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Sul digiuno

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Nell’articolo odierno, voglio offrirvi un testo di un certosino, il quale si esprime sul digiuno. Quest’ultimo è una delle pratiche quaresimali più note, che contraddistingue i quaranta giorni che precedono la Pasqua.

* * * * * * *

Uno degli elementi integranti della Quaresima cristiana è il digiuno. Infatti, la preghiera più intensa, l’elemosina più generosa, la carità e il digiuno più ardentemente praticati, costituiscono l’ armatura del cristiano, cioè “le armi spirituali” del “soldato di Cristo” nella sua costante lotta contro il mondo, il diavolo e la carne. Da qui il luogo designato che il digiuno ha sempre avuto tra le pratiche quaresimali. Purtroppo, ai nostri giorni, il digiuno non ha “buona reputazione”, tanto meno “pubblicità” o buona stampa, anche tra i cristiani. Dato l’ambiente pagano ed edonistico in cui vive la maggior parte della società, molti pensano che sia “pericoloso” per la salute, una pratica obsoleta e una pena corporale la cui utilità per lo spirito è incomprensibile … Ma questo sentimento è una conseguenza della cultura che la società vive dove: si esalta la tipologia giovanile, si idolatra la felicità corporea, si pratica una religione del corpo giovane, sano e sportivo; l’indipendenza è adorata, non si vuole alcun collegamento con nulla, tanto meno qualsiasi imposizione esterna.
Tu fai, mangi e bevi quello che vuoi e nessuno ha il diritto di interferire nella vita di ogni persona … Ma, allo stesso tempo, vediamo e sentiamo costantemente una contraddizione di follia in chi parla così: è sorprendente, per non dire spaventosa e disumana, “la dieta” che artisti, atleti, modelli e innumerevoli persone si impongono semplicemente per “mantenersi in forma”, per non ingrassare, per dimagrire per essere più agili, e così via. un regime che prevede il digiuno o la privazione di cibo molto più dannoso per la salute e l’organismo di tutti i “digiuni religiosi”. E dico “religioso” perché la storia delle religioni di tutti i tempi ci parla di “digiuni” praticati in tutte le religioni dell’umanità. Infatti, in ogni momento e in tutte le parti, le varie religioni che sono apparse hanno avuto certi periodi di digiuno per i loro seguaci, sia per motivi di ascesi corporale, per lutto, per purificazione, supplica o come riti propriamente religiosi. Ad esempio, può essere sufficiente ricordare il digiuno universale, per persone e animali, che il re di Ninive impose ai suoi sudditi, dopo aver sentito la minaccia di una punizione imminente annunciata dal profeta Giona. E l’intenzione fu pubblicata dallo stesso re: “Vediamo se, attraverso il digiuno e la conversione della vita, possano ottenere il perdono”. E l’hanno raggiunto. Un altro esempio persistente anche ai nostri giorni, è il digiuno annuale dei musulmani, il Ramadan, praticato da tutti i fedeli, per sperimentare ulteriormente la trascendenza di Allah con questa pratica penitenziale, vissuta come “tributo” o dono annuale alla divinità.

un certosino

Una Risposta

  1. The article would have given more help if some practical guidance was given for today’s Christians. The whole world is living through a kind of penitential time during the pandemic. The required lockdown has brought a renewed understanding of the deeper things of life. Also, the Church has of necessity come more into the public square through technology of every kind and many more people are following the Mass, Eucharistic Adoration, Rosary, etc.. So, the Gospel is being heard by many and with greater immediacy. Full reception of the Sacraments awaits. The
    Whilst the Ramadan fast is admirable, it is very different to Christian fasting. The Christian Lent follows Christ in the desert. And the Church gives basic guidelines for observance. These vary according to state in life and health. Three types of fasting serve as a practical guide: the monastic fast; fasting and abstinence as the Church sets forth for the faithful; and the necessary dispensations for health and other contingencies. Also, the spirit of fasting has changed and is seen since Vat II more in solidarity with the millions of poor and displaced persons from wars and natural disasters and famines.
    “Let your hearts be broken not your garments rent.”

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