
Continuano i ricordi del nipote del certosino Fratel Tomas Maria, condivido con voi, miei cari lettori, queste commoventi memorie.
La partenza per la certosa e gli inizi.
Quella mattina Vicente si è alzato, ha preso un autobus da Consuegra ed è andato a Madrid per andare a Burgos, non ha salutato nessuno, quando si è svegliato, il letto dove dormiva Vicente era vuoto, Dio ha messo per strada il suo primo cugino e che lo ha incontrato sull’autobus. Logicamente gli chiese “Vicente amico, dove vai da queste parti?” Immagino che avrebbe confessato quella pia menzogna “Ciao Trini, sai…per via delle carte e delle procedure” quando voleva rendersi conto che Vicente è scomparso per prendere un treno che lo avrebbe portato alla Certosa di Miraflores (Burgos), dice Dom Antonio Lopes, che era un avvocato e poi priore a Évora che sono entrati insieme e per questo gli hanno mostrato tanto affetto. Vi rimasero tre anni prima di essere trasferiti al Convento di Santa María Scala Coeli a Évora (Portogallo). Vicente, all’ingresso come novizio nella Certosa di Miraflores, divenne Fratello Tomás (dato che era il giorno in cui si commemorava il suo Santo, non so quale dei Tomases fosse) e María per la sua fervente devozione mariana. Quando divenne Fratel Tomás María Martín-Benito Romero, dopo tre anni con padre Antonio si trasferirono alla certosa a Evora (Portogallo). Subito si intravedono i punti di forza e di debolezza nella personalità di Fratello Tomás, subito in lui emergono le virtù del lavoro e viene nominato capo dell’agricoltura e dell’allevamento da cui deriva l’indipendenza economica del convento. Ci raccontava ridendo un aneddoto in relazione alla festa del 1° maggio (festa del lavoro) in Spagna e Portogallo.
“-Fratello, cosa fai oggi sul trattore?
-Cosa farò? lavorerò
-E non sai che giorno è oggi?
-Sì, uno di maggio.
-Fratello, oggi è festa, festa dei lavoratori e tra una risata ha detto loro “e quale modo migliore per santificare questa giornata che lavorare”

La sua attività
Divenne l’autista della Certosa e ricordo che Padre Soto Domecq (a quel tempo priore) si fidava pienamente di lui per venire al mercato nazionale del bestiame a Talavera de la Reina (molto vicino a quella che era la sua casa a Consuegra) per occuparsi delle vendite di bovini cherole (bovini da carne) che venivano venduti per la sussistenza del convento. Ricordo di aver visto con sorpresa l’indice di una delle sue mani di mio zio con una falange in meno “una mucca l’ha mangiata mentre mangiava” disse con una risata e quando aprii gli occhi enormi per via della mia età e della sorpresa.. tornando serio, mi disse che aveva avuto un incidente con il magazzino che gli si era tagliato un dito.
Padre Soto Domecq, non voleva viaggiare con nessuno se non con fratello Tomás, “guida veloce e sicuro“. In una delle nostre visite, ci ha portato a visitare un vigneto a graticcio allestito dalla Fondazione e siamo andati con lui nel furgone tipo pick-up Peugeot così comune in quel paese. Andava così forte (la fama della cattiva guida dei portoghesi era molto diffusa in Spagna) che mio padre gli disse “Non vai molto veloce?” a cui mio zio ha risposto “Io viaggio sempre con il Signore e lui ci protegge in questo momento” e l’unica cosa rimasta era di tenerci stretti dove potevamo, ahahah. Quanto buonumore il mio zio certosino!
I suoi racconti
Fratello Tomás ha dovuto vivere un episodio storico, drammatico, momento nei quali l’unica arma con cui i poveri certosini potevano difendersi era la loro fede. La Rivoluzione dei Garofani, rivolta militare avvenuta in Portogallo il 25 aprile 1974. Quel giorno la notizia si diffuse da tutti i civili che lavoravano per il marchese che aveva donato alla certosa e le sue terre, per proteggere i monaci e temendo che sarebbero stati fucilati, sono stati invitati a rimuovere le loro abitudini e indossare le tute per fingere di essere personale civile. I monaci certosini, rifiutarono con il Priore che disse: “sarà ciò che Dio vuole” e rosario in mano, si affidarono all’intercessione della Vergine Maria. Si sentivano le voci dietro le mura della clausura sempre più forti e il miracolo della Vergine Maria si rifletteva nel momento in cui terminavano la preghiera, le grida e le voci si dissipavano in quel preciso momento dell'”amen”. La Rivoluzione terminò 24 ore dopo la sua nascita. Fratello Tomás ci raccontava sempre di questo episodio ogni volta che andavamo e finiva dicendo che fu un vero e proprio miracolo, rimanere indenni.
Dolci ricordi
Durante le visite che gli facevamo, quando finiva di parlare con mio padre e con gli adulti, toccava a noi, prendeva me e mia sorella e ci chiedeva della scuola, dei nostri amici, dei nostri hobby e ci chiedeva sempre di essere “bambini modello” visto il suo fervore La vocazione mariana consigliava sempre la stessa lettura “Il silenzio di Maria” consigliandomi di leggerlo per applicazione alla mia vita con un… “Resta con me” e un ammiccamento di complicità al quale mia madre interveniva sempre con un’esclamazione di disapprovazione.
Ho parlato dei suoi punti di forza ma i suoi punti deboli erano evidenti, ed era di sicuro la sua poca formazione accademica, sapeva solo leggere, scrivere e un po’ di cultura generale. Ma… Padre Antón Lopes nelle nostre ultime visite alla Certosa mi ha raccontato con stupore come gli avesse chiesto di insegnargli a parlare “quella lingua”.
Quale lingua Fratello? “
“Quella con la quale si canta”
“Ah il latino?!!!”
“Si quella lingua!”.

Fratello Tommaso, mio zio, ha imparato il latino e ha guidato a lungo la voce cantata nel coro, ed è stato un caso eccezionale di partecipazione di un fratello al coro… era sorprendente perché nonostante la sua scarsa formazione riusciva a discutere di filosofia, leggeva testi di filosofi nella sua cella.
Tutte le lettere che lui ci scriveva iniziavano con un “Caro Pepe, Socorro e nipoti, sono grasso, felice e felice, grazie a Dio…” e le ricevevamo con enorme gioia, mia madre mi dettava e io scrivevo, mio padre scriveva e lui ha scritto la sua, proprio come mio zio Félix e l’abbiamo inviata tutti insieme… grazie a queste e-mail, che ti ho inviato, ne ho rilette alcune con una lacrima di nostalgia affiorante e ho potuto vedere come prediceva la situazione che l’agricoltura sta attraversando oggi in Spagna.
Mentre scorrono lacrime di profonda commozione, ed in attesa di altri ricordi spero che questi racconti possano aver interessato i lettori di Cartusialover. Sono lieto di aver avuto l’opportunità offertami da questo blog, di ricordare il mio caro zio certosino.
In preghiera sulla sua sepoltura
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