L’articolo odierno è tratto da un post pubblicato sui canali social della Certosa monumentale di Calci, oggi visitabile come museo. Trattasi di una bizzarra curiosità che voglio proporre alla vostra attenzione.
Come voi sapete, miei cari lettori, la massima comunità di una comunità monastica certosina è guidata da un Padre priore, il quale come tutti gli altri monaci ha una cella che si affaccia sul chiostro. Ha però la peculiarità di avere una dimensione maggiore, o meglio di estendersi in altri ambienti di solito molto curati, con stanze di rappresentanza atte ad ospitare eventuali ospiti illustri e non. Loggiati, studioli e talvolta meridiane o orologi e biblioteche impreziosiscono questi spazi, adornati solitamente da pregevoli dipinti affreschi e mobili. Essenzialmente il Padre Priore ha la possibilità di poter controllare l’intera certosa con tutti i suoi spazi monastici.
Premesso ciò ecco per voi questa singolare tabella che veniva affissa sulla porta della cella priorale, attraverso essa il priore indicava di volta in volta gli ambienti in cui poteva essere rintracciato in caso di necessità, in basso anche una sorta di orologio per indicare forse il tempo della sua assenza. Insomma grazie all’ingegno come al solito nulla era lasciato alla casualità!
Inoltre forte è l’espressione simbolica in certosa, motivo per cui il sovraporta che decora l’accesso alla cella sul lato del chiostro è caratterizzato da un soggetto fortemente simbolico. Sul copricapo priorale campeggiano tanti piccoli occhi bene aperti, esplicito riferimento alla onnivegenza, il tutto accompagnato da un messaggio di grande chiarezza: “Omnes et omnia videat”, ad indicare la capacità del priore di vedere tutti ed ogni cosa, a monito per tutti i confratelli.
Ma vorrei sapere se qualcuno è in grado di testimoniare la presenza di qualcosa di simile in qualche altra certosa, sarebbe interessante saperlo.
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