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La Nube della non-conoscenza 57

NUBE

CAPITOLO 57

Come i giovani discepoli presuntuosi fraintendono «in alto»; gli errori che ne derivano.

Ma per ora basta su questo argomento. Dobbiamo andare avanti nel nostro discorso e vedere come questi giovani discepoli spirituali, presuntuosi fraintendono quest’altra parola: «in alto». Se capita loro di leggere, o di sentir leggere o dire, che gli uomini devono levar in alto il loro cuore a Dio, eccoli fissare lo sguardo sulle stelle, come se volessero oltrepassare la luna, e tendere le orecchie, come se sentissero cantare un angelo dal cielo. Sull’onda delle loro fantasie mentali, costoro giungono talvolta a perforare i pianeti, e a fare un buco nel firmamento per guardarci dentro. Si fabbricano un Dio a loro piacimento, lo ammantano di ricche vesti e lo mettono su un trono: un Dio così strano non è mai stato dipinto sulla faccia della terra. Ancora, si fabbricano angeli in forma umana e ciascuno con il suo diverso strumento musicale: una cosa di questo genere non la si è mai vista né sentita quaggiù. Alcuni di questi uomini, il diavolo li inganna in modo del tutto meraviglioso. Infatti, manda loro una specie di rugiada — cibo degli angeli, essi pensano — che discende come dal cielo e cade dolcemente e deliziosamente nella loro bocca. Ecco perché hanno preso l’abitudine di starsene seduti con la bocca aperta, come se volessero’ prender mosche. Ma per quanto a loro possa sembrare santo, tutto questo non è che una mera illusione: la loro anima nel frattempo è completamente vuota di ogni vera devozione. Il loro cuore, invece, è pieno di vanità e falsità, a causa dello strano lavorio della loro immaginazione. Ed ecco che spesso il diavolo inganna le loro orecchie con suoni inusitati, i loro occhi con luci folgoranti e misteriose, il loro naso con profumi gradevolissimi: nonostante tutto, questi sono fenomeni fasulli. Ma essi non la pensano così. Tenendo lo sguardo rivolto in alto, credono di seguire l’esempio di s. Martino, che vide Dio, per rivelazione, rivestito del suo mantello nel bel mezzo dei suoi angeli, o di s. Stefano, che vide nostro Signore nella gloria dei cieli, o di molti altri; e in particolare, di Cristo stesso, che ascese al cielo con il corpo alla vista dei suoi discepoli, Perciò essi dicono che dobbiamo tenere gli occhi rivolti all’insù. Son pronto ad ammettere che nel nostro contegno fisico dobbiamo levare in alto gli occhi e le mani, se lo spirito ci muove a farlo. Ma io dico che l’opera del nostro spirito non è diretta né in alto né in basso, né da una parte né dall’altra, né avanti né indietro, come è invece il caso di una cosa materiale. Il nostro lavoro, infatti, deve essere spirituale, e non materiale, né lo si può compiere in maniera fisica.