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“Cristianesimo vissuto” di F. Pollien capitolo XVIII°

”Cristianesimo vissuto”

Consigli fondamentali dedicati alle anime serie

Prima Parte: Dio  è il primo

Capitolo XVIII: A che punto sei?

Siamo intesi che, se hai fede in Dio, devi metterlo al primo posto nei, tuoi pensieri, nei tuoi affetti, nelle tue azioni, in tutta la tua vita. Non è così?

Anzitutto nei tuoi pensieri. Per conoscere i tuoi pensieri, io ascolto le tue parole. Sento che parli di tutto, delle persone, delle cose, degli avvenimenti. Sai apprezzare e giudicare, ma secondo qual punto di vista? Secondo il tuo o quello di Dio? Tu misuri tutte le cose dalla loro utilità; così dev’essere, poiché tutte le cose non sono che strumenti, e uno strumento non ha valore che per la sua utilità.

Ma qual è l’utilità che tu conosci? La tua, senza dubbio.

Tu sai quanto piacere, interesse, onore, ecc., persone, cose e avvenimenti rappresentano per te. L’utilità umana sotto tutti i suoi aspetti, tu la conosci abbastanza bene. Sai ciò che per te è buono o cattivo, cioè, ciò che ti piace e ciò che ti dispiace: poiché è sotto questo colore che tu vedi tutto.

Tu dici: ecco un bel tempo, un avvenimento disgustoso, una festa splendida, un lavoro fortunato, delle persone amabili, un cibo pessimo, ecc., ecc… Qual è l’interesse che qui entra in gioco? il tuo no? è l’interesse dell’uomo.

Sì, in tutte le cose quello che vedi è il tuo interesse; esso è quello che domina su tutte le tue idee. Nei tuoi apprezzamenti delle cose della vita pratica trovane una, di cui tu dica che essa è buona o cattiva, non per rapporto a te o agli altri. L’interesse di Dio, dov’è? Ö Che posto tiene nelle tue idee Ö Di che cosa sono strumenti le creature? Della gloria di Dio prima di tutto; tale è la loro utilità essenziale. Che conto ne fai tu? E tue idee sono dunque false in tutto.

Quando avrai delle idee giuste? Quando saprai mettere Dio in cima ai tuoi pensieri? Quanto tempo ci vorrà perché la tua mente si abitui a riferire il tuo interesse a quello di Dio, a ordinare e subordinare effettivamente e regolarmente il tuo sviluppo vitale alla sua gloria? Tu pensi a te e a tutte le cose per te: non saprai una volta pensare a lui, e a te e a tutte le cose per lui?

Anche le cose soprannaturali, a quale stregua le giudichi? Vai dicendo: che bel discorso! che bella cerimonia! che buona Comunione! Perché? Perché tu ci hai provato una viva soddisfazione nella tua sensibilità. Il tuo piacere ti dà il valore perfino delle Comunioni che fai. Nella religione, quello che vedi di più elevato, è la tua salvezza. La tua salvezza, la tua suprema felicità, sei ancora tu, è ancora il tuo interesse. Nella religione vedi un mezzo di salvezza, e questo è forse il più alto concetto che ne hai. Ma non arrivi fino a pensare che Dio ha dei diritti, per se stesso, perché è Dio e per la sola ragione che è Dio. Se non ci fosse di mezzo la tua salvezza, penseresti molto a Dio? Il punto culminante della tua religione consiste dunque nel veder te stesso per primo. Anche le tue idee sulla religione sono dunque completamente sbagliate. Credi in Dio? Chi dev’essere il primo, lui o tu?

Ma insomma non bisogna più che io pensi alla mia salvezza? – Ah! certo, bisogna pensarci e non ci penserai mai abbastanza. Ma perché farla passare davanti alla gloria di Dio? Non è questo l’ordine. – Ma se io mi salvo, glorifico Dio. – Per conto mio penso che sia vero il contrario: se tu glorifichi Dio, otterrai in compenso la salvezza, ma devi separare la gloria dalla tua salvezza, la al di sopra di essa; perché Dio dev’essere il primo e tu il secondo, perché i suoi diritti passano avanti alle tue speranze, perché lui è Dio e tu sei uomo. Cominci a comprendere che è una gran cosa credere in Dio?

Sappi dunque che la religione consiste più nel rispettare i diritti di Dio, che nel salvare le proprie speranze; più nel glorificare Dio, che nel render beato te, stesso. L’essenziale nella religione è l’onor di Dio; l’accessorio è la felicità dell’uomo che segue necessariamente l’onor di Dio. Lo segue ma non lo precede. Procura di farti delle idee giuste. A forza di non vedere nella religione se non una questione di salvezza, cioè d’utilità umana, si è giunti a quello che oggi si pensa e cioè che quando non si sono lesi gl’interessi umani, si crede d’aver compiuto tutto il proprio dovere. Non si comprendono più i diritti di Dio. E tu quando li comprenderai?

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