezione. Così si chiama una mancanza di galateo riguardo a Dio. Tu commetti questa inciviltà, perché non sai incomodarti per lui, perché sei abituato a cercare i tuoi comodi perché pensi al tuo piacere più che al suo.
Ancora una volta è il piacere la causa delle tue mancanze a questo riguardo, mancanze che sono molto più numerose di quel che tu possa pensare. Le tue imperfezioni!… vuoi che te ne sveli qualcuna? Vuoi che interroghi i tuoi pensieri, i tuoi affetti e le tue azioni?

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