L’articolo odierno, è volto a farvi conoscere un monaco certosino di cui vi ho già accennato tempo fà. Lo citai poichè si deve a lui la più antica acquisizione di testi di varia natura di cui abbiamo notizia, risalente ai primordi della certosa di San Martino a Napoli, ciò avvenne allorquando essa era retta dal priore Adamo de Stefano di Aversa.
Adamo de Stefano nacque ad Aversa in una data ignota ma da collocarsi tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento, da una nobile famiglia. Dopo aver conseguito diversi studi, decise di abbracciare la vita religiosa entrando giovanissimo nella certosa napoletana che vi ricordo era stata fondata da Carlo d’Angiò duca di Calabria, primogenito di re Roberto nel 1325. Come avveniva di consuetudine, al momento dell’ingresso in certosa la famiglia del futuro monaco donava come dote alla comunità monastica alcuni beni. Nel caso di Adamo, furono donati tutti i suoi beni costituiti da diverse proprietà immobiliari ad Aversa oltre a diversi poderi a Casacelle, ma soprattutto come vi dicevo tantissimi manoscritti, codici e libri che andarono ad integrare corposamente la biblioteca della nascente certosa napoletana. Sappiamo che a distanza di pochi anni dal suo ingresso in certosa, a causa delle sue doti e virtù fu eletto nel 1339 priore. Si evince da antichi testi, che egli continuò ad arricchire la biblioteca con ulteriori acquisizioni di tomi importanti, a tal proposito bisogna ricordare come Dom Severo Tarfaglioni scrisse:”… et pulchris emit et fieri fecit” ossia “… [e altri libri] meritevolmente fece acquistare”.
Purtroppo, agli inizi dell’Ottocento, quando dopo la rivoluzione del 1799, con le successive soppressioni monastiche, la biblioteca fu incorporata nella costituenda Biblioteca Reale, oggi Biblioteca Nazionale, già le dispersioni dei decenni precedenti l’avevano depauperata di un gran numero di codici pregevolissimi. Probabilmente i volumi superstiti potrebbero essere ancora conservati alla Biblioteca Nazionale di Napoli o in altre raccolte.
Si conosce inoltre, che Dom Adamo de Stefano contribuì assieme alla duchessa Agnese di Durazzo a far costruire la certosa di San Giovanni Battista, nota come la “Porta del Paradiso”, a Guglionesi in Molise. Questa certosa nel 1420, fu poi soppressa ed inglobata alla certosa di San Martino, la quale per ricordarne la memoria eresse, per espressa volontà di papa Martino V, una cappella dedicata al Battista.
Nell’elenco dei priori della certosa napoletana Dom Adamo de Stefano risulta essere il secondo dell’intera lista, ovvero il successore del primo Dom Roberto da Siena ed il predecessore del terzo Dom Pedro de Villa Mayra.
La data della morte è indicata nel 1350, e venne accompagnata dalla seguente dicitura: «morì dopo che avea governato con lode di gran bontà di vita, e di prudenza non ordinaria».
Alla sua memoria vadano le nostre lodi e preci.
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