• Translate

  • Follow us

  • Memini, volat irreparabile tempus

    dicembre: 2010
    L M M G V S D
     12345
    6789101112
    13141516171819
    20212223242526
    2728293031  
  • Guarda il film online

  • Articoli recenti

  • Pagine

  • Archivi

  • Visita di Benedetto XVI 9 /10 /2011

  • “I solitari di Dio” di Enzo Romeo

  • “Oltre il muro del silenzio”

  • “Mille anni di silenzio”

  • “La casa alla fine del mondo”

  • Live from Grande Chartreuse

  • Inserisci il tuo indirizzo email per seguire questo blog e ricevere notifiche di nuovi messaggi e-mail.

    Unisciti a 685 altri iscritti
  • Disclaimer

    Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001. Rare immagini sono tratte da internet, ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione. L'autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno insindacabilmente rimossi.


“La Preghiera” di A. Guillerand IX capitolo

La Preghiera

Dinanzi a Dio

di Dom Augustine Guillerand

CAPITOLO IX

Fiducia e perseveranza

L’uomo è sottoposto a una dura prova, dovuta alla sua stessa natura. Egli ha le tendenze degli spiriti, ma deve realizzarle in un corpo. Lo Spirito è agile, la materia è pesante. Lo spirito concepisce in un istante e nello stesso istante vuole ciò che vede; attraverso questo duplice atto raggiunge il proprio fine e vi si riposa. La materia non riceve che a poco a poco le azioni che si esercitano su di essa; queste debbono comunicarsi di molecola in molecola, dai muscoli ai nervi, dai nervi ai centri, poi, per mezzo del canale a malapena smaterializzato della sensibilità, mediante i sensi interni, debbono raggiungere le parti spirituali dell’essere dove divengono idee che, per le stesse vie, saranno trasmesse agli organi d’esecuzione.

Sono necessarie innumerevoli impressioni venute dal di fuori, contatti prolungati, ripetuti all’infinito, col mondo esterno per costituirsi. Sono necessari altrettanti contatti affinché questo essere così costituito realizzi la sua vita.

I nostri rapporti con Dio sono più o meno sottoposti a questa legge. Normalmente, le vedute della fede ci provengono dal di fuori ed è conformemente al movimento della nostra natura che esse si sviluppano. Lo Spirito Santo può aggiungervi degli interventi propri che obbediscono a leggi più alte; e lo fa spesso: allora, il cammino verso Dio acquista un andamento agevole, rapido, tutto speciale e soave. Questa però non è la via ordinaria… né si può far assegnamento su di essa. La strada comune è rappresentata dalla nostra attività nel suo modo rallentato che lo Spirito dirige e sostiene senza però sopprimerla né modificarla.

Noi, dunque, dobbiamo andare a Dio con la natura che conquista la scienza umana e le virtù naturali, e seguire, per raggiungere Dio, la strada che conduce allo sviluppo di questa natura. Nel perseguire questo sviluppo noi siamo sostenuti – più o meno! – dalla necessità di farci un posto al sole e di assicurarci l’esistenza contro l’indigenza, mediante il desiderio del successo, di risultati tangibili. Ma anche con questo sprone come sono rari gli entusiasmi e frequenti gli scoraggiamenti! Si fa appena lo stretto necessario… se pur lo si fa!

La ricerca di Dio non è sostenuta – almeno allo stesso livello – da questi risultati. Quaggiù Dio non si rifiuta mai, ma si nasconde spesso. Egli ama che lo si insegua, che lo si sappia attendere, che si abbia fiducia in lui, che gli si chieda senza ricevere, che si ricomincino sempre degli sforzi che sembrano non ottenere nulla. Dio ama la perseveranza nella preghiera.

La perseveranza è il frutto della fiducia. La fiducia, nei nostri rapporti con Dio, è la forma più autentica dell’amore ed è figlia della fede. La fiducia suppone una giusta idea di Dio. L’anima fíduciosa ha dovuto sviluppare in sé la conoscenza delle perfezioni divine che, praticamente, si confondono con l’essere divino, ma che noi scorgiamo come i raggi smorzati attraverso il prisma delle creature. Quante meditazioni e letture sono necessarie affinché queste perfezioni divengano in noi delle idee presenti, viventi, attive, pronte a sorgere quando se ne ha bisogno, nelle tenebre più fitte, per illuminare una strada difficile! Solo coloro che amano – coloro che sono presi e sostenuti dallo Spirito d’Amore – hanno il coraggio di compiere questo studio continuamente ripreso e continuamente da riprendere. Da ciò dipende tutto. Esso è la sorgente feconda che fluisce nell’anima, e che nelle aridità prepara la fioritura della primavera e le raccolte dell’autunno: ” Abbiate fiducia ” ripete infinitamente il divino Maestro nel suo Evangelo, e cosi infinitamente al cuore dell’anima che ama. ” La salvezza è di colui che avrà perseverato fino alla fine ” (Cfr. Mt 10,22 e 24,13).

Perché l’Amore si fa attendere? Perché è l’Amore e vuole l’amore. L’amore che non sa attendere non è amore. Amare è donarsi; ma non solo per un momento della vita, né parzialmente. L’Amore è dono di sé totale e vuole il dono di sé totale.

L’Amore si basa sulla stima; non si ama se non ciò che si apprezza e ammira; non si ama che il bene. Ciò che si ottiene troppo facilmente e troppo velocemente non attira le anime profonde. Esse intuiscono quando si tratta di un bene superficiale che non può saziare la ricca capacità della loro natura. E hanno ragione. Delle leggi regolano gli esseri e i loro rapporti, leggi che tutti intuiscono senza riuscire sempre a formulare. E una legge che i veri tesori sono sotterrati profondamente, nascosti con cura; e che le acquisizioni serie esigono degli sforzi proporzionati. Le eccezioni non infirmano questa legge.

Dio è il tesoro che non ha prezzo. La facilità nel donarsi allontanerebbe da Lui i migliori. San Giovanni Climaco dà una ragione che si avvicina a ciò, ma con una sfumatura interessante. La preghiera – osserva – è un’attività che sviluppa e arricchisce enormemente, sorgente di meriti, di soddisfazioni, di progressi spirituali di ogni specie. Il buon Dio ce ne impone la ripetizione e la continuazione per accrescere le nostre ricchezze. 1 ritardi nell’unione non sono tempo perduto, tutt’altro. Dio vede molto lontano e utilizza meravigliosamente – senza tuttavia desiderarlo né volerlo – ciò che noi chiamiamo il male, i traviamenti, gli arresti, i ripiegamenti. Soprattutto in queste ore sono necessarie fiducia e perseveranza. Che si tratti di noi, o di altri, la preghiera che non si scoraggia, che insiste, che fa violenza, vince il cuore di Dio. Per questo Dio insiste nel domandarci di pregare con fiducia e perseveranza.

La fiducia in Dio in generale, la fiducia nella preghiera in particolare, è una disposizione d’anima di cui è difficile parlare, poiché è difficile concepirla esattamente. Noi siamo privi di paragoni, di punti di riferimento nel creato.

Essa riposa su perfezioni di cui il mondo non può fornire l’equivalente. Vi sono, è vero, degli uomini dotati di bontà vera, di benevolenza, di carità, di tenerezza reale per noi, che non pensano che a farci del bene, che si spingono sempre fino agli estremi delle loro possibilità per rendersi a noi graditi … ; ma queste possibilità sono inadeguate, estremamente inadeguate… e le loro stesse disposizioni possono pure variare. ” Al suo figliuolo che gli chiede del pane, un padre non dà delle pietre “(cfr Lc 11,2ss), ma in un padre il sentimento paterno non è sempre puro, perché in un uomo il male è sempre possibile. ” Nel vostro Padre celeste non vi è che il bene, e non può che volere e fare il vostro bene … ; e se voi domandate il suo Spirito filiale che è il bene per eccellenza, oh come ve lo accorderà necessariamente e in tutta la sua perfezione! “. Ce ne ha dato la prova: ” Ha consegnato il suo Figlio unico per noi “. Dopo ciò, anche il solo pensiero di un rifiuto opposto alle nostre preghiere è impossibile: ” Domandate e riceverete; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto ” (cfr Lc,9).

La fiducia non è la presunzione. L’anima fiduciosa non dimentica che la preghiera è un rapporto, e che se uno dei termini è infinitamente potente e buono, l’altro è estremamente debole e miserabile. La conoscenza di questi due termini crea nell’anima un senso giusto della disposizione appropriata che deve regolare le sue divine relazioni. Essa sente continuamente risuonare nelle sue orecchie la raccomandazione pressante: ” Bisogna sempre pregare “; e non dimentica che Nostro Signore l’accompagna con quest’altra: ” Vegliate! “.