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  • Memini, volat irreparabile tempus

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Silenzio, e poi ascolto

Icona Bruno

Cari amici voglio proporvi questa esternazione sul silenzio, da un certosino, che ci spiega in maniera semplice la ricchezza del loro silenzio per protendersi all’ascolto.

′′ Il silenzio è ascoltare: non l’aspettativa febbrile di una parola che colpirebbe le nostre orecchie o riempirebbe il nostro cuore, ma una tranquilla ricettività a colui che è presente e che lavora senza rumorosità nel nostro essere più intimo. Ecco perché si dice che la nostra solitudine è terra sacra, un luogo dove, come uomo con il suo amico, il Signore e il suo servo parlano spesso insieme; c’è l’anima fedele frequentemente unita alla Parola di Dio; c’è la sposa fatta una con il suo coniuge; c’è la terra unita al cielo, la divina all’umano Il silenzio, infatti, coniuga l’assenza di parole, sulle labbra e nel cuore, con un dialogo vivente con il Signore. …. . ‘ Il frutto che porta il silenzio è noto a chi lo ha sperimentato. Dio ci ha condotto in solitudine per parlare al nostro cuore. Questo è silenzio: lascia che il Signore pronunci dentro di noi una parola uguale a se stesso. Essa ci raggiunge, senza sapere come, senza poterne delineare i precisi contorni; tuttavia, la Parola stessa di Dio arriva e risuona nel nostro cuore.”

(Un certosino)

Come non collegarlo al meraviglioso XX° capitolo del primo libro de “L’imitazione di Cristo”, ai quali suggerimenti vi lascio. Che meraviglia!!!