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I prodigi della beata Beatrice d’Ornacieux

I Prodigi della

beata  Beatrice d’Ornacieux

Oggi in occasione della ricorrenza della celebrazione della sua festa, voglio narrarvi un episodio miracoloso attribuito alla beata Beatrice d’Ornacieux. Le notizie sulla sua meravigliosa vita, ci sono state riportate scritte in Provenzale, dalla sua Maestra Novizia la beata Margherita d’Oingt, che scrisse Li via Seiti Biatrix Virgina de Ornaciu”. Da questa fonte apprendiamo, che nel 1300, proveniente dalla Certosa di Parménie, ed insieme alle consorelle Luisa Allemman di Grésivaudan, Margherita di Sassenage, e Ambroisine di Nerpol fondò un nuovo monastero certosino ad Eymeu nella diocesi di Valenza, del quale ne divenne Priora fino al giorno della sua morte, avvenuta il 25 novembre 1303, data in cui ricorre la festività di santa Caterina d’Alessandria. Da quel momento in poi la beata Beatrice, seppellita nella sua amata certosa di Eymeu, accanto a Luisa Allemman di Grésivaudan e Margherita di Sassenage che la avevano preceduta nella dipartita, continuò ad operare prodigi. Beatrice, difatti, pur avendo già una vasta fama di santità, dopo la morte, fece accorrere tanti pellegrini della zona che ricevettero guarigioni e miracoli. Il clamore fu notevole nella regione, e siccome la comunità della certosa di Eymeu si sciolse, ed il convento passò alle benedettine, fu necessario trasportare in un altro luogo le spoglie della beata certosina. Vi descriverò ora, il prodigio legato alla traslazione del suo corpo. Del trasferimento dei resti mortali, se ne incaricò il padre vicario della Certosa di Valbonne, Dom Roux de Charris che incaricato dalla comunità della Certosa di Parménie, determinata a impossessarsi delle reliquie, decise di intraprendere l’ardua impresa di recuperare i resti mortali di Beatrice. Previo autorizzazione del vescovo di Valence, ed il permesso delle suore benedettine ormai insediatesi ad Eymeu, Dom Roux si recò a prelevare le spoglie di Beatrice e delle sue fedeli consorelle Luisa Allemman di Grésivaudan e Margherita di Sassenage. Il volenteroso monaco su di un cavallo, sistemò le spoglie delle tre religiose in alcuni sacchi, e le caricò su di una mula per poterle trasportare nell’impervio viaggio verso Parménie. Giunse verso mezzogiorno in località Port de Têche, dove incontrò due cavalieri che erano lì dal mattino, in attesa che le acque del fiume ingrossato defluissero per consentire loro il passaggio. La pioggia era caduta ininterrottamente per tre giorni e tre notti, di fronte a questo scenario Dom Roux, avvilito cominciò a rivolgere le sue preghiere alle reliquie della beata Beatrice, affinché potesse “intervenire” qualora volesse ritornare alla “sua” Parménie. Poco dopo, prodigiosamente, le acque si abbassarono all’improvviso consentendo, senza alcun  pericolo, il guado al cavallo guidato dal certosino, all’asina carica delle sante reliquie, ed ai due cavalieri, ma subito dopo il loro passaggio le acque ritornarono ad innalzarsi ed essere furiose. Ciò avvenne tra lo stupore dei due uomini a cavallo, testimoni dell’evento miracoloso. L’intrepido Dom Roux, proseguì il viaggio e rinfrancato dal prodigio, giunse a Tullins laddove un torrente che discendeva da una montagna, essendo straripato sempre a causa della pioggia, riversava sulla strada rami secchi, sterpaglie, ed altri detriti che impedivano da molte ore il passaggio a tre carri che trasportavano del sale. Memore del fenomeno soprannaturale, accorsogli in precedenza, Dom Roux non esitò a far approssimare la mula con le sacre reliquie al torrente in piena. Fu così che le acque si ritirarono, favorendo così anche il passaggio delle carovane che poterono assistere allo strano fenomeno restando basiti. Prima di giungere alla meta, in prossimità di un ruscello le sante spoglie miracolose, dovettero agire nuovamente per consentire al vicario di Valbonne di superare una altro periglio. Ovviamente il clamore per questo episodio, si diffuse rapidamente aumentando l’aura di santità per la certosina. D’altronde questo miracolo è menzionato anche nel verbale di beatificazione di Beatrice d’Ornacieux, sottoposto a Pio IX che volle beatificarla il 13 aprile 1869, esso recita: Resitus e fluvii impediabatur torrenti, aquis propter quae excreveravant Imbres. “Verum, quod immisso jumento monalium reliquie vehebat, depressae Aquae sunt e transeunte fecer locum … “. Una volta giunte a  Parménie, le spoglie vennero poi conservate fino al 1667 nel cimitero della certosa, fino a quando il Cardinale Le Camus, vescovo di Grenoble, provvide a ricostruire l’antica chiesa per poter dare una più degna collocazione alle sante reliquie. Fu posta in tale occasione una lapide marmorea nera con la seguente iscrizione:

ICI REPOSENT LES OSSEMENTS

DE BÉATRIX D’ORNACIEUX

RELIGIEUSE CHARTREUSIENNE DE PARMÉNIE

DÉCÉDÉE EN 1303

ET DE SES DEUX COMPAGNES

Nel tempo varie traversie si susseguirono a Parménie, ma le spoglie della beata vi rimasero intatte  fino al 1839, quando una parte di esse furono traslate alla Certosa di Beauregard. Poi l’11 dicembre 1895,  a Parménie la cassa contenente le ossa delle tre religiose fu aperta, poiché i monaci della Grande Chartreuse ne reclamavano anch’essi qualche frammento osseo. In questa occasione si scorsero i resti mortali a sei secoli dalla morte, prodigiosamente in ottime condizioni ed emananti un soave profumo. Le reliquie rimanenti, rimasero nell’antico complesso di Parménie, ormai affidato ad una comunità di Olivetani che ne divennero i custodi. Ma nonostante le traversie legate alle varie rivoluzioni e guerre, ma soprattutto ai sei secoli trascorsi da quando la beata Beatrice era nota in quella zona, il culto per la sua memoria non si è scalfito, anche perché a seguito della sua beatificazione, venne eretta nel 1897 una graziosa Cappella. Situata nel quartiere di Bessieux, nei presi di Eymeu la costruzione si  nasconde tra gli alberi di Mont Saint-Martin, essa è divenuta da allora fino ad oggi un luogo di pellegrinaggio, il quale si svolge tutti gli anni con una processione suggestiva ogni prima domenica di settembre.

Una Risposta

  1. di reincarnazione in reincarnazione,..oggi eccomi qua.
    beatrice.

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